Strage dei Georgofili, caccia ai mandanti occulti: perquisito un sindaco

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Firenze. Sopralluoghi, perquisizioni e testimonianze per identificare i mandanti occulti della strage mafiosa del 27 maggio del 1993 in via dei Georgofili a Firenze.

Perquisizione della Dia in Piemonte sul Lago d’Orta a casa di un sindaco (non indagato) di un piccolo comune e il primo aprile i magistrati hanno interrogato a Terni i fratelli Graviano.

Accelera l’attività della procura di Firenze che indaga sui mandanti occulti della strage di via dei Georgofili in cui morirono 5 persone, 48 i feriti. I sopralluoghi in Sicilia sono stati compiuti personalmente dal vertice dei pubblici ministeri fiorentini.

Inoltre, ci sarebbe stata una perquisizione nell’abitazione e nell’ufficio del sindaco di un piccolissimo comune nei pressi del lago d’Orta e l’interrogatorio dei fratelli Graviano. A condurre sopralluoghi e interrogatori sono stati i procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco, ai quali si è unito anche il procuratore distrettuale antimafia Giuseppe Creazzo, che coordina personalmente le indagini.



    Si parte dai quattro interrogatori rese ai pubblici ministeri da Salvatore Baiardo, un personaggio che gli investigatori prendono con le pinze. Di cose però Baiardo ne sa tante: è stato presente al fianco dei Graviano in momenti cruciali e soprattutto ha curato la latitanza dei due boss di Brancaccio in Toscana, a Forte dei Marmi, e a Omegna, il suo paese; un luogo, il lago d’Orta, nel quale nei primi anni ’90 si incrociano mafiosi di alto calibro come, appunto, i Graviano e Balduccio Di Maggio, uomini dello Stato e dei servizi come il generale Francesco Delfino.

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    Un luogo tranquillo, fin troppo tranquillo, dove i Graviano si muovono senza la minima preoccupazione e protezione. E proprio nella zona del lago d’Orta si sono recati a fine marzo gli investigatori della Dia di Firenze: in tasca avevano un mandato di perquisizione per il sindaco di un piccolissimo comune.

    Secondo il racconto di Baiardo, all’uomo, che non risulta indagato, i Graviano avrebbero consegnato un miliardo di lire da reinvestire. Una dichiarazione che però non ho avuto alcun riscontro nella perquisizione, il primo di aprile.

    Il vertice della procura di Firenze si è messo nuovamente messo in viaggio, questa volta verso il carcere di Terni, per sentire proprio i fratelli Graviano: Giuseppe, che era già stato ascoltato il 20 novembre, ha risposto alle domande e ha detto tra l’altro che suo nonno materno, Filippo Quartararo, avrebbe dato all’inizio degli anni ’90 ingenti somme di denaro a Silvio Berlusconi. Una dichiarazione già emersa nei mesi scorsi, ma Graviano non ha comunque delineato alcun ruolo del Cavaliere nella stagione delle stragi mafiose del 1992-93.




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