Autobus vecchi in Italia: in Campania quasi uno su due ha oltre vent’anni

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Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada.

Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Campania, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.

Lieve calo delle immatricolazioni in Campania: -8,7% di nuovi autobus
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Con un lieve miglioramento rispetto alla media nazionale, segue lo stesso trend negativo la Campania, con -9,5% di nuove targhe. Varia la situazione tra le province, che oscillano tra la crescita del 18,8% di Caserta e il calo del 25,4% di Salerno.

Uno scenario simile si presenta per il trasporto persone dove le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Anche in questo caso la diminuzione della Campania è più contenuta, con -8,7%. Le province presentano tutte segno negativo e passano dall’-1,9% di Napoli al -30,8% di Caserta.



    Alimentazione, l’elettrico sotto l’1% e scompare l’ibrido
    Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). La Campania segue i valori medi nazionali con una preponderanza netta di gasolio (91,14%), seguita dal benzina (che sfiora il 6%). Sotto il 2% metano e benzina e gas liquido e sotto lo 0,1% elettrico e ibrido. L’ibrido è diffuso con uno 0,1% in tutte le province, tranne che ad Avellino; l’elettrico, con la stessa percentuale, si trova solo a Napoli e Salerno.

    Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido.
    Anche in Campania la quasi totalità degli autobus sono a gasolio (95,8%), con una piccola percentuale di mezzi a metano (2,7%). Benzina, benzina e gas liquido ed elettrico non superano l’1% mentre l’alimentazione ibrida non è presente. Le uniche due province che rilevano una quota, seppur irrisoria, di autobus elettrici sono Caserta e Napoli (rispettivamente 0,6% e 0,3%).
    Oltre il 43% di autobus ha più di vent’anni.

    La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). Inversa la classifica campana che vede come preponderante la fascia 20-30 (19,2%) seguita da quella 15-20 (18,7%) e da 10-15 (17,7%). Molto alta la quota di autocarri di oltre 30 anni (16%) di oltre 40 (8,3%), specie se confrontata con i mezzi di massimo 5 anni che rimangono al 10%. Napoli è la provincia con i veicoli più giovani (10,9%) e, sempre nel capoluogo, si registra il numero più alto di ultratrentenni (25,9%).

    Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. Stesso schema, ma con numeri un po’ più preoccupanti, in Campania, dove i mezzi più recenti scendono a quota 12,5%, mentre quelli più anziani salgono oltre il 43%. Nella classifica provinciale, è ancora una volta Napoli prima per percentuale di veicoli più giovani (14,7%) mentre Salerno registra il maggior numero di autobus datati, di oltre 20 anni (48,2%).

    Euro 0 la classe più diffusa in Regione
    Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). In Campania la classe ambientale più diffusa è l’Euro 0, con ben il 26%, e, sommandola alle categorie più datate si raggiunge il 47,7%. Le categorie più giovani Euro 5 e 6 si fermano invece al 18,8%. Caserta in testa alla lista con il 49% di classi inquinanti, Napoli la più “virtuosa” con oltre il 20% di Euro recenti.

    Truck on country road
    Truck on country road

    In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Campania la percentuale di Euro 5 e 6 arriva al 23,6%, scontrandosi ancora una volta con un duro 27,2% della classe 0, e un 49,3% di quelle più obsolete (Euro 0,1 e 2). Caserta ancora una volta si posiziona in testa alla classifica per numero di Euro 0 (32,1%) e classi emissive datate (66,7% per Euro 0,1 e 2). Napoli dà un po’ di ottimismo con quasi il 30% di categorie poco inquinanti.

    Considerando categoria euro e anzianità, l’Italia è spaccata in due: il parco circolante è più giovane nelle regioni del Nord e del Centro mentre è più datato nelle regioni del Sud Italia.

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    La circolazione di mezzi di trasporto vecchi e con classi ambientali datate peggiora sensibilmente la situazione delle emissioni nell’ambiente e la sicurezza della circolazione, e pone l’accento sulla necessità di accelerare il ricambio di questi mezzi con altri più nuovi, sicuri e meno inquinanti, perché dotati di tecnologie recenti.


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