Dodò, Babù, Suleman,Redhjemi, Dramè, Jatta. Ma anche Cariello, Velotti, Marigliano, De Fenza, Rinaldi, Arcobelli. Persino Diego Armando Maradona Junior. Il tutto mixato dal tecnico Sasà Ambrosino, uno di quelli che giocava nel Savoia di lustri fa salito in B. E’l’Afro Napoli United, sempre più seconda squadra di Napoli, da stasera approdata in Eccellenza vincendo il quarto campionato in cinque anni. Vincere per questa squadra non ha una semplice valenza sportiva. Vincere, vuol dire anche superare steccati e pregiudizi. Un messaggio bellissimo per il calcio e per la società. Vincere con bianchi e neri, italiani e stranieri: l’inclusione del gol. E’ la faccia pulita e seria del calcio nostrano, diventato esempio per tanti nel corso degli anni. L’Eccellenza sarà un’altra tappa, non l’arrivo. Accanto al calcio giocato, quello pensato: è un potenziale strumento di aggregazione e di coesione sociale in grado di creare occasioni di interscambio tra soggetti appartenenti a culture differenti.
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