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Napoli, la protesta degli abitanti degli Incurabili: “Ridateci le nostre case come ci era stato promesso”

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Oggi 6 aprile sono cinque gli anni da quando è stato chiuso l’ospedale degli Incurabili dell’Asl Napoli 1 e il lotto abitativo.

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Il pomeriggio di quel sabato 6 aprile 2019, ventuno famiglie furono sfollate ad horas dalle loro abitazioni per un imminente pericolo di crollo. Il commissario straordinario Ciro Verdoliva promise un ripristino celere (entro un anno) delle abitazioni e un supporto continuo alle persone private delle loro case.

“Sono passati cinque anni e ci ritroviamo un cantiere più disattivo che attivo, le famiglie sfollate senza supporto con zero garanzie di rientrare nelle case, il presidio ospedaliero chiuso”, sostengono dal comitato degli abitanti che hanno affidato a Carlo Landolfi di farsi portavoce delle loro poteste.

Furono giorni di disperazione e di tensione perché le famiglie furono confinate in alberghi lontani dal loro quartiere creando dei disagi, paure e insicurezza. Alberghi che sono stati garantirti solamente per due mesi perché l’Asl non avrebbe fornito tutela oltre quel periodo (in contraddizione con quanto dichiarato il giorno dello sgombero).

“Le 21 famiglie sfollate dal lotto abitativo degli Incurabili vogliono delle risposte e delle garanzie di ritornare nelle loro case. Il direttore Verdoliva mostri vicinanza e ascolto attivo, proprio come è solito fare per le persone fragili, immigrate, rifugiati di guerra. Anche coloro che perdono una casa in meno di un’ora sono da ritenersi sfortunati e necessitano di tutela”.


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