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‘Venere’ il nuovo singolo di Simone Longo

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Disponibile su Youtube e su tutte le piattaforme digitali, “Venere”, secondo singolo di Simone Longo, diciottenne cantautore di San Giorgio a Cremano.

 

Il brano segue l’esordio discografico intitolato “Love Love” che è stato pubblicato in inverno ed ha ottenuto lusinghieri riscontri radiofonici e mediatici.
La traccia, caratterizzata da un sound morbido, con la produzione curata da Nando Misuraca , tratta, ancora una volta, la tematica dei sentimenti visti dagli occhi dei cosiddetti giovani della Generazione Z.

I giovani di oggi, nati dal 2000, in perenne equilibrio tra l’ostentazione sfacciata e costante di se stessi e della propria vita sui social più in voga (Instagram e TikTok su tutti) e la solitudine dei silenzi che deriva, necessariamente, da questa sovraesposizione mediatica.
E’ lo stesso giovane artista a spiegare il focus della sua ultima creazione:

Venere parla di una cotta estiva vissuta l’anno scorso. Nella canzone parlo della voglia di essere amato, di essere guardato come fossi l’unico per qualcuno.

Non sono mai riuscito a dire a questa persona ciò che provavo, anche perché sapevo
di non essere corrisposto. La canzone l’ho scritta in macchina durante il viaggio di ritorno a casa tra le lacrime. È stato un flusso di coscienza, scriverla mi ha liberato dal fardello di questo amore mai dichiarato”.

Un brano delicato, che aldilà della vocalità calda del giovane cantante e della melodia che strizza l’occhio al genere americano del nu-soul, apre a riflessioni più attente sull’universo -ragazzi . E’ proprio l’artista partenopeo a dire la sua a riguardo: “I social ci hanno fatto perdere un po’ quella che è la concezione della vita reale. Noi giovani siamo persi in quest’onda e spesso diamo più importanza all’apparenza. E’ vero, spesso ci sentiamo soli perché dopo aver postato una foto non sappiamo cosa fare”.

E conclude così: “Molte dinamiche sociali sono cambiate. Un esempio su tutti? A volte, anziché uscire con gli amici per chiacchierare, preferiamo risolvere con un vocale, ma non è mai la stessa cosa e questo, purtroppo, fa aumentare quella bruttissima cosa che è la solitudine”.

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