Venezia. Ad esaminare il progetto della diga del Vanoi saranno i “tecnici, non la politica”. E comunque gli aspetti legati alla sicurezza dell’infrastruttura “per me sono fondamentali”, garantisce il vicepremier e titolare del Mit Matteo Salvini, che oggi ha risposto alla Camera sul tema che sta tendendo col fiato sospeso sia il Trentino che la provincia di Belluno.
Nella sua risposta il ministro e leader della Lega ha precisato che per il momento “l’attività del consorzio si riferisce unicamente ad una attività di studio e progettazione di un’opera, non alla sua realizzazione”.
Finora, dai dati forniti a proposito del dibattito pubblico aperto dal consorzio, “risulta che complessivamente sono stati coinvolti ben 185 soggetti potenzialmente interessati”
Nessun progetto, tuttavia, “è ancora stato presentato al Mit” per l’esame di competenza del dicastero, garantisce Salvini, quindi “nessun procedimento è stato attivato, nè è possibile formulare considerazioni tecniche” sull’opera.
Inoltre, quando il progetto verrà portato al Mit, “dovrà includere la comparazione di opzioni alternative, compresa l’opzione zero”, cioè quella di non realizzare alcuna diga.
Infine Salvini puntualizza, a proposito della richiesta di finanziamento della Regione Veneto: “si fa presente che non risulta tra quelle presentate al piano nazionale di sicurezza idrica previsto dal Pnrr di mia competenza”.
A presentare l’interrogazione è stata Luana Zanella, parlamentare veneta di Avs. Si tratta, secondo la deputata, di una “opera devastante in una zona ad altissimo rischio”.
Zanella si appella direttamente a Salvini: “ministro, non ci ha ascoltato sulla pista da bob per le olimpiadi, ma ci ascolti almeno su questo. Zaia stesso dice non possiamo permetterci un altro Vajont. Vada a visitare il luogo, quest’opera è un monstrum rispetto ad alternative che il consorzio non ha nemmeno presentato”.
Sembra che ci siano ancora molte incertezze e discussioni su questo progetto, bisognerà seguire con attenzione gli sviluppi futuri.