Roma – “Qui si muore di abbandono”. È il grido d’aiuto lanciato dai detenuti della casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), raccolto dall’onorevole Debora Serracchiani (PD) in un’interrogazione urgente ai ministri della Giustizia e della Salute.
Contenuti
L’allarme riguarda un collasso sanitario che da quasi due anni negherebbe cure essenziali, dalla chemioterapia all’insulina per i diabetici.
L’emergenza sanitaria nel carcere
La denuncia parte da una lettera firmata dai detenuti al direttore della Sanità Penitenziaria, Giuseppe Nese:
Nessun medico generico presente con continuità;
Pazienti oncologici senza terapie;
Diabetici senza somministrazione di insulina da oltre un mese;
Psichiatri assenti: i detenuti con disturbi mentali trattati come “ordinari” per mancanza di posti nelle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).
La struttura inadeguata
Il cosiddetto “repartino” dell’istituto, attivo dal 2000 ma mai completato, sarebbe:
Senza pronto soccorso;
Con poche specialità mediche (per una radiografia si deve trasferire i detenuti in altri ospedali);
Dirigente sanitario irreperibile: il dottor Pasquale Iannota avrebbe rifiutato persino un incontro con una delegazione di detenuti.
L’interrogazione: “Violato il diritto costituzionale alla salute”
La Serracchiani, con altri 4 deputati, chiede ai ministri:
Verifiche immediate sulle condizioni del carcere;
Invio urgente di personale medico;
Potenziamento delle REMS per i detenuti psichiatrici;
Rispetto della definizione OMS di salute (1946): “L’incarcerazione non deve diventare una condanna a una salute peggiore”.
Un sistema al collasso
L’interrogazione fotografa l’emergenza nazionale:
Sovraffollamento cronico;
Carenza di psicologi e psichiatri;
Discontinuità delle cure tra carcere e territorio.
Articolo pubblicato il giorno 29 Maggio 2025 - 19:21