Napoli. Sorvegliato speciale viaggiava in auto nonostante gli fosse stata revocata la patente: è stato fermato di notte su via Zuccarini dai carabinieri della stazione Marianella, A.P. 53enne. L'auto, inoltre, era già sottoposta a sequestro amministrativo ma aveva rimosso i sigilli e la stava utilizzando senza alcun problema: è stato arrestato per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale e violazione di sigilli e condotto ai domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.
Villaricca, accusa il fratello di furto e lo minaccia con un fucile a canne mozze: arrestato
Villaricca, accusa il fratello di furto e lo minaccio con un fucile a canne mozze: arrestato 19enne. Ha aggredito e minacciato di morte con un fucile il fratello maggiore, con cui convive, durante una lite per pochi euro che il minacciato sosteneva gli fossero stati rubati dal fratello più piccolo: in casa dei 2 sono intervenuti i carabinieri di Marano. Perquisendo l'appartamento hanno rinvenuto e sequestrato un fucile a canne mozze con matricola punzonata -di cui i militari stanno accertando la provenienza- che era stato nascosto all'interno del caminetto e 18 cartucce. Un 19enne del posto è stato arrestato per detenzione illegale di armi, minacce e ricettazione. adesso è in carcere.
Campione in tutti i sensi: Caramel dona il midollo
Di solito è protagonista sul campo, difensore dello Spinea in Promozione Veneto ma domenica scorsa lo è stato per il suo cuore grande. Fabio Caramel, pilastro della difesa, ha deciso di saltare il match contro la capolista Arcella per mettere a segno il più bello dei gol: donare il midollo. Donatore di sangue da sei anni, al giovane, 26enne, era stato chiesto se fosse stato disponibile anche a donare il midollo, considerati gli scarsi casi di compatibilità. Dopo gli esami di rito, le sue caratteristiche fisiche lo hanno di fatto reso idoneo, ragion per la quale ha voluto mantenere fede alla propria parola, anche a costo di perdere una partita importante. Il suo midollo sarà ora donato ad una donna, la possibilità che il trapianto abbia esito positivo sfiora l'85% delle possibilità. "Mi auguro tutto vada per il verso giusto - ha commentato Fabio - sarebbe una delle più belle soddisfazioni della mia vita".
Torre del Greco, scoperta discarica di eternit in pieno centro
Le fiamme gialle della Compagnia di Torre del Greco hanno posto sotto sequestro 900 kg di eternit stoccato in un edificio in stato di abbandono a due passi dal centro cittadino. L'area con all'interno il pericoloso eternit si trova in pieno centro abitato e a poca distanza da alcuni istituti scolastici. L'area è stata posta sotto sequestro e il responsabile è stato denunciato alla magistratura. L'area reppresentava un grave pericolo per la salute pubblica visto che le lastre di eternit erano esposte agli agenti atmosferici. Ora le indagini continuare per risalire a coloro che hano sversato in maniera illegale le lastre di eternit.
I Casalesi avevano imposto le slot machine in provincia di Roma: sequestro beni per 23 milioni di euro
Dalle prime luci del giorno, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei confronti di 9 appartenenti al clan dei CASALESI - “Gruppo IOVINE” e al contiguo e autonomo “Gruppo GUARNERA” di Acilia, per un valore complessivo di oltre 23 milioni di euro.
Le indagini economico-patrimoniali, svolte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Capitale, sono state avviate all’esito di una vasta operazione antimafia, condotta dalle Fiamme Gialle di Roma, che, nell’ottobre 2013, nell’ambito dell’operazione “Criminal Games”, aveva portato all’arresto di IOVINE Mario, MARTINELLI Teresa, IOVINE Domenico, IOVINE Vitantonio, IOVINE Salvatore, TIMPANI Massimiliano, TIMPANI Fabrizio, STOLLO Silvano, GUARNERA Sergio, GUARNERA Sandro, CRISPOLDI Franco, DIOTALLEVI Fabrizio, ZOGU Arben, KOLAJ Orial e BARDHI Petrit, per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, rapina, illecita concorrenza con minaccia e violenza e detenzione illegale di armi.
In quel contesto, era stata accertata l’esistenza di una vera e propria joint-venture nel remunerativo settore delle “macchinette mangiasoldi” – imposte nel territorio di Acilia agli esercizi commerciali autorizzati – tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campana (Gruppo IOVINE), e noti personaggi della criminalità organizzata romana (Gruppo GUARNERA), a loro volta in contatto con qualificati appartenenti alla Banda della Magliana, tra cui CRIALESI Luciano e SANTACHIARA Renato.
In particolare, evidenze giudiziarie confermavano come il boss Mario IOVINE, inteso “Rififì”, avesse progressivamente esteso le sue illecite attività nel settore delle slot machine dalla Campania al Lazio, coinvolgendo soggetti locali già “addentrati” in quel comparto illecito, ossia GUARNERA Sergio, detto “Ciccio”, e GUARNERA Sandro.
Dopo l’arresto di IOVINE, avvenuto nel dicembre 2006, i fratelli GUARNERA avevano promosso e organizzato un autonomo gruppo mafioso, creato a perfetta imitazione della consorteria criminale casertana e ricalcante le medesime e bieche logiche delittuose.
Nel dettaglio, gli investigatori scoprivano che i GUARNERA, per mantenere ed estendere il loro potere delinquenziale ed economico, si erano avvalsi di un braccio armato e violento composto da un nutrito e pericoloso gruppo di cittadini albanesi (i cosiddetti “pugilatori”), tra cui il pugile KOLAJ Orial, già campione italiano ed europeo dei pesi medio-massimi.
Il già evidente profilo di “pericolosità sociale” dei protagonisti della vicenda veniva aggravato dagli elementi acquisiti nell’ambito dell’operazione “VENTO DELL’EST”, anch’essa diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotta dal G.I.C.O. di Roma, che, nel luglio 2015, portava all’esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, di GUARNERA Sandro, GUARNERA Sergio, ZOGU Arben e BARDHI Petrit, per estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose.
In tale contesto, veniva accertato, tra l’altro, un episodio estorsivo ai danni del titolare di un centro scommesse SNAI di Guidonia Montecelio, perpetrato attraverso ripetute minacce di violenza fisica, nonché documentato un fiorente traffico internazionale di stupefacenti versato la Capitale, coordinato dal predetto ZOGU Arben, detto “Riccardino”.
Conseguentemente venivano eseguiti approfondimenti economico-patrimoniali, finalizzati alla ricostruzione del patrimonio direttamente o indirettamente riconducibile dai soggetti monitorati, che consentivano di acclarare come IOVINE Mario, IOVINE Salvatore, GUARNERA Sergio, GUARNERA Sandro, CRISPOLDI Franco, ZOGU Arben, DIOTALLEVI Fabrizio, KOLAJ Orial e BARDHI Petrit avessero accumulato beni mobili e immobili di ingente valore, in misura sproporzionata rispetto ai redditi leciti percepiti, nonché conducessero un tenore di vita assolutamente incoerente rispetto alle loro possibilità economiche.
La confisca odierna ha ad oggetto i beni già sottoposti a sequestro nel marzo del 2016, vale a dire:
- l’intero patrimonio aziendale di 3 ditte individuali;
- le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale di 5 società di capitali;
- 8 unità immobiliari site in Roma e nelle province di Nuoro e L’Aquila;
- 1 terreno sito in Roma;
- 8 autovetture;
- 1 motociclo;
- rapporti finanziari
per un valore complessivo di stima di oltre 23 milioni di euro.
Contestualmente il Tribunale di Roma ha disposto, nei confronti di 6 dei 9 proposti, l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora nel comune di residenza per 3 anni.
Avelino: Castaldo ancora out
Allenamento pomeridiano, a porte chiuse, ieri al Partenio-Lombardi per l'Avellino. Bollettino medico senza particolari evoluzioni. Indisponibili Iuliano, Lasik e Morosini. Terapie per Moretti (distrazione al flessore della coscia destra) e Radu (risentimento al quadricipite della coscia destra): entrambi salteranno il Venezia. Lavoro specifico e terapie per Castaldo, che dovrebbe rientrare contro il Novara, seduta atletica per Bidaoui e Cabezas, regolarmente in gruppo Asencio, Lezzerini, Marchizza, Gavazzi e Migliorini.
Olimpiadi: l'oro di Maioli
"Dopo Fontana,volevo anche io solo oro, le donne sono le donne, abbiamo una marcia in più. Aver visto vincere Arianna (Fontana ndr) mi ha dato la carica e mi sono detta: 'Non voglio argento o bronzo, io sono qui per l'oro". Michela Moioli sorride e si commuove insieme parlando dello storico oro nello snowboardcross conquistato al Phoenix snow park ai Giochi di PyeongChang. L'azzurra che si allena con Sofia Goggia dice di non "aver vinto per caso e l'obiettivo ora è ripetersi e vincere la coppa del mondo".
Sorrento, minacciava di morte mamma e nonni per i soldi della droga: arrestato 30enne
Sorrento. Aveva sottoposto a continue vessazioni la mamma e i nonni che vivenao nella stessa casa allo scopo di ottenere i soldi per l’acquisto di eroina. Alla fine grazie alle denunce dei familiari stanchi di subire i carabinieri arrestano un uomo di 30 anni. Per 3 anni ha estorto denaro alla madre e ai nonni, aggredendoli a parole e con i gesti, anche minacciandoli di morte per ottenere i soldi con cui ogni giorno comprava l’eroina. Un 30enne di Sorrento già noto alle forze dell'ordine è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Sorrento in esecuzione di un’odinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torre Annunziata per maltrattamenti in famiglia ed estorsione. L’uomo adesso è in carcere a Poggioreale.
Tre napoletani scomparsi in Messico da 20 giorni: la famiglia chiede aiuto
Padre, figlio e nipote, tutti e tre napoletani sono scomparsi in Messico da 20 giorni. Si ciamano Raffaele Russo, di 60 anni, il figlio Antonio di 25 e un nipote Vincenzo Cimmino. I tre che fanno gli ambulanti in Messico non danno pù notizie ai familiari da una ventina di giorni. La notizia diffusa prima dalla tv messicana sta girando da alcune ore attraverso i social con una locandina eun numero di telefono in cui si chiedono a tutti di telefonare in caso di notizie. La famiglia è molto preoccupata per la loro sorte. Temono che si tratti di un sequestro, probabilmente è un errore di persona visto che i Russo non hanno la possibilità economica di pagare eventuali riscatti. Secondo le notizie fornite da amici e familiari il primo ad essere scomparso sarebbe stato il più anziano dei tre, ovvero Raffaele Russo. Il figlio Antonio e il cugino Vincenzo credevano che l'uomo che era alla guida di un'auto a noleggio potesse aver avuto un malore mentre era alla guida. E così sarebbero anadati dall'agenzia di noleggio auto per localizzare attraverso il gps l'auto. Sono andati sul posto dove era il gps dava l'indicazione della presenza dell'auto e da allora anche Antonio Russo e il cugino Vincenzo Cimmino sono scomparsi. La cosa strana è che Antonio durante il viaggio aveva telefonato a un altro fratello dicendo che stavano seguendo due poliziotti. I tre sono scomparsi e dalle autorità messicane non fanno sapere niente. Non si sa se siano stati rapiti o arrestati per qualche motivo. La famiglia chiede l'intervento delle autorità italiane.
Sarno, falza azienda per la produzione di pasta: sequestro beni ai titolari
La Guardia di Finanza di Salerno ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo ernesso nei confronti di due soggetti.indagati per il reato di truffa ai danni dello Stato.I responsabill, legati tra loro da un vincolo familiare, rispettivamente amminìstratore di dìritto e di fatto di una società con sede legale a Sarno , sono stati segnalati dai Finanzieri alla Procura della Repubblica, poiché dopo aver ottenuto da ''lnvitalia S.p.a." l'ammissione alle agevolazioni per le cosiddette "microimprese" per la realizzazione di un'attività di produzione di pasta secca, non avviavano in alcun modo la predetta attività.
Le indigini condotte dai Militari della Compagnia dì Scafati hanno richiesto l'attenta disamina di copiosa documentazione che ha portato alla scoperta di attestazioni falsamente riprodotte, relative ad autorizzazior1i mai ottenute e a costi mai sostenuti. Inoltre dai sopralluoghi eseguiti dalla Fiamme Gialle è emersa l'assenza totale di macchinari o altri indici denotanti l'effettivo avvio della produzione.
Come da apposito prowedlmento emesso daparte del G.LP. del Tribunale dì Nocera Inferiore, le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro preventivo "per equivalente" di un immobile sito in Sarno di proprietà degli indagati per un valore corrispondente alla somma di 129 mila euro.
Giugliano, lo scontro tra gli Amato Pagano e i Cancello dietro l'agguato a Pellecchia
Giugliano. Un agguato di camorra per uccidere ma Giuseppe Pellecchia si è salvato grazie all’abilità del 36enne di scappare riparandosi nel giardino di una villetta. Per alcuni minuti, però, è stato vicino alla morte. Ai militari di Giugliano che indagano sul caso non ha fornito nessun dettaglio utile alle indagini. Giuseppe Pellecchia era un ex estorsore legato agli Amato-Pagano clan egemone sul territorio di Melito. Negli anni sembrerebbe si sia avvicinato ad altri dando vita ad una sorte di scissione nella cosca. Il 36enne era dedito alla vendita di sigarette di contrabbando. I suoi killer l’hanno raggiunto proprio lì, nel posto dove faceva il commercio.
Pellecchia, sentiti i primi spari si è dato alla fuga. Una corsa di oltre 500 metri che l’ha portato ad una serie di villette e in un giardino ha trovato riparo. Pellecchia, colpito, è stato poi condotto all’ospedale di Pozzuoli e non è in pericolo di vita. I militari procedono con le indagini e come prima pista seguono quella di una faida interna agli Amato-Pagano. E in particolaretra la famiglia Cancello del Lotto G di Scampia, a cui Pellecchia si sarebbe avvicinato da qualche tempo, e gli scissionisti con base a Melito. Un’ipotesi che gli investigatori stanno seriamente vagliando e che lascerebbe pensare a una possibile epurazione interna. Forse Pellecchia doveva essere “punito” per questioni legate al passato.
Il 36enne non è un volto sconosciuto alle forze dell’ordine. Nel 2004 era stato arrestato dalla Squadra mobile di Napoli per aver chiesto il pizzo per conto degli Amato-Pagano. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’indagato, con l’aiuto di un complice, avrebbe taglieggiato un commerciante di Melito. Il 36enne avrebbe chiesto - sempre secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori -per conto degli “amici di Melito” il pagamento di una tangente in cambio della “tranquillità”. La polizia, in seguito a una breve indagine, era quindi riuscita a sorprendere in flagranza di reato il 36enne che proprio in quel frangente stava cercando di riscuotere la tangente dal titolare dell’impresa commerciale.
L'associazione Mamme Coraggio di Napoli insieme ai tassisti per la sicurezza stradale
Partire da chi vive direttamente il confronto con le strade per garantire più sicurezza è l’iniziativa dell’associazione “Mamme Coraggio” di Napoli sezione Vomero, che fa capo alla madre di Mario Pisco, scomparso in un incidente stradale in via Pietro Castellino l’11 giugno del 2011.
In un video che sta girando sui social, i genitori di Mario, raccontando la loro storia, hanno parlato di come rivaluteranno gradualmente la figura del tassista, grazie ad una iniziativa che stanno attuando spalla a spalla con questa categoria.
“Vogliamo che la nostra esperienza di dolore divenga base da cui partire per evitare che sulle strade italiane avvengano incidenti mortali - dice la signora Parboni, madre della vittima -. In Italia, sulle strade, muoiono, in media, 12 persone al giorno per questo motivo ed è partendo da questa constatazione che bisogna capire come intervenire per ridurre il numero di vittime. Il fine ultimo è fare in modo che le strade non abbiano più voragini, che l’illuminazione venga garantita sempre al 100% in ogni dove e che si finisca di percorrere arterie che non presentano affatto segnaletica verticale ed orizzontale”.
“Con la categoria di tassisti - dice Carlo Pisco, anche lui tassista -, stiamo avviando un lavoro a stretto contatto con organi del comune di Napoli. Vogliamo che le persone denuncino ciò che vedono, che le forze armate intervengano costantemente nei confronti di chi commette degli errori, piuttosto che far finta di niente. Sono in corso di installazione, sui taxi di Napoli, delle telecamere, col fine di individuare più facilmente trasgressori, rivalutando una professione che nella concezione comune non è ritenuta delle più oneste. Vogliamo che i tassisti diventino punti di riferimento, vere e proprie sentinelle. È solo in questo modo che può essere attuato un vero lavoro sulle coscienze.
A breve verrà creata anche una pagina Facebook ufficiale a cui aderiranno persone della categoria e tramite cui i cittadini che vogliono mantenere l’anonimato, potranno denunciare ciò che vedono in contrasto con il codice della strada. Il nostro piccolo contributo salverà delle vite umane”.
Traffico di Botox contraffatto: 9 indagati in tutta Italia, uno anche a Napoli
Botox 'spiana rughe' contraffatto importato e distribuito in tutta Italia. E' quanto ha scoperto il Nas di Firenze dopo una lunga e articolata indagine denominata ''False Botox'', finalizzata al contrasto della contraffazione dei farmaci e all'illecita importazione e distribuzione sul territorio nazionale di medicinali esteri ad uso umano, privi di autorizzazione all'immissione in commercio. L'attività d'indagine, avviata dai Nas nel gennaio 2016 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, in particolare dal sostituto procuratore Giuseppina Mione, ha avuto origine da una segnalazione dell'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), relativa a una presunta contraffazione di farmaco a base di tossina botulinica e ha permesso di individuare diversi soggetti, operanti su tutto il territorio nazionale, che commercializzavano, al di fuori del regolamentato circuito farmaceutico, con estrema disinvoltura e mancanza di scrupolo, medicinali ad uso umano (a base di tossina botulinica) contraffatti. Di fatto, è stato svelato un canale distributivo alternativo, privo di qualsiasi autorizzazione/regolamentazione, attraverso il quale, oltre al Botox contraffatto, veniva illegalmente introdotto sul territorio nazionale e messo in commercio analogo farmaco, prodotto esclusivamente per il mercato turco. Le indagini sin da subito si sono concentrate su un soggetto della provincia di Firenze, che distribuiva illecitamente flaconi di medicinali contraffatti. Il monitoraggio dei suoi circuiti relazionali e diversi sequestri di medicinali contraffatti e/o illecitamente commercializzati, per un totale di circa 900 confezioni, eseguiti in distinte e mirate fasi operative, hanno permesso di estendere le indagini nei confronti di altre persone in varie regioni d'Italia. Nel corso di una serie di perquisizioni disposte nel mese di marzo 2017 dalla Magistratura, operate da militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, è stata smantellata l'illecita rete distributiva e sono state sequestrate ulteriori 400 confezioni di farmaci contraffatti e/o di provenienza estera, diversi flaconi privi di etichetta contenenti sostanze anonime, unitamente a centinaia di confezioni vuote, primarie e secondarie, ancora imballate, verosimilmente contraffatte e, in ogni caso, di provenienza delittuosa, recanti i marchi di aziende farmaceutiche. Le successive analisi quali-quantitative, eseguite presso i laboratori dell'Azienda Farmaceutica vittima della contraffazione e presso quelli dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma, con il supporto di Aifa, hanno, rispettivamente, confermato la contraffazione dei farmaci, evidenziato la presenza nei flaconi anonimi di sostanze tossiche e pericolose per la salute pubblica. Complessivamente sono 9 gli indagati nell'inchiesta, per quattro di loro la Procura della Repubblica di Firenze ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini. I reati contestati sono: concorso in ricettazione, commercio di sostanze tossiche pericolose per la salute pubblica, illecita importazione nello Stato e distribuzione all'ingrosso di medicinali. Per i restanti cinque gli atti, sono stati trasmessi con formulazione di analoghe responsabilità penali, alle Procure territorialmente competenti di Padova, Lucca, Napoli e Bologna.
Uccide la moglie a coltellate e poi tenta il suicidio
Omicidio la scorsa notte a Troia, in provincia di Foggia dove un uomo di 48 anni dove la notte scorsa Ferdinando Carella, ha assassinato la moglie, Federica Ventura, di 40 anni, con una decina di coltellate e poi ha tentato di uccidersi con lo stesso coltello con cui ha colpito la moglie. L'uomo e' stato ricoverato in gravissime condizioni agli Ospedali Riuniti di Foggia. Sull'accaduto indagano i carabinieri. Sono stati i parenti delle vittime, che abitano nello stesso stabile, a lanciare l'allarme. Quando personale del 118 e carabinieri del comando provinciale di Foggia sono giunti sul posto hanno trovato la donna ormai gia' morta ed il marito riverso sul pavimento con ancora il coltello nel petto. Sembra che il tutto sia avvenuto al culmine dell'ennesimo litigio tra i due coniugi. In casa c'erano anche i due figli minorenni della coppia, ma non si sa se siano stati testimoni dell'accaduto o se abbiano continuato a dormire nonostante le urla dei genitori.
Portici, agguato mancato contro un esponente del clan Vollaro
Portici. Agguato mancato ieri sera nei confronti di una persona molto vicina al ras Carlo Vollaro, uno dei nipoti del famigerato defunto "Califfo" e considerato attualmente il reggente della cosca. Ieri sera infatti un killer solitario poco dopo le 21 lo avrebbe atteso in via Benvenuto Cellini, e quando gli è arrivato a tiro ha estratto la pistola e ha cominciato a fare fuoco. Per fortuna della vittima designata la pistola di colui che aveva come missione quella di ucciderlo, si è inceppata. L'uomo in preda alla paura e "per grazia ricevuta" si è rifugiato nel palazzo chiudendo il portone d'ingresso. Il killer a quel punto si è dileguato facendo perdere le sue tracce. Gli investigatori stanno visionando le immagini delle telecamere pubbliche e private della zona per cercare frame utili alle indagini per individuare il killer. Carlo Vollaro è finito per la seconda volta nel mirino dei killer nell'ultimo mese. A metà gennaio infatti furono esplosi colpi di arma da fuoco contro la porta dell'abitazione della compagna , ritenuto dalle forze dell'ordine reggente dell'omonimo clan. Qualcuno era entrato nel palazzo in via Benvenuto Cellini dove vive la donna, nei pressi del viale Leonardo da Vinci,era salito al primo piano dello stabile e fece fuoco contro la porta di ingresso dell'appartamento. Sceso nell'androne, fece fuoco di nuovo, colpendo la guardiola del portiere. Ad avvisare le forze dell'ordine alle prime ore della mattina successiva furono stati alcuni condomini. Gli investigatori ritengono che si tratti dell'ennesimo atto di intimidazione da parte del clan Mazzarella (nonostante i colpi subiti in questi giorni con i 13 decreti di fermi della dda di cui 9 eseguiti tra cui il boss Francesco Mazzarella) che da tempo ha esteso le sue mire espansionistiche anche a San Giorgio a Cremano e a Portici, approfittando anche del vuoto di potere criminale che si è venuto a creare con il blitz che due mesi fa ha sgominato il clan Troia.
Crollo Napoli: l'ira di Sarri
Maurizio Sarri ha parlato cosi nel post partita ai microfoni di Sky Sport:"Non è che si può prendere un gol cosi al '93, con una partita ancora da giocare non si può fare, ma è tutto quello che abbiamo fatto stasera che non si può fare. Abbiamo fatto una partita deludente, ci è mancato e entusiasmo. E' una squadra che non ha giocato con il piglio giusto per i colori che rappresenta e la storia che rappresenta, questo mi ha deluso molto. La mentalità deve essere sempre quella giusta, le partite si possono vincere o perdere ma la mentalità deve essere sempre quella giusta, ho visto una squadra che ha giocato senza entusiasmo e senza fame, è un brutto segnale per mentalità. La maglia del Napoli va onorata, sono un po' deluso da quello che ho visto".
C'è anche Roberto De Luca (figlio di Vincenzo) tra gli indagati per la presunta corruzione sull'affare rifiuti. TUTTI I NOMI
C'è anche Roberto De Luca, altro figlio del presidente della Regione Campania, Vincenzo, tra gli indagati dell'inchiesta sulla presunta corruzione n relazione ad appalti gestiti dalla Sma, la società in house della Regione per le bonifiche ambientali. Complessivamente sono 17 tra imprenditori, politici e giornalisti (quelli del sito internet Fanpage.it) finiti sul registro degli indagati nell'inchiesta della Dda di Napoli. dal quadro accusatorio emergono i nomi della cordata di imprenditori o a capo Nunzio Parrella, ex boss di Pianura, pentito da anni, e poi gli imprenditori Rosario Esposito, Antonio Infantino, Vincenzo Riccio, Giovanni Caruson, Abramo Maione, Salvatore Porro e Lucio Varriale, il commercialista Carmine Damiano, il consigliere regionale Luciano Passariello, candidato con Fratelli d'Italia alla Camera nel collegio di Secondigliano, Lorenzo Di Domenico e Agostino Chiatto, rispettivamente consigliere delegato e dipendente della società in house della Regione. Chiatto è distaccato presso la segreteria di Passariello il quale ricopre, in Regione, la carica di presidente della commissione di inchiesta sulle società partecipate, i consorzi e gli enti strumentali della Regione Campania, tra le quali la stessa Sma. E ancora tra gli indagati figurano Andrea Basile, ritenuto legato al clan Cimmino, e Antonio Cristofaro, sospettato di avere contatti con il clan Bidognetti. Per i contatti che avrebbe avuto con Basile, Passariello si ritrova contestata anche l'aggravante del metodo mafioso. Quanto a Varriale, secondo l'accusa, è stato il contatto tra Caruson e "una persona indiscutibilmente consapevole dell'appartenenza di quest'ultimo ad un clan malavitoso operante nel suo quartiere di residenza, il quale starebbe facendo da mediatore tra gli imprenditori e il consigliere regionale Passariello". Caruson afferma che "aiutando, oggi il consigliere regionale, il gruppo di interesse da questi sponsorizzato come emissario della camorra potrebbe propiziarsi la futura riconoscenza del Passariello, riconoscenza che verrebbe concretamente espressa attraverso l'affidamento degli evocati appalti". E infine Francesco Piccinini, direttore del sito online Fanpage.it e la giornalista Sacha Biazzo, accusati di induzione alla corruzione. Tra i video sequestrati ieri nella sede del giornale on line, come riporta Il Mattino, ce n'è uno in cui compare anche Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione Campania e assessore a Salerno. Sarebbe lui uno dei politici "provocati" dai giornalisti fintisi imprenditori per smascherare gli illeciti del settore. Nel video di Fanpage De Luca tratterebbe con i finti imprenditori l'aggiudicazione di un appalto per lo smaltimento delle ecoballe, facendo intendere di poter intervenire a livello regionale. Fin qui nulla di illecito. Ma Roberto De Luca risulta indagato per corruzione perché, in un altro video, un commercialista a lui vicino farebbe riferimento a una tangente da pagare nella misura del 15 per cento, nella quale, a detta dello stesso commercialista, sarebbe inclusa anche la quota di De Luca. L'affare di cui si tratta riguarderebbe lo smaltimento delle ecoballe, per il quale nell'ottobre scorso la giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca ha espletato la seconda gara per la rimozione di 500mila tonnellate di rifiuti presenti nel sito di stoccaggio Taverna del Re. La presunta trattativa denunciata dal sito riguarderebbe una terza tranche di 500mila ecoballe, da rimuovere nei prossimi mesi.
Napoli, Sarri contro tutti: 'Ci manca ancora tanto per diventare grandi'
Non le manda a dire e certo non è nel suo Dna, Maurizio Sarri allenatore del Napoli dopo la figuraccia in Europa League contro il Lipsia. Si scaglia contro tutta la squadra è arrabbiatissimo e anche preoccupato per le ripercussioni che può avere sul futuro del campionato. "Brutta sconfitta, stasera ci sono mancati entusiasmo, fame e determinazione. Dovevamo fare di più.Non si puo' prendere un gol cosi al '93, con una partita ancora da giocare. Ma tutto quello che abbiamo fatto stasera, in generale, non si puo' fare. Abbiamo disputato una partita deludente, ci e' mancato l'entusiasmo". Il tecnico non fa sconti a nessuno: "E' una squadra che non ha giocato con il piglio giusto per i colori che rappresenta e la storia che rappresenta, questo mi ha deluso molto. La mentalita' deve essere sempre quella giusta, le partite si possono vincere o perdere, ma la mentalita' deve essere sempre quella". Poi aggiunge: "Abbiamo fatto una partita scarica, tutti quanti...questa è una maglia storica che va sempre onorata. Ora mi aspetto una risposta feroce dai miei ragazzi già domenica in campionato, e anche una partita di grande cuore nel ritorno a Lipsia, anche se sarà difficile arrivare alla qualificazione. La sensazione dello sfilacciamento c'era in campo, e abbiamo scelto la squadra sbagliata per concedere spazi, abbiamo fatto tutto quello che non dovevamo fare. Questa squadra e' ancora indietro sotto il punto di vista della maturita', perche' non riesce a fare tutte le competizioni con lo stesso spirito, durante la stagione ce l'ho avuta fin dall'inizio e stasera ne ho avuto la conferma. Quando non ci siamo con la testa diventiamo una squadra meno che normale, spero che questa sconfitta non abbia delle ripercussioni sotto il punto di vista morale. E' chiaro che l'obiettivo primario e' il campionato, ma in Europa bisogna capire che servono prestazioni di livello per non fare brutte figure.Dobbiamo fare un po' di autocritica. Forse abbiamo sbagliato qualcosa tutti: società, ambiente e calciatori. Questa squadra, dopo essere diventata competitiva in Italia dopo tanto lavoro, ora deve porsi il nuovo obiettivo di rendersi competitiva in Europa, altrimenti inizia l'inesorabile declino. Chiunque sia l'allenatore l'anno prossimo, io o un altro, l'importante è che siano i calciatori a fare questo salto di mentalità. Non si puo' prendere al novantesimo un gol cosi'. Con una gara di ritorno da giocare e' impensabile prendere una rete del genere. Abbiamo fatto male: ci e' mancato l'entusiasmo di quelli che giocano poco e le geometrie di quelli che giocano di piu'. La mentalita' dovrebbe essere sempre quella giusta. Oggi invece ho visto la squadra senza 'fame'. La maglia del Napoli deve essere onorata di piu'. Si puo' anche perdere ma io sono deluso da quello che ho visto contro il Lipsia".





