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De Magistris: 'Per Nouvelle Observateur noi capitale della cultura'

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha espresso ''apprezzamento e soddisfazione'' per l'articolo pubblicato sul giornale francese 'Nouvelle Observateur' in cui si parla di Napoli come ''capitale italiana della cultura''. ''Mi fa molto piacere - ha affermato - e conferma i nostri dati statistici secondo i quali Napoli e' negli ultimi anni la citta' che maggiormente ha messo in campo un'offerta culturale di qualita' e quantita', impegno ripagato da presenze turistiche che nella sua storia questa citta' non aveva mai registrato". "Tutti - ha concluso - vedono nella cultura e nell'umanita' di Napoli gli elementi caratterizzanti della sua svolta''.

Napoli, sosta selvaggia in via Terracina: sfiorata la tragedia in un incidente

"Questa volta s'è sfiorata la tragedia, ma se non si interviene per impedire la sosta selvaggia lungo via Terracina, a ridosso dell'ospedale San Paolo, c'è il rischio di ritrovarci a piangere un morto nei prossimi giorni". A lanciare l'allarme il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, raccontando che "questa mattina, un'auto s'è ribaltata per il caos creato da veicoli in sosta, camion compresi, e auto che corrono verso il pronto soccorso dell'ospedale, ma quello che è successo stamattina è solo uno dei tanti incidenti che si ripetono in quella strada dove, seppur insistono dei divieti, si continua a parcheggiare in malo modo". "In alcuni tratti, soprattutto quelli a ridosso dell'ospedale, c'è anche un parcheggiatore abusivo che 'regola' il parcheggio, ma, nel resto della strada, è l'inciviltà a farla da padrona visto che, a pochi metri, ci sono diversi spazi a disposizione per parcheggiare, ma restano sempre vuoti" ha aggiunto Borrelli sottolineando di aver chiesto al comandante della polizia municipale di avviare controlli straordinari in quella zona".

Spari contro gli immigrati, il Centro sociale: 'Salvini venga qui'

Spari contro gli immigrati, il Centro sociale: 'Salvini venga qui'
"Salvini venga qui a CASERTA a vedere come funziona il sistema di accoglienza dei migranti, che da anni gestiamo con efficienza. E se qualcosa non va e' nelle norme che gia' ci sono e che andrebbero cambiate; penso alla Bossi-Fini, che porta la firma proprio della Lega di Salvini". Dopo aver invitato a CASERTA e Castel Volturno il presidente della Camera Roberto Fico, il Centro sociale Ex Canapificio, associazione che si occupa da anni di migranti nel Casertano, tramite una delle responsabili, Maria Rita Cardillo, invita anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che piu' di tutti, in questi giorni, si sta esponendo sul fenomeno dell'immigrazione, e che ieri, intervenendo sull'episodio razzista denunciato a CASERTA da due rifugiati del Mali, che sarebbero stati sparati da alcuni ragazzi con una pistola ad aria compressa - ferito uno dei migranti - ha manifestato perplessita' sull'autenticita' della notizia, dicendo che "la fonte e' un centro sociale".
"Parole che vogliono mettere in discussione il racconto dei due maliani - dice la Cardillo - e la stessa gestione della vicenda da parte del Centro sociale ex Canapificio. Per questo diciamo a Salvini di venire a CASERTA per vedere come si fa reale integrazione; qui abbiamo un'utenza di almeno 10mila immigrati che si rivolgono costantemente al nostro sportello informativo, realizziamo percorsi di inclusione sociale bilaterale, pensiamo ad attivita' che hanno dato ottimi risultati come Piedibus, o la riqualificazione di villette, ma anche i tirocini formativi". Un percorso in cui si colloca l'organizzazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra proprio oggi. A CASERTA la festa e' stata realizzata nello stesso quartiere dove si e' verificata l'aggressione, cioe' nel quartiere Acquaviva, e precisamente nella villetta di Via Arno, che, dopo essere stata chiusa per anni, e' stata riaperta e riqualificata grazie alla collaborazione tra cittadini e rifugiati.

Il pacco bomba all'avvocato conteneva un chilo di tritolo: la prognosi resta riservata

Le condizioni sono stazionarie ma gravi. La prognosi resta riservata. E' questo l'ultimo bollettino dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno relativo alle condizioni di Giampiero Delli Bovi, il 29enne avvocato rimasto gravemente ferito per lo scoppio di un pacco bomba lunedi' scorso a Montecorvino Rovella, nel Salernitano. Presidente del Forum dei Giovani del comune dell'Alto Picentino, Delli Bovi ha perso entrambe le mani a seguito della deflagrazione dell'ordigno. Le indagini coordinate dal pm della procura di Salerno, Katia Cardillo, e delegate ai carabinieri, intanto, proseguono serrate. Gli inquirenti stanno battendo ogni pista, da quella legata all'ambiente professionale a quella personale e, nello specifico, quella del rancore. Chi ha lasciato il pacco imbottito di esplosivo assemblato in una scatola di uno spedizioniere davanti al cancello del civico 155 di via Fratelli Rosselli, alla frazione Macchia, ha premeditato il gesto per compiere danni gravi.  Il giovane civilista poteva essere colpito in modo mortale. Il quantitativo di esplosivo non e' ancora chiaro, ma sembra che fosse di circa un chilo. Il rompicapo sul confezionamento dell'ordigno e' stato affidato al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Roma a cui gia' sono stati consegnati i reperti e sono state fatte, dice il procuratore di Salerno, Corrado Lembo, "le opportune sollecitazioni per avere in tempi brevissimi l'esito delle indagini balistiche". Il capo dei pm, stamani a margine di una conferenza stampa nel proprio ufficio, ha definito "grave" quanto successo. Il riserbo e' massimo ma Lembo ha sottolineato che "immediati accertamenti sono stati gia' disposti sulle tracce del reato, e precisamente sulle polveri da sparo e sui meccanismi di innesco. Anche da questo, noi potremmo prendere delle indicazioni importanti. Naturalmente, sono state gia' attivate tutte le indagini tradizionali". Per il comandante provinciale dei militari dell'Arma di Salerno, Antonino Neosi, "le indagini sono complesse. Occorre raccogliere tutte le testimonianze, tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza perche' solo in questo modo possiamo iniziare a cercare di fare chiarezza su quanto accaduto". Neosi ha, poi, aggiunto che "un fatto cosi' grave, necessariamente, deve trovare una sua spiegazione e quindi, proprio per questo motivo, non e' corretto avanzare delle ipotesi a priori. Per riuscire a capire perche' cio' e' avvenuto, occorre che qualcuno che ha visto ce lo deve dire. Questo e' fondamentale. Avremo bisogno ancora di qualche giorno ma in campo e' stato messo il miglior dispositivo possibile". Secondo l'ex procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, oggi assessore alla Sicurezza della Regione Campania, "la situazione gia' drammatica e' stata aggravata proprio dal fatto che le indagini sono rese piu' complicate dalla mancanza di un sistema di videosorveglianza". Roberti ha poi aggiunto: "Intendo esprimere la mia solidarieta' all'avvocato Giampiero Delli Bovi e suoi familiari per quanto accaduto. Mi auguro che Montecorvino si possa dotare di questo sistema di videosorveglianza. Bisogna intervenire urgentemente per sostenere l'azione del Comune e delle autorita' locali per realizzare questi impianti che consentiranno, mi auguro, di prevenire altri episodi criminali".

Napoli, picchiava la moglie da anni: arrestato 40enne alla Riviera di Chiaia

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Napoli. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Ferdinando hanno arrestato un napoletano di 40 anni, responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.Stamane i poliziotti sono intervenuti in un appartamento della Riviera di Chiaia dove era stata segnalata una lite in famiglia. Ad aprire la porta una donna, la vittima, appena aggredita sia verbalmente che fisicamente dal marito davanti ai loro figli.Un comportamento aggressivo, quello del marito, che era oramai divenuto consuetudine scaturendo anche da motivi banali e che la donna subiva da diversi anni.A questo punto gli agenti, dopo aver chiesto l’intervento del personale sanitario per la cura di vistose ferite che la donna ha riportato dopo l’aggressione di pochi minuti prima, hanno raccolto gli elementi utili per rintracciare il marito. Il 40enne, con precedenti di polizia, è stato intercettato in via Michelangelo Schipa. È stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

Picchiano e chiedono il pizzo al titolare del Supermercato poi denunciano di essere stati aggrediti: presi 3 del clan Maiale

Tre persone, ritenute vicine al clan camorristico Maiale attivo nella Piana del Sele, sono finite in carcere, nel Salernitano, con l'accusa di tentata estorsione, lesioni personali aggravate dal metodo mafioso, in concorso, e calunnia: reato contestato solo a due degli indagati. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri, è stata emessa su richiesta della Dda salernitana. I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un'indagine avviata dopo la denuncia di due commercianti di Eboli. - "Non hai capito con chi hai a che fare". Per chiedere il 'pizzo' ad alcuni commercianti di Eboli, i tre arrestati ricordavano l'appartenenza al clan Maiale, attivo nella Piana del Sele, a Sud di Salerno. Devono rispondere, in concorso, di tentata estorsione, lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e, due di loro, anche di calunnia. Tra loro, Giovanni Maiale, nipote e omonimo del capoclan, in carcere nell'ambito dell'operazione eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Salerno. L'indagine e' nata nel maggio scorso dopo l'immediata denuncia dei titolari di due supermercati di Eboli che hanno raccontato di aver subito un tentativo di estorsione In particolare, è emerso che l'8 maggio scorso, gli arrestati hanno tentato un'estorsione ai danni dei due titolari di un supermercato della cittadina del Salernitano, minacciandoli ed evocando la loro appartenenza al clan Maiale. Gli indagati - spiega in una nota il procuratore di Salerno, Corrado Lembo - hanno intimato alle vittime di consegnare loro mensilmente denaro e hanno anche aggredito uno dei commercianti procurandogli lesioni giudicate guaribili in venti giorni. Dopo l'accaduto, i malviventi hanno tentato di sviare le indagini. I due che dovranno rispondere anche del reato di calunnia si sono recati presso la Stazione dei carabinieri di Eboli e hanno sporto una querela per lesioni personali nei confronti dei proprietari del supermercato con cui avevano avuto una colluttazione dichiarando, falsamente, di essere stati vittime di minacce e di aggressione. Le immagini del sistema di videosorveglianza installato presso l'esercizio commerciale hanno dimostrato che i fatti si erano svolti diversamente ossia come raccontato dai negozianti.

'Ai tiempi ro barone', il festival di musica e giochi antichi nel borgo di Prata Principato Ultra

Musica, visite guidate, enogastronomia, giochi antichi: il borgo di Prata Principato Ultra (Avellino) si prepara a rivivere gli antichi fasti dell’aristocrazia pratese in occasione dell’evento “Ai tiempi ro barone”, in programma dal 29 giugno al primo luglio Prata Principato Ultra (Avellino).
Una manifestazione che propone un format innovativo e spettacolare, incentrato sulla magia di un luogo a cui il territorio è fortemente legato: il Palazzo Baronale che fu della famiglia Zamagna, originaria della croata Dubrovnik, a cui simbolicamente l’evento - promosso dall’associazione Panta Rei con la direzione artistica di Roberto D’Agnese - si lega, attraverso la figura del Barone Savino Zamagna e la storia della sua tragica fine. È proprio in questo Palazzo, infatti, che il barone trovò la morte, in una notte in cui – come sua abitudine - volle esercitare lo Ius primae nocti, famigerato diritto del Signore feudatario di giacere la prima notte con la sposa di un proprio sottomesso. Zamagna venne ucciso da Gianlorenzo la Monica per difendere la giovane nuora dall’arcaica abitudine feudale, travestendosi da sposa ed aspettando il barone nel talamo nuziale e pugnalandolo a tradimento.
“Ai tiempi ro Barone” comincerà venerdì 29 giugno, alle ore 20, con il concerto di Voci del Sud, la tarantella di Montemarano di Stelle Popolari, le Trombe Egiziane e lo hang di Martino D’Amico. Sabato 30 giugno si comincerà alle ore 17 con le visite guidate al Palazzo Baronale su prenotazione e alle Catacombe paleocristiane dell’Annunziata, a cura di Marcello Freda e Donata Russo. Quindi i Giochi Antichi a cura del Museo etnografico “Beniamino Tartaglia” di Aquilonia. Alle 18.30 il concerto di musica rinascimentale e primo Barocco “Ai vis lo lop, lo Rainard, la Levre” e, alle 20, l’apertura del “Palazzo ro Barone” accompagnata da musica e spettacoli: Verdiana e Ivan all’arpa e al violino, Trombe Egiziane, Stelle Popolari, Hang di Martino D’Amico, Danze barocche in costume d’epoca a cura di Contrapasso, la musica popolare e world music de I Trillanti e Suoni Antichi I Bottari di Macerata Campania.
Domenica 1 luglio “Ai tiempi ro Barone” comincerà in mattinata, a partire dalle ore 10, con le visite guidate su prenotazione al Palazzo Baronale e alle Catacombe paleocristiane dell’Annunziata, quindi alle 12 il Pranzo al Palazzo (su prenotazione) e dalle 16 ancora visite guidate. Alle 17 l’incontro “Ius Primae Noctis – Mai più violenza sulle donne”, quindi la presentazione del libro “Irpine” di Elisa Forte e l’installazione della Panchina Rossa a cura di Panta Rei. Lo spettacolo continua con i Giochi Antichi a cura del Museo etnografico “Beniamino Tartaglia” di Aquilonia. Alle 18 animazione per adulti e bambini con il clown fantasista Kaos in “Aghi di spugna”, alle 19 concerto di Luca Rossi in duo e, dalle 20, Trombe Egiziane, Stelle Popolari con la tarantella di Montemarano, Hang di Martino D’Amico, Danze barocche in costume d’epoca a cura di Contrapasso e concerto de I Lumanera. Un evento unico del suo genere, in programma dal 29 giugno all’1 luglio a Prata Principato Ultra (Avellino). Per informazioni: tel. 349.6932049, pagina facebook “Ai tiempi ro Barone”.

La Finanza scopre 1000 grandi evasori fiscali. Tutti i numeri di un anno di lavoro

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Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica del Paese - sempre da tutelare - e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino. Parliamo invece dei grandi evasori, ossia di quei soggetti fiscalmente pericolosi i cui patrimoni sono espressione diretta dei gravi reati tributari o economico-finanziari commessi; importi tutt’altro che insignificanti se si pensa che questi evasori, tutti insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 2 miliardi e 300 milioni di euro (in media, più di 2 milioni ciascuno). E non ci si riferisce a numeri ancora da accertare o a importi da recuperare a tassazione o incassare da parte del fisco, ma (per oltre la metà, pari a 1,3 miliardi di euro) a valori e beni dapprima “congelati” e poi acquisiti in via definitiva (con la confisca) al patrimonio dello Stato.
Ci si è arrivati seguendo uno dei nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza, che mira a “stanare” gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale. Un percorso vincente perché non ancorato alla ricerca degli indizi di evasione - non sempre agevoli da riscontrare - ma fondato sul rilevamento della contraddizione emergente tra le manifestate disponibilità finanziarie e lo spesso esiguo reddito dichiarato.
Grandi evasori fiscali, quindi, che quasi mai evadono da soli, ma si avvalgono di una rete di connivenze per realizzare circuiti viziosi fatti di fatture false, emesse o utilizzate in contabilità. Veri e propri sodalizi criminali che, affidandosi in qualche caso all’esperta consulenza di studi tributari, sono in grado di minare la concorrenza tra le imprese sane del Paese. Quello connesso alle fatture false è un fenomeno arduo da contrastare proprio per le difficoltà connesse alla necessità di dimostrare l’inesistenza delle transazioni - a volte immateriali e complesse oltre che di respiro internazionale - o per i tempi occorrenti, talvolta lunghi, per raccogliere tutte le prove. Nella “categoria” dei grandi evasori non rientra soltanto chi si avvale delle fatture false. Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 3.188 i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni. Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali.
Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018 sono stati 2.120. Interventi sempre più mirati per contrastare le frodi fiscali: 128.000 in tutto, tra verifiche e controlli, avviati nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale.
Sfiorano i 23.000 i reati fiscali denunciati in un anno e mezzo di attività. Il 67% di questi sono rappresentati dagli illeciti più insidiosi e pericolosi per la stabilità economico-finanziaria del Paese e per la libera concorrenza tra imprese: l’emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta, l’occultamento di documentazione contabile. 17.000 i responsabili individuati, 378 dei quali finiti in manette.
I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ai responsabili di frodi fiscali ammontano a 1,1 miliardi di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 5,7 miliardi di euro.
Sono 12.824 le persone del tutto sconosciute al fisco (evasori totali) responsabili di aver evaso, in un anno e mezzo, 5,8 miliardi di IVA. Nello stesso periodo sono stati verbalizzati 6.361 datori di lavoro per aver impiegato 30.819 lavoratori in “nero” o irregolari.
Nel settore delle accise, i 5.300 interventi conclusi dalle Fiamme Gialle hanno portato al sequestro di oltre 18.400 tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. A questi si aggiunge un consumato in frode pari a circa 225.000 tonnellate.
Nel comparto del gioco e delle scommesse, eseguiti oltre 6.000 controlli e concluse 352 indagini di polizia giudiziaria. Altra fenomenologia illecita contro cui, dopo l’evasione, il Corpo riversa le proprie migliori risorse, è la corruzione, campo nel quale, sempre nell’ultimo anno e mezzo, sono state denunciate, per reati in materia di appalti e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, oltre 6.000 persone, il 10% delle quali è finito in manette (644). Anche i sequestri eseguiti per 800 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell’efficacia delle misure intraprese se si pensa che 600 milioni sono i sequestri nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione. Sequestri che consentono, almeno in parte, di ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione scoperti dalla Guardia di Finanza.
Il valore degli appalti in cui sono state riscontrate irregolarità è di 2,9 miliardi di euro su un totale di gare sottoposte a controllo pari a 7,3 miliardi di euro: il che si traduce nel 40% di irregolarità nell’aggiudicazione delle gare oggetto di indagine.
Ma la corruzione è solo la punta dell’iceberg di un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che, operando nel pubblico, procurano danni all’erario: nell’ultimo anno e mezzo le Fiamme Gialle ne hanno individuate 8.400, responsabili di un danno erariale da 5 miliardi di euro.
Le frodi scoperte in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 1,5 miliardi di euro, mentre si attestano a 175 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale e sanitaria. I soggetti nel complesso denunciati sono stati 12.741, con l’esecuzione di oltre 40.000 interventi a tutela dei principali flussi di spesa pubblica.
Proseguendo in ambito sanitario, ci sono poi i “furbetti” del ticket, settore nel quale i controlli mirati hanno consentito di individuare “sacche” di irregolarità nel 90% dei casi: in pratica, ogni 10 persone controllate, almeno 9 si sarebbero fatte curare gratis, in ospedali pubblici o in altre strutture private convenzionate senza averne diritto.
Altro settore particolarmente a rischio è quello delle assistenze domiciliari, dei pasti a domicilio, degli assegni per il nucleo familiare e di quelli di maternità, degli assegni per le mense scolastiche, delle borse di studio, ecc.; insomma di tutti quegli aiuti economici e servizi sociali di assistenza spettanti ai cittadini che versano in particolari e delicate condizioni economiche e sociali.
I controlli svolti in tale ambito dalla Guardia di Finanza - polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale - mirano proprio a evitare che delle “prestazioni sociali agevolate” - questa la definizione tecnica degli aiuti in argomento - possa beneficiare chi non ne abbia diritto, a danno dei più bisognosi. I risultati ottenuti sono significativi: il 39% dei controlli svolti ha evidenziato irregolarità.Le indagini patrimoniali contro le mafie, volte a sottrarre le risorse finanziarie e patrimoniali dalle quali le consorterie criminali traggono sostento, hanno portato alla confisca (e ristabilito il possesso da parte dello Stato) di beni e valori per 2 miliardi di euro. Ulteriori 3 miliardi sono stati, inoltre, sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 4,6 miliardi di euro.
Il denaro illecitamente accumulato dalle “mafie”, dagli evasori seriali, dai corrotti e corruttori e dagli altri criminali, per poter essere “lavato” della sua provenienza “sporca”, deve essere riciclato in attività o in investimenti apparentemente “puliti”.
Ecco che seguire i flussi finanziari diventa fondamentale in ogni tipologia di contrasto agli illeciti. Il valore del riciclaggio accertato dalla Guardia di Finanza nell’ultimo anno e mezzo si è attestato attorno ai 3 miliardi di euro. Un fiume di soldi intercettato grazie alle circa 1.300 indagini di polizia giudiziaria avviate, da cui sono “scattate” denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 2.508 persone (di queste 284 agli arresti).
I sequestri effettuati su ordine della Magistratura ammontano a 769 milioni di euro. La lotta al fenomeno del riciclaggio non si fa però solo con la repressione. Per contrastarlo al meglio è necessaria anche una seria azione preventiva attraverso le analisi del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle segnalazioni di operazioni sospette. Delle oltre 131.600 S.O.S. esaminate, 38.600 sono state sottoposte a indagini più approfondite. Di queste, 756 sono risultate attinenti al finanziamento del terrorismo internazionale .
Il controllo dei movimenti di soldi presso i confini terrestri e navali, compresi porti e aeroporti e sedi doganali, ha portato alla scoperta di 14 milioni di euro illecitamente trasportati al seguito dalle persone che entravano in Italia o ne uscivano. Accertate 8.500 violazioni.
Scoperti infine reati fallimentari con il sequestro di beni per 725 milioni di euro su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 6 miliardi di euro.
Anche la contraffazione fa male al Paese perchéè danneggia il made in Italy, svilendo il prestigio del marchio italiano nel mondo. Rientrano negli oltre 264 milioni di articoli sequestrati dalle Fiamme Gialle nell’ultimo anno e mezzo quelli propriamente contraffatti o con falsa indicazione del made in Italy, quelli non sicuri e i prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità. Praticamente è come se ogni italiano avesse fatto esperienza - dal 1° gennaio 2017 a oggi - di prodotti con marchio falso per ben 4 volte. In questo settore, i Reparti operativi del Corpo hanno eseguito oltre 15.600 interventi, svolgendo più di 4.500 deleghe dell’Autorità giudiziaria.
Di pari passo, le Fiamme Gialle hanno oscurato o sequestrato 521 siti internet, utilizzati per commercializzare on line merce contraffatta.La contraffazione non risparmia alcun settore: ne sono testimonianza le banconote, le monete, i titoli, i certificati e i valori bollati falsi sequestrati dal Corpo dal 1° gennaio 2017, per un valore complessivo di 12 milioni di euro. Denunciate 366 persone, 65 delle quali agli arresti. Non tende sicuramente a rallentare l’azione a contrasto dei traffici di droga. Con il tempo diventano semmai più efficaci i modi e i mezzi usati per combatterli. Significativo il fatto che il 50% delle oltre 100 tonnellate di stupefacenti, sequestrate dal 2017 a oggi, sia stato intercettato grazie a grandi operazioni aeronavali condotte dalla GdF quale Polizia Economico-Finanziaria e del Mare (vgs. punto 15 allegata scheda).
E sempre in termini di tonnellate deve ragionarsi quando si fa riferimento ai risultati ottenuti dal Corpo nel settore del contrasto al contrabbando di sigarette: 370 sono state, infatti, le tonnellate di tabacco sequestrato nel corso di oltre 7.600 interventi.
In mare caccia aperta ai narcotrafficanti quindi, ma anche agli scafisti e a tutti coloro che sfruttano il fenomeno della migrazione. 751 gli arresti e 382 i mezzi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle nostre acque.
In termini di diretto intervento a favore dei cittadini, soprattutto di quelli che si trovano in difficoltà, ha operato nell’ultimo anno e mezzo il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, meglio noto come S.A.G.F., che ha eseguito 2.624 interventi in montagna, prestando aiuto a 2.873 persone.
Per l’intero periodo estivo i Reparti Aeronavali del Corpo continueranno a garantire una costante presenza sul mare e nello spazio aereo sovrastante a favore dei villeggianti e delle imprese che operano lungo le coste italiane. Un piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario nazionale è già in campo da parte della Guardia di Finanza per prevenire e contrastare fenomeni di illegalità diffusa, a tutela degli operatori nei settori economici che, proprio nel periodo estivo, vedono incrementare il proprio fatturato nonché per garantire una costante presenza del Corpo sul mare e nello spazio aereo sovrastante.
Quest’estate saranno anche potenziate le attività della Guardia di Finanza connesse all’esercizio delle funzioni di controllo doganale in materia di commercio della fauna e della flora tutelate dalla Convenzione di Washington (c.d. C.I.T.ES.) per contrastare i traffici illeciti di specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Il controllo economico del territorio, infine, contribuirà al presidio di strade, aree urbane, porti, aeroporti, frontiere marittime e terrestri per la ricerca di fenomeni di sommerso d’azienda e di lavoro nonché per la prevenzione ed il contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti.

Protagonista di Make Art 2018, la band emergente 'Greta & The Wheels'

Il gruppo “Greta & The Wheels” continua a portare i suoi suoni new folk e la freschezza della sua scrittura nei luoghi più suggestivi della città. Sabato 23 giugno la band emergente, che si è già rivelata vera sorpresa nel panorama musicale campano anche attraverso un’importante collaborazione con la Rai, sarà protagonista della rassegna Make Art 2018, al via da domani 21 giugno nella splendida cornice della Domus Ars, situata nel salotto più elegante di Napoli. Diretta da Massimo Piccolo, scrittore e regista e organizzata dall'associazione Luna di Seta e dall'associazione Le 7 Arti, la rassegna promuove, per quattro giorni, l’incontro fra arti visive, scrittura e musica facendo incontrare gli artisti e il loro pubblico a partire dalle ore 18. Ad un aperitivo di benvenuto, seguiranno la presentazione di un libro, il vernissage e infine un concerto. Al progetto artistico che vede un'immersione totale nella tradizione e nella cultura napoletane si affiancheranno sabato il libro di Maurizio Ponticello “Un giorno a Napoli con San Gennaro” e il concerto di “Greta & The Wheels”.
Dalle ore 19 Greta Zuccoli (voce), Emiliano Attolini (chitarra) e Lorenzo Campese (voce e tastiere) porteranno in scena il loro repertorio già nutrito. Con brani della band ormai noti al giovane pubblico, sorprese inedite e accattivanti reinterpretazioni, l’evento andrà incontro ai gusti più diversi ma per veri intenditori.

Ad ottobre la seconda edizione di Moviemmece, il festival cinematografico dedicato al cibo

Seconda edizione di "Moviemmece", il festival cinematografico dedicato al cibo inteso come veicolo di conoscenza e scambio interculturale, strumento di salvaguardia e valorizzazione di territori e culture. Il festival si terrà al Nest (Napoli Est Teatro) dal 19 al 28 ottobre ed è promosso delle associazioni "Fuori dal seminato" e "Gioco immagine & parole" e dalla cooperativa sociale "Mandacaru'", in collaborazione con l'Accademia di Belle arti di Napoli , con il sostegno di Mibact e Siae, nell'ambito dell'iniziativa "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura" e con il patrocino del comune di Napoli.
L'iniziativa è rivolta a tutti i registi con nazionalità italiana ed età non superiore ai 35 anni che potranno presentare, fino al 31 luglio, un cortometraggio sulla tematica del cibo inteso come veicolo di scambio interculturale e indagine di questioni sociali, ambientali, culturali, ecologiche e civili. Sono ammesse alla candidatura opere di finzione, animazione o documentari che abbiano una durata massima di 30 minuti, compresi i titoli di testa e di coda.
Il festival, come lo scorso anno, sarà accompagnato da una serie di attività collaterali, tra cui attività di cineforum per le scuole del territorio e un laboratorio formativo di due giorni per gli studenti che saranno inseriti nella giuria scuole del Festival, un concorso di fotografia aperto a giovani fotografi under 35 e una masterclass gratuita a numero chiuso rivolta a studenti di cinema, che potranno accedere a un weekend di formazione intensiva di critica della visione filmica. Per i giovani studiosi e appassionati di cinema, con meno di 35 anni, c'è anche l'opportunità di entrare nella "giuria giovani esperti" per la visione, votazione e premiazione dei cortometraggi in concorso.

Le migliori università telematiche a Napoli

La città di Napoli offre numerose possibilità di studio e di specializzazione in ambito universitario, coprendo un bacino d’utenza molto vasto. Non poteva dunque restare immune al fiorire di tipologie di formazione innovative, basate sulle nuove tecnologie. L’Università telematica a Napoli infatti ha conosciuto un’ampia diffusione e vedremo insieme quali sono le più consigliate.

 Università Telematica Pegaso
Istituita nel 2006, ha la sede amministrativa e di rappresentanza proprio a Napoli. Come tutte le Università online, persegue l’obiettivo di far dialogare la formazione online e offline fornendo agli iscritti una serie di servizi all’avanguardia, partendo dall’affidabilità ed accessibilità delle piattaforme di e-learning.

Un punto su cui l’Università Pegaso lavora molto è la personalizzazione del piano didattico, per fornire allo studente una formazione che sia modellata quanto più possibile sulle sue esigenze e capacità. Ogni iscritto è infatti seguito per tutto l’anno da specialisti del supporto didattico ed ha a disposizione test di autovalutazione per tenere sempre sotto controllo l’avanzamento rispetto al percorso scelto.

L’offerta formativa è molto ampia ed è costituita da lauree triennali e magistrali, master di 1° e 2° livello e corsi specialistici e di perfezionamento.

 Università degli Studi Niccolò Cusano
Dedicata all’umanista quattrocentesco Niccolò Cusano, l’Unicusano nasce nel 2006 con sede a Roma. Ha molteplici sedi in tutta Italia, tra cui Napoli, dove si possono seguire i corsi di laurea triennali e magistrali di Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Scienze dell’Educazione, Psicologia ed Ingegneria e master di specializzazione in diversi ambiti.

L’attenzione dell’Ateneo è principalmente rivolta alle lezioni telematiche, gestite attraverso piattaforme easy to use e adattabili a tutti i dispositivi in commercio. La piattaforma di ultima generazione consente di studiare e comunicare con i tutor ed i docenti in ogni momento e nello stesso tempo di organizzare anche lezioni in presenza a seconda delle esigenze, recandosi direttamente al Campus, fiore all’occhiello dell’Istituto. L’unione perfetta tra reale e virtuale conferisce agli studenti una formazione trasversale, perché li abitua a lavorare con linguaggi moderni che potranno essere utili al loro futuro lavorativo.

Unicusano ha anche un campus universitario a Roma ispirato ai college inglesi. Un luogo ideale anche per la formazione post laurea, al fine di seguire corsi e convegni e svolgere attività professionali. Unicusano infine dà la possibilità ai propri studenti di svolgere stage presso istituzioni italiane e straniere e proseguire anche con la ricerca universitaria.

UniNettuno

L’Università Telematica Internazionale Uninettuno nasce nel 2005 ed anch’essa ha sede centrale a Roma. Rientra in un network di Università, 42 in tutto il mondo, nate dal modello didattico del Nettuno Network, ossia delle Università che hanno dato la possibilità di formarsi attraverso internet e tv.

Attualmente dispone anche di numerose sedi territoriali ed a Napoli è presente con un polo Tecnologico situato nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione della Federico II.

L’offerta formativa è molto ampia, con corsi di laure triennali, magistrali, master di 1° e 2° livello, certificazioni e corsi di aggiornamento. La piattaforma digitale su cui seguire le lezioni si chiama Cyberspazio didattico ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la qualità offerta.

Il panorama delle Università Telematiche è molto ampio. Vi abbiamo dato qualche spunto per regolarvi su una scelta che è molto attuale ed in linea con le esigenze del lavoro moderno.

Smaltivano illecitamente i rifiuti dei cantieri della Metropolitana di Napoli nella discarica dismessa di Comiziano: 5 arresti

Agenti della polizia metropolitana di Napoli e carabinieri del Noe hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa gip del tribunale partenopeo su richiesta della locale procura antimafia, nell'ambito di un'indagine che rappresenta la prosecuzione di un'analoga manovra investigativa del maggio 2016. A darne notizia la Città metropolitana di Napoli. Le indagini, sviluppate da novembre 2016 a settembre 2017, riguardano il traffico di rifiuti che sarebbero stati convogliati nella cava in ricomposizione ambientale Apostolico e Tanagro di Comiziano nel Nolano e i conseguenti delitti di inquinamento e tentato disastro ambientale. In particolare, le attività investigative hanno permesso di stabilire come gli indagati, al fine di conseguire "un ingiusto profitto consistente nel ritorno economico dal non sopportare i costi dovuti ordinariamente per lo smaltimento dei rifiuti presso siti autorizzati, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi ed attività, gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti". Si pensa ad almeno 72mila tonnellate. I rifiuti - secondo l'ipotesi accusatoria - venivano prelevati da vari siti, tra cui i cantieri per la realizzazione della metropolitana di Napoli. Cinque i provvedimenti di custodia cautelare eseguiti. Soddisfazione è stata espressa dal consigliere metropolitano alla Polizia, Carmine Sgambati, per l'operazione che "assesta un colpo durissimo al sistema illegale di smaltimento dei rifiuti e che per anni ha avvelenato la nostra terra".

Altri due smartphone trovati nel carcere minorile di Nisida

"In queste ore e' trapelata la notizia del rinvenimento di ben due telefonini nella struttura minorile di Nisida, ben occultati e perfettamente funzionanti. Il primo e' stato scoperto dalla Polizia Penitenziaria nelle vicinanze della sala colloqui; l'altro invece, e' stato rinvenuto in una cella detentiva, all'interno di una federa di un cuscino unitamente al carica batteria; lo stesso era munito anche di fotocamera". Lo rende noto Carmine d'Avanzo, coordinatore nazionale del settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. "Alla luce dei numerosi ritrovamenti e sequestri di telefonini che stanno avvenendo a Nisida, nonche' gli ormai continui tentativi di introdurre tali apparecchi all'interno dell'Ipm, attraverso i colloqui, si impone l'esigenza di rivedere, nel senso di rendere ancor piu' funzionale, l'attuale assetto organizzativo a cui e' demandata la gestione colloqui, prevedendo, per tale 'servizio', l'utilizzo di moderne apparecchiature di controllo su persone e cose - si sottolinea in una nota - Il Sappe, ancora una volta, non puo' fare altro che elogiare il personale di Polizia Penitenziaria di Nisida che ha rinvenuto tali telefonini, dimostrando grandi capacita' professionali".

Baby gang a Napoli, ecco come sarà operativo il nuovo piano interforze

Il contrasto delle bande giovanili, le cosiddette baby gang, ha ora una nuova ed efficace arma, frutto di una sinergia tra Polizia, Carabinieri, Procura della Repubblica, Procura dei Minori, Direzione Distrettuale Antimafia e Direzione Centrale Anticrimine. Parte da Napoli un nuovo modello investigativo, che e' stato presentato durante una conferenza stampa nella Procura di Napoli. Un progetto, e' stato spiegato, destinato ad essere introdotto successivamente anche in altre realta' della Penisola. "E' stato - ha spiegato il procuratore della Repubblica di Napoli, Giuseppe Melillo - pensato e condiviso con l'ex ministro degli Interni, Marco Minniti. Vedra' in campo nuove unita' d'investigazione, dislocate all'interno della Squadra Mobile della Questura di Napoli e nel Nucleo Investigativo del comando provinciale dei carabinieri". Il nuovo approccio investigativo terra' in grande considerazione i social perche', ha spiegato Melillo, "e' necessario aggiornarsi davanti a un fenomeno vecchio di 50 anni ma di grande allarme sociale a cui abbiamo dato e daremo ancora risposte ma in maniera piu' efficace e condivisa". All'incontro ha preso parte anche il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minori, Maria de Luzenberger: "La nuova struttura sara' anche un punto di riferimento per migliorare la prevenzione, per cogliere segnali precursori di devianza prima che si tramutino in un eventi delittuosi".

"Pur riconoscendo la straordinaria gravita' che puo' assumere questo fenomeno, siamo ben lontani dal nucleo fondante la pericolosita' dei fenomeni criminali di Napoli. La gravita' di alcuni episodi, la loro reiterazione, l'allarme che ne e' derivato nella societa' impongono uno sforzo di riflessione, analisi e elaborazione, al quale sono chiamate tutte le componenti del sistema, come la magistratura inquirente ma anche e soprattutto le forze di polizia". Lo ha detto il procuratore di Napoli, Giuseppe Melillo, durante la presentazione del nuovo modello di contrasto e prevenzione delle bande giovanili violente, un protocollo condiviso dalla Procura della Repubblica, dalla Procura dei Minori, dalla Polizia di Stato e dai carabinieri. La nuova metodologia di contrasto delle bande giovanili violente, si avvarra' anche dell'apporto dell'esperienza della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per l'abituale vicinanza di questa tipologia di fenomeno alle dinamiche delle organizzazioni malavitose del territorio partenopeo: "Il fenomeno, relativamente nuovo, - ha spiegato il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - richiama la capacita' di intimidazione che e' propria delle organizzazioni mafiose. In una realta' criminale complessa come quella di Napoli un fenomeno come quello delle bande giovanili violente non puo' essere esaminato in maniera avulsa da quelle che sono le dinamiche criminali radicate sul territorio".

"Si tratta di un'innovativa metodologia di analisi e investigazione che ci consentira' di avere un quadro, anche preventivo, sulle devianza giovanili". Lo ha detto il questore di Napoli, Antonio De Iesu, nel corso della presentazione del nuovo modello interforze di contrasto e prevenzione delle bande giovanili violente, nella sede della Procura della Repubblica partenopea. Per De Iesu, "La sinergia tra Polizia di Stato e Carabinieri agevolera' un flusso informativo fluido su un fenomeno che gia' conosciamo". Il questore di Napoli ha anche annunciato la possibilita' che la condivisione e la pianificazione della nuova tipologia di servizi, possa presto vedere anche il coinvolgimento della Guardia di Finanza. Per il comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, la collaborazione tra forze di polizia rappresenta "un salto di qualita'" perche' "la criminalita' si presenta in forme sempre piu' agguerrite e la collaborazione e' una risposta efficace".

Con questo nuovo approccio, "si potranno fronteggiare le bande giovanili violente in maniera piu' strutturata, esplorando le fonti aperte (social, ndr), ma sempre partendo da uno specifico evento". Lo ha detto a Napoli il capo della Direzione Centrale Anticrimine, prefetto Vittorio Rizzi, nel corso della presentazione del nuovo modello di contrasto e prevenzione delle bande giovanili, nella sede della Procura della Repubblica partenopea. Il monitoraggio dei social, e' stato spiegato nel corso della conferenza stampa, e' determinante: "Uno dei gruppi individuati al Vomero, per esempio, - ha detto ancora Rizzi - si identificava sul web come i "Serpe Verde" di Henry Potter (una delle quattro Case, quella dei cosiddetti cattivi, della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ndr)". Segnali, in sostanza, che possono essere interpretati soprattutto in una prospettiva di prevenzione grazie anche all'apporto degli psicologi: "Stiamo inserendo nel Servizio Centrale Operativo nella Polizia di Stato gli psicologi, come valore aggiunto nelle attivita' di indagine" che, ha detto ancora il capo del Dac, utilizzera' anche "particolari software 'ad hoc'". In sostanza, ha concluso il direttore del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato Alessandro Giuliano, "sara' fornita al nuovo modello investigativo tutta l'esperienza acquisita durante l'attivita' di contrasto delle violenze sui minori e delle violenze sessuali".

Perdono l'aereo e corrono in pista per raggiungerlo, multati

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Si sono introdotti nella pista di decollo con l'intenzione di raggiungere un aereo della compagnia EasyJet in procinto di partire con destinazione Napoli. Protagonisti del fatto, avvenuto lunedi' sera all'aeroporto Marco Polo di Venezia una coppia di italiani; i due hanno forzato la porta del gate 7, facendo cosi' scattare l'allarme. La coppia viaggiava insieme ai due figli minori: tutti avevano superato i controlli di sicurezza ed erano in possesso di un regolare biglietto aereo. Sembra che i quattro fossero in notevole ritardo e non avessero intenzione di perdere l'aereo, cosi' hanno cercato una scorciatoia per raggiungerlo. La bravata pero' e' costata 2074 euro di multa per ogni maggiorenne.

Proposta dei consiglieri della Campania per smantellamento dei campi Rom

"Norme contro il degrado e per lo smantellamento dei campi Rom nella Regione Campania" : e' la proposta di legge a firma del Presidente della III Commissione speciale 'Terra dei Fuochi, bonifiche, ecomafie", Gianpiero Zinzi, e del Presidente della Commissione speciale "Anticamorra e beni confiscati", Carmine Mocerino. La proposta "persegue l'obiettivo di porre fine ad una condizione di degrado sociale, periurbano ed ambientale attraverso il definitivo smantellamento dei campi rom in Campania".

Caivano, aveva rapinato tre farmacie: arrestato 46enne

I carabinieri di Caivano (Napoli) hanno arrestato un 46enne indagato per rapina aggravata. L'uomo è indiziato di quattro rapine - aggravate dall'uso delle armi e dall'essere state commesse nascondendo il volto - nei confronti di tre farmacie del comune. In riferimento a uno degli episodi, le riprese delle telecamere di sorveglianza hanno permesso di risalire al mezzo utilizzato per il furto, una mountain bike lasciata sul marciapiedi all'esterno della farmacia. La comparazione tra i fotogrammi che ritraggono il rapinatore e la persona oggetto di indagine - insieme agli abiti usati durante le rapine, ritrovati nella disponibilità dell'indagato, sequestrati insieme a un cric usato per minacciare uno dei farmacisti - ha permesso di individuare l'autore delle rapine.

I carabinieri restituiscono scultura del XVI secolo rubata da una chiesa di Napoli

Una preziosa scultura del XVI secolo, raffigurante San Giovanni e opera dell'artista Girolamo Santacroce, è stata restituita oggi dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli, dalla quale era stata trafugata nel 1977. La statua è stata restituita dal tenente colonnello Nicola Candido, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri Tpc, alla presenza di Luciano Garella, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli, di Riccardo Naldi, professore dell'Università 'L'Orientale' del capoluogo campano e di Luciana Festa, dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro. Il 'San Giovanni' faceva parte dalla parete frontale della cappella della chiesa napoletana, edificata da Galeazzo Caracciolo di Vico nel 1516. La scultura è stata recuperata grazie alle investigazioni dei militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo Tpc, iniziate nel 2015 quando, nel corso dei controlli sugli antiquari, i carabinieri si sono concentrati su un commerciante della provincia di Lucca che, pur non risultando essere né antiquario né collezionista, aveva proposto in vendita, presso il noto mercato antiquariale di Montpellier in Francia, una importantissima scultura proveniente dall'Italia. Come al solito, la comparazione tra la foto dell'oggetto in vendita in Francia e quello della banca dati dei beni culturali rubati, assieme a rilievi tecnici sul luogo del furto e ad approfondimenti negli archivi storici, hanno permesso di appurare con assoluta certezza che si trattava della scultura rubata negli anni settanta. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Roma Tiziana Cugini, hanno consentito di localizzare, anche tramite la cooperazione Iinterpol, l'opera e di accertare la buona fede dell'ultimo detentore, un antiquario belga, il quale, appresa la provenienza illecita, ha rinunciato alla proprietà, permettendone la restituzione, nel dicembre 2016, a Bruxelles, presso l'Ambasciata d'Italia, in favore dello Stato italiano. Il 'San Giovanni' è stato restaurato dall'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, e dopo 40 anni torna nella chiesa napoletana alla fruizione dei fedeli.

Fanno saltare in aria il bancomat: bottino 15mila euro

Ammonta a circa 15.000 euro il bottino fruttato ai ladri che nel corso della notte hanno fatto saltare in aria ad Apice in provincia di Benevento, il bancomat della locale filiale della banca di Credito Cooperativo di San Marco dei Cavoti, del Sannio e Calvi. La forte deflagrazione ha mandato in frantumi l'intera vetrata della sede della banca. Sempre nella notte, forse la stessa banda, secondo gli investigatori, ha tentato il colpo anche a San Salvatore Telesino presso la filiale dell'Unicredit dove, pero', alcuni residenti hanno fatto scattare l'allarme facendo fuggire i malviventi a mani vuote. Si sta cercando di risalire agli autori attraverso i filmati delle telecamere.

Napoli, passeggero accoltellato su bus ANM: è caccia all'uomo

"Chiediamo alle forze dell'ordine che hanno ricevuto il video dall'Anm di verificare immediatamente l'identità della persona ripresa nelle immagini della videosorveglianza, controllando magari se è vero che è un senza fissa dimora che vive nell'area intorno al parcheggio Brin perché, se è vero che è recidivo, rappresenta un pericolo per l'incolumità delle persone". Lo hanno detto il consigliere regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e lo speaker Gianni Simioli de La radiazza di Radio Marte che, questa mattina, hanno ricevuto un video in cui si vede una persona accoltellare senza alcun motivo il passeggero di un autobus dell'Anm. "Il video, postato in un gruppo facebook, mostra due persone che scambiano qualche parola, ma la situazione sembra tranquilla fino a quando l'uomo che è seduto nel sedile posteriore, all'improvviso, tira fuori un coltello o un cacciavite e colpisce con violenza quello seduto davanti che scappa immediatamente", hanno raccontato Borrelli e Simioli, per i quali "il clima di violenza gratuita è tale che addirittura si assiste a un accoltellamento a bordo di un pullman".

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