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Lettera minatoria al pm Simona Rossi che indaga sui bombaroli di Ponticelli

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Il magistrato Simona Rossi, da anni in prima linea nel contrasto alla camorra, titolare delle principali indagini contro il clan Mazzarella e anche contro le cosche di Ponticelli, i De Micco (famigerati Bodo) e i Marfella-De Luca Bossa, ha ricevuto delle minacce contenute in una lettera anonima :” Falla finita... ci hai rotto il ... tu e l’amica tua... altrimenti fai bum”.

La missiva è stata recapitata in busta chiusa all’ufficio della sostituta procuratrice della Dda, dove è stata aperta. Poche righe scritte con un normografo, nella quale spiccano alcuni particolari degni di rilievo.

Come il riferimento alla “tua amica”, che - per chi è dentro le dinamiche di contrasto alla criminalità organizzata - sembra un riferimento esplicito al pm Antonella Fratello, a sua volta magistrato che per dieci anni ha svolto indagini contro i clan di Ponticelli e i Mazzarella (per altro ottenendo, spesso in tandem con il pm Rossi) centinaia di arresti, condanne e sequestri.

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Facile a questo punto partire da un dato abbastanza evidente: chi ha puntato i propri riflettori contro il pm Simona Rossi, è a conoscenza del fatto che di recente il magistrato Fratello ha lasciato la Dda, dopo i circa 10 anni di mandato, per passare alle indagini sui crimini predatori; e immagina (sbagliando) che il pm Rossi sia rimasta da sola a contrastare la camorra della periferia orientale.

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà al Pm. Chi combatte la camorra, non può e non deve essere lasciato solo perché soltanto in questi casi si può diventare obiettivi dei clan che pensano di colpire una persona che da fastidio e che non è sostenuta e tutelata dallo Stato”, dichiara il deputato dell’alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli che da tempo vive sotto scorta per aver subito minacce ed aggressioni dopo le denunce sulle occupazioni abusive a Pizzofalcone gestite dai clan.

“Nella periferia orientale di Napoli, in particolare a Ponticelli, la situazione diventa sempre più tesa, difficile e drammatica. I clan rivali si fanno da tempo la guerra a suon di pistolettate tese e bombe facendo spesso vittime innocenti e gettano la popolazione nel terrore. Serve piena collaborazione tra i vari organi delle Istituzioni affinché si possa restituire al più presto il territorio alla legalità e ai cittadini”.

Articolo pubblicato il 22 Giugno 2023 - 15:00 - A. Carlino

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