AGGIORNAMENTO : 21 Dicembre 2025 - 20:07
12.8 C
Napoli
AGGIORNAMENTO : 21 Dicembre 2025 - 20:07
12.8 C
Napoli
Home Blog Pagina 8299

Il pentito: 'Ecco come uccidemmo Izzi su ordine di Carlo Lo Russo'

"Ciro Perfetto e Antonio Buono, dall’appartamento in cui erano nascosti, diedero la 'battuta' a me e a Luigi Cutarelli. Noi partimmo e intercettammo Pasquale Izzi lungo il percorso da casa al posto in cui era parcheggiata la macchina. Salvatore Freda ci aveva fornito l’appartamento usato come base mentre Marco Corona e Tommaso D’Andrea ci avevano informato sugli orari di Izzi. Lui usciva la mattina dal carcere, tornava a casa per stare con la famiglia e nel pomeriggio ripartiva per rientrare". E' l'ex killer ora pentito Mariano Torre, che parla. Dopo due ergastoli sul groppone ha deciso di iniziare la sua collaborazione con lo Stato. E' solo l'ultimo della lunga serie di pentiti della famiglia dei Lo Russo di Miano, i famigerati "capitoni" che si sono sfaldati sotto i colpi degli arresti, delle condanne e dei pentimenti di quasi tutti i fratelli Lo Russo. E così Mariano Torre (uno di quelli condannati al massimo della pena per l'omicidio del giovane innocente Genny Cesarano, in piazza Sanità) nel suo percorso di collaborazione ha precisato nei dettagli gli altri componenti della missione di morte ordinata all'epoca da Carlo Lo Russo che doveva vendicare un affronto fattogli anni prima dalla vittima. "Dall’appartamento di cui ci diede le chiavi Salvatore Freda si vedeva benissimo l’ingresso della palazzina di Pasquale Izzi. Si trattava solo di aspettare il momento opportuno", ha precisato ancora Torre come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. Pasquale Izzi fu ucciso il 29 marzo 2016. L’omicidio avvenne in seconda traversa Ianfolla, a Miano ai confini con Chiaiano, in un’area di parcheggio alle spalle della palazzina contrassegnata dal numero civico 4. Appena uscito di casa, Pasquale Izzi, aiutato dal genero che l’avrebbe poi accompagnato guidando l’auto, stava caricando la macchina con i bagagli per tornare puntuale al carcere di Bellizzi Irpino, dov’era detenuto da quattro anni per rapina e da cui era uscito il giovedì precedente per cinque giorni di permesso-premio. Il tempo di avvicinarsi alla Fiat Punto, aprire la portiera posteriore e arrivarono i killer: due con i volti coperti da passamontagna. Izzi crivellato di proiettili morì sul colpo. E ieri grazie alla confessione di Torre sono stati raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare Antonio Buono, 28 anni,Ciro Perfetto, 22 anni,Marco Corona, 32 anni, Tommaso D'Andrea, 45 anni, Salvatore Freda, 47 anni. I primi due già in carcere per altri omicidi compiuti sempre per conto di Carlo Lo Russo, Ciro Perfetto che è un nipote dei Lo Russo è stato condannato all'ergastolo pure lui per l'omicidio di Genny Cesarano. Gli altri tre il 30 novembre erano stati arrestati nell'ambito del maxi blitz contro i reduci dei Lo Russo e i nuovi Nappello. Solo D'Andrea era agli arresti domiciliari.

(nella foto da sinistra in alto la vittima Pasquale Izzi, il boss pentito Carlo Lo Russo, il killer pentito Mariano Torre e i cinque arrestati: Tommaso D'Amdrea, Salvatore Freda, marco Corona, Antonio Buono e Ciro Perfetto)

Baby gang, i carabinieri fermano minorenni armati alle Metro di Montesanto e Chiaiano

Baby gang a Napoli: servizi di controllo per la prevenzione e la repressione di fenomeni d'illegalità diffusa e di violenza minorile sono stati eseguiti dai carabinieri della compagnia Napoli centro insieme a quelli del reggimento Campania e della compagnia speciale. In piazza del Plebiscito e' stato sorpreso e denunciato per porto abusivo di coltello un 16enne trovato in possesso di un coltello a serramanico, che gli e' stato sequestrato. Nella stazione metro di Montesanto e' stato invece denunciato un 18enne gia' noto alle forze dell'ordine, trovato in possesso di altro coltello a serramanico. Alla fermata metro di via Toledo e' stata denunciata una donna rumena 33enne affidataria di due minorenni che impiegava nell'accattonaggio. I due minori, una 13enne e un 16enne, che erano in possesso di 135 euro complessivi, sono stati segnalati all'autorita' giudiziaria. Nel corso dei controlli per contrastare il fenomeno delle baby gang sono stati identificati 95 minorenni, 23 dei quali sono stati riaffidati a genitori; controllati 15 veicoli, con il sequestro o il fermo amministrativo di 7 scooter mancanti di copertura assicurativa o guidati senza casco.
I servizi di controllo per la prevenzione e la repressione di fenomeni d’illegalità diffusa e di quelli riguardanti la violenza delle baby gang si sono estati anche nei rioni a Nord di Napoli e sono stati eseguiti dai carabinieri della stazione di Marianella alla fermata metro di Chiaiano, diventata tristemente famosa nelle ultime settimane per la violenta aggressione ad Arturo, il 15enne di Melito a cui è stata asportata la milza in conseguenza delle gravi ferite riportate. Nei giorni scorsi la polizia aveva bloccati tutti i componenti del branco autori della violenta azione.
I carabinieri invece ieri sera nel corso dei controlli hanno denunciato un 14enne di Marano di Napoli che, sottoposto a controllo nella fermata metro in compagnia di altri 2 minori. E' stato trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza di 16 cm. e di 7 grammi di hashish e 1 di marijuana detenuti per uso personale, motivo per il quale è stato segnalato al prefetto. il minore è stato poi riaffidato ai genitori.

 

Napoli, i ladri rubano le cassette degli attrezzi nella sede dell'acquedotto

Napoli. In tempi di crisi i ladri non guardano in faccia a niente e così è capitato che la notte scorsa siano entrati nella sede dell'acquedotto dove hanno rubato le cassette degli attrezzi. L'irruzione nei locali della Abc nel quartiere Vasto. Costose cassette degli attrezzi sono state il bottino di un furto compiuto la scorsa notte nella sede dell'Abc, l'acquedotto napoletano, in via San Lazzaro, quartiere Vasto. I ladri si sono introdotti nei locali forzando il cancello principale: una volta dentro hanno spostato le telecamere di sorveglianza per eludere le riprese, e hanno portato via le cassette contenute in cinque furgoni di servizio. Il danno e' in via di quantificazione. Indaga la polizia di Stato.

Raid di Macerata, Traini trasferito nello stesso carcere del nigeriano

Luca Traini, l'uomo che sabato mattina ha sparato contro un gruppo di africani a Macerata, e' stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancora: lo ha reso noto il tenente colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri di Macerata. Intervistato da Rai News 24, Roberti ha confermato che il raid xenofono e' stato "il gesto di un folle", "non riconducibile ad alcuna organizzazione strutturata" e che il giovane, al momento dell'arresto, era "tranquillo e lucido". Il carcere di Montacuto e' lo stesso in cui si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro. E' stato proprio quel brutale omicidio a scatenare la rabbia di Traini, incensurato, un passato di candidato nella Lega, che voleva vendicare la giovane. "Chiediamo solamente giustizia. Pene esemplari per chi ha ucciso e fatto a pezzi nostra figlia. Ma condanniamo fermamente l'attacco di ieri, non siamo razzisti e anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio". Lo dice, in una intervista alla Stampa, la madre di Pamela Mastropietro, che aggiunge: "Non vogliamo altro sangue ne' alcuna vendetta". La donna invita quindi a "non strumentalizzare un momento del genere per fare politica, anche perche' di mezzo c'e' la vita di una ragazzina e una famiglia che sta soffrendo". "Detto questo - afferma anche - ci ha fatto piacere la chiamata di solidarieta' della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. L'unico esponente politico che ci ha chiamato".
"I tifosi dell'immigrazione di massa sono delinquenti e istigano alla violenza. Sono loro a seminare odio e paura". Lo dice al Corriere della Sera il leader della Lega Matteo Salvini, dopo i fatti di Macerata. "Non ho alcuna nostalgia - afferma sull'ipotesi di ambiguita' sul fascismo nella Lega - di un periodo in cui non si votava. E il riconoscere che sono state fatte cose importanti come l'universita' La Sapienza o la stazione centrale di Milano non c'entra: vogliamo cancellare tutto quello che e' stato? Io oggi non vedo alcun pericolo ne' fascista ne' comunista". Intervistato anche da Repubblica, Salvini torna sulla condanna di quanto accaduto ieri: "La violenza e' sempre da condannare. Chi spara va in galera senza attenuanti. Ma - aggiunge - se su 56 mila detenuti 20 mila sono stranieri, c'e' un problema di immigrazione legato alla delinquenza". Da' la colpa al governo di centrosinistra? "Non sono certo stato io a trasformare questo Paese in un campo profughi". Parlando con la Stampa, Salvini punta il dito contro l'esecutivo: "La colpa e' del governo" e sull'immigrazione ribadisce: "Un'invasione come questa porta solo allo scontro sociale. Quando saro' al governo, aumentando le espulsioni e riducendo gli sbarchi, porremo un argine a questo problema". Poi sull'assalitore, Luca Traini dice: "Incontro migliaia di persone ogni giorno. Puo' essere che ci sia anche qualche cretino o un violento. I nostri candidati hanno la fedina penale immacolata e mi sembra un criterio che non tutti i partiti possono vantare. Detto questo io non faccio lo psichiatra". Intervistato anche dal Messaggero, Salvini tiene la sua linea: "Ci sono cinque milioni di immigrati regolari che lavorano, pagano le tasse e portano i figli a scuola e sono i primi a pagare un' immigrazione fuori controllo. Il problema e' l' immigrazione clandestina e l' illegalita', l' unico problema e' che ci ho messo troppo tempo ad arrivare al governo, ma dal 5 marzo vediamo di cambiare la situazione".

(nella foto pubblicata dall'Ansa, il fermo immagine tratto da un video postato sul Youtube mostra Luca Traini, l'autore delle sparatorie a Macerata, durante un comizio di Matteo Salvini a sostegno della candidatura di Luigi Baldassarri a sindaco di Corridonia)

Napoletano abusato da un prete in sagrestia scrive al Papa: 'Ti prego, aiutami'

0

"Carissimo papa Francesco, Ti scrivo come un figlio bisognoso della difesa da parte del proprio padre e non come un estraneo, perché io so che tu sei il papà delle nostre anime". Inizia così una lettera pubblicata dalla 'Rete l'abuso - associazione sopravvissuti agli abusi sessuali del clero'. Nella missiva Diego Esposito, un uomo napoletano abusato da un prete di cui fa anche il nome,  aggiunge: "Oramai sono al sesto giorno dello sciopero della fame e, credimi, che la fame che mi attanaglia non è nulla in confronto alla sofferenza che sto provando per questo vostro silenzio". Insomma "solo tu puoi salvarmi e ridonarmi dignità. So che ho sbagliato parecchie volte comportandomi in maniera troppo impulsiva ed esagerata, ma, capiscimi ti prego se puoi, che ogni mia azione era dettata solo ed esclusivamente dal dispiacere che provavo nei confronti di questa indifferenza che la Curia ha sempre manifestato nei confronti del mio caso". E quindi "sono solo una povera vittima che chiede una mano da parte tua. Ho sempre vissuto in rispetto dei valori cristiani cattolici, ho creato una famiglia splendida che mi sta vicino in questo momento difficile e si sta preoccupando della mia salute. Ho tre figli, uno più splendido dell'altro e una moglie amorevole".Eppure, continua la lettera inviata al Papa da una vittima di pedofilia, "per quanto possa sembrare assurdo, siamo una famiglia cristiana credente e siamo sicuri che tu ci darai giustizia e non mi farai morire, perché io so che un padre non permette che un suo figlio muoia. Voglio spiegarti con questa lettera semplicemente il motivo del mio sciopero della fame". Qualche giorno "fa tu sei venuto per incontrare il Cardinale Crescenzio Sepe ed io, ingenuamente, speravo che fossi giunto per darmi giustizia, per preoccuparti di me. Invece, con mio dispiacere, hai confermato il suo mandato per altri due anni, congratulandoti oltretutto con lui per il suo operato di questi anni". "Ti parlo sinceramente, ci sono rimasto malissimo, non capisco le motivazioni della tua decisione e vorrei solo una risposta da parte tua. Sono passato per un pazzo, per uno scemo, per uno cattivo. Ma io non sono altro che una povera vittima di una persona malata e, non vorrei mai pensare di essere invece una vittima di un intero sistema malato in cui io però continuo a credere". Perché "se perdo io, perdono tutte le vittime di abusi sessuali non solo colpite dai preti, ma anche da qualsiasi altra persona. Sono un figlio che vuole solo essere difeso dal suo papà. Solo tu puoi salvare la mia vita. Ti prego aiutami Diego Esposito vittima del prete pedofilo Don Silverio Mura".

Luca Materazzo in silenzio davanti al gip: vuole studiare gli atti processuali

0

Luca Materazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere per studiare gli atti processuali, ha salutato gip ed avvocati ed è rientrato in cella. E' durato pochi minuti il faccia a faccia tra il giovane avvocato aspirante notaio della Napoli bene accusato di aver ucciso oltre un anno fa con 40 coltellate il fratello Vittorio per motivi di eredità e il gip. Per ora resta ancora rinchiuso nel carcere di Rebibbia a Roma dove è arrivato dalla Spagna dove era stato catturato il due gennaio scorso a Siviglia, dopo una latitanza durata oltre un anno. Nei prossimi giorni sarà trasferito in un carcere napoletano. Il 7 febbraio prossimo ci sarà l'udienza preliminare davanti al gup Alfonso Sabella del Tribunale di Napoli. Per Luca Materazzo i pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis con il coordinamento del procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso della Procura di Napoli sono pronti a chiedere il processo. Sono stati ascoltati molti testimoni (e  ben venticinque sono indicati nella lista testi dei pm), eseguiti sopralluoghi e analizzati reperti, arrivando a individuare le tracce di Dna di vittima e presunto assassino sugli oggetti trovati nel vicolo a ridosso del luogo del delitto. E ci sarebbe anche il movente: gli inquirenti lo collegano alle tensioni tra i due fratelli per la gestione dei soldi e lo stile di vita, tensioni che negli anni sarebbero sfociate "un vero e proprio odio" spingendo Luca, come scrive il gip Bruno D'Urso nel provvedimento di custodia cautelare, "all'omicidio del fratello Vittorio che considerava ormai un ostacolo al proprio modus vivendi".
Saranno giorni convulsi per lui e per i suoi avvocati chiamati a confronti sulla strategia difensiva da adottare. Andare avanti con un  processo ordinario sicuramente più lungo e dove ci sarà tempo per confrontarsi e replicare alle accuse e rischiare una condanna all'ergastolo o scegliere il rito abbreviato che prevede uno sconto di pena (anche se non  è detto che i pm vogliano concederlo) e chiudere con poche udienze il processo di primo grado? Pochi giorni e si saprà. Nel frattempo Luca Materazzo è stato messo da ieri nelle celle con altri detenuti e d è stato tolto dall'isolamento.

 

Napoli, 12enne aggredito nei bagni di scuola dai coetanei e mandato in ospedale

0

Un ragazzino di dodici anni è stato picchiato nei bagni della scuola media D'OvidioNicolardi, nel quartiere Arenella da una banda di bulli coetanei alla ricerca dei  soldi che avrebbe potuto avere in tasca. Il giovane  si è fatto ricoverare in ospedale al Santobono  solo dopo alcune ore dall'aggressione e dopo essere tornato a casa e raccontato tutto alla mamma. I medici gli hanno diagnosticato una prognosi di cinque giorni di guarigione. L'episodio, come riporta Il Mattino, sarebbe avvenuto martedì alle 10, orario in cui il dodicenne si era allontanato dalla classe per andare in bagno. In una  relazione stilata dai genitori del ragazzo e consegnata alla direzione dell'istituto si legge: "Nostro figlio veniva aggredito con inaudita violenza e perquisito nelle tasche alla ricerca di soldi da tre ragazzi all'interno dei bagni.Nell'uscire dal bagno veniva colpito alle spalle da un pugno all'altezza del tratto cervicale e in seguito al dolore si è accasciato sul pavimento, tre soggetti che hanno continuato con violenza a infierire con percosse in più parti del corpo fino a quando sono passati alle perquisizioni per controllare se avesse soldi nelle tasche". Nella relazione è scritto anche che al momento dei fatti sul piano non era presente personale scolastico.
Il ragazzino, che frequenta la seconda media e non ha mai avuto problemi a scuola, ha spiegato di non essere riuscito a guardare in faccia i suoi aggressori, mentre cercava di rannicchiarsi a terra per parare i colpi, ma si è detto sicuro che fossero in tre. Tra la paura e la confusione di quegli attimi, il 12enne ricorda che i bulli ridevano e lo schernivano. Nel documento, consegnato a Valeria Tripepi, dirigente della scuola, è riportato anche che il minore, una volta tornato in classe, non ha riferito alcunché dell'accaduto all'insegnante che si era accorta che qualcosa non andava. La preside  dopo aver ascoltato i genitori ha indetto una riunione straordinaria in programma per martedì con i vari comparti dell'istituto, inclusi i genitori e i rappresentanti di classe, e ha avviato un'indagine interna.

Clamorosa assoluzione in Cassazione del boss Paride De Rosa

Nella tarda serata di ieri, la Suprema Corte di cassazione – I sezione penale – presieduta dal Dott. Rocchi e che ha visto come relatore del processo il dott. Barone, ha messo la parola fine ed il sigillo ad una importante vicenda giudiziaria che ha visto innegabilmente uscire vincente la difesa.
In data 07.01.15 De Rosa Paride era stato condannato all’ergastolo in primo grado dalla Corte di assise di Napoli, presieduta dal dott. Pentagallo, per due omicidi, commessi a Qualiano, a distanza di un mese l’uno dall’altro: l’omicidio di Russo Pasquale detto ‘o cartunaro, avvenuto il 9 novembre 2006 e l’omicidio di Alderio Armando detto ‘o scarpariello, avvenuto il 1 dicembre 2006.
I due omicidi si inquadravano nella faida tra il clan D’Alterio/ Pianese ed il clan De Rosa, scatenata dalla uccisione di Pianese Nicola ‘o mussuto, storico capoclan sin dagli anni 90 e persona alla quale De Rosa Paride era molto legato.
Pesantissime e schiaccianti apparivano le prove a carico di De Rosa Paride.
Il boss era raggiunto dalle accuse di ben nove pentiti: Pianese Ciro, D’Alterio Bruno, Guadagno Vito, Chianese Giovanni, D’Alterio Michele, Solmonte Rosario, Cappiello Ciro, D’Arbitrio Salvatore, Di Mare Vincenzo.
Tutti i pentiti erano concordi nell’affermare che “Pariduccio” fosse stato mandante ed esecutore dell’omicidio di Russo Pasquale, crivellato di colpi in una centralissima via di Qualiano il 9 novembre del 2006.
Gli stessi pentiti avevano altresì dichiarato che De Rosa fosse stato il mandante dell’omicidio di Alderio Armando, verificatosi a solo un mese di distanza nella stessa cittadina.
Il giudizio di primo grado decretò la attendibilità dei collaboratori alla luce delle altre numerose prove a carico del De Rosa: videoriprese delle telecamere di sorveglianza che inquadravano i killers, sequestro di armi, intercettazioni, dichiarazioni rese dai testimoni oculari, sequestro dei mezzi utilizzati per la commissione degli omicidi, tra cui l’ambulanza utilizzata per eseguire l’omicidio di Russo Pasquale.
Durante l’intero processo di primo grado si verificarono forti scontri dialettici tra il difensore di De Rosa, l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, con i Giudici della Corte di Assise durante l’esame in aula dei pentiti.
Anche in secondo grado i toni furono accesi. Infatti, l’ arringa del difensore di De Rosa Paride, durata quattro ore, fu persino interrotta dal Presidente della Corte di assise di appello, su richiesta del Procuratore Generale dott. Antonio Ricci, per aver l’avvocato Vannetiello usato toni troppo forti nei confronti dei collaboratori di giustizia.
Dopo una lunga camera di consiglio, la Corte di Assise di Appello, I sezione penale, presidente dott. ssa Maria Monaco con a latere il dott. Pasquale Santaniello, con sentenza emessa in data 16.09.16 assolse De Rosa Paride sia dall’omicidio di Russo Pasquale che da quello di D’Alterio Armando nonchè Giacomelli da quello commesso ai danni di Russo Pasquale.
Successo della difesa senza precedenti : mai dai giudici napoletani ben nove pentiti non erano stati ritenuti sufficienti per condannare una persona.
Tale decisione che fece molto scalpore nell’ambiente giudiziario.
Molti i “cavilli” e le questioni giuridiche sulle quali l’avvocato Vannetiello puntò con successo come condiviso nella approfondita sentenza di secondo grado di cui fu estensore il giudice Santaniello.
Fu assolto in secondo grado anche Giacomelli Massimo, difeso dall’avv. Beatrice Salegna, anch’egli condannato in primo grado all’ergastolo, accusato di aver aiutato De Rosa nella esecuzione di uno dei due omicidi, quello commesso ai danni di Russo Pasquale.
Viceversa, batosta per i due pentiti a vario titolo coimputati nell’ambito del medesimo procedimento che si videro confermare le condanne inflitte in primo grado : D’Alterio Bruno anni 30, Guadagno Vito anni 16 .
Dopo la inaspettata riforma della sentenza di condanna, fu proposto un dettagliato ricorso per cassazione proposto dal Procuratore Generale presso la Corte di appello di Napoli, dott. Antonio Ricci, a sua volta contrastato da una diffusa memoria di replica a firma dell’avvocato Dario Vannetiello con la quale la difesa evidenziava alcune lacune del pur consistente ricorso del Procuratore e ne invocava la inammissibilità o il rigetto.
Vi era molta attesa per la definitiva decisione sulla vicenda.
Dopo la relazione sui fatti di causa da parte del consigliere Dott. Barone, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, dott. Piero Gaeta, con un penetrante intervento ha sostenuto con determinazione e notevoli capacità dialettiche che De Rosa Paride meritava la condanna a vita, mentre ha chiesto di mandare definitivamente assolto Giacomelli Massimo.
Alla luce delle conclusioni dell’autorevole Procuratore, il compito più delicato e sensibile è spettato al difensore del boss De Rosa il quale, grazie alle ragioni ragioni giuridiche sapientemente sviluppate anche con atto scritto, è riuscito a prevalere sulle ragioni dell’ accusa .
Cosi è stata irrevocabilmente sancita la cancellazione degli ergastoli inflitti a De Rosa e Giacomelli.
Nonostante il grande risultato ottenuto dal boss De Rosa, costui non ha potuto lasciare il carcere in quanto rimane detenuto per associazione camorristica, armi e ed estorsione, ma da ieri può sperare di ritornare in libertà ed il suo difensore è già al lavoro per studiare le prossime mosse nel difficile scacchiere costellato dalle inchieste che hanno raggiunto nel corso del tempo l’inossidabile boss di Qualiano .
La storia giudiziaria del boss di Qualiano “Pariduccio” non è ancora finita ed è ancora da scrivere.
La speranza di tornare in libertà del capoclan De Rosa ormai può essere coltivata, nonostante l’iniziale e pesantissimo quadro giudiziario nei suoi confronti, il quale lasciava prevedere che avrebbe finito i suoi giorni nelle patrie galere.

Superenalotto: nessun 6 ne 5+, il Jackpot sale a 95 milioni e 400 mila euro

0

Anche per questo quindicesimo concorso del 2018 del Superenalotto nessun 6 ne 5+ e il Jackpot sale a 95 milioni e 400 mila euro. Queste sono le combinazioni vincenti di Superenalotto e SuperStar di oggi: 1,8,19,28,34,87 Numero Jolly: 43 Numero SuperStar: 11 .

Queste le quote del Concorso Superenalotto/SuperStar n.15 di oggi:

Superenalotto Punti 6: NESSUNO

Punti 5+: NESSUNO

Punti 5: 13 totalizzano Euro: 17.318,60

Punti 4: 1.369 totalizzano Euro: 173,60

Punti 3: 44.800 totalizzano Euro: 15,59

Punti 2: 558.166 totalizzano Euro: 5,00

SUPERSTAR

Punti 6SB: NESSUNO

Punti 5+SB: NESSUNO

Punti 5SS: NESSUNO

Punti 4SS: 7 totalizzano Euro: 17.360,00

Punti 3SS: 298 totalizzano Euro: 1.559,00

Punti 2SS: 3.394 totalizzano Euro: 100,00

Punti 1SS: 18.797 totalizzano Euro: 10,00

Punti 0SS: 34.160 totalizzano Euro: 5,00

Vincite Immediate: 16.271 totalizzano Euro: 406.775,00

Montepremi disponibile per il prossimo 6 Euro: 95.400.000,00

Zi' Carmelina festeggia i 108 anni: 'Il segreto? Vergine fino ad oggi'

E' festa a Casola, il piccolo paese sui Monti Lattari. Ha compiuto oggi 108 anni Carmelina Ruocco. Vive a Casola di Napoli, un piccolo comune dei monti Lattari, dove vivono le anziane piu' longeve della Campania. Maria Cuomo, infatti, ha gia' spento 106 candeline e Carmelina Ruocco, per tutta la comunita' di Casola zi' Carmelina, e' pertanto una signorina da record. Chi la conosce la ricorda da sempre che guidava il rosario in chiesa. Coccolata e assistita dai volontari e dai vicini, zi' Carmelina non si e' mai sposata ne' ha avuto fidanzati. L'elisir di lunga vita? "Vergine fino a 108 anni" dice a tutti.

Napoli, il filosofo Alberti: 'Gomorra sia denuncia e non modello'

"Gomorra va benissimo come denuncia ma malissimo quando diventa modello da emulare". Lo ha detto il filosofo Vittorio Alberti, autore del libro "Pane Sporco", intervenendo oggi a Napoli alla Giornata del dialogo per la legalita' nella scuola intitolata ad Attilio Romano', un giovane vittima innocente della camorra. L'istituto che ha ospitato l'incontro segna il confine tra il rione di Miano e quello di Scampia dove, e' stato detto nel corso della Giornata, "c'e' tanta gente perbene, la stragrande maggioranza, che vive onestamente". "Bisogna chiedersi - secondo Alberti - qual e' e da dove deve venire il modello da contrapporre al Genny di Gomorra?".

Napoli, ubriachi aggrediscono tassista che li aveva portati a casa: denunciati 4 giovanissimi

Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Vicaria, con una intensissima e rapida attività investigativa, individuano e denunciano, in tempo record, quattro giovani, di cui uno minorenne, responsabili di tentata estorsione , tentata rapina e lesioni in danno di un tassista. Alle prime ore del giorno di questa mattina, un tassista fermo nel traffico nei pressi di una discoteca di via Coroglio, si ritrova in auto 4 giovani, tra i 19 ed i 20 anni che gli chiedono di portarli in via Padre Ludovico da Casoria e che avrebbero dato 25 euro. Non appena saliti i quattro giovani hanno cominciato a schernire ed infastidire il tassista, fumando e tenendo le porte aperte. A nulla sono valsi i tentativi di ricondurli all’ordine, anzi i quattro hanno cominciato a malmenare, con schiaffi e calci il malcapitato, minacciandolo in maniera estremamente violenta anche di morte; erano palesemente ubriachi ma anche molto violenti, e gli anno anche rovesciato sulla testa un bicchier con una bevanda che uno di loro ancora aveva nelle mani.

Giunti nei pressi via Padre Ludovico di Casoria, gli hanno intimato di fermarsi.Durante la corsa il giovane seduto accanto al tassista che aveva più volte tentato di mettergli le mani in tasca, prima di scendere, tenta di sottrargli lo zaino che l’uomo aveva tra i sedili, l’uomo però riesce a strappare lo zaino ed a scappare con le portiere aperte mentre i quattro malviventi si sono dispersi nella zona.Per ricevere le cure necessarie atteso che gli sanguinava il naso ed il labbro, il tassista raggiunge il vicino ospedale Loreto Mare e denuncia l’accaduto alla Polizia di Stato.Nell’auto del tassista, ispezionata per la ricerca di indizi idonei alla identificazione dei quattro giovani, i poliziotti trovano un cellulare lasciato da uno di essi e da questo parte un’attività investigativa che ha concesso di individuare l’intestatario del telefono, e subito dopo anche gli altri componenti del gruppo, riconosciuti dal tassista senza ombra di dubbio.

Elezioni, Della Monica (LEU): “Non lasceremo nessuno indietro. Faccio politica per passione, qui perché ci crediamo”

Castellammare di Stabia. Apertura ufficiale della campagna elettorale anche per il gruppo stabiese Liberi Uguali che, quest’oggi, si è riunito nella sede di Via Gesù alla presenza della stabiese Laura della Monica giovane 25enne candidata nel collegio uninominale alla Camera dei Deputati e di altri candidati di Liberi e Uguali alle elezioni politiche.
“Sono felice di rappresentarvi. Siamo tutti protagonisti in questa campagna elettorale. Ricostruire il paese e la sinistra partendo dall’apertura delle sedi - Afferma Laura della Monica - Essere qui con voi, aprire questa sede significa dire che ci siamo, dirlo ai bambini. Ai molti e non ai pochi senza lasciare indietro nessuno. Il presidente Grasso con un’area paterna ieri mi ha stretto le mani dicendo di coinvolgere i giovani perché la politica è nostra. Mi rivolgerò a tutti i giovani che pagano lo scotto di politiche sbagliate”. Provocando odio verso le Istituzioni. Gireremo il collegio in lungo e largo senza lasciare nessuno indietro. Facciamo politica perché ci crediamo perché vogliamo cambiare le cose e questo è stato il motivo per il quale ho accettato la candidatura. Basta parlare di voto utile, di voto in termini numerici. Esiste il voto quello che esercitiamo nella cabina quello che ti rappresenta e io sono onorata di rappresentare voi”.
“Oggi i partiti sono un luogo di promozione personale dove non si discute più - dice Arturo Scotto - Questo clima di odio che è stato alimentato da anni è il segno di un dramma politico che vive questo paese. Ci vuole una nuova politica economica che parli di lavoro di welfare. Si ripristini la giusta causa dell’articolo 18. Una sinistra di governo riformista si pone l’obiettivo di rimodernare la Pubblica Amministrazione, mobilitando i nostri giovani laureati.Rifare lo stato reinvestendo anche sulla sanità. Dobbiamo scommettere più sull’autonomia locale ma il servizio sanitario deve essere nazionale e pubblico. Costruiamo un patto per la lotta alla corruzione tutti insieme. Dobbiamo fare tutto questo con la consapevolezza che è un percorso in salita”.

Nicola Cosentino torna in libertà dopo 4 anni

Nicola Cosentino: ex sottosegretario in liberta' dopo 4 anni. Accolta l'istanza della difesa. Resta solo l'obbligo di presentazione alla polizia.Torna in liberta' Nicola Cosentino, l'ex sottosegretario all'Economia del Governo Berlusconi nonche' coordinatore regionale campano di Forza Italia. Cosentino, originario di Casal di Principe in provincia di Caserta, ha trascorso gli ultimi quattro anni in regime di carcerazione preventiva e ai domiciliari. La decisione e' stata presa su istanza della difesa di Cosentino (avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro) dalla sesta sezione della Corte d'Appello di Napoli. Resta a carico dell'ex sottosegretario l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Cosentino e' stato condannato in quattro differenti processi. Nel piu' importante di questi gli e' stata inflitta una pena di nove anni per il reato di concorso esterno in associazione camorristica, confermando l'ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che riteneva Cosentino il referente politico nazionale del clan dei Casalesi.

"Prendiamo atto con soddisfazione di questa decisione che fa giustizia di una situazione forse unica; da nessuna parte un imputato non ancora condannato definitivamente ha trascorso oltre quattro anni di fila tra carcere e domiciliari". Cosi' Agostino De Caro, legale dell'ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino insieme a Stefano Montone. "La decisione sul titolo cautelare - prosegue De Caro - arriva forse un po' tardi, quattro anni sono tanti, ma meglio tardi che mai. Resta la circostanza che Cosentino ha affrontato la privazione della liberta' con grande signorilita' e correttezza, senza mai lamentarsi, fornendo un comportamento processuale sempre rispettoso delle parti. Ora continueremo a difenderci nei vari processi d'Appello che ci attendono (Eco4, Carburanti e il processo noto come "Il Principe", ndr).

Napoli, il dg del Cardarelli: 'Nessuna chiusura del reparto Terapia del dolore'

Nessuna chiusura del reparto di terapia del dolore dell'ospedale Cardarelli di NAPOLI. E' quanto assicura la Direzione strategica dell'ospedale, guidata da Ciro Verdoliva. Nulla e' cambiato, fanno sapere con una nota, rispetto alle decisioni gia' assunte. L'attivita' ambulatoriale di Terapia del dolore prosegue regolarmente, garantendo assistenza e cure a tutti gli utenti del Cardarelli. Allo stesso modo, restano attivi i posti letto destinati ai degenti per i quali sono richieste Cure palliative, posti che, in accordo con il governo regionale, resteranno attivi sino a quando non avverra' una piena presa in carico del territorio. "Con il pieno sostegno del governatore Vincenzo De Luca - dice Verdoliva - proseguiamo responsabilmente nel garantire cure fondamentali per il sollievo di pazienti. Lo facciamo mettendo in campo grandissime professionalita' ed esperienze, prima fra tutte quella del professor Vincenzo Montrone. Mai il Cardarelli chiudera' le porte ai cittadini/pazienti. Questo e' il nostro dovere". Nel quadro della riorganizzazione della rete ospedaliera, le cure palliative saranno garantite in maniera appropriata da strutture specializzate inserite nella rete regionale della terapia del dolore e nella istituenda rete oncologica, cosi' da offrire il massimo supporto possibile a chi, purtroppo, non ha la prospettiva di una guarigione. In nessun caso i posti letto attualmente disponibili al Cardarelli per le cure palliative saranno dismessi prima che questa alternativa sia completata e pienamente efficiente.

A Benevento arriva Sagna, ma domani non gioca

0

Alla vigilia del derby campano con il Napoli il Benevento inserisce un altro tassello nella propria rosa: e' di oggi l'accordo con l'esperto difensore francese Bacary Sagna, ex Arsenal e Manchester City e colonna dei Blues di Francia vicecampioni d'Europa nel 2016, pescato tra gli svincolati. Il difensore francese, di origini senegalesi, ha firmato un contratto che lo lega al club giallorosso fino al prossimo 30 giugno con opzione per il prolungamento fino al 30 giugno 2019. Il neo giallorosso, 35 anni tra qualche giorno, non sara' della partita domani sera, ma altri neo acquisti sono pronti a debuttare proprio nel testa-coda con il Napoli. Tra i pali spazio a Puggioni, proveniente dalla Sampdoria e al debutto assoluto in giallorosso. Nella linea difensiva, quasi certamente a tre, dovrebbe esordire Alin Tosca (rumeno ex Betis Siviglia) accanto al recuperato Costa e a Djimsiti. Ha recuperato da qualche fastidio fisico Cataldi che dovrebbe essere regolarmente in campo ed e' probabile l'esordio dal primo minuto del brasiliano Sandro accanto a Memushaj con Djuricic a sinistra. In attacco l'unica punta Coda sara' supportata da Guilherme a destra e D'Alessandro a sinistra. Un migliaio i biglietti - tra tribuna e distinti - ancora a disposizione.

Napoli a Benevento per tenere a distanza la Juve

Assorbito lo stress da calciomercato, il Napoli, con due giocatori in meno in rosa (Maksimovic e Giaccherini) e con un nuovo innesto (Machach) riprende la marcia in campionato affrontando domani sera in posticipo fuori casa il Benevento in un inedito derby campano. Probabilmente Sarri, se avesse potuto, avrebbe fatto a meno di vivere, sia pure dalla sua posizione defilata, i colpi di scena continui provenienti dal mercato. L'allenatore dei partenopei, si sa, preferisce il lavoro, la concentrazione, la preparazione tattica della gara e tutto quello che puo' turbare il suo modo di vivere il calcio gli e' sicuramente sgradito. Non e' un caso che oggi Sarri abbia evitato di affrontare una conferenza stampa che sarebbe stata per lui scomoda sotto diversi aspetti, non ultimo quello delle dichiarazioni fatte da De Laurentiis sul suo conto e sulla possibilita' che qualche societa' sia disposta a 'liberarlo' dal Napoli, versando la clausola rescissoria di 8 milioni di euro. Lo stesso presidente ha anche parlato di un incontro che a breve ci dovrebbe essere tra lui e il tecnico per verificare se ci siano le possibilita' di prolungare e rinsaldare il rapporto, aumentando adeguatamente lo stipendio dell'allenatore ed eliminando dal contratto la clausola rescissoria. Se ne parlera' nei prossimi giorni. Ora c'e' la necessita' assoluta per Sarri e per la squadra di superare l'ostacolo Benevento. I 50 punti di differenza in classifica tra la prima e l'ultima non rendono la vita serena ai napoletani. Il colpo di coda dei sanniti potrebbe essere dietro l'angolo. Il Napoli al 'Ciro Vigorito' trovera' un ambiente incandescente con lo stadio esaurito da 18 mila tifosi giallorossi. E poi c'e' l'incognita calciomercato che nel caso del Benevento non e' stato caratterizzato da colpi di scena, contratti stracciati, promesse non mantenute e polemiche, come e' accaduto per il Napoli, bensi' da una raffica di acquisti con i quali il presidente Vigorito ha tentato di dare una scossa decisiva per puntare al miracolo della salvezza, che oggi appare quanto meno difficile da raggiungere. La squadra di De Zerbi potrebbe cosi' presentarsi in campo con nove giocatori diversi rispetto a quelli utilizzati nella gara d'andata. Una specie di record che riempie di incognite il match. Il Napoli giochera' con la squadra titolare. Rientra Albiol, assente con il Bologna per un problema muscolare, mentre non e' stato convocato Ounas, reduce da un attacco influenzale. Per la prima vota Sarri ha convocato anche il giovane Machach (l'unico acquisto nel mercato di gennaio). Non si sa se l'abbia fatto per la carenza di uomini da portare in panchina o piuttosto perche' il francese lo ha ben impressionato nelle due settimane in cui si e' allenato con il nuovi compagni di squadra. Indipendentemente da andra' in campo, comunque, l'importante per il Napoli e' mantenere la testa della classifica. Il duello con la Juventus si fa sempre piu' incandescente e non e' consentita la minima distrazione.

Palma Campania, foto hot della ragazzina sui social, il sindaco: 'Questa piaga va fermata'

Palma Campania. Solidarietà da parte del sindaco di Palma Campania, Vincenzo Carbone, per la famiglia della ragazzina di quattordici anni indotta dal proprio ragazzo maggiorenne ad inviargli video e foto erotici, con la minaccia di lasciarla e inviare il materiale già in suo possesso ad altre persone.
"Siamo di fronte ad una vera e propria piaga - commenta il sindaco, anche candidato al Senato per Forza Italia - con un'escalation di episodi simili sul web che deve essere fermata e non solo con i mezzi giuridici a disposizione. C'è bisogno di intervenire anche dal punto di vista sociale, educando i giovani a non usare il web e i mezzi tecnologici per fatti delittuosi. Per questo risulta fondamentale l'apporto della famiglia e della scuola, che devono far capire ai giovani che queste cose non devono accadere non solo perché si va incontro a conseguenze penali, ma anche perché sono moralmente insane".
Commenta all'Ansa l'accaduto di Palma Campania, anche don Maurizio Patriciello, parroco nel Parco Verde di Caivano: "Per troppi anni abbiamo fatto finta che il problema non ci fosse, non abbiano dato gli strumenti ai nostri ragazzi affinché si potessero difendere, affinché potessero avere gli strumenti per vivere una sessualità in un contesto più ampio e di rispetto. Il resto lo dobbiamo a internet che contribuisce a rendere il sesso esplicito, una cosa normale".
"I nostri ragazzi - aggiunge il prete che ha portato alla luce lo scempio della "Terra dei Fuochi" - spesso non partono dal primo bacio, dal primo appuntamento, dalle emozioni che scaturiscono da un approccio tradizionale ma da avvicinamenti violenti già solo nel linguaggio. Ma noi adulti cosa abbiamo fatto? Che modelli abbiamo loro fatto vedere? Abbiamo mostrato loro l'amore per il quale vale la pena di vivere e di morire o, piuttosto, famiglie disgregate, disunite, con assenza di valori forti? Certo, questi ragazzi fanno spavento.", continua don Maurizio ampliando il discorso e citando casi come quello della professoressa sfregiata. "Occorre saper gestire bene il patrimonio di questi adolescenti, impegnarsi per dare una svolta ad un mondo che va alla deriva".
"Con i nostri bambini, i nostri ragazzi dobbiamo recuperare molto, dobbiamo uscire da questa ubriacatura che ci ha fatto perdere di vista ciò che conta veramente. Educare è un'arte, occorre ricordarlo e applicare questa indicazione. Non ho ricette miracolose, ma di certo serve un'alleanza tra la famiglia - che abbiamo contribuito a distruggere in questi decenni - la scuola, la società civile, la Chiesa. Nessuno si chiami fuori"- conclude don Maurizio.

Torre del Greco, pusher riceveva i clienti a casa: arrestato

Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Torre del Greco, questa mattina hanno arrestato Palomba Gennaro 43 enne torrese, pregiudicato, responsabile di spaccio di sostanza stupefacente.Una intensa attività info‑investigativa, tesa a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente conduceva i poliziotti presso l’abitazione dell’arrestato, dove potevano notare un avvicendarsi di persone non residenti nella zona.Un appostamento effettuato in maniera mirata ha concesso agli agenti di notare un giovane confabulare con il Palomba sull’uscio di casa sua , di entrare per un breve tempo in casa e consegnare all’avventore, della sostanza marrone ricevendo in cambio delle banconote arrotolate.L’acquirente veniva così fermato e trovato in possesso di quasi 25 grammi di sostanza marrone, risultata al narco test Hashish, che ha immediatamente dichiarato di aver acquistato dal Palomba.Il controllo effettuato presso l’abitazione del “venditore” ha consentito di ritrovare un coltello con lama annerita,una busta per alimenti con all’interno bustine di cellophane e residui di hashish e la somma dii 200,00 euro.Il P.M. di turno della Procura della Repubblica preso il Tribunale di Torre Annunziata ha disposto il regime degli arresti domiciliari per il Palomba in attesa del giudizio con rito per direttissima previsto per il 5 febbraio e al denuncia in stato di libertà per l’avventore.

Incapace di intendere e volere: prosciolto l'ex reggente della Vicaria

E' uscito defintivamente dal processo perché incapace  di intendere e di volere nonostate più di un pentito nel corso degli anni lo abbia accusato di essere un "mago della simulazione" ma soprattutto unio dei più abili narcotrafficanti al servizio del clan Giuliano di Forcella sul finire degli anni Novanta. Antonio mazziotti dopo 11 anni dal suo arresto esce definitivamente dall'inchiesta Piazza Pulita che nel 2007 porto incarcere circa duecento persone tra i clan Giuliano e Mazzarella per il traffico di droga e le estorsioni che si consumavano  Forcella, alla Maddalena e a Piazza Mercato. In carcere finitono i vertici di tutte le famiglie mavitose che orbitavano attorno ai due clan compresi Maranna Giuliano, figlia di Luigi 'o re che nel frattempo era diventato pentito. Ma anche i congiunti di Genny a' carogna e tanti altri e tra questi anche Antonio Mazziotti, considerato all'epoca il reggente della Vicaria. E ora a 11 anni di sistanza, come ricorda Il Roma, grazie alle battaglie dei suoi avvocati Antonio Abet e Francesco De Pasquale,  si è  riusciti a dimo­strare l’infermità mentale di Mazziotti. Già nel primo procedimento una perizia di parte aveva confer­mato che l’imputato non era capace di intendere e vole­re e che durante la pregressa esperienza carceraria le sue condizioni psichiche erano sì parzialmente migliorate, ma solo per via dei trattamenti medici ai quali era stato sottoposto. In quella circostanza Mazziotti riuscì dunque a ottenere lo stralcio del procedimento. .

Ad is loading…
Ad is loading…