

criminalità digitale,
Napoli - La criminalità organizzata corre sul web e la Direzione Investigativa Antimafia accelera il passo per starle dietro. Antonio Galante, capo centro della Dia di Napoli, lancia un messaggio chiaro durante la presentazione del Calendario Storico 2026: "Il mondo criminale non si ferma.
Le tecnologie del crimine avanzano e noi stiamo focalizzando su questo la nostra attenzione, senza tralasciare gli aspetti violenti che ancora colpiscono alcuni territori e l'aggressione ai capitali illeciti".
Un allarme che suona particolarmente forte quando si parla di giovani generazioni, sempre più esposte al rischio di reclutamento digitale da parte dei clan. I social network sono diventati terreno fertile per l'espansione delle organizzazioni criminali, che utilizzano Instagram, TikTok e altre piattaforme per attrarre ragazzi, spesso minorenni, promettendo guadagni facili e modelli di vita apparentemente glamour.
"Il web è un settore monitorato," ha precisato Galante. "Noi seguiamo lo sviluppo degli andamenti criminali e criminogeni e ci adeguiamo di conseguenza. Siamo immersi nel sociale, questo è il know-how delle forze di polizia e delle procure. I social li conosciamo anche noi". Una dichiarazione che sottolinea l'impegno degli investigatori nel contrastare una criminalità sempre più liquida e difficile da individuare.
Il fenomeno preoccupa soprattutto per l'impatto sui più giovani. Attraverso stories, reel e post studiati ad hoc, i gruppi criminali costruiscono narrazioni tossiche che glorificano la cultura mafiosa, mostrano ostentazione di ricchezza e potere, normalizzano la violenza. I ragazzi, bombardati da questi contenuti, rischiano di perdere il senso critico e di cadere nella trappola dell'arruolamento, spesso senza rendersi conto della gravità delle conseguenze.
"È evidente che il crimine allarga i propri orizzonti," ha concluso il capo centro della Dia. "I clan partono da una collocazione geografica ma non è detto che si fermino lì: i social sono raggiungibili in ogni parte del mondo". Questa dimensione globale rende ancora più insidiosa l'azione delle organizzazioni criminali, capaci di reclutare giovani a distanza, di coordinare attività illecite attraverso chat criptate, di riciclare denaro sporco con criptovalute.
Il rischio maggiore riguarda gli adolescenti di quartieri difficili, dove mancano opportunità di riscatto sociale e dove il fascino del "criminale di successo" può rappresentare un modello alternativo alla scuola e al lavoro onesto. La Dia sta intensificando il lavoro di intelligence per intercettare questi segnali prima che si traducano in affiliazioni concrete.
La presentazione del calendario a Napoli ha voluto celebrare proprio chi ha fatto la scelta opposta: le donne della legalità, figure che "spesso in silenzio, ma sempre con assoluta determinazione, hanno rotto con il passato, hanno sfidato il peso della cultura mafiosa, hanno scelto - con sacrificio e lucidità - di stare dalla parte giusta".
Un messaggio educativo fondamentale soprattutto per i giovani, che hanno bisogno di modelli positivi e storie di coraggio per capire che esiste un'alternativa credibile alla strada della criminalità. La sfida della Dia è duplice: intercettare i clan sul web e offrire ai ragazzi strumenti culturali per riconoscere e rifiutare le lusinghe del crimine digitale.