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Barbara Pasetti confessa l’omicidio dello stabiese Gigi Bici

Barbara Pasetti, fisioterapista di Calignano di Cura Carpignano, è detenuta in carcere dal 20 gennaio scorso. L’accusa è di omicidio nei confronti di Gigi Bici, il commerciante di biciclette originario di Castellammare di Stabia, trovato morto nel dicembre del 2021.

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Le accuse trovano conferma nella confessione della donna, comunicato dall’avviso di chiusura dell’inchiesta della procura nel carcere di Vigevano.

Svolta nel caso di Luigi Criscuolo, conosciuto da tutti a Pavia come “Gigi Bici”, il venditore di biciclette di 60 anni trovato morto il 20 dicembre 2021. A confessare è Barbara Pasetti, la fisioterapista già accusata di omicidio, che dichiara di averlo ucciso dopo che le era stato chiesto del denaro dall’uomo. Restano le accuse di omicidio aggravato e tentata estorsione.

Criscuolo era scomparso ed è stato ucciso l’8 novembre 2021 dalla 40enne con un colpo di pistola sparato alla tempia. L’arma del delitto era stata procurata dalla vittima stessa per Barbara, che lo aveva incaricato di uccidere il suo ex marito.

L’uomo, però, aveva rifiutato. L’uomo è stato trovato morto solo un mese dopo, il 20 dicembre 2021. Fu proprio Pasetti a dare l’allarme del suo decesso, non prima di aver scattato delle foto al cadavere di Gigi Bici.

La donna davanti al pm: “Voleva dei soldi”

Secondo gli ultimi accertamenti della Procura, i fatti si sono svolti in modo repentino e sostanzialmente occasionale. L’ultima fase delle indagini, “è stata volta a cercare ulteriori elementi di riscontro dell’impianto accusatorio, che ha trovato integrale conferma nelle dichiarazioni rese da Pasetti nell’interrogatorio”.

Secondo quanto dichiarato dalla donna, sarebbero state proprio le richieste di denaro di Criscuolo a portarla ad avere rapporti personali con Criscuolo.

Le analisi dei mesi scorsi su oggetti sequestrati a ottobre, nell’abitazione dell’indagata a Calignano, hanno avuto al centro una bici nera da uomo (presumibilmente appertenuta alla vittima), alcune lettere e due corde che sarebbero servite per trasportare il corpo della vittima fino al luogo dove poi era stato ritrovato.


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