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Omicidio del pedofilo nel Sannio: il Dna per incastrare l’assassino

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Avra’ 90 giorni di tempo per esaminare le cicche di sigaretta, un sasso e un rametto di legno ritrovati sul luogo del delitto dai carabinieri, il consulente nominato dal gip del tribunale di Benevento per far luce sull’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore 45enne ucciso il 19 luglio scorso vicino alla sua abitazione a Frasso Telesino. Sara’ il genetista Ciro Di Nunzio, docente di genetica forense presso l’universita’ della Magna Grecia di Catanzaro, a eseguire gli esami per estrarre il dna dai reperti catalogati dagli inquirenti e dove sarebbe state trovate tracce biologiche. Il gip del tribunale di Benevento, Flavio Cusani, gli ha conferito l’incarico questa mattina indicando quesiti precisi per l’esperto che dovra’ estrapolare il profilo di dna. Matarazzo fu freddato da tre colpi di pistola esplosi da due uomini a bordo di un Suv che lo avevano avvicinato con la scusa di chiedere un’informazione. Unico indagato nel delitto del 19 luglio scorso, il padre di una ragazzina di 15 anni morta suicida il 6 gennaio 2008, che si scopri’ aver avuto una relazione con l’allora 35enne Matarazzo. L’uomo fu processato e condannato per violenza sessuale su minore, ma non per istigazione al suicidio. Lucio Iorillo, 58 anni, di Frasso Telesino, si e’ sempre professato innocente, asserendo che la sera del delitto era stato in compagnia della moglie a casa di amici a Sant’Agata de’ goti, tornando a notte fonda e trovando i carabinieri ad attenderlo per interrogarlo. Inizialmente la Procura aveva deciso di effettuare gli stessi esami affidandoli ai carabinieri del Racis di Roma, ma il gip Flavio Cusani ha accolto un’istanza della difesa per procedere attraverso l’incidente probatorio, affidando cosi’ la consulenza sui reperti a un consulente.


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