Cronaca Giudiziaria

Da Fuorni a Roccaraso, l’ex sindaco di Scafati lascia il carcere: squallida ironia del fratello su Fb

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Scafati. Ventisei notti in carcere, poi verso una casa in montagna agli arresti domiciliari. E’ la fine del carcere per l’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, arrestato per scambio elettorale politico-mafioso con esponenti del clan Loreto-Ridosso. E’ stata eseguita, in mattinata, l’ordinanza che ha permesso ad Aliberti, di ottenere gli arresti domiciliari. C’erano ad attenderlo i genitori nell’abitazione di Roccaraso. Un’abitazione che, seppur lontana da Scafati, non è lontana dal suo mondo politico. La casa, infatti, è stata messa a disposizione da un’amica di famiglia, una professoressa – figlia di un esponente di spicco della Democrazia Cristiana negli anni ’90 e sindaco di Scafati che ha poi preferito lasciare la politica attiva -. Un esponente politico di cui, in qualche modo, Aliberti è stato un giovane allievo negli anni in cui si dilettava a fare da anchorman per una tv privata locale e dava i primi passi in politica.
A Roccaraso Aliberti dovrebbe trascorrere i giorni di detenzione in assoluto isolamento, senza contatti con il mondo esterno se non i suoi genitori che provvederanno ai bisogni quotidiani. Nessun contatto social, nessuna comunicazione con il fratello Nello Maurizio e con la moglie Monica Paolino, entrambi indagati nel procedimento che lo ha portato poi all’arresto. La settimana scorsa, ci aveva pensato il Gip del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, ad accogliere l’istanza di scarcerazione degli avvocati Silverio Sica e Agostino De Caro, nella quale la difesa chiedeva la trasformazione della detenzione in carcere con quella domiciliare. A dare il via libera a questa decisione il parere positivo della Procura antimafia che tanto aveva insistito, nell’ultimo anno, per il suo arresto: prima due volte davanti al Riesame e poi altrettante volte dinanzi ai giudici della Cassazione. Venti giorni sono bastati alla Procura per vedere cessate quelle esigenze cautelari che aveva tante volte riproposto. Il Gip Pacifico ha deciso per i domiciliari con l’utilizzo del braccialetto elettronico e la detenzione a Roccaraso, con assoluto divieto di comunicare attraverso ogni mezzo con il mondo esterno. In particolare, il giudice aveva specificato il divieto assoluto per l’utilizzo dei social, uno dei presupposti che avevano spinto la Cassazione a disporre l’arresto in carcere. Questa decisione è stata alleggerita dal Riesame, ieri mattina, che ha evitato ad Aliberti il braccialetto elettronico, indisponibile per il momento, che tratteneva ancora nel carcere di Fuorni l’ex sindaco di Scafati. E senza braccialetto, il provvedimento è stato eseguito subito. In mattinata è stata la sarcastica quanto sgradevole ironia del fratello, Nello Maurizio, ad annunciare al mondo social la lieta novella. ‘In partenza il padre e la mamma di Totò Riina’ con la foto dei genitori questo il suo post su Facebook. Un cattivo gusto spinto che ha raccolto, invece, messaggi indirizzati a Pasquale Aliberti, con richieste di abbracci e saluti e un commento della madre Rosaria Matrone: “Io e tuo padre siamo orgogliosi e fieri dei nostri figli…”. Evidentemente, l’accostamento a Totò Riina, non ha sconvolto nessuno.
In realtà, Nello Maurizio Aliberti – salvato dall’arresto – ma non dall’inchiesta nella quale è pesantemente coinvolto, continua ad essere – come lo è stato in passato – il tramite tra l’allora fratello sindaco, ora non più, e il microcosmo che lo ha circondato, fatto di semplici supporter politici o simpatizzanti, ma anche di quelli che si sono rivelati camorristi in cerca di appalti, ma anche imprenditori in cerca di appalti appetitosi e disposti a qualunque cosa. Il nome dei fratelli Aliberti, nel bene e nel male, continua ad essere legato indissolubilmente, anche oggi. A lui vengono affidati gli abbracci e i saluti, anche se quei saluti in realtà ad Angelo Pasqualino Aliberti, non potrebbero mai arrivare.

Rosaria Federico

*PRECISAZIONE: In merito all’abitazione di Roccaraso nella quale l’ex sindaco sta trascorrendo i domiciliari, si precisa che l’abitazione è di proprietà della moglie dell’ex presidente dell’Acse Eduardo D’Angolo, omonima della figlia dell’ex sindaco Dc di Scafati, come scritto erroneamente nell’articolo. Tanto si deve per correttezza nei confronti dei nostri lettori e dei diretti interessati con i quali ci scusiamo. (r. f.)


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