Castellammare, la condanna di Greco scatena le opposizioni contro il sindaco

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Castellammare di Stabia. La condanna in primo grado dell’imprenditore Adolfo Greco, indagato nell’ambito dell’Inchiesta «Olimpo», rischia di avere ripercussioni politiche importanti sulla città stabiese e sul comune attualmente ancora sotto la lente di ingrandimento della Commissione d’accesso che concluderà i suoi lavori nelle prossime settimane. Perché Greco sarebbe stato un imprenditore molto influente nella vita politica della città. E’ questo quanto sostengono le opposizioni la cui reazione agli otto anni e sei mesi di reclusione per Greco non si è fatta attendere.

Secondo Michele Starace «la ricaduta di tale condanna sulla vita politica stabiese sembra inevitabile», secondo cui Adolfo Greco era «molto presente ed attivo soprattutto nella vita politica stabiese tanto da essere il più influente nella formazione della coalizione che portò alla vittoria nel 2018 del centrodestra». Da qui il riferimento alla ricostruzione degli ispettori del ministero: «Io ancora spero che la commissione d’accesso vada via con un nulla di fatto ma più passa il tempo e più l’esito appare evidentemente opposto.

L’influenza di Greco su nomina di assessori e consulenti è stata troppo incisiva. Addirittura oggi qualcuno che siede in consiglio comunale lo deve a lui. Ma è arrivato il momento di dire basta! La politica deve riprendere la sua autonomia e libertà mettendo al centro della sua agenda di governo la lotta alla criminalità organizzata in tutte le sue forme. Occorre costruire una classe dirigente sana che sappia prendere le giuste distanze da determinati ambienti» conclude Michele Starace.



    «Quindi il Greco che ha fatto politica sono io ed è indiscutibile che abbia avuto rapporti con tutti, anche con te». E’ la risposta sui social del figlio, Luigi, ex consigliere comunale eletto all’opposizione nel 2013. « Mio padre – ha continuato Luigi – due volte si è sentito coinvolto in elezioni comunali stabiesi. La prima credo circa 15 anni fa, la seconda una decina quando fu candidato un ex PM della DDA (il riferimento è a Luigi Bobbio ndr).

    Da quel momento in poi seguiva ma non aveva alcun piacere ad interessarsi. Poi ho iniziato io in prima persona, e lui mi seguiva ma senza intromettersi per lasciarmi libero. Da quel momento tutti i rapporti lì ho intrattenuti io, e ne ho avuti quasi con tutti, alcuni di confronto altri di comunanza di visioni. (Così come avviene normalmente). Ne ho avuti con te, ne ho avuti con Andrea, ne ho avuti con qualche ex sindaco, consiglieri e anche con Gaetano ecc. Se qualcuno sa o pensa che abbia commesso cose malvagie a favore o di essere stato favorito da soggetti malavitosi, sono qui. Nella vostra trasparenza avete tutti gli strumenti per poterlo dire. Nei fatti però».

    Per Andrea Di Martino, capogruppo di Stabia L@B: «La condanna ad 8 anni per Adolfo Greco ha una ricaduta politica inevitabile. Sul piano politico siamo innanzi ad un forte atto d’accusa per quelle parti che non hanno saputo preservare autonomia ed autorevolezza. Non si tratta di assenza di confronto, che in politica è inevitabile, ma assenza di autonomia. Troppi, tanti si sono fatti dettare tempi e scelte da chi oggi ha più di un sospetto, sulle proprie spalle, di aver intrattenuto rapporti con i clan. L’essere alternativi ai poteri camorristici, dovrà essere la priorità nel processo di ricostruzione con cui dovremo curare Castellammare, dopo il terremoto politico-giudiziario che la sta attraversando», termina Di Martino.

    Secondo Tonino Scala invece emerge «un quadro a dir poco inquietante, data la capacità dei clan di penetrare in tutti i meccanismi decisionali». Da qui la tesi portata avanti da Scala: «La camorra è dentro ogni cosa: non siamo una città di camorra in senso classico, ma viviamo in una città in cui la camorra ha realmente fatto un “salto di specie” nelle scelte e nelle relazioni. Facile, dopo la sentenza, prendere le distanze. La verità è che in questi decenni, in quelle vicende, consapevolmente o inconsapevolmente, una parte di questa città ha preso parte».

    Otto anni e sei mesi di reclusione più 8mila euro di multa. Questa la pena inflitta dai giudici della prima sezione penale, presidente Fernanda Iannone, del tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Adolfo Greco. Nella sua requisitoria il pm della Dda di Napoli Giuseppe Cimmarotta aveva chiesto 12 anni di carcere nei confronti di Adolfo Greco.

    Tra gli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario Michele Carolei, per lui 6 anni e 3 mesi, Raffaele Carolei, per lui 6 anni e 2 mesi, 6 anni e 6 mesi e per Umberto Cuomo e 9 anni e 6 mesi per Luigi Di Martino, alias ‘o Profeta per un’estorsione ai danni di Adolfo Greco e anche per essere il mandante della bomba fatta esplodere davanti all’ingresso del supermercato della catena “Sole 365” di Castellammare di Stabia nel 2015.


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