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Ballerina morta, per i giudici ‘l’ex fidanzato sapeva che era aggrappata alla sua auto’. LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

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L’ex fidanzato della ballerina Alessandra Madonna, morta a 24 anni, dopo essere stata investita la notte tra il 7 e l’8 settembre 2017 a Mugnano, non poteva non sapere che accelerando avrebbe potuto mettere a rischio l’incolumita’ della ragazza. E’ quanto sostengono i giudici della quinta sezione della Corte di Appello di Napoli che il 15 luglio scorso hanno condannato Giuseppe Varriale a 8 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Per i giudici, in sostanza, Varriale s’era reso perfettamente conto che Alessandra era aggrappata allo sportello del suo suv. Nelle trenta pagine che racchiudono le motivazioni della sentenza viene spiegato perche’ dall’accusa di omicidio stradale del primo grado si e’ giunti invece a contestate l’omicidio preterintenzionale. Determinanti, per questo orientamento, sono state le dichiarazioni rese da Varriale e la compatibilita’ con quanto invece emerso dalle ricostruzioni formulate sulla base delle prove acquisite. Varriale, ascoltato nell’immediatezza dei fatti, riferi’ che Alessandra si era aggrappata alla macchina, una dichiarazione, secondo l’avvocato difensore Nicola Pomponio, inutilizzabile perche’ formulata come mera supposizione. Poi, secondo i giudici di secondo grado, la circostanza che conferma che Varriale era consapevole che Alessandra si fosse aggrappata, e’ riconducibile alle parole proferite quanto ai medici una volta giunto davanti al pronto soccorso dell’ospedale: le telecamere della videosorveglianza lo inquadrano mentre chiede aiuto dicendo “si e’ aggrappata”. Frase che gli investigatori hanno ricavato analizzando il labiale di Varriale. La Corte di Appello sottolinea anche che non era sua intenzione uccidere Alessandra. Pero’, viene evidenziato, Varriale, compiendo quell’accelerazione, “per sottrarsi alla mal sopportata invadenza della sua ex fidanzata”, mentre lei era aggrappata, non poteva non prevedere che lei “potesse farsi male cadendo o sbattendo”. La ricostruzione della dinamica dei fatti, infine, esclude, come invece sostenuto dalla famiglia attraverso dei periti di parte civile, che Varriale potesse avere investito Alessandra volontariamente, dopo avere ingranato la retromarcia.


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