"Dispiace dover constatare che a fare i “difensori d’ufficio” di Poggioreale siano i sindacati più rappresentativi del personale penitenziario ma, almeno per me, non è una novità: è un’ulteriore testimonianza di un sindacalismo che in questo modo si dimostra fortemente inadeguato ad incidere per un cambiamento del sistema carcerario italiano nell’interesse dei poliziotti penitenziari”.Potrebbe interessarti
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“Sono l’unico che non ha mai messo in discussione l’impegno e il sacrificio del personale in servizio a Poggioreale come in tutti gli altri istituti di pena del Paese, di quanti si prodigano per salvare vite umane, nel tentativo di interpretare l’angoscia degli agenti che lavorano in condizioni di forte stress e si interrogano se riusciranno ad impedire suicidi, aggressioni, violenze tra detenuti. Non per questo continuo a denunciare la drammaticità della situazione del carcere napoletano, non a caso definito “simbolo” del sistema penitenziario del Paese, che sarà pure il più grande d’Europa ma non ha alcuna giustificazione ed alibi – continua Di Giacomo – per responsabilità istituzionali che appartengono al DAP e al Ministero di Grazia e Giustizia e politiche che appartengono ai Ministri che si sono succeduti negli anni. Per questo protesterò lunedì incatenato davanti alla sede del DAP per mostrare l’immagine dei nostri colleghi quotidianamente “incatenati” e vittime del sistema. Quanto ai dati che ho fornito ieri a Napoli ai giornalisti sui casi di violenze in carcere, sequestri di droga, cellulari, ecc. – precisa il segretario del S.PP. – mi pare ovvio che si riferiscono a tutti gli istituti italiani anche se in quello di Poggioreale si registra un indiscutibile incremento. Sono questi solo alcuni casi che evidenziano come dopo l’esperienza precedente Governo con l’allora Ministro Orlando tutta intenzionata sulle “celle aperte” per rendere “più comoda” la condizione di detenzione, l’attuale Governo, sicuramente per effetto della mancanza di qualsiasi riferimento al problema carceri nel contratto di governo tra i due partiti che lo compongono, dimostra tutta la sua impotenza. Inoltre – dice Di Giacomo - la psicosi del sovraffollamento, che si è impadronita del
Ministero e dell’Amministrazione Penitenziaria che ci vorrebbero far credere sia l’unico problema da affrontare, fa brutti scherzi. Noi che ci battiamo a tutela della piena dignità del personale della polizia penitenziaria – conclude il segretario del S.PP. – intendiamo proseguire l’ “operazione verità” che abbiamo battezzato “Noi le vittime Loro i carnefici” sui mali veri del nostro sistema carcerario, sugli sprechi delle risorse pubbliche e le grandi responsabilità facendo una seria autocritica ammettendo, innanzitutto, le responsabilità di quei sindacati dei penitenziari che non sono in grado di contribuire, attraverso la concertazione con l’Amministrazione Penitenziaria, ma si accontentano di festeggiare la fondazione del Corpo, ad un cambiamento reale del sistema penitenziario”.
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