Firenze, chiusa l’ispezione nell’ex hotel: il corpo di Kata non c’è

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E’ stato rovistato da cima a fondo l’ex hotel Astor in via Maragliano nella zona nord di Firenze ma di Mia Kataleya Chiclio Alvarez nessuna traccia, il corpo non è stato trovato.

E’ l’esito dei due giorni di ispezioni e sopralluoghi condotti, tra domenica e lunedì, con un vasto dispiegamento di uomini e mezzi dai carabinieri del Ros, del Sis e dei Gis alla ricerca della bambina di origine peruviana di 5 anni, scomparsa il 10 giugno dal cortile dell’edificio dove viveva con la famiglia.

A questo punto appare sempre più probabile l’ipotesi del rapimento della bimba. L’ispezione dell’ex albergo si è conclusa mediante una minuziosa disamina del piano terra e del seminterrato dell’edificio.

Si è provveduto, spiega una nota dei carabinieri autorizzata dalla Procura fiorentina che dirige le indagini – anche al contestuale svuotamento delle fosse biologiche e alla loro verifica mendiate apparecchiature specifiche (sonde e videocamere).

L’attività nel suo complesso, spiegano gli investigatori, “non ha fatto emergere alcun dato risolutivo” sulla scomparsa della piccola Kata, come la chiamano i familiari. Gli indizi raccolti sono al vaglio degli inquirenti, anche per apprezzarne la pertinenza rispetto alle indagini, che per ora continuano mediante escussione di testi e rivisitazione dei filmati delle videocamere di sorveglianza dell’intero quartiere di Novoli.

    Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Christine Von Borries, che coordina le indagini con il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, persegue sempre l’ipotesi di reato di sequestro di persona a scopo di estorsione.

    E si sta approfondendo anche la nuova pista che il padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicclo, ha fornito al pubblico ministero a cui ha chiesto ieri di essere sentito: i sequestratori avrebbero portato via dall’ex albergo occupato di via Maragliano la bambina sbagliata.

    Per lui non sarebbe stata Kata il vero obiettivo dei malviventi ancora senza identità, ma una sua coetanea. Il motivo dietro questa ipotesi sarebbe l’assenza, almeno finora, di un movente chiaro dietro il rapimento. La Procura lavora su più fronti a un mistero ancora tutto da sciogliere.

    La pista al momento ritenuta più probabile sembra essere quella di una ritorsione. Dentro l’ex hotel sarebbe andata avanti per settimane uno scontro tra due o tre fazioni, tra peruviani e romeni, per ottenere il monopolio del racket delle stanze.

    La mamma di Kata, Kathrine Alvarez, e i due figli, alcune settimane prima della sparizione della bimba, avevano subito un’aggressione e si erano dovuti rifugiare all’interno della loro camera.

    I genitori di Kata, assistiti dagli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, hanno presentato istanza formale alla Procura per compiere un sopralluogo dentro l’ex hotel. E il Pm ha dato l’autorizzazione per oggi.

    Luciano Garofano, generale dei carabinieri in congedo e in precedenza comandante del Ris a Parma, che è stato nominato consulente della famiglia, ha effettuato oggi pomeriggio il sopralluogo dentro l’ex Astor con il padre e la madre di Kata, accompagnati dai loro legali.

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