Due miliardi di pizze l’anno vengono sfornate in tutt’Italia. Questo il dato che emerge da una indagine del Cna Alimentare

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La Campania come centro nevralgico per produzione e qualità. Si tratta di un settore in crescita quello della pizza napoletana per bontà e numeri positivi per il comparto, uno dei più attivi dell’economia italiana. Questa la fotografia che emerge dall’indagine realizzata a marzo da Cna Alimentare, con dati per la prima volta scorporati da quelli del settore complessivo della ristorazione e presentati a Napoli alla terza edizione di Tuttopizza, il salone internazionale dedicato agli operatori del settore.
In Italia si producono due miliardi di pizze all’anno, otto milioni al giorno, con centocinque mila pizzaioli impiegati quotidianamente, duecento mila nei fine settimana. Le attività che producono e vendono pizza sono 126.887, tra cui 76.357 offrono il servizio di somministrazione, 36.365 sono da asporto e 14.165 sono le panetterie che vendono anche pizza. Nel confronto tra le regioni, la Campania è prima (35%), seguita da Lombardia, Sicilia e Lazio. Tra Napoli e regione ci sono 9.408 ristoranti e pizzerie, il 12% del dato nazionale, a pari merito con la Lombardia. Il 16% degli esercizi italiani che produce pizza da asporto si trova in Campania (8.027), il 13% in Sicilia, il 12% nel Lazio, il 10% in Lombardia. Dal questionario somministrato da Cna Alimentare a 500 pizzaioli sul territorio nazionale, emerge che la pizza non è più un prodotto povero. Solo nel 4% dei casi, infatti, costa fino a 4 euro, nel 55% e’ venduta da 5 a 7 euro e nel 37% da 7 a 10 euro. L’aspetto e il gusto tradizionale restano intatti: il 93,9% delle pizze prodotte sono tonde e il 78,8% dei clienti ordina quella classica, a fronte di un 12,1% che preferisce quella gourmet. Solo il 21,2% degli esercizi offre come servizio la consegna a domicilio, preferendo servire ai tavoli una clientela composta prevalentemente da famiglie (75,8%). Tra le farine usate vince ancora la ’00’, ma crescono quelle speciali (9,1%). “Si lavora sulla tollerabilità e sulla digeribilità – spiega il responsabile nazionale Cna Alimentare, Gabriele Rotini – a dimostrazione che i pizzaioli non sono solo bravi maestri nella lavorazione ma sono attenti anche alle esigenze del cliente”. Il presidente dell’Associazione pizzaiuoli napoletani, Sergio Miccu’, annuncia che “è stato chiesto ministero dell’istruzione l’inserimento nelle scuole alberghiere del profilo di pizzaiolo che, visti i dati del settore, avrebbe effetti non indifferenti sull’occupazione”. L’ideatore di Tuttopizza, Raffaele Biglietto, sottolinea la crescita del comparto, certificata anche dal “+30% di espositori provenienti dall’Italia e dall’estero, a riprova che il pizzaiolo resta un mestiere intramontabile”.




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