Napoli – Riciclavano i proventi dello spaccio di droga e del contrabbando per acquistare imbarcazioni da destinare al noleggio, servendosi di intestazioni fittizie e della complicità di una società operante a Nisida.
È quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che, dopo tre anni di accertamenti, hanno smantellato un sistema ben rodato riconducibile al clan Troncone di Fuorigrotta, in sinergia con il gruppo Frizziero, attivo nella zona della “Torretta” a Chiaia.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ha portato all’emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare da parte del gip di Napoli, colpendo il cuore economico dei due sodalizi camorristici.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le imbarcazioni venivano acquistate con denaro illecito, poi intestate a prestanome e messe in attività attraverso una società formalmente regolare, ma usata di fatto per il riciclaggio. Sotto sequestro sono finite diverse unità nautiche, mentre la titolare dell’azienda e suo marito – un agente della polizia penitenziaria – sono stati raggiunti da un provvedimento di interdizione all’esercizio dell’attività imprenditoriale. L’uomo, secondo gli inquirenti, avrebbe ricoperto un ruolo da intermediario nei passaggi chiave dell’operazione.
Un nuovo filone investigativo che conferma ancora una volta la vocazione imprenditoriale dei clan, sempre più attenti a reinvestire nel mercato “pulito” i capitali generati dalle attività illecite.
Articolo pubblicato il giorno 15 Aprile 2025 - 16:17
L’articolo parla di un argomento molto complesso e serio, riguardo al riciclaggio dei soldi. È importante che le autorità facciano il loro lavoro per fermare questi gruppi criminali che sfruttano la legge per i loro interessi. Bisogna stare attenti.
E’ una situazion molto preoccupante quella che emerge da quest’indagine, sembra che i clan non si fermano mai e trovano sempre modi per riciclare i soldi. Speriamo che le autorità facciano il loro dovere e fermino questi atti.
Concordo con te, Patrizia. E’ incredibile come riescono a farlo senza essere scoperti per tanto tempo. Bisognerebbe aumentare i controlli su queste attivita per prevenire altri reati simili.
L’articolo spieghe in modo chiaro come i clan usano il denaro sporco per comprare barche. Pero io non capisco bene come fanno a farlo senza essere scoperti. E’ un sistema complicato che richiede molta attenzione.
È interessante sapere che ci sono aziende che collaborano con i clan senza che nessuno se ne accorge. Spero che le forze dell’ordine continuano a investigare e fermare queste attività illecite.