Camorra, lo scontro su piazza Mercato e il pizzo settimanale. Il racconto dei pentiti

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Uno dei punti di scontro tra i clan di camorra della zona Orientale di napoli è stato negli ultimi anni il controllo delle attività illecite di Piazza Mercato, uno delle zone simbolo di Napoli.

Dalle 1500 pagine dell’ordinanza cautelare, firmata dal gip Linda Comella, che l’altro giorno ha portato in carcere 55 camorristi di Ponticelli del gruppo criminale dei De Luca Boss-Minichini- Rinaldi, Reale- Casella (alleati contro i Mazzarella-D’Amico e De Micco-De Martino) emerge lo scontro violento tra i cartelli di camorra.

E come raccontano i pentiti Antonio Rivieccio del clan Sibillo e Raffaele Romano del clan De Luca Bossa Minichini ci sono due personaggi cardine nella vicenda di piazza Mercato ovvero Gabriella Onesto nota come la “terrorista”, una delle famose pazzignane che amava vantarsi sui social dei suoi legami con la camorra e Vuncenzo Romano detto “numero uno”



    Antonio Rivieccio nel verbale del 2 marzo del 2021 racconta alla Dda: “…Abbiamo fatto una scorreria senza armi a piazza Mercato sopra le mura tra le bancarelle per dimostrare a Numero Uno che le bancarelle da quel momento erano le nostre. E quindi Numero Uno cominciò a dare i soldi Giovanni Esposito nostro incaricato per la riscossione.
    Ciò è avvenuto dopo l’omicidio Volpicelli e prima dell’omicidio Cepparulo.
    Giovanni Esposito dava i soldi a me, Michele Minichini. I soldi per Ciro Rinaldi erano dati solo per il mantenimento di ‘nsalata Raffaele Maddaluno, suo braccio destro che era in carcere.

    La stesa fu fatta da me, Michele Minichini, Oliviero Raffaele, Sergio Grassia, Esposito Giovanni e lello. Insieme a Numero Uno c’era Ettore. Quando cacciammo ‘o papele rimase solo Ettore al posto suo. Poi morì Ettore di infarto. Ettore era andato a incendiare un bar alla Maddalena insieme a Gabriella Onesto e due ragazzi di Giuseppe Gambardella.
    Ciò è avvenuto qualche mese dopo l’omicidio Cepparulo.

    Nel circoletto di Michele eravamo io Alfredo Minichini, Michele Minichini e Giuseppe Gambardella ad aspettare. Andarono con una Lancia y nera di Gabriella.
    Dopo averlo incendiato li vedemmo tornare dalle telecamere e vedemmo Ettore che barcollava. lo dissi di portarlo in ospedale e vidi che si era fatto la pipì addosso. Gabriella lo portò in ospedale a Ponticelli lo lasciò e se ne andò.Gabriella mi disse che dopo aver incendiato il bar si era sentito male.

     L’incendio al bar dei Caldarelli in piazza Mercato

    Il bar doveva essere incendiato per una discussione con i Caldareilli che ci avevano bloccato delle piazze al Mercato. Il bar era dei Caldareili. Era la fine del 2016. Catapano era appena uscito dall’ospedale e voleva appoggio dei Caldarlli che effettivamente lo aiutarono a bloccare le piazze.Cercavamo Catapano ma non lo trovavamo e allora decidemmo di prendercela con i Caldarelli. A dirci che a bloccare le piazze erano stati i Caldarelli furono Ciro o Jolly e Vittorio pacifico che hanno due piazze.

    Prima dell’incendio del bar alla Maddalena io e Alfredo Minichini andammo a sparare contro la casa di Giustino Caldarelli. Avevamo una calibro 38 e una Glock. Eravamo su uno scooter onesto di un amico di Alfredo. C’era Gabriella con la lancia y che ci portò le pistole alle Case Nuove. Sparammo nel portone, facemmo un giro per le case nuove per farci vedere e ce ne andammo.
    Dopo incendiammo un bar dei parenti di Giustino Cldarelli alle case Nuove, sempre
    io e Alfredo Minichini. C’erano Michele Minichini e un’altra persona, in macchina di Gabriella, la Lancia y, c’eravamo io, Alfredo, e Gabriella. In altra macchina, la Clio di Enzina, c’erano Enzina e Giuseppe Gambardella.

    Ci fermammo vicino al bar e scendemmo io e Alfredo. Buttammo la benzina e incendiammo. Da un balcone di un palazzo spararono contro Michele e l’altro ragazzo. Ciò è avvenuto dopo l’arresto di Capuano Luca e Corallo Pio nella Maddalena. Fine 2016 inizio 2017.
    Dopo c’è stato l’incendio del bar della Maddalena del quale ho parlato prima. Successivamente i Caldarelli andarono da Ciro Rinaldi che ci chiamò e ci disse che c’erano troppe guardie e che i Caldarelli volevano fare pace. La pace fu fatta, i Caldarelli non vennero piĂą nel Mercato e abbandonarono Catapano. Dopo la morte di Ettore ad occuparsi delle estorsioni nel Mercato fu Gabriella Onesto insieme a Numero Uno.

    Le estorsioni erano fatte: alle prostitute, alle bancarelle di sigarette, a chi scaricava le sigarette, a chi vendeva i CD falsi, a chi vendeva vestiti. Numero Uno prendeva anche i soldi da una piazza di erba sopra le mura di Sandruccio.
    Gabriella prendeva i soldi da Ciro o Jolly, Pacifico, Gianfranco e Vittorio. C’è stata una piazza per circa due mesi di O Zac. Nelle prime due o tre settimane Gabriella ha preso le settimane, poi si lamentò che non dava i soldi e io e Alfredo e Gabriella andammo in macchina nella Lancia Y con una pistola 9X21 di Michele Minichini e andammo fuori ad un’officine che gestiva sempre o Zac, dietro al Lavinaio.

    lo gli puntai la pistola al ginocchio e poi mentre lui piangeva lo colpii con il calcio della pistola in faccia e poi lo picchiammo in tre. Dopo tre giorni, Gabriella ci informò che o ZAG aveva pagato ma decidemmo comunque la piazza.
    Quando il Papale gestiva Piazza Mercato, i Mazzarella gli misero una bomba sotto il suo palazzo. Il Papale mi disse che era stato BARILE Salvatore. Prima di stare con noi, Papale stava con i Mazzarella, poi con Catapano. Successivamente si è rimesso
    con i Mazzarella, in particolare con Ciro Mazzarella. Quest’ultima circostanza l’ho appresa in carcere circa un anno fa, non ricordo a chi.

    Le bancarelle e le prostitute pagavano il pizzo ogni settimana

    Dalle bancarelle prendevamo 100 euro a settimana dai Pacifico, 300 da Ciro o Jolly di piazza mercato -ce n’è un altro alle Case Nuove-, 500 euro a settimana dalle prostitute e 50 euro a settimana da ogni bancarella, da chi scaricava le sigarette 100, 150 euro a settimana. Sandruccio ci dava 150 euro a settimana. Quando c’era il Papale io prendevo 1200, 1300, 1400 a settimana e davo a Michele 300/400 euro. Poi pagavamo la settimana a Ettore.

    Campanile Carmine prima di essere arrestato stava con Esposito Giovanni, dopo la scarcerazione si mise con i Caldarelli, prima ancora partecipò ad una sparatoria contro Ettore sulle mura… omissis”.

    Il pentito Raffaele Romano del clan De Luca Bossa Minichini nel primo verbale illustrativo, redatto in data 8.11.18, conferma che il gruppo di Michele Minichini si era esteso nella zona del Mercato e “Sopra le Mura” dove le estorsioni venivano introitate da Gabriella e da un altro soggetto ( Vincenzo Romano, soprannominato “Numero Uno”), e che per il controllo del territorio il gruppo compiva azioni di fuoco che venivano commesse da Alfredo Minichini, tale o caino e da Fabio o Chiatta-successivamente identificati in Luigi De Martino e Fabio Oliviero.

     Dopo un omicidio il boss Ciro Rinaldi diede a Michele Minichini il controllo di Sopra le Mure e piazza Mercato

    “Minichini Michele ha commesso l’omicidio… omissis… per Ciro Rinaldi, e ha avuto come compenso le attivitĂ  illecite di Sopra alle mura e Mercato.
    A prendere i soldi andava una donna che non ricordo come si chiami, e un uomo soprannominato “numero uno” che aveva anche un posto della frutta dove sta l’arco Sopra le mura.La donna cui mi riferisco è di Ponticelli, loro la chiamavano “la terrorista’; si chiama Gabriella.Se no mi sbaglio appartiene a qualche pazzignana…Omissis…

    I soldi di sopra le mura e del mercato sono solo di Michele Minichini e del suo gruppo, non vengono divisi con Ponticelli. Ad operare lì sono Gabriella e Numero uno e se ci sono problemi Michele Minichini manda Alfredo Minichini, il caino e Fabio o chiatta e qualche altro ragazzo a fare delle azioni per sistemare le cose.
    …ho conoscenza diretta di queste vicende perchĂ© sono stato anche io sopra le mura.
    Ebbi l’occasione di vedere con i miei occhi Numero Uno e Gabriella che giĂ  conoscevo. Prendevano i soldi sui CD, dai marocchini, dalle bancarelle di sigarette.
    Numero Uno girava per raccogliere i soldi e li dava a Gabriella, che poi li dava a Minichini Michele che li divideva tra di loro”.

    1.continua

    (nella foto piazza Mercato e nei riquadri Michele Minichini e Gabriella Onesto)


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