Torino – Un nuovo, inquietante squarcio sull'abisso della pedopornografia online. Un orrore che non conosce età né confini geografici, come dimostra l'ultima operazione della Polizia di Stato che ha scosso il Paese.
Due uomini, apparentemente insospettabili di 46 e 77 anni, sono stati arrestati in flagranza di reato a Torino e a Salerno. L'accusa, tra le più odiose: detenzione di materiale pedopornografico.
L'operazione, che ha visto perquisizioni estese tra Piemonte e Campania e in altre cinque regioni, è il risultato di una complessa attività investigativa condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica (COSC) di Milano.
L'origine dell'indagine
Questa maxi-operazione non nasce dal nulla, ma affonda le sue radici in un precedente caso che aveva già destato allarme. Come reso noto dalla Questura di Milano, l'attività odierna è lo sviluppo di un'indagine partita da Sondrio, che già a gennaio aveva portato all'arresto di un ex docente di scuola superiore. L'uomo era stato fermato per detenzione e, ancor più grave, per la divulgazione di quelle stesse immagini aberranti.
Proprio analizzando i dispositivi e le tracce digitali lasciate dall'ex insegnante, gli specialisti della Polizia Postale milanese hanno iniziato a mappare una rete di contatti, un filo nero che collegava diversi utenti apparentemente slegati tra loro.
Il blitz in sette città
Grazie agli elementi raccolti e pazientemente messi insieme dagli investigatori, la Procura della Repubblica di Milano ha disposto sette decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti.Potrebbe interessarti
Si è trattato di un'azione coordinata su vasta scala, che ha richiesto la collaborazione degli uffici della Polizia Postale di Lombardia, Campania, Piemonte, Toscana e Umbria. Gli agenti hanno bussato alle porte di abitazioni a Firenze, Genova, Napoli, Torino, Prato, Salerno e Terni.
L'orrore nei dispositivi sequestrati
Durante le perquisizioni, eseguite simultaneamente, sono stati ispezionati computer, hard disk esterni, smartphone e memorie digitali. E da quei dispositivi è emerso l'orrore che si nasconde dietro un clic.
Gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato numerosi video e fotografie illecite, contenuti pornografici che ritraevano abusi su minori. La Polizia sottolinea un dettaglio agghiacciante: le vittime erano "anche in tenera età".
Un archivio di violenza che, purtroppo, non era frutto del caso. Le analisi delle "tracce di navigazioni web" sui dispositivi degli indagati hanno infatti rivelato una "reiterata ricerca" di materiale pedopornografico.
Non un inciampo nella rete, ma una caccia metodica e consapevole all'immagine rubata dell'infanzia, alimentando così un mercato criminale che prospera nell'ombra del dark web e delle chat criptate. I due arresti in flagranza a Torino e Salerno confermano la gravità del quadro indiziario, mentre proseguono le analisi sul materiale sequestrato nelle altre città per definire il ruolo di ciascun indagato nella rete.







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