I cinque violentatori della turista avevano già confessato (ma non verbalizzato) parlando di rapporto sessuale consenziente e non di violenza

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Saranno interrogati domani dal gip Emma Aufieri i cinque ex dipendenti dell’hotel Alimuri di Meta (estraneo alla vicenda) che due anni anni stuprarono in gruppo dopo averla droga una turista inglese di 52 anni al suo ultimo giorno di vacanza in Italia con la figlia 25enne. Tre dei cinque aveva già confessato di aver fatto sesso con la donna. Lo avevano fatto dopo che erano stati identificati e convocati dalla polizia di Sorrento che ha condotto le minuziose indagini. Si tratta di confessioni parziali che però non sono state verbalizzate.  I ragazzi del gruppo Whats App “Cattive abitudini” hanno ammesso di aver fatto sesso di gruppo con la turista inglese e di averla fotografata e filmata.ma non hanno mai usato la parola violenza e senza menzionare la “droga dello stupro”. Appena una settimana dopo la notte incrimina­ta, quella tra il 6 e il 7 ottobre 2016,  gli agenti del commissariato di Sorrento si presenta­no nell’albergo per una perquisizione. Era arrivata la nota dell’Interpol dopo la denuncia fatta alla polizia di Kent dalla donna stuprata appena rientrata in patria.La Procura di Torre Annunziata  apre un fascico di indagine lo affida al sostituto procuratore Mariangela Magariello,che dispone subito una perquisizione nell’hotel. Così, una squadra di agenti raggiunge l’albergo di Meta. Vengono perquisiti i locali indicati dalla turista come teatro delle violenze. L’ispezione va avanti nell’alloggio di servizio del personale, nel bar e a bordo piscina. Grazie al report della polizia inglese e alla foto dei baristi scattata dalla vittima prima degli abusi, gli agenti identificano Fabio De Virgilio e Antonino Miniero, coloro che – stando alle accuse – hanno commesso il primo stupro (quello a bordo piscina) e che hanno ceduto la donna ai complici in attesa nella stan­za. Viene identificato anche Davide Gennaro Gargiulo, inguaiato per il ricordo chela donna ha del tatuaggio a forma di corona con la scritta “king” intravisto mentre il ragazzo la “prende in consegna” dai baristi. I dipendenti dell’albergo capiscono perché i poli­ziotti stanno mettendo a soqquadro i locali – si recuperano 14 reperti, tra cui lenzuola, asciugamani e indumenti – tanto da confessare ciò che è accadu­to. Non parlano di stupro. De Virgilio, Miniero e Gargiulo dicono di aver avuto rapporti sessuali con la turista scattando foto con i propri cellulari. E permettono l’identificazione degli altri due complici, Raffaele Regio e France­sco Ciro D’Antonio. I cellulari vengono sequestrati e la Procura ricostruisce le chat prima che un video dello stupro sparisce con un accesso dalla piattafor­ma iCloud. Il resto è storia nota: uno squallore enorme quello che è venuto fuori.


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