Torre Annunziata, cosmetici ‘spacciati’ per prodotti anti Covid: la Finanza sequestra 6mila igienizzanti

SULLO STESSO ARGOMENTO

La Compagnia della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha sequestrato più di 5.300 flaconi di gel igienizzante e oltre 1.500 blister di salviettine per mani con simboli ingannevoli e tali da indurre in errore il consumatore in merito alle loro proprietà sanitarie.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno individuato tra Boscoreale (NA) e Santa Maria la Carità (NA) una rete di produzione e vendita di detergenti che pubblicizzava le funzioni disinfettanti dei prodotti, pur non avendo ricevuto alcuna autorizzazione dal Ministero della Salute che ne attestasse l’efficacia.

Le etichette dei flaconi di gel e delle salviettine igienizzanti riportavano, infatti, diciture ingannevoli relativamente alle loro proprietà biocide: tra i pittogrammi anche l’icona sbarrata della molecola del coronavirus e un simbolo riconducibile alla tipica croce rossa indicante il “presidio medico chirurgico” e prive delle autorizzazioni del Ministero della Salute. I responsabili sono stati denunciati per frode in commercio e rischiano fino a 2 anni di reclusione o la multa fino a 2.000 euro.

L’operazione si inserisce nell’ambito della costante attività di controllo economico del territorio disposta dal Gruppo di Torre Annunziata e finalizzata a contrastare, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, pratiche commerciali disoneste, truffe e frodi a danno dei consumatori.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE