Napoli - Un altro episodio di violenza tra minori scuote il tessuto sociale di Napoli. Nel tardo pomeriggio di oggi, un diciassettenne di origine egiziana è stato ferito in Via Don Bosco, colpito con cocci di bottiglia da un gruppo di coetane
i. L'aggressione, sulla cui dinamica e motivazioni le Forze dell'Ordine stanno ancora indagando, riaccende i riflettori sul dilagante problema della violenza giovanile in città.
I fatti: l'aggressione e i soccorsi
L'allarme è scattato intorno alle 18:36, quando una pattuglia mobile dei Carabinieri è intervenuta sul luogo dell'aggressione. Il giovane è stato immediatamente trasportato all'Ospedale Pellegrini.
Sebbene le ferite siano state giudicate non in pericolo di vita, il ricovero in osservazione è un segnale della brutalità dell'atto subito. Colpire con un'arma improvvisata e pericolosa come i frammenti di vetro di una bottiglia denota un livello di gratuità e ferocia che va oltre la semplice rissa.
L'identità e il numero esatto degli aggressori, così come il movente – che potrebbe spaziare dal banale litigio, a dinamiche di bullismo, fino a risvolti legati a faide tra bande o questioni di microcriminalità – restano al momento sconosciuti e sono al centro delle indagini.Potrebbe interessarti
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L'emergenza silenziosa: Napoli e la violenza minorile
Questo ennesimo fatto di cronaca si inserisce in un contesto metropolitano dove la criminalità minorile e la violenza tra adolescenti non sono più fenomeni sporadici, ma un'allarmante emergenza sociale.
Diffusione delle Stese: La cronaca recente ha spesso evidenziato il fenomeno dei "giovani gangster" e delle stese (raid punitivi), in cui l'uso di coltelli e, talvolta, di armi da fuoco, è tristemente diffuso tra minorenni, come mostrano diverse inchieste giornalistiche.
Brutalità e Impunità: Si registra una preoccupante tendenza all'escalation della violenza, con metodi sempre più brutali, spesso esibiti o ripresi sui social media, come forma di affermazione o vendetta. Il senso di impunità percepito da questi giovani, complice a volte una mancanza di strutture educative e alternative valide, alimenta il ciclo.
Fattori Socio-Economici: Sebbene la violenza non sia esclusiva dei contesti disagiati, a Napoli i fenomeni si radicano spesso in quartieri con alti tassi di disoccupazione e dispersione scolastica, dove la subcultura camorristica offre modelli distruttivi di potere e guadagno facile.
L'episodio di Via Don Bosco, sebbene non sia stato fatale, serve da crudo monito sulla necessità di un intervento strutturale e urgente. La risposta non può limitarsi alla repressione, ma deve includere un potenziamento delle politiche sociali, educative e di inclusione, per offrire ai ragazzi napoletani alternative concrete a una vita di strada e violenza.







Commenti (1)
E’ veramente triste vedere che i giovani di Napoli siano coinvolti in atti di violenza, sopratutto tra coetanei. Ci dovrebbe essere piu’ attenzione da parte delle istituzioni per prevenire queste situazioni. E’ importante creare spazi di dialogo e ascolto per i ragazzi.