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Il ministro Cartabia: “Minori usati come manovalanza della camorra”

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“Minori usati come manovalanza della criminalità organizzata, a cominciare dalla camorra e talvolta protagonisti dell’altrettanto preoccupante fenomeno delle cosiddette baby gang”.

Davanti alla Commissione parlamentare Infanzia la ministra della Giustizia Marta Cartabia rende noti i dati sui reati commessi dai minorenni e spiega che proprio la fotografia che ne viene fuori “rafforza l’allarme gia’ lanciato da piu’ Corti d’Appello, in occasione dell’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario”, sulle baby gang e sull’uso spregiudicato dei ragazzi che fanno le organizzazioni criminali.

I reati più comuni commessi dai minorenni sono quelli “contro il patrimonio (1.007 casi nell’ultimo anno) e, in particolare, i reati di furto e rapina; frequenti anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti (208 casi nell’ultimo anno), mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie (177 casi nell’ultimo anno)”.

Per contrastare la devianza minorile una risposta “altamente efficace”, si e’ dimostrata l’esperienza della messa alla prova ( l’83,55% dei provvedimenti definiti in sede processuale fra il 2007-2020 ha avuto un esito positivo), ha detto la ministra, evidenziando che “soprattutto con i minori esposti al reato la migliore strada e’ sempre quella di mostrare un’alternativa solida, concreta, affidabile rispetto al percorso del crimine”.

“Chi nasce in un contesto mafioso non è ‘ineluttabilmente’ condannato ad un’eredità criminale: spetta a noi adulti, alla scuola e a tutti gli educatori, spezzare un presunto ‘destino’ di devianza, porgendo ad ogni ragazzo una proposta attraente e percorribile, alternativa alla seduzione della criminalità- ha concluso Cartabia- Per questo è mio intento favorire sempre più tra il dialogo tra il mondo della giustizia e quello della formazione, soprattutto scolastica in questa prospettiva”. 

A ieri, 16 febbraio 2022, il sistema carcerario italiano ha in carico 15 madri detenute, con 16 figli in totale al seguito. Di queste madri (5 italiane, 10 straniere), 5 sono ancora imputate. Lo ha affermato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nel corso dell’audizione davanti alla commissione per l’Infanzia e l’adolescenza, in merito all’indagine conoscitiva sull’attuazione della disciplina dell’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni, nonchè sulla situazione delle detenute madri.

La maggior parte delle madri con figli (9) e’ ospite dell’Istituto a custodia attenuata per madri a Lauro, in provincia di Avellino: qui gli spazi, anche con il contributo dell’Università Federico II di Napoli, sono stati ristrutturati, con la realizzazione di bilocali che simulino il più possibile un ambiente familiare e riducano il trauma di anni trascorsi in una casa di reclusione.

“Fortunatamente – ha chiarito il ministro – il numero delle madri con figli in carcere in tutta Italia e’ in forte diminuzione: oggi e’ quasi un terzo rispetto al 31 dicembre 2019, quando c’erano 44 madri con 48 minori”, ha concluso il ministro.


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