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Napoli, la banda delle auto rubate aveva base al rione Amicizia e 'officina' a Ponticelli

 

Erano legati ai clan di Secondigliano e del rione Berlingieri con appoggi a Ponticelli i quindici componenti della banda sgominata dai carabinieri e che ogni notte rubava nella città di napoli 3 o 4 auto di valore e poi le rimetteva "sistemate" in vendita sul Mercato estero, prevalentemente Spagna, Francia e Germania. Un giro di affari da 300 mila euro al mese. Grazie a una indagine dei carabinieri della Compagnia Napoli Centro, in 11 sono finiti in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Il gruppo criminale era attivo tra Napoli e provincia e dedito ai furti, riciclaggio e ricettazione di vetture. I reati contestati sono a vario titolo quelli di associazione per delinquere, furto aggravato, riciclaggio, ricettazione e il gip ha disposto per 11 persone il carcere e 4 hanno domiciliari. Nel corso dell'indagine, i carabinieri hanno documentato 77 episodi tra furti e tentati furti di autovetture, arrestato in flagranza 16 persone, restituito ai proprietari 29 veicoli e sequestrato numeroso materiale utilizzato per lo scasso e centraline e la manomissione di centraline elettroniche.L'indagine, andata avanti da gennaio 2015 a giugno 2016, ha consentito di ricostruire l'intero organigramma della banda, individuando i vari ruoli di un un meccanismo ben congegnato. Un primo gruppo, con quattro vertici e caratterizzato dalla presenza di tre donne, era articolato in due 'batterie' si occupava dei furti di auto a Napoli e provincia; operativo quasi tutte le notti e con due/tre pali, gli addetti al furto dei veicoli partivano dalla base logistica, localizzata nell'area di Capodichino, individuavano vetture corrispondenti alle richieste dei vertici del sodalizio e, dopo aver forzato la portiera e installato centraline manomesse, avviano il motore. Nella fase successiva, le auto venivano parcheggiate per strada nel rione Berlingieri, quartiere di Secondigliano, o nel rione Amicizia, e qui, private dell'eventuale sistema gps, venivano recuperate a distanza di poche ore da un altro gruppo di addetti allo spostamento. Nel passaggio successivo parte dei veicoli entravano nel mercato dei ricettatori, con rivendita delle varie componenti meccaniche e di carrozzeria; un'altra parte invece veniva indirizzata verso il terzo passaggio, la ri-punzonatura di telaio e motore eseguita da tecnici in un'area di Ponticelli applicando i numeri seriali di autovetture circolanti immatricolate all'estero, prevalentemente in Spagna, Francia e Germania, clonate con documenti esteri acquisiti in maniera fraudolenta. Prima di essere rivendute venivano intestate con atti di vendita contraffatti a prestanome; un indagato e' risultato proprietario di oltre dieci auto. L'ultimo passaggio era la vendita dei veicoli risultati immatricolati all'estero, a normali prezzi di mercato e a ignari acquirenti, anche ricorrendo ad annunci di vendita online.Il giro d'affari complessivo si aggirava sui 300.000 euro al mese, con 3-4 autovetture rubate mediamente ogni notte. Un guadagno rilevante a fronte delle spese da sostenere per i sodali: 300 euro a macchina per gli autori del furto, 500 euro per gli addetti alla ri-punzonatura, 100-200 euro per l'acquisizione di copie dei documenti esteri.

Camorra&Politica, preso Tore a' lavatrice: uomo dei fratelli Cesaro

Salvatore Di Nunzio detto Tore a' lavatrice accusato di essere la mente di alcune operazioni di riciclaggio per conto dei fratelli Cesaro di Sant'Antimo è stato arrestato stamane. A far scattare le manette ai suoi polsi sono stati i carabinieri dei Ros nel corso di un blitz scattato stamattina all’alba, nell’ambito delle inchieste condotte dai pm Di Mauro e Visone, sotto il coordinamento dell’aggiunto Borrelli, sugli insediamenti produttivi di Lusciano e Marano.Salvatore Di Nunzio meglio conosciuto come Tore 'a lavatrice per la sua presunta disponibilità a fornire operazioni sospette, è accusato di concorso esterno in associazione camorristica, sulla scorta di alcuni presunti legami con i Polverino e i Mallardo.

Torre del Greco, inseguito e ferito a colpi di pistola per rapinargli lo scooter: arrestato l’ultimo componente del branco

Torre del Greco: inseguito e ferito a colpi di pistola per rapinargli lo scooter. I carabinieri arrestano l’ultimo componente del branco. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura nei confronti di Luigi D'Acunzo, classe ’98, di Torre Annunziata, ritenuto responsabile a vario titolo insieme ad altri 5 indagati, tra i quali 3 minorenni, di tentato omicidio, tentata rapina e porto illegale di armi da sparo. L’attività d’indagine era stata avviata a seguito del tentato omicidio di un 21enne a Torre del Greco, gravemente ferito la sera del 27 dicembre 2016 quando gli indagati, dopo aver ingaggiato con la vittima un rocambolesco inseguimento per le strade di Torre del Greco in sella ai scooter, esplosero nei suoi confronti almeno tre colpi di arma da fuoco ferendolo anche in parti vitali.
Le indagini, complesse ed articolate, già in precedenza avevano consentito di individuare cinque dei sei esecutori materiali, tra cui vi erano tre minorenni legati da stretti vincoli di parentela con esponenti di spicco dell’associazione camorristica “Gallo Limelli Vangone” (egemone a Trecase, Boscotrecase e Boscoreale). Quest’ultimi, per i fatti in argomento, sono stati condannati in primo grado, mentre per i correi maggiorenni è ancora pendente il processo in rito abbreviato. I carabinieri, inoltre, erano riusciti a documentare l’intera dinamica degli eventi, delineando le fasi antecedenti e successive all’azione criminale, ricostruendo l’intero percorso fatto dai malviventi. Si appurava, infatti, che gli stessi, dopo essere partiti da Torre Annunziata in sella a scooter , affiancavano la vittima che in sella ad altro scooter percorreva le vie di Torre del Greco. Qui, ingaggiavano un inseguimento con il 21enne esplodendogli durante la corsa due colpi di arma da fuoco ferendolo alla caviglia. Successivamente, dopo averlo raggiunto davanti una pizzeria, esplodevano due ulteriori colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata, che lo raggiungevano all’emitorace superiore destro e all’emitorace posteriore sinistro, provocandogli gravissime lesioni che solo il tempestivo intervento dei sanitari evitava che giungessero a conseguenze estreme.

Il pentito: 'Gli Elia del Pallonetto volevano uccidere Raffaele Scala'

Il clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia  era in società con i Di Biasi e aveva progettato di uccidere Raffaele Scala, autore del clamoroso omicidio del 1999 dell'allora boss dei Quartieri Spagnoli, Domenico Russo detto Minì de cani. (Scala da alcuni anni è un collaboratore di giustizia ndr). Lo ha riferito ai magistrati della Dda il pentito dei "Faiano", Vincenzo Gallozzi. le sue dichiarazioni sono contenute nelle 157 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Giuliana Pollio e che la scorsa settimana ha dato un ulteriore colpo alla famiglia del pallonetto e ad altri gruppi dei Quartieri Spagnoli che gestivano il traffico di droga, Ventisei indagati di cui molti finiti in carcere e tra questi anche Angela Farelli a' brioches, Maria D'Amico e' fraulella, Adriana Bianchi moglie del boss Renato Elia. E proprio parlando del traffico di droga di Adriana Bianchi che il pentito Gallozzi ha raccontato dei rapporti tra gli Elia e i Faiano;"... La zona degli ELIA è la zona cosiddetta bassa del Pallonetto di S. Lucia. Ho avuto rapporti con loro in quanto mio cugino ESPOSITO Antonio detto O' PALLINO è un loro fornitore di cocaina Nel periodo della tregua tra i DI BIASI e i LEPRE-ELIA si decise che la mia piazza di spaccio venisse affidata a mio cugino nel senso che era lui ad effettuare le forniture insieme al clan ELIA-MAURO... Il clan ELIA era alleato del clan MISSO e questi ultimi avevano lì quale loro referente ECONOMICO Antonio. Del clan ELIA ho personalmente conosciuto: ELIA Renato insieme alla moglie BIANCHI Adriana, cugina di mio cugino ESPOSITO Antonio, mi ha più volte rifornito di cocaina. Mio cugino nel 2004 mi ha detto che ELIA Renato ha una quota del 50% nel garage che si trova a S. Lucia nei pressi del Bar Calane. Sempre nel 2004, in diverse occasioni, ho visto ELIA Renato insieme a SORRIENTO Giuseppe, un parente dei DI BIASI trafficante di cocaina che, tra gli altri, riforniva lo stesso ELIA Renato. E poi ancora ELIA Lucio, ELIA Antonio detto O' CAPOCCHIA ed O' MOCILLO, trattasi dei fratelli di ELIA Renato. Li ho più volte visti nel corso delle riunioni che in presenza di ECONOMICO Antonio i DI BIASI tenevano con gli ELIA. Nel corso di queste riunioni si discuteva della gestione delle piazze di spaccio della zona. Ricordo inoltre che nel corso di un incontro con mio cugino, che nell'occasione accompagnavo, ed alla quale era presente anche MAURO Cicciariello, gli ELIA progettarono di uccidere SCALA Raffaele nel corso di una riunione che si doveva tenere con i MISSO per discutere le quote spettanti ai RUSSO e ai DI BIASI. In quel periodo i proventi venivano tra loro ripartiti al 50%. lo riferii a SCALA Raffaele quanto avevo sentito e cosi lui non si recò nella Sanità a quella riunione. - PUGLIESE Mario e PUGLIESE Ciro. Sono affiliati che ho personalmente conosciuto nelle occasioni in cui partecipavo alle riunioni e perché loro nel 2004 rifornivano per conto degli ELIA la mia piazza di spaccio nel periodo in cui fu affidata a nùo cugino ESPOSITO Antonio. - PUGLIESE detto O' JOE: trattasi del padre di Pugliese Mario, Pugliese Ciro e Pugliese Bruno. L'ho sempre visto nel Pallonetto nel corso degli incontri che avevo con gli ELIA. So che si occupava di estorsioni perché era stesso lui a parlarne quando ci incontravamo. Al di là di questi incontri non ho avuto con lui altri rapporti. NOCERINO Arnaldo: ho avuto con lui rapporti nei primi anni 2000 in quanto mi riforniva di cocaina mentre io ho gli ho fatto acquistare armi da De Magistris Ciro. Poi Nocerino, per il tentato omicidio di MAZZARELLA Franco figlio di CIRO, fu arrestato insieme a TOTORE A ZUPP ARELLA ed a SCE' SCE'. L'ho, dunque, rivisto nel 2006 perché ha effettuato forniture di cocaina a SAPORITO Ciro e perché è venuto più volte sui quartieri spagnoli per incontrare DI BIASI Mario. A queste discussioni io, però, non ero presente".

Arturo oggi per la prima volta faccia a faccia col 'nano'

E' trascorso un mese e mezzo dall'aggressione subita in via Foria. Ora, per Arturo, è arrivato il momento di riconoscere tre indagati che hanno compiuto il vile gesto la sera del 18 dicembre.
Il riconoscimento sarà nei confronti di 'O nano che si trova in stato di fermo dalla mattina del 24 dicembre scorso. Si dichiara innocente e sostiene di non avere mai fatto parte del branco che ha aggredito Arturo in quanto, al momento dei fatti, si trovava in casa con parenti e sua madre. Di sera, poi, si recò in palestra. Indagati, oltre a 'O nano, altri due minori: un ragazzino di diciassette anni fermato e rimesso in libertà nel giro di un paio di ore grazie all'alibi fornito dall'artigiano Ferrigno e un altro minorenne, F.L., appartenente allo stesso gruppo di 'O nano.
Il primo di questi ultimi due minori, quel 18 dicembre, secondo le dichiarazioni, non poteva trovarsi in via Foria perché era nella bottega dei Ferrigno a San Gregorio Armeno, alla presenza di diversi turisti.
Ma le indagini sono andate avanti e, la scorsa settimana, gli inquirenti hanno disposto un accertamento tecnico sul telefono cellulare di tre ragazzine e di un altro minore che non sono indagati, ma vengono coinvolti comunque in questa vicenda. L'obiettivo di questa indagine tecnica è trovare tracce che possano sostenere, in vista di un eventuale processo, l'accusa di tentato omicidio e di tentata rapina ai danni di uno o più indagati. Altro obiettivo riguarda invece la geolocalizzazione di 'O nano e degli altri soggetti sospettati di aver partecipato all'aggressione di via Foria.
Secondo il gip che ha emesso la misura cautelare, non ci sarebbero dubbi sulla responsabilità del ragazzo attualmente in stato di fermo. Secondo la ricostruzione fornita dal giudice, 'O nano è uno dei ragazzini ripresi da una telecamera in zona. Quando però viene fermato dai falchi, il giubbino con cui è stato immortalato dalle telecamere non lo indossa più. Poco dopo l'aggressione il quindicenne viene fermato mentre fuma una sigaretta con indosso una grande felpa e un berretto. Il giudice sostiene che il ragazzo si sia disfatto del giubbino proprio per evitare eventuali controlli. Ma la difesa non accetta l'ipotesi, sostenendo che il minore non possedeva alcun giubbino riconducibile a quelli fissati dalle telecamere.

Luca Materazzo dal carcere: 'Vorrei abbracciare i miei nipoti e parlare con le mie sorelle'

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"Mi mancano i miei nipoti, vorrei riabbracciarli. Sarei felice di avere un contatto con le mie sorelle, di parlare con loro. Mi dispiace per quello che è successo, per l'avviso di garanzia...". Sono le riflessioni e le confidenze a cui si è lasciato andare Luca Materazzo rinchiuso nel carcere di Rebibbia e in attesa di essere trasferito a Napoli. Le ha fatte al consigliere regionale uscente della Regione Lazio, Fabrizio Santori, candidato anche a questa tornata elettorale a sostegno di Giorgia Meloni. Ieri Santori, come riporta Il Mattino, ha fatto una visita ispettiva a Rebibbia e si è intrattenuto con Materazzo, il giovane avvocato della Napoli-bene accusato di aver ucciso con 40 coltellate alla fine del 2016 il fratello Vittorio per questioni di eredità. Luca dopo un anno e un mese di latitanza è stato arrestato a Siviglia in Spagna, dove ha lavorato come cameriere in un bar. Per mercoledì è attesa il suo arrivo a Napoli dove sarà presente all'udienza preliminare davanti al gup Alfonso Sabella del Tribunale di Napoli. Per Luca Materazzo i pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis con il coordinamento del procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso della Procura di Napoli sono pronti a chiedere il processo. E intanto ieri con Santori, Luca Materazzo si è sfogato e ha rivolto un pensiero anche ai suoi amici: "Vorrei riabbracciarli, non li sento da quando sono andato via, sarebbe bello se venissero a trovarmi. A Rebibbia mi trattano bene, il personale è meraviglioso, ma Madrid era un'altra cosa. In quel carcere sono rimasto un mese. Lì c'è grande rispetto per la dignità dei detenuti, se hai bisogno di un medico o di un infermiere ci sono sempre. È tutto pulito, mentre qui, guardi - dice a Santori - c'è la muffa. Mi hanno dato il sapone, la carta igienica, ma si stanno esaurendo e non vorrei attingere alle risorse personali, non posso utilizzare i miei soldi altrimenti finiranno. Mi sono sempre dato da fare, come portiere in uno stabile, come cameriere, e voglio continuare a lavorare. Ho già chiesto un impiego in carcere, spero me lo diano".In questi giorni si sta confrontando con i suoi avvocati  sulla strategia difensiva da adottare. Andare avanti con un  processo ordinario sicuramente più lungo e dove ci sarà tempo per confrontarsi e replicare alle accuse e rischiare una condanna all'ergastolo o scegliere il rito abbreviato che prevede uno sconto di pena (anche se non  è detto che i pm vogliano concederlo) e chiudere con poche udienze il processo di primo grado? Nel frattempo i suoi avvocati, i penalisti Gaetano e Maria Luisa Inserra, hanno presentato una istanza al gip per chiedere un rinvio dell'udienza preliminare prevista per il prossimo sette febbraio, dinanzi al giudice per le udienze preliminari Alfonso Sabella. L'imputato ha diritto di leggere le carte del processo e necessiterebbe di più tempo. Spetta ora allo stesso giudice per le udienze preliminare decidere.

 

Qualiano, dall'autopsia la verità sulla morte di Mimmo e Rosaria

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Qualiano. Secondo il primo accertamento compiuto dal medico legale, marito e moglie, trovati morti in casa, sono stati uccisi dal monossodio di carbonio. Il decesso potrebbe essere avvenuto nelle prime ore della giornata di ieri. Domenico Ciancio di 40 anni e la moglie Rosaria Carandente di 37 anni lasciano due figli: Miriana di 13 anni e Luigi di 10. I due ragazzi si sono salvati perché si erano trattenuti a dormire dai nonni. Probabilmente il principio di incendio che ha ucciso la coppia è stato sprigionato dal cattivo funzionamento di una stufa a gas lasciata accesa troppo vicina al divano per distrazione. Il divano ha cominciato a sprigionare fumo che ha invaso la camera da letto dove dormivano i due coniugi. Non si sono accorti di nulla. Sono morti mentre dormivano. Ora sarà l'autopsia a chiare le cause della morte. A scoprire i corpi è stato il  il papà della donna che vive al piano di sotto. L'uomo nel primo pomeriggio insospettito dal silenzio che arrivava dalla casa della figlia e dal fatto che non si fosse preoccupata per tutta la mattinata dei figli. E così è salito al piano di sopra ha prima bussato al campanello poi ha avvertito uno strano e care odore di fumo e allora ha capito che qualcosa era successo, ha aperto la porta con le chiavi in suo possesso, si è precipitato in camera da letto e ha fatto la tragica scoperta. Le urla di dolore hanno richiamato il vicinato. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Antonio De Lise,per i rilievi. Un tragedia che ha sconvolto la comunita' di Qualiano. In tanti nel pomeriggio si sono recati sul luogo della tragedia a portare la loro vicinanza e solidarieta' alle famiglie delle due vittime, molto conosciute nella cittadina a nord di Napoli. "Sono sconvolto da quanto accaduto. Come amministrazione esprimiamo il cordoglio alla famiglia e saremo vicini ai due figli delle vittime", ha detto il sindaco di Qualiano, Ludovico De Luca. Mimmo Ciancio che in passato ha giocato a calcio nella squadra locale era molto noto in paese per la sua cordialità e disponibilità, faceva il carrozziere nella ditta del padre. Rosaria invece faceva la casalinga. Sulla bacheca facebook dell'uomo ci sono i ricordi degli amici e dei parenti. Mimmo ieri sera aveva invitato un amico a casa per vedere insieme la partita del Napoli in tv.

Incendio nella notte nell'ospedale di Benevento: aperta un'inchiesta

Un incendio e' divampato la notte scorsa nel padiglione 'Emergenza' dell'ospedale 'Rummo' di Benevento. Il focolaio e' stato individuato tra il terzo e il quarto piano del plesso, dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Le fiamme sono state contenute dal sistema antincendio e dalle porte tagliafuoco che hanno impedito di propagarsi anche agli altri piani prima dell'arrivo dei vigili del fuoco. Grande la paura per i degenti e per il personale medico che hanno visto le fiamme e i fumo spandersi. Erano circa le 4 del mattino quando e' scattato l'allarme. Attualmente la situazione e' sotto controllo, dopo che diverse squadre di vigili del fuoco hanno lavorato per spegnere il rogo. I danni sono in via di quantificazione ma l'incendio non ha interrotto le attivita' sanitarie. E' stata aperta un'inchiesta per stabilire le cause del rogo e accertare eventuali responsabilita'.

Napoli, sgominata la banda di specialisti in furti e riciclaggio auto:15 arresti

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I Carabinieri della Compagnia Napoli Centro stanno dando esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Procura nei confronti di 15 indagati ritenuti appartenenti a un gruppo criminale attivo tra Napoli e provincia dedito ai furti, riciclaggio e ricettazione di autovetture. A fronte dei reati contestati - associazione per delinquere, furto aggravato, riciclaggio, ricettazione - il gip ha disposto 11 custodie cautelari in carcere e 4 ai domiciliari. Nel corso dell'indagine i Carabinieri hanno documentato la commissione di 77 episodi tra furti e tentati furti di autovetture, arrestato in flagranza 16 persone, restituito ai proprietari 29 veicoli e sequestrato numeroso materiale utilizzato per lo scasso e la manomissione di centraline elettroniche. Il giro d'affari complessivo si aggirava sui 300.000 euro al mese, con 3-4 auto rubate mediamente ogni notte.

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Sarri: 'Stiamo andando oltre le previsioni, ma non sentiamo le pressioni'

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Un Maurizio Sarri molto spiritoso stasera ai microfoni di Mediaset Premium al termine della gara vittoriosa di Benevento. Dagli studi gli hanno chiesto se lo scudetto si decide nelle prossime dieci partite prima di Juve -Napoli e in quella partita? E Sarri  suscitando le risate  di tutti  anch'egli sorridente ha risposto candidamente: Boh? Tornando alla gara di Benevento Sarri ha spiegato: "Loro in questa momento sono una squadra viva in casa e per noi era una trasferta pericolosa con un ambiente rigenerato. Non era semplice, abbiamo faticato ad entrare in partita poi abbiamo sbagliato a non chiuderla prima. La Juve? non l'ho vista. Che la Juve sia una squadra fortissima non si scopre oggi. Siamo stati bravi a tenere in vita questo campionato. Il nostro campionato si avvicina molto a quello tedesco con una squadra più forte di tutti che ha fatto il vuoto. Noi siamo stati bravi a tenere in vita questo campionato. Avere una squadra  alle calcagna per noi è solo di stimolo. Il fatto sorprendente é che ci siamo noi davanti non che ci sia la Juventus: questa squadra penso che di stimoli ne abbia avuti tanti, 60 punti in 23 partite é una media punti impressionante per noi. E' chiaro che la Juve viaggia alla nostra stessa media punti ma per loro é pi§ abituale. Le pressioni non le possiamo avere, stiamo andando oltre ogni previsione, secondo i vostri pareri di luglio era una lotta Juventus-Milan, noi stiamo andando oltre: pressioni sinceramente zero". Poi rasicura tutti sulle condizioni di Mertens: "Lo valutiamo domani. Su un colpo preso ha avuto una leggera distorsione, non sembra nulla di particolarmente grave. Politano? Lavoro con un direttore sportivo che considero un fuoriclasse, tutto quello che sceglie lui mi va bene". Infine a proposito del suo futuro, Sarri ricorda che sabato c'è il big match con la Lazio e quindi venerdì non si può fare l'incontro preannunciato da De Laurentiis " a meno che non venga in rttiro con noi" dice e poi aggiunge: "ci sarà qualcuno che per me andrà ad ascoltare il presidente  nei prossimi giorni, io voglio rimanere con la testa sul campo, e poi tra me e Aurelio non c'e' bisogno di tanti incontri. Il contratto c'e'  in questo momento non ci penso e non mi interessa ridiscuterlo".

Hamsik: 'La Juve ci fa paura? No, noi sogniamo lo scudetto'

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"Scudetto? Non lo diciamo, ma ci crediamo e giochiamo per questo", Cosi il capitano del Napoli, Marek Hamsik ai microfoni di Mediaset Premium al termine del derby vittorioso al Ciro Vigorito di Benevento. "Abbia sofferto all'inizio perché  abbiamo  dato troppo spazio ai calciatori veloci del Benevento. Poi siamo passati in vantaggio con il gran gol di Mertens e  poi abbiamo controllato. Sapevamo che era una partita difficile ma abbiamo vinto e siamo di nuovo primi. Il mio 118 esimo gol? L'importante sono i tre punti. Spaventati dai sette gol della Juventus? No, spaventati no. Noi dobbiamo guardare solo  in casa nostra"

Una magia di Mertens e poi il Capitano: il Napoli sbanca Benevento

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Una magia di Mertens seguita dal 118gol in maglia azzurra del capitano Hamsik regalano la vittoria agli azzurri. nel derby del Vigorito. Eppure il Benevento nei primi dieci minuti aveva messo paura al Napoli con un pressing alto e con ripartenze veloci che prendevano sempre d'infilata i difensori azzurri. Il Benevento trova sempre la superiorità numerica anche se non impensierisce mai Pepe Reina. Con sarri che chiede un giro palla più veloce e si arrabbia dalla panchina. Poi l'inerzia della gara viene cambiata da una magia di Insigne che con un colpo sotto va a colpire la traversa e tramortisce gli stregoni che da quel momento e per i successivi 20 minuti non riesce più ad uscire dalla propria trequarti. Tre azioni pericolose consecutive da parte del Napoli e poi la magia di Mertens. Al 20' il belga in area riceve palla e poi con una doppia sterzata fa fuori due avversari e poi dopo aver nascosto la palla con un colpo sotto la mette in buca d'angolo. Un capolavoro costruito che sblocca il derby. Quattro minuti dopo Mertens sugli scudi impegna Puggioni che devia in angolo. Il Benevento si riaffaccia in area del Napoli solo al 38' con un tiro alto di Sandro. Al 40' Juricic si divora il pallone del pari mettendo sull'esterno della rete da buona posizione. Nella ripresa pronti via e il Napoli chiude la gara con il capitano Hamsik che piazza il suo 118 gol con la maglia del Napoli su cross di Callejon. La squadra di Sarri pensa a gestire e poi al  55' un episodio che potrebbe riaprire la gara.  Koulibaly legge male una palla in area e va con sufficienza a chiudere su Costa. Il gigante senegalese prende palla e avversario e Di Bello indica il rigore tra le perplessità del difensore azzurro. Ma il Var blocca tutto per un fuorigioco di Sandro nell'avvio dell'azione. Comincia la girandola delle sostituzioni con De Zerbi  che manda in campo Coda per Brignola, e poi Memushaj per Djuricic. Sarri risponde con Zielinski per Hamsik. Al 29' brutto fallo da dietro di Djimsiti su Mertens: il belga prova a rientrare poi chiede di essere sostituito. Sarri impreca pensando al prossimo big match contro la Lazio. Poi i medici rassicurano che si tratta di una piccola distorsione alla caviglia sinistra. La gara scivola via verso il finale con Il Benevento che cerca di riaprire la gara e il Napoli che gestisce. Nel corso dei sei minuti di recupero Callejon si divora il 3-0 piazzando sul palo lontano ma la palla finisce fuori. Poi Reina nega il gol a Coda. Il Napoli vince il derby e continua la sua corsa in testa con un punto di vantaggio sulla Juventus.

Benevento-Napoli 0-2

BENEVENTO (4-3-3): Puggioni, Letizia, Costa, Djmsiti, Venuti, Djuricic (dal 68' Memushaj), Sandro (dal 83' Del Pinto), Cataldi, Brignola (dal 63' Coda), Guilherme, D'Alessandro. A disp: Brignoli, Viola, Tosca, Gyamfi, Diabaté, Parigini, Billong, Iemmello, Lombardi. All.: Roberto De Zerbi.

NAPOLI(4-3-3): Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui, Allan Jorginho (dal 78' Diawara), Hamsik (dal 70' Zielinski), Callejon, Mertens (dal 76' Rog), Insigne. A disp: Sepe, Rafael, Maggio, Chiriches, Tonelli, Machach.All.: Maurizio Sarri.

Arbitro: Di Bello di Brindisi. Var: La Penna.Note: ammoniti Djimsiti (B).

RETI: 20'pt Mertens; 2'st Hamsik

NOTE: serata fredda, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Djimsiti. Angoli: 5-3 per il Napoli. Recupero: 1'; 6'.

Teleclubitalia awards, domani la consegna della “Mela d’oro” ai vincitori

Si terra' domani la cerimonia del "Teleclubitalia Awards Premio la Mela d'oro 2017", il premio che va a chi si e' contraddistinto nel creare esperienze positive nell'area a Nord di Napoli. La cerimonia del premio, promosso dall'emittente televisiva Teleclubitalia, si terra' alle ore 19.30 nel salone delle feste di palazzo Palumbo a Giugliano. La data scelta per la consegna dei premi e' il giorno in cui ricorre il compleanno del compianto fondatore di Teleclubitalia, Natale Russo. Il Teleclubitalia Awards, giunto alla terza edizione, nasce da un'idea dell'editore Giovanni Francesco Russo di voler premiare le personalita', e non solo, che si sono distinte nel corso del 2017 per particolari meriti e hanno dato lustro e risalto all'area nord. La redazione, con l'aiuto degli spettatori della Tv, ha selezionato otto nomination per le quattro categorie: personaggio dell'anno, mondo dell'associazionismo, mondo del lavoro e mondo social.

Elezioni, è subito scontro. Di Maio: 'Ecco gli impresentabili del Pd'

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Duro attacco del candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, a Matteo Renzi sul caso degli impresentabili. Il leader pentastellato, parlando davanti a un migliaio di persone del palazzetto dello sport di Carbonia, nel Sulcis, ha snocciolato 17 nomi di candidati del Partito Democratico che sarebbero coinvolti in vicende giudiziarie. "Ieri ho sentito dal segretario del Pd Matteo Renzi", ha esordito Di Maio, "una affermazione infamante del Movimento 5 Stelle: ha infatti detto che abbiamo candidato degli impresentabili nelle nostre liste. Siamo in vece una forza politica che non solo vieta ai condannati di entrare nelle loro liste ma anche in molti casi ai semplici indagati. Questo signore gli impresentabili li ha candidati lui". Di Maio ha quindi scandito una serie di nomi di "veri impresentabili" iniziando dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, "indagato a Pescara e all'Aquila in una inchiesta sugli appalti regionali", proseguendo poi con il capolista del Pd al collegio plurinominale del Senato in Liguria, "coinvolto nella vicenda dei rimborsi regionali", cosi' come altri quattro candidati nel Lazio. Di Maio ha poi elencato altri tre candidati in Calabria, "rinviati a giudizio nel luglio scorso" e un altro imputato a Roma in un processo "per una storia falsi appalti pubblici". Nella lista, anche l'assessore regionale all'agricoltura del Molise, "indagato nell'ambito di un'inchiesta sui Progetti edilizi unitari". Una 'menzione speciale', il leader del M5s l'ha dedicata alla sua regione, la Campania, citando "De Luca junior candidato a Salerno" ma, ha spiegato, "siccome segue le orme del padre non solo per quanto riguarda la carriera politica, imputato per bancarotta fraudolenta". Di Maio ha proseguito con il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, indagato per "tentata concussione", passando quindi per Franco Alfieri, sempre in Campania, "quello che prometteva fritture in cambio di voti con la benedizione del governatore campano". Alla fine del lungo elenco, il ministro Luca Lotti che, ha ricordato Di Maio, "e' indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio nel caso Consip". La lista contava anche esponenti del centrodestra perche', ha aggiunto Di Maio, "fanno a gara tara di loro sugli impresentabili". Il candidato M5s ha citato tra gli altri Luigi Cesaro, "autista di Raffaele Cutolo", Antonio Angelucci, Ugo Cappellacci, Umberto Bossi e Roberto Formigoni.

Pompei fu scoperta nel Rinascimento e lasciata sepolta nella nebbiosa memoria collettiva dall’architetto imprenditore Domenico Fontana

La storia degli Scavi pompeiani si va aggiornando con lentezza, ma con più piena consapevolezza. E’ un dato acquisito e condiviso ormai il fatto che all’eruzione vesuviana del 79 d. C. seguì la devastazione, l’oblio, ma non la totale scomparsa della Pompei romana, che silente e assopita nella memoria collettiva attese la propria piena rinascita, avvenuta nel Secolo dei lumi.
La rinascita, che prese il nome di “scoperta” di Pompei si deve alla iniziativa di un grande Re, don Carlos di Borbone, poi Carlo III di Borbone.
Però sempre più evidenti agli occhi degli storici pompeianisti appaiono le anomalie che grondano numerose dalla vicenda del Canale Sarno.
La sua costruzione era stata voluta dal Conte di Sarno Muzio Tuttavilla e, secondo la storiografia consolidata - ma non unanime - la realizzazione del Canale fu curata dall’architetto Domenico FONTANA.
Quest’ultimo progettò e diresse il completamento della grande opera idraulica, a cavallo tra il Cinquecento e Il Seicento.
La storiografia consolidata racconta che la Pompei romana distrutta dal Vesuvio emerse durante l’attraversamento in galleria della collinetta della Civita, la quale la custodiva da oltre quindici secoli. Non a caso verso la metà del 1500 il Topografo reale Pietro LETTIERI ricordava la antica “(…) città di Pompei, che era in quello alto che stà in fronte la Torre della Nonciata, et in detto locho ne appareno multi vestigj”.
Già nel Settecento però ci furono storici e “antiquari” che fuori dal coro affermarono la presenza di un canale arcaico abilmente sfruttato da Domenico FONTANA per farvi transitare le acque del Canal Sarno in costruzione per portar l’acqua ai mulini e alle “fabbriche” di Torre Annunziata.
E’ doveroso ricordare per primo Cataldo IANNELLIO, grande studioso della lingua e della civiltà degli Osci. Egli illustrò la iscrizione parietale osca che riguardava la costruzione in epoca arcaica di un acquedotto pubblico a Pompei, costruito “imbrigliando l’acqua per l’uso pubblico con dodici torri”. IANNELLIO traduce la iscrizione e, in più, cita alcuni propri contemporanei, vissuti come lui a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, nonché buoni conoscitori della iscrizione osca. Anche essi sostennero e argomentarono la preesistenza nel grembo della Civita di un canale arcaico che - utilizzato dal Fontana per il completamento del tracciato idraulico - assunse di conseguenza il nome di Canale Conte di Sarno, costituendone un tratto.
Gli stessi studiosi in vario modo avevano comunque motivato anche le cause del silenzio di Domenico FONTANA sulla scoperta.
In pieno Ottocento, l’ingegnere idraulico militare Domenico MURANO in una propria opera dedicata al Canal Sarno illustra le ragioni che “(…) tennero sconosciuto l’acquedotto Osco e quel tratto che attraversa la antica Città di Pompei da Oriente a Occidente…”. MURANO infatti scrive anche che Pompei fu lasciata sottoterra perché “(…) si reputava delitto contro la Religione dissippellire una città distrutta” dalla collera divina.
D’altra parte Domenico FONTANA, accusato di sperperi e ruberie a Roma, già era scampato alla collera papale rifugiandosi presso la corte Napolitana e non aveva quindi nessuna voglia di provocare un incidente diplomatico.
Né interesse, se non quello di terminare l’opera affidatagli e farsi pagare, da accorto imprenditore quale era.

Federico Federico

Paganese, Favo: "Non abbiamo giocato bene, ma abbiamo raccolto più di altre volte"

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Massimiliano Favo commenta così il positivo pareggio contro la Juve Stabia al Menti di Castellammare: "Abbiamo giocato non molto bene, ma abbiamo raccolto più di altre volte. Mi prendo il grande sacrificio e la voglia di fare risultato contro una squadra forte. Abbiamo fatto più fatica dopo il primo quarto d’ora. Prendiamo questo punto con grande entusiasmo, dobbiamo lottare su ogni campo. La Juve Stabia è una squadra importante. Abbiamo sbagliato tanto in uscita, ho cambiato anche modulo per tappare le fasce. L’importante adesso è conoscere i giovani che abbiamo comprato sul mercato. Abbiamo giocato molto meglio altre volte, ma ci prendiamo questo punto. Partiamo dal sacrificio per cercare di tornare quelli che eravamo dal punto di vista del palleggio. Bensaja aveva preso una botta nel primo tempo, perciò è stato sostituito. Dobbiamo avere più coraggio. Acampora e Meloni hanno fatto una grande partita dal punto di vista difensivo. Sul mercato, avevo bisogno di alternative perché eravamo scarni dal punto di vista numerico, i ragazzi che abbiamo preso sono delle promesse che devono crescere, non potevo chiedere di meglio. Recupereremo Baccolo e Carini che ci aiuteranno. Speriamo di continuare con questo spirito, domenica abbiamo una partita difficilissima”.

Caserta, Juve Stabia: 'Non capisco i fischi, c'è bisogno della collaborazione di tutti'

Il tecnico della Juve Stabia, Fabio Caserta, commenta così il pareggio interno del derby con la Paganese:” Sia in casa che fuori proviamo a fare il nostro gioco, altre squadre no, anche se non mi riferisco alla Paganese. Non cerchiamo mai solo il pareggio, la Paganese non ha fatto quasi niente, Branduani è stato inoperoso. Ma nel calcio contano solo i risultati, anche se da allenatore non devo pensarlo. Anzi devo dire che la squadra ha reagito molto bene allo svantaggio cercando anche la vittoria. Anche gli avversari ci hanno detto che li abbiamo massacrati, ma purtroppo ogni episodio a nostro sfavore è goal. Ai ragazzi posso rimproverare poco, hanno fatto una grande partita. A Trapani potevamo fare di più dal punto di vista dell’atteggiamento, ma oggi non siamo riusciti a sviluppare il nostro gioco perché loro stavano sempre chiuso dietro. Abbiamo trovato goal su un cross, perché le vie centrali erano chiuse. Spesso siamo imprecisi nell’ultimo passaggio, dobbiamo lavorare molto su questo aspetto. Abbiamo giocatori che ci consentono di giocare con 2/3 moduli diversi, gente funzionale al nostro gioco. Stiamo facendo bene col 4-2-3-1, al momento è il modulo che mi da più garanzie. Ho visto bene tutti i nuovi acquisti, Melara deve ritrovare il ritmo partita, perché se sta bene ha tanta qualità, Marzorati non ha sbagliato nulla, anche se si è allenato pochissimo. È mancata l’atmosfera del derby, c’è troppo scoramento attorno a questa squadra. Abbiamo dei limiti, ma penso che stiamo facendo un buon campionato; mi dispiace per i fischi, specialmente a Simeri. In un derby come questo, la tifoseria deve dare una grossa mano alla squadra. Chi veniva a giocare a Castellammare aveva paura di giocare, ora non succede più. Non so perché, ma la piazza non è più calda come prima. Se c’è un po’ più di collaborazione, si possono fare ottime cose. Se si contesta un giocatore, può essere che si ottenga l’effetto opposto, Simeri quasi piangeva negli spogliatoi, bisogna incoraggiarlo. Secondo me la strada è quella giusta”.

Ivano Cotticelli

Fumi da camino mal funzionante, muore coppia nel Napoletano

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Marito e moglie trovati morti in casa nel Napoletano: forse uccisi dalle esalazioni di una stufa. I corpi di un uomo ed una donna, marito e moglie, sono stati trovati all'interno di un'abitazione a Qualiano. Si chiamano Domenico e Rosaria. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale caserma e quelli della compagnia di Giugliano e secondo i primi accertamenti i due potrebbero essere stati uccisi dalle esalazioni di una stufa. L'uomo aveva 40 anni e la moglie 37.
. A causare l'incidente sarebbe stato il fuoco appiccato a un divano da una stufa a gas. Il dramma nei pressi del Ponte di Surriento a confine con Villaricca. Domenico e Rosaria, 40 e 37 anni, lasciano due figli di 10 e 13 anni che al momento della tragedia non erano in casa.A dare l'allarme sono stati alcuni vicini che hanno visto uscire del fumo. Ma quando i soccorritori sono arrivati sul posto non c'e' stato nulla da fare. La coppia stava dormendo mentre la loro abitazione veniva invasa dal fumo. Sulla vicenda indagano i carabinieri. È stato un incidente nella notte. A scoprire i corpi il padre di Rosaria che abita al piano di sotto.

Pazza Cavese dal 3-1 al 3-4 a Sarno

È una pazza Cavese quella vista oggi allo stadio Squitieri di Sarno, non adatta ai deboli di cuori. Talia timbra per due volte il cartellino, con in mezzo il momentaneo pareggio di Martiniello, e Elefante ristabilisce le distanze su rigore, il tutto quando il cronometro segna ancora il 30’ di gioco. La Cavese è irriconoscibile, frastornata dallo svantaggio. Nella ripresa invece entra in campo con un altro piglio e Girardi accorcia le distanze. I minuti scorrono è proprio quando la sconfitta sembra vicino, succede l’incredibile: Gorzegno pareggia e Martiniello firma il goal vittoria, il tutto dal 94’ al 98’. Esplode la gioia dei calciatori e dei circa 500 tifosi a seguito della squadra. Passiamo alla cronaca.

Ottima partenza dei padroni di casa che dopo solo sette giri di lancette si portano in vantaggio con un taglio di Talia, che elude il fuorigioco e trafigge Bisogno con una conclusione nell’angolino basso. Proteste per presunta posizione di off side. La Sarnese in questi primi minuti sbaglia poco e niente ma al 20’ la Cavese ristabilisce la parità con una conclusione a volo da fuori di Martiniello, su sponda di Girardi, non lasciando scampo a Di Donato. La gioia biancoblu è effimera perche al 24’ Talia raddoppia con un facile tap-in su assist dalla sinistra. Tempo cinque minuti e la Sarnese cala addirittura il tris su rigore con Elefante, dopo che lo stesso calciatore era stato atterrato da Bisogno, ammonito nell’occasione. Mezz’ora appena ma il match sembra già essere indirizzato a favore dei padroni di casa, che stanno disputando un’ottima gara dal punto di vista tattico. Al 39’ scappa via Talia e prova la conclusione ma Bisogno si rifugia in corner. Si passa alla ripresa. Al 51’ Fella sfiora la porta su punizione mentre quattro minuti dopo Nappo impegna Bisogno su calcio piazzato. Pochi istanti dopo il tecnico Bitetto manda in campo Oggiano che subito apporta il suo prezioso contributo. Al 56’ il neo entrato costringe Di Donato alla respinta, che poi anticipa anche Martiniello ma nulla può sulla conclusione di Girardi che accorcia così le distanze. Al 63’ un cross di Gorzegno, da poco entrato al posto di D’Alterio, si trasforma in un tiro che per poco non beffa Di Donato che manda in angolo. Portiere della Sarnese costretto poi ad uscire in luogo di Russo a causa di problemi fisici. Attacca con continuità la Cavese ma impatta contro il muro Sarnese. All’80’ Lame trova il goal del pareggio ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il tecnico decide di effettuare gli ultimi cambi inserendo Marino, Frezzi e De Angelis per tentar l’assalto finale. All’85’ cerca fortuna Gorzegno, ma Russo si fa trovare pronto e blocca la conclusione del difensore. La Cavese ci crede e il pareggio in pieno recupero con Gorzegno sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 94’. Il match regala ancora emozioni perché al 96’ De Angelis va vicino al goal della vittoria sfiorando di un niente lo specchio. Ma proprio quando il match sta per concludersi, Martiniello sigla il goal della vittoria allo scadere.

SARNESE-CAVESE 3-4

SARNESE: Di Donato (63’ Russo), Tortora Ansalone, Nasto, Arpino, Langella, Petricciolo, Nappo, Manfrellotti (92’ Sorriso), Elefante (71’ Calemme), Talia (59’ Rizzo). A disp.:Miccichè, Rizzo, Celentano, Agrillo, Bessala, Cacciottolo. All. Condemi

CAVESE: Bisogno; Lame, Garofalo, Manzo, Fabbro (81’ De Angelis), D’Alterio (61’ Gorzegno), Carotenuto (80’ Marino), (80’ Frezzi), Massimo, Girardi, Fella, Martiniello. A disp.: Marruocco, Favasuli, Mincione. All. Bitetto

ARBITRO: Giuseppe Repace di Perugia

ASSISTENTI: Emanuele De Angelis e Francesco Pio Aucello di Roma 2

MARCATORI: 7’ Talia (S), 20’ Martiniello (C), 24’ Talia (S), su rig. 29’ Elefante (S), 57’ Girardi (C), 94’ Gorzegno (C), 98’ Martiniello (C)

AMMONITI: Fabbro (C), Bisogno (C), Manzo (S)

ESPULSI: -

NOTE: Angoli: 2-9. Recupero: 2’ pt, 6’ +2’ st

Vincenzo Vitale

Juve Stabia e Paganese si dividono la posta in palio nel derby

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Juve Stabia e Paganese si dividono la posta in palio nel derby. Vespe sprecone e Paganese cinica. E' questa la fotografia del derby del Romeo Menti che fa bene solo alla classifica degli azzurrostellati. Caserta e Ferrara scelgono ancora il 4-2-3-1, subito dentro Marzorati; 3-5-2 per Favo.Prima occasione per le vespe con un tiro dalla distanza di Mastalli che termina fuori. Si fa vedere anche la Paganese con un tiro debole di Cesaretti che non crea problemi a Branduani. Doppia chance per la Juve Stabia: Canotto tira, Gomis risponde con una grande parata, la palla arriva quindi a Simeri che calcia alto. Ospiti in vantaggio al 44’, traversone di Bensaja per il colpo di testa vincente di Cesaretti; 0-1 all’intervallo.Subito in avanti i gialloblù ma Simeri spreca il buon cross di Crialese mandandolo alto di testa. Poco dopo Mastalli, ben servito da Strefezza, svirgola malamente dall’interno dell’area di rigore. Al 23’ cross di Strefezza e inserimento di Sorrentino che pareggia di destro. La Juve Stabia attacca a testa bassa e un tiro di Melara finisce sul palo dopo la decisiva parata di Gomis. All’inizio del recupero Tazza atterra Viola, per lui è il secondo giallo, Paganese in inferiorità numerica, ma la Juve Stabia non ne approfitta e la gara termina 1-1

Ivano Cotticelli

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