Napoli, il quadro della ‘Madonna dei Miracoli’ a casa dopo 215 anni

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Un quadro di autore ignoto raffigurante una Madonna con bambino, ritenuta da sempre ‘prodigiosa’ e oggetto nei secoli di ex voto, fa ritorno dopo 215 anni nella sua ‘casa’, a Napoli, nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, nel Rione Sanità a ridosso del Borgo Vergini. L’appuntamento è per sabato 20 maggio con lo ‘svelamento’ da parte del cardinale Crescenzio Sepe.

Il quadro ora non si trova in verità molto lontano: è a poche centinaia di metri, nella Chiesa del Gesù delle Monache, alle spalle di Porta San Gennaro, ma la ricostruzione della travagliata storia del quadro, presumibilmente della seconda metà del Cinquecento, suscita emozione e curiosità.

La scoperta del quadro originale della Madonna dei Miracoli e della sua attuale collocazione (dal 1818) si deve ad un ‘detective’ meticoloso e che ha raccontato il suo viaggio: è Biagio Roscigno, 45enne, restauratore e scenografo presepiale, una laurea in Conservazione dei Beni Culturali,  assecondato nelle sue intuizioni da un parroco visionario, il 43enne Valentino De Angelis alla guida della Chiesa dei Miracoli che da’ il nome a tutta la zona.



    Roscigno, che abita di fronte alla chiesa, si rende conto che – per stile e materiale utilizzato – quello custodito nell’edificio religioso non può essere l’originale. Comincia così, in pieno lockdown, uno studio online e cartaceo; ricerca non facile. La chiesa (che dal 1616 prende il nome dal quadro) era in origine sotto la ‘giurisdizione’ dei francescani.

    Passo dopo passo, Roscigno accerta che l’immagine attuale – collocata al di sopra dell’altare maggiore – in realtà si sarebbe dovuta trovare nella seconda cappella di sinistra. “Tutte le guide antiche – dice l’esperto – parlano della presenza dell’immagine in chiesa fino agli inizi dell’Ottocento, poi più nulla. Ho cominciato quindi a mettere in relazione le vicende delle suore di clausura che dal 1675 ‘presenziano’ chiesa e convento con la sorte del quadro”.

    Si arriva così al decennio francese, “periodo nel quale con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat si attua la ‘soppressione’ di diversi conventi, maschili e femminili”. “Il 16 gennaio 1808 le suore dei Miracoli vengono trasferite nel convento di Sant’Antonino a Port’Alba e probabilmente si portano dietro il quadro, quindi 215 anni fa” evidenzia il ricercatore.

    Roscigno prosegue la ricerca dell’immagine e accerta che il 16 febbraio 1818 le suore provenienti dalla Chiesa dei Miracoli, dopo la tappa intermedia di Sant’Antonino a Port’Alba, vengono portate nel convento di Gesù delle Monache. “La mia indagine si sposta lì e individuo un’immagine di Madonna con bambino” spiega.

    La ricerca storica si imbatte in una guida di Francesco Ceva Grimaldi del 1857 dove si danno indicazioni più precise sull’immagine e sul luogo. Non è finita. Roscigno legge dallo ‘Zodiaco di Maria’ del 1715 del frate domenicano Serafino Montorio la descrizione del quadro nel dettaglio con colori, misure e iconografia (incardinata nel segno dell’Ariete, un segno che contraddistingue diverse tappe di questa vicenda e lo stesso Roscigno).

    “Vado di persona nella Chiesa del Gesù delle Monache e mi rendo conto che il quadro originale della Madonna dei Miracoli è proprio quello” spiega lo studioso. Il resto della storia è costituito dalle tappe successive che portano al coinvolgimento di Curia, Fec (Fondo edifici di culto, proprietario della Chiesa dove si trova ora il quadro), Educandato Statale (proprietario dell’edificio religioso dei Miracoli), Soprintendenza.

     Il parroco ha fatto sistemare  anche lo scudetto del Napoli sulla facciata della sua chiesa

    Un iter di verifiche e passaggi amministrativi durato due anni, conclusosi nelle settimane scorse e che sarà suggellato il 20 maggio, giorno fissato dal parroco come solennità dedicata alla Madonna dei Miracoli.

    Dice il dinamico Valentino De Angelis anche tifoso del Napoli tanto da far sistemare un grande scudetto sulla facciata della sua chiesa: “La ricerca di Biagio è come un segno della speranza, frutto di un lavoro scientifico fra fonti e archivi. Sembra una storia scritta da Dan Brown, nata dalla passione”.

     


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