Il tribunale del Riesame di Napoli ha rimesso in liberta' Gaetano Viciglione, finito agli arresti domiciliari il 5 aprile scorso nell'ambito di un'indagine della Dda di Napoli sul clan camorristico Piccolo-Letizia di Marcianise.
Viciglione aveva gia' ottenuto dal Gip Marcello De Chiara, pochi giorni dopo l'arresto, la sostituzione dei domiciliari con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; per il giudice delle indagini preliminari, Viciglione, accusato di una tentata estorsione ai danni di un imprenditore per conto del clan Piccolo-Letizia, avrebbe manifestato una "seria resipiscenza" avendo consegnato un assegno di 2mila euro all'imprenditore per risarcire il danno.Potrebbe interessarti
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Anche il Riesame ha accolto la tesi di Mariano Omarto, difensore di Viciglione, annullando l'ordinanza e rimettendo in liberta' l'indagato. La tentata estorsione ai danni dell'imprenditore si sarebbe verificata nella notte tra il 19 e 20 settembre 2019, quando furono esplosi colpi di pistola contro la sua ditta.
L'indagine della Dda di Napoli sul clan Piccolo-Letizia di Marcianise ha portato all'arresto il 5 aprile scorso degli esponenti di spicco della cosca Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia, fratello quest'ultimo del collaboratore di giustizia Primo Letizia, che con le sue dichiarazioni ha ricostruito gli affari illeciti del clan attivo a Marcianise e nei comuni di Macerata Campania e Capodrise; affari che ruotano soprattutto attorno alle "classiche" estorsioni agli imprenditori operanti nei settori piu' disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro), con pretese estorsive di 2-3000 euro.












































































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