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Eboli, condannato a 7 anni di carcere l'allenatore che violentava le giovani calciatrici

Eboli. E' stato condannato a 7 anni  e mezzo di carcere  Gennaro Russo, l'allenatore accusato di violenza sessuale ai danni di alcune calciatrici ad Eboli. La sentenza emessa, ieri pomeriggio in secondo grado, dai giudici della Corte di appello di Salerno ha ridotto di un anno e sei mesi la condanna rispetto alla sentenza di primo grado emessa lo scorso anno.
I giudici di secondo grado Palumbo, Rulli e Clemente, hanno confermato l'impianto accusatorio procedendo ad una rivalutazione della pena un po' più bassa rispetto al primo processo.
Gli episodi contestati all'uomo di cinquantasei anni, originario di Napoli e residente ad Agropoli, ausiliario di cancelleria presso la sede distaccata di Eboli del Tribunale, risalirebbero al 2012 fino a maggio 2013: approcci, carezze spinte, fino ad arrivare ad un rapporto sessuale consumato con un'allieva che il mister aveva accompagnato a casa. Fu la denuncia di questa ragazza a fare aprire le indagini e, dopo, arrivarono anche le conferme da parte di altre ragazze. Ad incastrare l'uomo sarebbero state anche due conversazioni registrate in cui Russo ammetteva di aver avuto con una delle calciatrici un rapporto sessuale. Nella conversazione la minore manifestava al mister il timore di essere rimasta incinta e lui si limitava a dubitare che potesse aver provocato una gravidanza confermando di fatto, secondo le accuse che hanno retto nel primo e secondo grado di giudizio, il rapporto sessuale.
Registrazione che avrebbe avvalorato il racconto dell'adolescente secondo cui, a maggio 2013, l'allenatore le aveva offerto un passaggio a casa ed approfittando di quell'occasione l'aveva condotta in una zona isolata dell'area industriale di Eboli e consumato il rapporto sessuale. E quando si confidò con le compagne di squadra, venne alla luce che altre due, quindici e sedici anni, avevano subito in più occasioni palpeggiamenti ed atti osceni in seguito denunciati. Si attende il deposito delle motivazioni.

Armati di manganello si aggiravano nella stazione Circum: fermati tre minori

Armati di manganello si aggrivano nella stazione della Circum ma sono stati scoperti dalla polizia e bloccati. Continuano incessanti i controlli della Polizia di Stato nell’ambito del progetto “Sicurezza per i giovani”, volto alla prevenzione e controllo del fenomeno della violenza giovanile. Stamane gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Giovanni – Barra, durante il servizio di prevenzione e repressione dei reati in genere e di controllo del territorio, hanno effettuato un giro presso la stazione della Circumvesuviana di via comunale delle Murelle, dove hanno notato tre ragazzi che confabulavano tra loro, sulla banchina della stazione. All’arrivo dei poliziotti i tre hanno immediatamente taciuto ed assunto un atteggiamento guardingo. Tale circostanza ha ulteriormente insospettito gli agenti che si avvicinavano ai ragazzi per controllarli perché avevano notato uno strano rigonfiamento del giubbino indossato da uno dei tre sul lato sinistro. I giovani, tre 15enni di Somma Vesuviana, sono stati identificati e non hanno dato alcuna spiegazione circa la loro presenza nella stazione.I poliziotti hanno proceduto ad un controllo sulla persona che è risultato negativo per due di loro ma, per il terzo, colui che indossava il giubbino con il rigonfiamento , nella tasca interna dello stesso, hanno trovato addirittura un manganello telescopico nero, di circa 50 cm., con anima in ferro. Il ragazzo dichiarava di portare con se quello strumento per difendersi da eventuali attacchi di baby gang. I minorenni sono stati accompagnati in ufficio e dopo aver notiziato il P.M. della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, venivano contatti i genitori ed ad essi venivano affidati. Il giovane trovato in possesso del manganello, che è stato sottoposto a sequestro e posto a disposizione dell’autorità Giudiziaria, è stato denunciato in stato di libertà per il reato di porto abusivo di armi ed affidato al padre. Ora continuano le indagini epr capire se quella di stamane era la prima volta che i tre ragazzi erano arrivati a spingersi fino a Napoli e con quali intenzioni, soprattutto alla luce del fatto che fossero armati del manganello.

Rivellini: "Nei nostri siti archeologici lavorano 10mila extracomunitari che il Pd ha preferito ai giovani laureati italiani"

«È una vergogna, mentre il Consiglio di Stato stoppa i direttori stranieri nei musei, nei nostri siti lavorano 10mila extracomunitari che il Pd ha preferito ai giovani laureati italiani». È quanto afferma, in una nota, Enzo Rivellini, candidato al Senato nel collegio uninominale Torre-Castellamare per la coalizione di centrodestra.
«Dopo un lungo balletto fatto di 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato – spiega l’ex parlamentare - i giudici amministrativi rimettono la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Ma quest’ennesima capriola giudiziaria sembra una beffa per tutti i ragazzi italiani, laureati, specializzati, ma disoccupati, che si sono visti scavalcati dal Pd di Minniti e da qualche altro demagogo di sinistra». «Invece di dare lavoro ai nostri ragazzi che hanno fatto tanti sacrifici, hanno titoli accademici, ma restano a casa per colpa di politiche buoniste e disastrose – attacca Rivellini - il Partito democratico ha pensato bene di piazzare nei nostri siti museali e archeologici 10mila extracomunitari. Per pagare i loro stipendi, il Pd ha investito trenta milioni di euro che sono stati “scippati” dal fondo per il Sud, e cioè proprio da quel fondo che dovrebbe servire al rilancio occupazionale del Meridione». «Nel mio collegio elettorale – spiega il candidato del centrodestra di Fratelli d’Italia - ci sono siti archeologici e musei di straordinaria importanza come quelli di Pompei, Ercolano e Boscoreale, luoghi dove c’è una un altissimo tasso di disoccupazione giovanile fra i laureati. Eppure la “sinistra al caviale” fa demagogia sulla pelle dei nostri figli e assume 10000 extracomunitari. È una scelta che suscita indignazione e rabbia. Basta prendere in giro i nostri figli che sono costretti a espatriare a caccia di un lavoro: solo nel Torrese sono andati via mille ragazzi laureati! Nulla contro gli extracomunitari ma #PRIMA I NOSTRI FIGLI. E poi gli altri».

Ferrara, Juve Stabia: 'Contro la Paganese per il riscatto'

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Il co allenatore della Juve Stabia, Ciro Ferrara ha anticipato i temi del derby di domani pomeriggio al Menti di Castellammare contro la Paganese:” Noi cerchiamo riscatto soprattutto dal punto di vista del gioco, che non si è visto a Trapani, ma abbiamo lavorato bene in questa settimana. Non volevamo stravolgere la rosa ma le partenze di Lisi e Morero dovevano essere rimpiazzate. Abbiamo comprato ottimi giocatori sulla carta. Il derby è molto sentito, la Paganese verrà qui per continuare il loro percorso positivo, specialmente delle ultime giornate. Ancora non abbiamo visto le condizioni fisiche, vedremo oggi chi è disponibile e chi meno. Melara non è ancora in buone condizioni, lavoreremo per portarlo in forma. Io e Fabio (Caserta, ndr) ci aspettiamo la solita Juve Stabia, c’è rammarico per domenica scorsa, la squadra non ha giocato come nelle sue corde, nonostante il Trapani fosse un avversario forte. Ci manca qualche punto perché abbiamo una partita in meno rispetto alle altre, penso che ci saranno tifosi domani, siamo a metà classifica, vedremo alla fine dove saremo. Sappiamo che la Paganese ha fatto degli innesti importanti, conosco il loro allenatore molto bene, studia molto gli avversari, cercherà di sgambettarci. Non decidiamo adesso il modulo, più tardi vedremo chi avremo a disposizione e ci regoleremo di conseguenza”.

Ivano Cotticelli

Perseguitava una giovane imprenditrice di Battipaglia, stalker finisce ai domiciliari

Battipaglia. Invaghito di una donna l'ha perseguitata per mesi, nonostante il divieto di avvicinamento impostogli dal giudice. E' finito agli arresti domiciliari per stalking. Michele Alfano, 37 anni di Pontecagnano, è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione che hanno notificato all'uomo un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Salerno. I Carabinieri, alle dipendenze della Compagnia di Battipaglia retta dal maggiore Erich Fasolino, hanno riscontrato una serie di violazioni commesse dall’uomo al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, notificatogli il 28 giugno 2017 a seguito di una serie di atti persecutori commessi tra agosto del 2014 ed accentuatisi fra il 2016 ed il 2017. Vittima di Alfano una nota imprenditrice, 32enne, di Pontecagnano, della quale si era invano infatuato. Oltre pedinare la donna per strada ed attenderla sui luoghi di lavoro, il 37enne ha danneggiato sia l'auto della vittima, ammaccando il cofano anteriore, che quella del padre, rigando le fiancate e bucando le ruote. Le ritorsioni arrivavano dopo aver visto la sua 'amata' in compagnia del fidanzato oppure, mosso da ingiustificata gelosia, quando la vedeva parlare al telefono. Per mesi la 32enne è vissuta nel terrore di incontrare quello spasimante impazzito e questo l'aveva indotta a cambiare le proprie abitudini di vita. Dopo numerose violazioni al divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, Michele Alfano è finito agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Pontecagnano.

Cantieri Viviani, 'Materia prima' a Castellammare

"Cantieri Viviani" porte aperte: lunedi' prossimo, 5 febbraio, alle 19, nel Teatro Karol di Castellammare di Stabia, andra' in scena "Materia Prima - rumori e suoni di Raffaele Viviani" per la regia di Pino Carbone. Lo spettacolo conclude la prima parte del laboratorio "Dalla vita alle scene di Raffaele Viviani" condotto da Pino Carbone e coordinato da Claudio Di Palma e da' inizio alla nuova stagione. L'attivita' e' stata realizzata, a partire da novembre scorso, nell'ambito del progetto speciale dedicato al drammaturgo stabiese (nato 130 anni fa) promosso e sostenuto dalla Regione Campania e diretto da Giulio Baffi per l'organizzazione della Fondazione Campania dei Festival in collaborazione con il Comune di Castellammare di Stabia e l'Ente Teatro Cronaca - Vesuvioteatro. "Ci siamo concentrati - sottolinea Pino Carbone che ha diretto un nutrito cast - su un lavoro di scavo, tra le parole, i suoni, i rumori, le atmosfere del vastissimo repertorio drammaturgico, poetico e musicale di Raffaele Viviani. Uno scavo che abbiamo realizzato non in una ricca e profonda miniera ma per strada, quella strada protagonista di ogni suo verso, cosi' da estrarne la nostra "materia", fase iniziale e fondamentale di un processo artistico e produttivo in divenire". Cantieri Viviani nei prossimi giorni annuncera' la sua futura programmazione articolata tra nuovi "cantieri" di formazione, pubblicazioni, mostre, convegni fino all'organizzazione del nuovo Festival e della seconda edizione del Premio Viviani.

Prof accoltellata a scuola, il padre ragazzo chiede di incontrarla. Lei: 'Non è il momento del perdono'

Si dovrebbe tenere lunedi' l'udienza di convalida del fermo del 17enne di Acerra (NAPOLI) che giovedi' ha accoltellato nella sua classe, la quarta dell'istituto superiore Bachelet-Majorana di Santa Maria a Vico (Caserta), la professore Franca Di Blasio, 54 anni, provocandole una profonda ferita alla guancia sinistra. La docente dovrebbe essere dimessa in mattinata; non sono infatti emerse complicazioni dalla visita specialistica maxillo-facciale effettuata ieri. Intanto il papa' del 17enne aggressore, tuttora recluso nel centro di prima accoglienza minorile dei Colli Aminei a NAPOLI, ha manifestato ai carabinieri l'intenzione di chiedere scusa alla docente, magari incontrandola. L'uomo, che vende auto usate, e' apparso, a quanto riferito, molto rattristato. Il 17enne, invece, non ha mai dato concreti segni di ravvedimento, almeno fino ad ora; giovedi' sera, l'unica volta in cui e' stato sentito dal pm della Procura dei Minori Ugo Miraglia, e dal capitano dell'Arma Stefano Scollato, solo verso la fine del lungo interrogatorio ha chiesto scusa, dopo aver compreso l'enormita' di quanto fatto. La scuola oggi e' chiusa. Nei prossimi giorni e' attesa la visita del direttore dell'ufficio scolastico regionale Luisa Franzese, con la quale la preside, Pina Sgambato, concordera' anche come procedere dal punto di vista disciplinare nei confronti del 17enne. Ieri in assemblea, gli studenti hanno chiesto una punizione esemplare per il loro compagno, colpiti soprattutto dal fatto che il giovane sia entrato armato in classe. Ricostruita la dinamica. Quando ha aggredito la professoressa, rea di avergli messo una nota in seguito al rifiuto del ragazzo di farsi interrogare, in classe c'era l'insegnante di sostegno, che e' intervenuta dopo il ferimento riferendo quanto visto ai carabinieri. "Allontanati, altrimenti accoltello anche te" le avrebbe detto il 17enne in preda al raptus. Anche Di Blasio ha confermato che il ragazzo, che non aveva mai dato segni di instabilita' ne' di violenza, da qualche giorno era preoccupato per la salute della nonna, alla quale era molto legato. Anche nei giorni precedenti l'aggressione, la professoressa aveva provato a interrogarlo, ma inutilmente; cosi' e' successo anche giovedi', ma quel giorno il 17enne aveva con se' un coltello, "trovato - ha detto - fuori dalla scuola". Difficile dire se avesse meditato una vendetta nei confronti della professoressa che a suo dire non capiva la sua situazione di difficolta' legata alle condizioni della nonna; il pm, almeno per ora, ha scelto di non approfondire la questione della eventuale premeditazione, un modo per lasciare fuori da questa storia anche i compagni di classe dell'adolescente, gia' provati dall'accaduto.
"Il papa' di Rosario vuole incontrarmi per chiedermi scusa? Non credo sia il momento". Dimessa dopo 48 ore di ricovero dall'ospedale di Maddaloni (Caserta), con un taglio lungo alla guancia e 32 punti di sutura, la professoressa Franca Di Blasio, 54 anni residente a Montesarchio (Benevento), docente presso l'istituto superiore Bachelet-Majorana, dove e' stata accoltellata in classe da un suo alunno, ha pochissima voglia di parlare. "Dopo due giorni - ammette - mi sembra che sto peggiorando, sia fisicamente che moralmente. Sono davvero a terra e non riesco a pensare a nulla". La professoressa, che pure in un momento di estrema debolezza aveva confessato ai carabinieri che forse aveva fallito nel suo ruolo di educatrice, oggi non se la sente di tornare su una vicenda che l'ha segnata profondamente.

Napoli, riprendono le lezioni al 'Caccioppoli'

Dopo gli atti di vandalismo delle scorse settimane riprende lunedi' prossimo l'attivita' didattica del Liceo Caccioppoli di Napoli nella sede di via Nuova del Campo. Il consigliere delegato alla Citta' Metropolitana di Napoli, Domenico Marrazzo, ha comunicato che stamattina sono stati definitivamente consegnati i locali scolastici della sede centrale del liceo scientifico Renato Caccioppoli di Via Nuova del Campo e che a partire da lunedi' 5 febbraio riprendera' regolarmente l'attivita' didattica. La citta' Metropolitana guidata dal sindaco de Magistris - ha detto Marrazzo - ha provveduto con un investimento di oltre 70 mila euro a recuperare tutti gli impianti danneggiati e rubati nelle scorse settimane ma soprattutto, grazie all'accordo con la societa' partecipata Armena e' stato istituito un turno di vigilanza notturno e festivo presso l'istituto". Soddisfazione e' stata espressa dal Sindaco Metropolitano de Magistris: "L'impegno della Citta' Metropolitana - ha affermato il sindaco - e' stato forte ed immediato fin dal primo giorno successivo agli eventi di vandalismo, e il risultato di oggi lo dimostra. Abbiamo mantenuto l'impegno di consentire agli studenti di rientrare nelle proprie classi nel piu' breve tempo possibile".

Salerno, lavori di movimento terra e sbancamento abusivi: una denuncia

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Salerno, nell’ambito di mirati controlli volti a prevenire e reprimere azioni e condotte in danno dell’ambiente, hanno scoperto lavori di sbancamento e movimento terra abusivi alla località “Cupa Parisi” del comune di Salerno.
Percorrendo il versante collinare hanno accertato la realizzazione con mezzi meccanici di diversi terrazzamenti di lunghezza variabile fino a 100 metri per una superficie complessiva di circa 10.000 mq. I lavori consistenti in un considerevole movimento terra/sbancamento che ha comportato modifica sostanziale dell’orografia naturale del versante, erano destinati alla realizzazione di gradoni per la messa a dimora di piante officinali.
Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza dei fatti hanno messo in luce la circostanza che lo sbancamento interessa un’area sulla quale insistono il vincolo idrogeologico e paesaggistico e che i lavori erano realizzati in assenza delle autorizzazioni prescritte dalla legge. I militari hanno quindi proceduto a sequestrare l’intero cantiere e a denunciare il fatto e la persona individuata quale responsabile all’Autorità Giudiziaria.

Elezioni, Carfagna: 'Orgogliosa di rappresentare Napoli'. De Siano: 'Cesaro? Siamo garantisti'

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"Sono onorata e orgogliosa di guidare campagna elettorale in mia terra in Campania a Napoli, territorio difficile ricco di bellezze opportunita' ma anche complessita' e contraddizioni. siamo qui per dare ancora una volta voce al sud e Campania". Lo ha detto Mara Carfagna, parlando con i giornalisti a margine della presentazione delle liste di Forza Italia in Campania. "Il partito ha gia' chiarito per ben due volte questa vicenda, credo sia ultroneo tornarci su", ha quindi chiarito la Mara Carfagna rispondendo sulle polemiche sollevate da Nunzia De Girolamo in merito alla formazione delle liste. Quando si deve decidere, uno strascico polemico c'e' sempre da parte di tutti, perche' ci sono aspirazioni legittime da parte del personale politico, ma serve fare sintesi e noi abbiamo ritenuto di farla d'accordo con organi nazionali e con dirigenti di partito nazionali per mettere in campo squadra campana competitiva, forte e adeguata nell'affrontare determinati tipi di problemi. Dal punto di vista della lealta' verso il partito e Berlusconi e' una squadra leale e compatta". ha precisato invece il coordinatore regionale di Forza Italia, Domenico De Siano. "A sette giorni dalla presentazione delle liste c'è stata la chiusura d'indagine per ipotesi di voto di scambio per Armando e Luigi Cesaro. Siamo garantisti - ha spiegato - un principio garantito dalla carta costituzionale, lo pratichiamo sempre perché è un principio cardine della democrazia. Abbiamo candidato Cesaro che ancora una volta darà il suo apporto per la campagna elettorale. Perche', se un magistrato in Italia partecipa a una manifestazione di un partito di sinistra, e' un eroe, e se partecipa a una manifestazione di centrodestra viene trattato in maniera completamente diversa?".Ha precisato ancora, Domenico De Siano, parlando della vicenda del giudice Giuseppe Cioffi, presidente del collegio del tribunale di NAPOLI nord che doveva giudicare i fratelli dell'onorevole Luigi Cesaro. Cioffi ha presentato istanza di astensione. "Non conosco il dottor Cioffi e non c'e' mai stata un'ipotesi di candidatura", ha proseguito De Siano. "Siamo rammaricati come partito per tutti i disagi che stiamo procurando a un magistrato che forse ha avuto il demerito di partecipare o meno, non lo so perche' non lo conosco, a una manifestazione di Forza Italia. E a noi dispiace"-

Sapri, blitz dei carabinieri al Mercato Ortofrutticolo: sequestrate 3 tonnellate di prodotti non tracciati

Tre tonnellate di prodotti ortofrutticoli non tracciati sono stati sequestrati nell prime ore del mattino dai Militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Salerno.
Nell'ambito di controlli finalizzati alla verifica della tracciabilità dei I ròdotti alimentari e quindi la sicurezza dei consumatori, i militari delle Stazioni ) Sapri, Montesano sulla Marcellana e Padula hanno accertato l'assenza di indicazioni relative alle origini dei prodotti: i prodotti ortofrutticoli devono riportare, sulla confezio1e, una serie di informazioni che permettono di conoscere il percorso di un aliment , dalla produzione alla tavola, rendendolo appunto "tracciabile".
Per quanto sopra presso 5 esercizi ubicati nel mercato ortofrutticolo di Sapri so1 o state riscontrate irregolarità che hanno determinato il sequestro dei prodotti e l' irro azione di sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa€ 12.000.
Le verifiche hanno riguardato anche operatori commerciali di rivendita all'ingrn so nel comune di Policastro presso due dei quali sono state accertate le medesime viol zioni

Nocera, cadde dal letto 5 volte a Villa Chiarugi e morì in ospedale: 9 a processo

Gennaro Barba aveva 88 anni quando morì nel 2012 a Villa Chiarugi. Dopo due settimane di ricovero nella villa, l'anziano cadde cinque volte dal suo letto e alcuni medici e infermieri del posto sono stati rinviati a giudizio dal Gup Paolo Valiente. Il processo inizierà il prossimo 13 luglio.
Le indagini condotte dal sostituto procuratore Ernesto Caggiano individuarono per i nove indagati gravi responsabilità che avrebbero, in una fase successiva, aggravato il quadro clinico del paziente. Tra il 4 e il 5 luglio vennero circoscritti i fatti: Gennaro Barba era ricoverato in clinica per problemi di natura neuropsichiatrica. A distanza di un giorno, cadde cinque volte dal letto: alle 7,30; poi alle 16,07; 17; 22,15; e all'una di notte. Ma fu dopo la prima caduta che per la Procura sarebbero state evidenti le mancanze del personale sanitario. Nessuno degli indagati si sarebbe mosso o impegnato nell'evitare nuove cadute, come una «tempestiva applicazione di barre di contenzione al letto a seguito della prima caduta». Se gli infermieri furono definiti «inermi», non avrebbero fatto meglio i medici, che «operarono il trasferimento in ospedale quando le condizioni del paziente erano palesemente gravissime». Gli stessi non avrebbero tuttavia svolto neanche quegli approfondimenti di tipo clinico necessari - secondo le indagini ed una perizia medico legale - per risalire alle cause di quelle cadute. Né avrebbero vigilato sulla «necessaria, ma mancata applicazione di misure assistenziali».
Quando Gennaro Barba fu trasferito in ospedale, il personale di Villa Chiarugi non dialogò preventivamente con quelli dell'Umberto I. Secondo la Procura, i medici avrebbero dovuto prevedere con il trasferimento anche una lettera di accompagnamento che indicasse la diagnosi del paziente, il motivo del ricovero e i farmaci da assumere per «agevolare il tempestivo intervento del presidio sanitario ricevente». Diciassette furono i giorni di ricovero, poi sopraggiunse la morte. Le cadute di cui fu vittima l'ottantottenne favorirono l'insorgenza di una «emorragia sub aracnoidea», che a sua volta avrebbe aperto la strada ad una malattia polmonare. Per ora la tesi dell'accusa regge, con il rinvio a giudizio deciso dal Gup. Sarà il dibattimento a chiarire eventuali responsabilità nei confronti dei nove imputati.

Mastella aderisce a Forza Italia, Schifani: 'E' un arricchimento'

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Clemente Mastella, sindaco di Benevento, ha annunciato la sua adesione a Forza Italia. Lo ha fatto nel corso della presentazione dei candidati di FI in Campania tra i quali anche la moglie Sandra Lonardo."L'adesione di Clemente Mastella a Forza Italia è una notizia positiva per quanti si riconoscono nei valori di un centrodestra moderato". Lo dichiara l'ex presidente del Senato, Renato Schifani, che aggiunge: "La sua esperienza e la sua storia politica rappresentano un arricchimento per il nostro partito. Sono certo che il suo contributo sarà molto importante". "Chi, come Mastella, è stato vittima di una giustizia non priva di connotazioni politiche - prosegue Schifani - sa bene quanto sia necessario, tra le altre cose, procedere ad una riforma del settore che sia garanzia per ogni cittadino. Da oggi Forza Italia ha una freccia in più al suo arco per centrare gli obiettivi di un programma elettorale improntato su capacità e concretezza".

Baby gang, il questore: 'Bisogna capire perché questi ragazzi cambiano'

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"Occorre capire perche' questi adolescenti arrivano a 15-16 anni a esercitare una violenza cosi' abbietta e crudele soprattutto nei confronti di loro coetanei". Lo ha detto Antonio De Iesu, questore di Napoli, a margine dell'iniziativa "Giornata del dialogo sulla legalita'", in nome di Attilio Romanò, vittima innocente di camorra. "I casi di Chiaiano e di Arturo - ha affermato - sono emblematici. Si impone una riflessione da parte di tutti non solo da parte delle forze dell'ordine che hanno comunque dato risposte concrete su ogni caso, ma non basta la risposta investigativa-operativa". "E' fondamentale il ruolo della scuola, dei genitori - ha aggiunto - perche' bisogna analizzare il contesto sia familiare sia ambientale dove crescono queste devianze che poi portano ad atti cosi' efferati e crudeli". "Stiamo portando avanti il progetto sicurezza giovani  ci sono risorse aggiuntive che stiamo destinando solo agli adolescenti. La legalita' e' un contenitore che va riempito di modelli positivi, coinvolgendo i giovani, gli studenti.E' fondamentale perche' senza di loro non si puo' parlare di legalita' che non puo' essere imposta. E' un valore etico che deve crescere all'interno di ogni studente per prepararsi ad essere cittadini attivi Non sono solo frasi, ma sono valori che devono permeare personalita' e temperamento, formazione di ogni studente."E' un fatto positivo che la scuola si misuri su questi argomenti  su questa dimensione etica in un lavoro che io ritengo generazionale". Il questore De Iesu ha poi parlato del fenumeno delle baby gang che preoccupa tanto i napoletani in questo momento." Gli occhi dell'accoltellatore di Arturo- ha spiegato- a un anno avevano la stessa tenerezza di Arturo, di mio figlio. E in 15 anni c'e' stato un cambiamento, ha accoltellato Arturo quasi fino a ucciderlo cosi' come gli aggressori di Gaetano. Cosa e' accaduto in quelle vite? C'e' un vuoto, qualcosa che non va nelle famiglie, nel contesto in cui vivono" ha affermato il questore. "Le sanzioni contro i minorenni che deviano non possono consistere nella privazione della liberta', deve esserci altro". "Non e' pero' sufficiente dire loro che non andranno in carcere - ha concluso - gli adolescenti che deviano hanno un disvalore etico, ma potrebbero essere d'aiuto a chi e' piu' debole, a chi soffre".

Sparatoria a Macerata contro gli immigrati per vendicare Pamela: fermato un uomo avvolto nel tricolore

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È italiano si chiama Luca Traini ed ha 28 anni il presunto autore della sparatoria di Macerata fermato dai carabinieri. Si tratta di un residente della zona, che al momento della cattura era avvolto in una bandiera italiana, ha ammesso la sua responsabilità e ha detto ai militari di aveva ancora la pistola nell'Audi nera da cui ha aperto il fuoco nelle vie del centro ferendo almeno 6 persone.
In città intanto è "rientrata la situazione di pericolo",  dopo  che l'uomo che girava armato "è "stato arrestato". L'annuncio, tranquillizzante per i cittadini, è stato dato via Twitter dal Comune di Macerata, dove stamani è avvenuta una sparatoria per le vie del centro. Il bilancio provvisorio è di sei persone ferite, quattro apparentemente in gravi condizioni. Secondo quanto finora ricostruito, da un'auto Alfa Romeo 147 sono stati sparati diversi colpi di pistola verso immigrati di colore in via Velini, via Spalato e Corso Cairoli, nel pieno del centro della città. La sparatoria ha provocato danni a negozi ed edifici. Il sindaco di Macerata Romano Carancini aveva a caldo diffuso un appello ai cittadini attraverso i social: "Restate tutti in casa fino a nuova comunicazione. C'è un uomo armato in auto che sta sparando in Città. Abbiamo fermato il trasporto pubblico. Abbiamo chiesto alle scuole di tenere i bambini all'interno fino a nuova comunicazione. Si consiglia di non muoversi per andare a prenderli fino a nuova comunicazione". Anche la Polizia, sempre attraverso i social, aveva esortato a "evitare luoghi all'aperto". Un allarme cessato con la notizia dell'arresto. Macerata torna al centro della cronaca nera dopo la drammatica vicenda di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di 18 anni uccisa tre giorni fa e il cui corpo è stato rinvenuto smembrato in due trolley abbandonati nelle campagne. Il presunto colpevole del delitto della ragazza fatta a pezzi, un nigeriano, abitava nella stessa zona in cui è avvenuta la sparatoria, una nota area di spaccio. Nessun collegamento diretto tra le due vicende è però finora emerso. "I fatti di Macerata ci lasciano attoniti e inorriditi: e' una spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare". Lo ha detto Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali, a proposito delle sparatorie di oggi nella citta' marchigiana nelle quali sono rimasti feriti alcuni uomini di colore. "Ringraziamo le forze dell'ordine che hanno gia' proceduto al fermo del folle autore di questo gesto", ha aggiunto Grasso, a margine di una iniziativa di LeU a Firenze.

Torre del Greco, viaggiava con 150 dosi di cocaina in auto: arrestato

Nella tarda serata di ieri i poliziotti del Commissariato di PS Torre del Greco hanno arrestato Raffaele Ascione, 31enne corallino, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, con precedenti di polizia specifici.I poliziotti, in seguito ad una certosina indagine, hanno intercettato e bloccato l’uomo mentre a bordo della sua auto, una Lancia Y, percorreva Via Sotto ai Camaldoli in Torre del Greco, nei pressi dell’acquedotto Vesuviano. Dal controllo effettuato i poliziotti hanno rinvenuto indosso al 31enne poco meno di  1500 euro mentre un approfondito controllo all’autovettura ha consentito di scoprire un doppio fondo nel vano porta oggetti lato passeggero.Rimuovendo interamente il vano portaoggetti i poliziotti, hanno rinvenuto e sequestrato, ben occultate, poco meno di 150 dosi di cocaina contenute in involucri di cellophane termosaldati, pronte ad essere smerciate dal giovane.L’autovettura è stata sottoposta a sequestro.L’uomo è stato condotto al carcere di Poggioreale.

Napoli, blitz nella Movida di piazza Bellini: presi 5 pusher stranieri

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Nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio, particolarmente stringenti nell’area della movida di piazza Bellini e zone limitrofe, gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale questa notte hanno arrestato cinque cittadini extracomunitari, 4 del Gambia, Ceesay Saikou, di anni 21, Kawsu Susso, di anni 27, Ablaye Toure, di anni 26, e Kebba Sowe, di anni 26, ed uno della Sierra Leone, Jhon Gomes, di anni 25, per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutti, tranne il Saikou Ceesay, hanno pregiudizi di polizia specifici.Gli agenti, nello svolgere il servizio di controllo in Piazza Bellini, notavano cinque extracomunitari che, con ruoli distinti, spacciavano droga.
Confondendosi nella folla di giovani, i poliziotti osservavano gli extracomunitari sospetti presenti sotto il porticato di via Port’Alba, posizionandosi appiedati all’imbocco di via San Sebastiano, sì da precludere eventuali vie di fuga e, allo stesso tempo, approfittando della folla di passanti, osservare le mosse degli extracomunitari. Appurato lo scambio droga-soldi tra alcuni ragazzi ed il gruppo di extracomunitari i poliziotti hanno immediatamente bloccato gli stranieri e da un controllo sono state trovate di 8 dosi di hashish, 10 di marijuana e la somma complessiva di 100,00 euro, divise in vario taglio. Tutti e cinque giovani su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati arrestati e sono in attesa del processo per rito per direttissima.

Camorra, omicidio Izzi: altre cinque ordinanze per gli uomini dei Lo Russo

Stamane, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 5 soggetti, esponenti del clan camorristico dei “Lo Russo”, operante nei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano, ritenuti responsabili, di omicidio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, delitti aggravati dall’art. 7 legge 203/91.
Le indagini della Squadra Mobile partenopea, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Antonio BUONO, nato a Napoli il 6.1.1990, Marco CORONA, nato a Napoli l’8.6.1986, Tommaso D’ANDREA, nato a Napoli l’11.9.1973, Salvatore FREDA, nato a Napoli il 14.5.1971, Ciro PERFETTO, nato a Napoli il 14.2.1996 i quali si sono resi responsabili dell’omicidio, consumato il 29 marzo 2016, di Pasquale IZZI, nato a Napoli in data 18.07.1961.
Per lo stesso omicidio la Squadra Mobile di Napoli nell’aprile 2016 aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del mandante Carlo LO RUSSO, della moglie Anna SERINO, del nipote Domenico CERASUOLO e di due esecutori materiali, Luigi CUTARELLI, nato a Napoli il 05.05.1995 e Mariano TORRE, nato a Napoli il 31.03.1988. Tutti gli indagati sono stati giudicati e condannati in primo grado con il rito abbreviato .
Le dichiarazioni del capoclan Carlo LO RUSSO e soprattutto del suo uomo di fiducia Mariano TORRE, che di recente ha maturato la scelta di collaborare con la giustizia, riscontrate dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di far piena luce sul movente dell’efferato delitto e sugli altri concorrenti nella fase esecutiva , destinatari del provvedimento restrittivo eseguito questa mattina.
Ciro PERFETTO e Antonio BUONO hanno già riportato condanna per il reato di cui all’art. 416 bis c.p., oltre che per omicidio (entrambi per l’omicidio di Gennaro CESARANO, e Ciro PERFETTO anche per l’omicidio di Pietro ESPOSITO).
Marco CORONA, Tommaso D’ANDREA e Salvatore FREDA erano invece già sottoposti a misura cautelare in virtù della O.C.C. eseguita lo scorso 20 novembre per i reati di cui agli artt. 74 dpr 309/90 e violazione legge armi.

Camorra, la sorella della vittima innocente: 'La morte di Attilio ha segnato le nostre vite'

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"La libertà violata di Attilio ha segnato le nostre vite". A dirlo Maria Romanò, la sorella di Attilio, vittima innocente di camorra, ucciso nel 2005 per uno scambio di persona. Al fratello "napoletano perbene" é dedicata la Giornata del dialogo per la legalita'", celebrata nell'istituto superiore di Miano che, dal 2016, é intitolato ad Attilio Romanò. Maria parla tenendo per mano la madre Rosaria. "Lei non é più libera di passare per la strada dove mio fratello é stato ucciso - dice - ne' di sfogliare un album di fotografie o vestire a colori. Ma ci sentiamo liberi nel racconto della storia di Attilio che ancora oggi può liberare dalla catene delle mafie e guidarli verso la libertà".
La vittima non doveva essere lui, ma Salvatore Luise, incensurato con la colpa di essere nipote di Rosario Pariante, passato dal clan Di Lauro agli Scissionisti guidati dalle famiglie Amato-Pagano. Invece il 24 gennaio 2005, Attilio Romanò un giovane imprenditore, attivo nel settore della telefonia e informatica al dettaglio, si trovò, suo malgrado, nel posto sbagliato, all'ora sbagliata.
Attilio era socio di Salvatore Luise di un negozio di telefonini, in via Napoli a Capodimonte al civico 24. Amici da sempre, i due avevano deciso di aprire un'attività che poi risulterà fatale al povero Attilio. Il sicario entra e spara contro l'uomo dietro il bancone. L'unico presente nel negozio, poco importa se il nome non è quello dell'elenco della morte. Muore così Attilio Romanò, innocente ammazzato per errore dal clan Di Lauro in guerra con gli Scissionisti. Muore così perché l'agguato è stato affidato alle nuove leve della cosca di Paolo Di Lauro. I giovani, i "ragazzi" inesperti che ubbidiscono agli ordini di Cosimo e Marco Di Lauro. Che sparano senza neanche accertarsi di aver di fronte la persona giusta.
Una serie di colpi di arma da fuoco spezzarono per sempre la sua giovane vita e l'intero futuro che gli si prospettava davanti, dopo il matrimonio avvenuto appena 3 mesi prima. Attilio abitava a Miano, dove oggi si è tenuto il convegno in sua memoria.
Per quel delitto ed al termine di lunghe indagini, nel giugno 2010 si giunse all'arresto di Cosimo Di Lauro, mandante dell'omicidio e Mario Buono, esecutore. Entrambi, al momento della notifica delle ordinanze di custodia cautelare si trovavano già in carcere: il primo in relazione alle indagini in corso sulla faida, il secondo già condannato all'ergastolo per un altro delitto clamoroso, quello di Nunzio Cangiano. La terza ordinanza era per Marco Di Lauro, fratello di Cosimo e latitante oramai da 14 anni circa. Contro Mario Buono , nel corso delle indagini, pesò anche la testimonianza di un pentito che lo indicò come il responsabile dell'omicidio Romanò. Nel giugno del 2015 è arrivata la sentenza definitiva da parte della Cassazione per il killer: fine pena, mai.

Napoli, dipendente comunale minaccia psichiatra della commissione per il prepensionamento

Napoli. Antonietta Rapuano, psichiatra e residente a San Salvatore Telesino, membro della Commissione medica di verifica di Napoli, è stata vittima di una aggressione nella sede dell'isola F8 del Centro Direzionale, dove si trovava per svolgere il suo lavoro. "Sono sotto choc -ha raccontato al quotidiano Il Mattino- e ci vorrà molto tempo per dimenticare. È stata un'esperienza terribile, perché ho temuto che l'uomo, che ha estratto per tre volte la pistola dal borsello, potesse sparare. È accaduto tutto nella sala in cui si doveva riunire la commissione. Ero lì con un collega che parlava a telefono di fronte alla finestra e che non si è accorto di nulla, perché l'uomo, entrato nella stanza all'improvviso, mi ha puntato la pistola allo stomaco e, a voce bassa, ma con determinazione, mi ha intimato di esprimere un giudizio favorevole alla richiesta di pensionamento da lui avanzata, altrimenti sarebbe venuto a cercarmi a casa. Non ho urlato, per non innervosire il mio aggressore e forse il mio comportamento ha evitato la tragedia".
L'aggresssore è un dipendente del comune di Napoli, già esaminato dalla Commissione a dicembre, perché aveva fatto domanda di prepensionamento a causa di una serie di patologie che necessitavano anche della consulenza psichiatrica. "Io - spiega la dottoressa Rapuano - avevo esaminato il paziente in precedenza e avevo espresso il mio parere, ma la decisione finale non è di mia competenza. Quanto è accaduto non influirà sulle decisioni della commissione. Lavoro in psichiatria da circa ventisette anni a Benevento, ma non ho mai vissuto un'esperienza così terribile".
Subito dopo l'aggressione l'uomo è riuscito a dileguarsi anche se l'allarme è scattato dopo pochi minuti perché la dottoressa, con il collega, si è recata al posto di polizia di fronte la sede. E infatti, nella stessa giornata è stato fermato sotto casa, ancora in possesso dell'arma.

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