Il museo di Totò, il sogno irrealizzato della figlia Liliana. Il ricordo dei figli

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Il museo di Totò, il sogno irrealizzato della figlia Liliana che ha inseguito per circa venti anni

Tra i suoi desideri c’era da sempre l’apertura del Museo dedicato a suo padre, il principe De Curtis in arte Totò, nel Rione Sanità, un grande spazio nel palazzo dello Spagnolo, gioiello del barocco. Ma Liliana de Curtis non è riuscita a coronare il sogno di una vita, anche se negli ultimi anni la battaglia era stata portata avanti dalla sua figlia terzogenita Elena Anticoli.

Ogni 15 aprile, anniversario della morte di Totò, l’argomento tornava di attualità per i vari appelli all’amministrazione comunale e così è stato anche quest’anno, a 55 anni dalla scomparsa. L’idea di una sede prestigiosa per tutto il materiale nacque nel 1999 dalla Fondazione De Curtis.



    Un “ente museo di Totò” era stato deliberato nella seconda metà degli anni 90 dalla Regione Campania, stabilendone la sede al terzo e quarto piano del Palazzo dello Spagnolo, locali dati in comodato d’uso al Comune di Napoli.

    Ma i lavori partiti dopo il 2000 si interruppero e il museo è restato chiuso. Tante le firme raccolte dal Fai nel 2013 come ‘luogo del cuore’ ma il premio vinto non potè neppure essere assegnato.

    Nel 2017 se ne riparla per l’accessibilità che richiede la realizzazione di un impianto ascensore, sembra che i problemi dei permessi siano risolti e il Comune annuncia l’apertura per il maggio dei monumenti dedicato a Totò. Ma non succede più nulla. Due anni fa anche il ministro Franceschini dichiara, nel corso di una visita a Pompei, che si sarebbe impegnato per l’apertura del museo Totò e che risorse erano disponibili, ribadendolo ancora nel 2021.

    Il sogno di Liliana quindi si è interrotto. La figlia Elena scrive di sofferenza finita di sua madre: “Sei diventata seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi”.

    “Oggi mi fai piangere, ma fino a ieri mi hai fatto sorridere. La vita è fatta di opposti: gioia e dolore, vita e morte, sonoro e muto, giorno e notte. Sono due assi che si incrociano e in quel punto centrale è racchiusa l’essenza della vita: l’amore. Senza amore la vita perde il suo significato. Mentre scrivo sento il tuo respiro flebile e stanco, a breve questo respiro non lo udiro piu, ma mi pervadera il sollievo, sollievo perché la tua sofferenza è terminata, apparterrai alla morte, sei diventa seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi”.

    Elena sapeva che la sua mamma stava vivendo le sue ultime ore e così, il suo dolore, ha deciso di affidarlo ad una poesia che ha fatto leggere all’ANSA.

    “Mamma, la prima parola che pronunci. Mamma, quando ti chiamo, ti vedo correre verso di me, mi prendi in braccio, mi guardi e mi abbracci forte forte al tuo petto. Mamma so che ci sei sempre con me, il calore del tuo corpo mi accompagnera a vita. Oggi mi fai piangere, ma fino a ieri mi hai fatto sorridere. La vita è fatta di opposti: gioia e dolore, vita e morte, sonoro e muto, giorno e notte. Sono due assi che si incrociano e in quel punto centrale è racchiusa l’essenza della vita: l’amore. Senza amore la vita perde il suo significato. Mentre scrivo sento il tuo respiro flebile e stanco, a breve questo respiro non lo udiro più, ma mi pervadera il sollievo, sollievo perché la tua sofferenza è terminata, apparterrai alla morte, sei diventa seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi. Grazie mamma, mi hai permesso di starti accanto fino alla fine, mi hai permesso di restituirti tutto l’ammore di cui mi hai ricoperto. Ti voglio bene assaje”.

    Un altro figlio di Liliana De Curtis, Antonello Buffardi De Curtis descrive la mamma appena scomparsa come una donna “meravigliosa, divertente, simpatica, piena di vita” e dichiara che l’insegnamento più bello che gli ha lasciato è “Aiuto e amore“.

    “Ha vissuto alla grande e purtroppo si è spenta lentamente, molto lentamente e questo è stato un grande dolore – racconta all’ANSA – il regalo più bello che mi ha dato è l’aiuto, che non si nega a nessuno. Era l’unica figlia di Totò, il suo più grande amore e lei era il più grande amore per il babbo”.

    “Purtroppo nella vita si nasce e si muore – aggiunge – Ci ha insegnato tanto, l’aiuto e l’amore su tutto”. 


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