Vincenzo Schiavone, il patron della clinica Pineta Grande a Castel Volturno si è difeso per due ore cercando di spiegare al gip che ha firmato l’ordinanza di arresto nei suoi confronti e ai due pm di Santa Maria Capua Vetere che non c’è nessun caso di corruzione che lo riguarda, ma che avrebbe assunto solo persone che già conosceva. Ha risposto alle domande alla presenza dei suoi legali, Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato, sia del gip Alessandra Grammatica, sia dei pm Vincenzo Quaranta e Giacomo Urbano. Per gli inquirenti, invece, Schiavone avrebbe assunto persone vicine a un funzionario comunale in cambio del permesso a costruire necessario per dare il via ai lavori di ampliamento della clinica, lavori bloccati a ottobre scorso con un sequestro. L’imprenditore, che è agli arresti domiciliari da giovedì, ha spiegato di conoscere l’endoscopista assunto, parente del funzionario del comune, da sempre, in quanto era amico del padre. Anche per i lavori affidati a Giovanni Noviello, ingegnere e fratello dell’ex funzionario comunale, Schiavone ha spiegato di aver utilizzato il professionista già dal 1991, quando Carmine Noviello non era ancora responsabile dell’ufficio tecnico comunale. Nei prossimi giorni i legali di Schiavone presenteranno richiesta al tribunale del Riesame di Napoli perché venga annullata l’ordinanza, e perché l’imprenditore venga rimesso in libertà.
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