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Vertenza Jabil, l’azienda: ‘Ricollocazione o licenziamenti’

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L’unica possibilita’ per i dipendenti dello stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta) di evitare che scattino i licenziamenti dal prossimo 23 marzo, e’ accettare il piano di reimpiego presso altre realta’ produttive proposto dai vertici dell’azienda. Lo dice a chiare lettere una nota della Jabil Circuit Italia, che interviene sulla vertenza che la vede contrapposta da mesi ai 700 lavoratori del sito di Marcianise; una vertenza avviata dalla decisione della multinazionale americana dell’elettronica, presa nel giugno 2019, di dichiarare 350 esuberi allo stabilimento casertano. Ad ora, sono 78 i dipendenti che hanno accettato il reimpiego presso altre aziende proposte da Jabil o l’esodo volontario incentivato. Per altri 272 addetti la Jabil ribadisce che l’unica strada, se si eccettua l’esodo volontario – poco gradito ai lavoratori vista l’esiguita’ dell’incentivo – e’ proprio la ricollocazione presso altre aziende; anche questo piano e’ per visto con diffidenza, per ora, dai lavoratori e dai sindacati, che chiedono maggiori certezze e garanzie. “E’ possibile – dice la nota della Jabil – risolvere il problema dei licenziamenti e assicurare immediatamente una nuova opportunita’ di lavoro in zona a tutti i dipendenti in esubero di Jabil. A tutti i dipendenti e’ stata data l’opportunita’ di accettare nuovi posti di lavoro in 44 imprese locali che sono state coinvolte in questo processo, ma purtroppo fino a oggi solo 78 dipendenti, dei 350 esuberi, hanno accettato un nuovo impiego in una di queste societa’. Per di piu’, queste societa’ hanno messo a disposizione un numero di posti di lavoro maggiore rispetto ai dipendenti di Jabil in esubero. Jabil – prosegue la nota – conferma dunque il suo impegno a non procedere unilateralmente ai licenziamenti fino al 23 marzo 2020, quando scadra’ la CIGS. Fino a questa data rimarra’ completamente impegnata nel programma di ricollocamento e incentivazione offerti, ma purtroppo, a partire dal 23 marzo non vi sara’ altra possibilita’ se non quella di procedere al licenziamento collettivo dei rimanenti esuberi”

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