Risarcimento di 300mila euro alla vedova dell’aviere morto per amianto

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Risarcimento di 300mila euro per la vedova dell’aviere morto per mesotelioma pleurico respirando amianto in Aeronautica Militare.

Era sottufficiale motorista, una vita di lavoro tra motori di aerei ed elicotteri coibentati con le fibre killer di asbesto, una carriera militare tra l’Aeroporto di Gioia del Colle a quello di Grazzanise, tra Capodichino a Treviso: un lavoro che lo ha condotto alla malattia e per il quale ha pagato con la vita.

Per quel decesso per cancro alla pleura avvenuto nel 2015 la famiglia assistita da Contramianto ha ottenuto il riconoscimento di Vittima del Dovere. Alla vedova di quell’aviere campano, pugliese di adozione, ucciso dall’amianto andrà un risarcimento complessivo tra Speciale Elargizione , rivalutazione e ratei non goduti , di oltre 300.000 euro ed una pensione di 1600 €uro mensili Irpef esente.

L’atto di riconoscimento quale Vittima del Dovere decreta il legame tra tumore, amianto ed attività in Aereonautica militare. Il risarcimento ottenuto è un diritto legittimo per quella morte da mesotelioma che, come da documentazione, è strettamente legata alla inalazione delle fibre cancerogene di amianto respirate dal sottufficiale nel luogo di lavoro riparando velivoli militari; amianto utilizzato per la realizzazione di alcune parti degli aeromobili su cui il militare aveva operato nella sua lunga carriera al servizio dello Stato per quarant’anni dal 1950 al 1990.



    L’amianto in Aeronautica Militare

    Il problema amianto in Aeronautica Militare nasce dal suo molteplice utilizzo, in maniera significativa almeno sino alla metà degli anni 90, in due ambiti fondamentali nei componenti dei velivoli, nelle infrastrutture e relativi impianti. Ma nella Forza Armata l’amianto era anche presente nei mezzi e sistemi di dotazione e servizi ausiliari come ad esempio nel parco automezzi, nel servizio antincendio e negli apparati di supporto all’operatività a terra in dotazione ad ogni base o aeroporto. In particolare i materiali contenenti amianto sono stati diffusamente utilizzati a bordo degli aeromobili per assicurare la prestazione dei mezzi e la loro sicurezza in volo.

    Come presente nella documentazione presentata da Contramianto, negli aerei ed elicotteri vi è stato utilizzo di materiali contenenti amianto per l’isolamento dei motori e condotti di scarico, guarnizioni e pastiglie dei freni.

    L’amianto in Aeronautica era presente nei materiali delle superfici isolanti delle parti molto calde del motore quali fascette e guarnizioni del motore, freni, impianti di scongelamento, isolamenti dell’impianto di climatizzazione, speciali pellicole adesive, rivestimenti dei cavi.

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    Gli accertamenti svolti hanno reso evidente la presenza di amianto in numerosi componenti e particolari fino a raggiungere le centinaia di unità per alcuni velivoli di cui la gran parte guarnizioni e fascette di fissaggio e sostegno appartenente al sistema di propulsione e ai sistemi secondari dei velivoli. Altra area di esteso utilizzo di amianto negli aeromobili è stato quello delle guarnizioni di attrito dei freni che erano in grado di rilasciare consistenti quantitativi di polveri contenenti fibre di amianto in aria.


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