Le ‘mani’ di Verdini sull’editoria, l’ex senatore davanti dalla Corte dei Conti per il ‘Giornale della Toscana’

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Firenze. Fondi per l’editoria: la Corte dei Conti chiede 9 milioni di euro Denis Verdini.

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L’ex politico attualmente agli arresti domiciliari per il rischio Covid, finito in cella per la condanna a sei anni e mezzo di reclusione nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino degli ‘indebiti’ contributi ricevuti con il Giornale della Toscana.

Il processo è fissato per il 24 febbraio, nello stesso giorno ironia della sorte, la Corte dei Conti ha citato anche Matteo Renzi per la vicenda dell’assunzione di due staffisti quando era sindaco di Firenze.

L’ex senatore Verdini, invece, è stato citato a giudizio dalla procura contabile davanti alla Corte dei Conti della Toscana per un presunto danno erariale collegato ai contributi pubblici percepiti dalla Ste che pubblicava tra l’altro il Giornale della Toscana.

L’ex senatore di Fi e di Ala è coinvolto nella vicenda dei contributi pubblici per l’editoria percepiti indebitamente secondo le accuse da Il Giornale della Toscana, Il Cittadino di Livorno e Metropoli day. Finanziamenti per 24 milioni di euro emersi nell’ambito delle verifiche della Guardia di Finanza, nove dei quali per il Giornale della Toscana. Coinvolti nel procedimento contabile anche Massimo Parisi, Luca Enrico Biagiotti, Fabrizio Nucci, Gianluca Lucarelli, Samuele Cecconi, Girolamo Renzi Majorca Strozzi, Pierluigi Picerno, Andrea Clerici. Citate in giudizio pure le società Toscana Di Edizioni Srl e Toscana Sette Mari Scarl, entrambe in liquidazione. Strozzi, all’epoca, era presidente del CdA di Srl Toscana di Edizioni; Picerno Ad della stessa; Verdini socio di maggioranza e amministratore di fatto, Biagiotti consigliere presidente del CdA di Nuova Editoriale soc.coop; Nucci a Metropoli day. La truffa sarebbe stata perpetrata in relazione ai contributi agli Editori il 2005 e il 2011 ricevuti da Società Toscana di Edizioni srl che pubblicava ‘Il Giornale della Toscana’ e ‘Metropoli’ è stato uno dei filoni (per il quale è scattata la prescrizione) della inchiesta sul tracollo del Credito cooperativo fiorentino.

Secondo i giudici contabili vi sarebbe stata una ‘manipolazione’ dei dati di diffusione per rientrare nel paramento richiesto del venduto rispetto al diffuso; il collegamento ipotizzato dagli inquirenti con un’altra società a contributo, la ‘Toscana Edizioni’ e il controllo di fatto da parte di un amministratore occulto l’onorevole Massimo Parisi ex deputato di Fi, poi passato con Ala di Verdini, condannato in primo grado insieme a Verdini nel processo per il fallimento della Società Toscana editori. L’altra ipotesi di accusa contestata dalla Corte dei Conti è la presunta sovrafatturazione con altre società del gruppo per ‘massimizzare i contributi statali per l’Editoria’.

Durante le indagini, due anni fa la procura presso la Corte dei conti della Toscana aveva anche congelato beni di Denis Verdini, fino a 9 mln a garanzia del credito erariale, con una misura cautelare disposta nei confronti di Verdini e dell’ex parlamentare di Forza Italia e Ala Massimo Parisi.
L’udienza e’ fissata per il 24 febbraio prossimo.

Ironia della sorte, lo stesso giorno, dovrà comparire dinanzi ai giudici contabili anche Matteo Renzi, accusato di danno erariale per la scelta di due collaboratori non laureati per il suo staff, nel 2009, quando era sindaco di Firenze, circostanza di cui sono chiamati a rispondere anche due dirigenti di Palazzo Vecchio. Il danno contestato dalla procura contabile è di 69mila euro.



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