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Sono oltre 15 milioni gli italiani che dal 3 giugno si possono prenotare per ricevere il vaccino anti Covid. Giovedì, infatti, tutti i cittadini, a partire dai 12 anni di età, potranno mettersi in fila per ricevere AstraZeneca, Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson, in quello che si annuncia come un ‘Clic day’ della vaccinazione.
Va, dunque, definitivamente in archivio il sistema delle fasce d’età. E’ stato il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ad annunciarlo nei giorni scorsi, sottolineando che le dosi a disposizione di Regioni e Province autonome saranno 20 milioni e che per pazienti fragili e caregiver, persone con patologie e over 60, la vaccinazione rimane una corsia preferenziale.
L’adesione alla campagna vaccinale avverrà diversamente da regione a regione, ognuna infatti ha realizzato un portale per gestire gli appuntamenti (Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto). Le piattaforme autorizzate per la prenotazione sono anche quelle provinciali (Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento), e quella di Poste italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Sardegna e Sicilia).
Alcune regioni inizieranno poco dopo la mezzanotte, altre invece aspetteranno le prime ore del pomeriggio. I tempi di attesa saranno diversi e ci vorrà molta pazienza prima di ricevere il tanto desiderato via libera al vaccino anti Covid. A seconda degli accordi regionali ci si potrà prenotare anche dal proprio medico di famiglia, se questi aderisce all’iniziativa, oppure in farmacia, ma non in tutte le regioni, o in azienda.
Alcune regioni hanno inoltre predisposto numeri verdi, mentre in quasi tutte vengono richiesti il numero della tessera sanitaria e il codice fiscale. Il 3 giugno rappresenta, dunque, una pietra miliare nella campagna vaccinale del Paese e nella lotta al Covid. Una lotta rafforzata anche dal via libera al vaccino Pfizer per i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni, fascia per cui il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto l’ausilio dei pediatri.
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