Covid-19, il Papa vara il vademecum per i riti di Pasqua: no processioni e lavanda dei piedi. Celebrazioni in streaming

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La Pasqua non si può rimandare ed ecco che la Chiesa si adegua alle indicazioni per fermare il contagio da Covid-19. La settimana Santa arriva in un momento cruciale per l’emergenza da coronavirus. Il Vaticano raccoglie le osservazioni delle Conferenze Episcopali e aggiorna le indicazioni generali già date ai vescovi con il decreto del 19 marzo. Il nuovo decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti chiede a vescovi di non avere concelebranti e, naturalmente, non prevedere lo scambio della pace. I fedeli saranno avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni per potersi unire alla preghiera dalle proprie case, seguendo possibilmente tramite gli streaming online. Il Vaticano ha stilato un programma delle celebrazioni. Nella Domenica della Palme la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme si dovrà celebrare in un edificio sacro. Nelle chiese Cattedrali si dovrà adottare la seconda forma prevista dal Messale Romano, nelle chiese parrocchiali e negli altri luoghi la terza; Messa crisimale: valutando di Paese in Paese, le Conferenze Episcopali potranno spostarla ad altra data; Giovedì Santo: la lavanda dei piedi, già facoltativa, non si dovrà tenere. Non ci saranno neanche processioni e il Santissimo Sacramento si dovrà tenere custodito nel tabernacolo; Venerdì Santo: nella preghiera universale i vescovi dovranno predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, per i malati, per i defunti. L’atto di adorazione alla Croce con il bacio sarà limitato al solo celebrante; Veglia Pasquale: dovrà essere celebrata soltanto nelle chiese Cattedrali e parrocchiali. Per la liturgia battesimale, si manterrà solo il rinnovo delle promesse battesimali, come previsto nel messale romano. Le espressioni della pietà popolare e le processioni tipiche dei giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni, come il 14 e 15 settembre.
Anche in Israele, dove domani si celebra una giornata di preghiera ecumenica, ci saranno le sinagoghe chiuse e per la prima volta è stato concesso l’uso della preghiera online per venire incontro alle ordinanze di contenimento del virus emanate dal governo israeliano, che limita a 10 il numero di persone che possono stare insieme, che è il numero minimo per gli ebrei per pregare. Concesso anche l’uso degli smartphone e strumenti simili per le preghiere e le benedizioni di Shabbat e di Pesach (la Pasqua ebraica) quando normalmente ci si astiene da qualsiasi attività compreso l’uso dei telefonini.
Un gruppo di importanti rabbini sefarditi ha emesso oggi una sorprendente direttiva per i fedeli in vista di Pesach, una delle maggiori feste familiari del calendario ebraico che ricorda la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Nonostante non abbia ancora avuto l’avallo dei due rabbini capo di Israele, la direttiva prevede l’uso della popolarissima app Zoom in modo da permettere la videoconferenza del ‘Seder’ pasquale, la cena di celebrazione con la lettura dell’Hagadah.


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