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H2io lo spettacolo di Dario Natale in anteprima assoluta al Teatro Civico 14 di Caserta

Al Teatro Civico 14 debutta in anteprima assoluta il nuovo spettacolo di Dario Natale in scena domenica 18 novembre alle ore 19.00. H2io è una fiaba dei nostri tempi, in cui uomini e donne, ormai adulti, sono costretti a ritornare a casa dei genitori, a ricominciare tutto da dove sono partiti, bambini. Più generazioni, condannate ad essere perennemente figli, in un presente così sbilenco, da non lasciare neanche il tempo di potersi guardare intorno. Proseguono anche gli incontri con gli artisti della stagione teatrale 2018/2019. Sempre domenica 18 novembre, alle ore 17, Dario Natale - fondatore della compagnia Scenari Visibili e da qundici anni direttore artistico della rassegna RICRII - incontra il pubblico del Teatro Civico 14 in collaborazione con il web magazine Il Pickwick. H2io – afferma Dario Natale – è un punto di vista da cui mirare un paesaggio interiore, un affacciarsi da una finestra lasciata chiusa dal tempo e che un soffio di vento ha riaperto, è una immersione, un fotogramma, un oggetto e, aldilà di essi, un passare trai rulli di una revisione forse obbligatoria, cercando dell'umano, un rinnovato impatto ambientale; in un presente sempre più avaro di consapevolezza, di silenzio, di comprensione, ci è parso utile cercare un senso, il senso dello scorrere, per provare almeno a comprendere. H2io è l'immagine fluttuante di più generazioni, ci siamo posti ad osservare un tempo, accorgendoci di non avere tempo, troppe velocità condizionano il confronto, resta l'assenza di appigli ed il vuoto dietro la superficie patinata dei banner pubblicitari che nascondono un non finito di emozioni e sentimenti, di azioni e sguardi. Si crede nella vita di percorrere un cammino, sia esso accidentato o pianeggiante, che porti perlomeno ad uno stato di quiete, di serenità essenziale, ma durante il tempo dell'incertezza, molti cammini si interrompono, lasciandoti incredulo ed incapace di reagire, H2io è la storia di un uomo costretto a tornare sui propri passi, che vuole rinascere guardandosi intorno, per comprendere i motivi di una nuova appartenenza.

Immigrato ricoverato per Tbc: scatta l'allarme a San Giuseppe Vesuviano

E' affetto da tubercolosi il giovane ventiduenne del Bangladesh e residente a San Giuseppe Vesuviano dove fa il sarto. E' attualmente ricoverato all'ospedale Giovanni da Procida di Salerno e, intanto, nel comune vesuviano è scattato l'allarme per individuare i connazionali che lo hanno frequentato e per farli sottoporre alla profilassi. Medici e tecnici dell'asl, insieme agli agenti di polizia locale, sono al lavoro: la moglie presto sarà sottoposta alla visite del caso, ma non è stata ancora trovata la fabbrica dove l'uomo lavora.
L'uomo ha avvertito i primi malori agli inizi di ottobre. Qualche giorno fa, si è rivolto all'ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno e arriva subito la diagnosi: tubercolosi in forma contagiosa. Il giovane viene trasferito a Salerno. La sua situazione è seria, ma non è considerato in pericolo di vita. Sia l'asl che la polizia locale sono a lavoro per risalire all'opificio.

Concordia, 'Ci fu un blocco al generatore di emergenza': Schettino vuole chiedere la revisione del processo

Sedici anni di carcere a Rebibbia, dove si trova dal 12 maggio del 2017, per il disastro della Costa Concordia. Questa la condanna definitiva della Cassazione per il comandante Francesco Schettino. Ora, però, qualcosa potrebbe cambiare in merito al disastro avvenuto il 13 gennaio di sei anni fa, quando la nave da crociera - per errore umano - naufragò al largo dell'isola del Giglio causando la morte di persone: in seguito alla richiesta di risarcimento di centocinquanta mila euro da parte di una coppia sopravvissuta di Genova al tribunale della Città, è stata disposta una perizia "sul funzionamento del generatore di emergenza e sul collaudo della procedura di ripartenza in emergenza a seguito del black-out" che si scatenò sulla nave dopo l'impatto con gli scogli. Questo specifico documento, come anticipa Il Mattino, potrebbe fornire alla difesa del comandante, gli spunti necessari per invocare la revisione del processo. 
La coppia superstite - il settantasettenne romano Ernesto Carusotti e la moglie - quella sera si trovavano a bordo della Concordia e circa un'ora dopo l'incidente si lanciò su una scialuppa da un'altezza di circa due metri riportando qualche contusione ma salvandosi così la vita. Nel luglio 2017, hanno trascinato in giudizio non solo Costa Crociere ma anche Fincantieri, azienda che costruì la Concordia, e Registro navale italiano (Rina), istituto che provvede a collaudi e ispezioni in ambito marittimo. Il motivo di questa scelta risiede innanzitutto nella questione della ripartenza in emergenza a seguito di black-out, procedura che gestisce l'entrata in funzione di tutte le utenze agganciate al generatore di emergenza. Incluso, quindi, il verricello elettrico che in quella sera del 2012 non funzionò costringendo Ernesto e la moglie a lanciarsi sulla scialuppa. Per questa procedura, infatti, mancherebbe il verbale di collaudo: "Verificare l'esistenza del documento è fondamentale sottolinea Giuliano Leuzzi, avvocato del Codacons che assiste i coniugi - poiché, al momento dell'incidente, l'intero sistema di emergenza andò in tilt". I Carusotti, inoltre, hanno citato in giudizio pure il Rina che non avrebbe svolto verifiche. Ecco perché il Tribunale di Genova ha incaricato un perito di approfondire non solo la faccenda del collaudo, ma anche il funzionamento del generatore di emergenza, cioè dell'impianto che dovrebbe consentire a un'imbarcazione di procedere in sicurezza anche in caso di black-out. 

Salvini arriva a Napoli: 'Così combatto la camorra'

"Gestione rifiuti, Terra dei fuochi e camorra, il Governo è in campo per Napoli". Lo afferma Matteo Salvini in una intervista al Mattino. Il ministro dell'Interno, che oggi torna a Napoli, dove in Prefettura incontrerà i vertici delle forze dell'ordine e poi i giornalisti, dopo la visita a rione Vasto di un mese fa, ribadisce dalle colonne del quotidiano napoletano che "va avanti la nostra azione sul quartiere: abbiamo già allontanato 140 irregolari", "ho chiesto inoltre di controllare le telecamere installate in città e a oggi abbiamo in funzione più dell'80 dei sistemi di video sorveglianza ma cercheremo di arrivare al cento per cento" e "oltre ad allontanare gli immigrati, bisognerà procedere con altri soggetti. Intanto abbiamo rafforzato l'Agenzia per la confisca dei beni della mafia con più personale e più finanziamenti". Replica inoltre ai parroci che chiedono una maggiore presenza dello Stato: "Ho chiesto loro di portarmi una lista di interventi. E' chiaro che non siamo di fronte solo a una questione di ordine pubblico ma c'è bisogno di scuola e lavoro", "la camorra sguazza sulla droga, le scommesse on line e anche sull'immigrazione che resta uno dei suoi rami d'azienda. E' per questo che la criminalità organizzata si combatte soprattutto aumentando i posti di lavoro e sequestrando ville, azioni e tesori illeciti. Bisogna colpire i portafogli e nello stesso tempo creare occupazione per i ragazzi di Napoli e del resto del Sud. In questa manovra qualche segnale c'è". L'antimeridionalismo leghista non è più reato: una consigliera del suo partito, che in passato aveva scritto sui social "forza Vesuvio e forza Etna", è stata assolta in appello perché il fatto non sussiste…. "E capitato a tutti dire sciocchezze. In questi casi, invece, si chiede scusa e si torna a parlare di cose serie. La consigliera faccia come ho fatto io, aldilà della verità processuale".

Torre del greco in marcia per chiedere giustizia per i '4 angeli' di Genova

Torre del Greco. A tre mesi dal crollo del Ponte Morandi la città di Torre del Greco ricorda le sue giovani vittime. Nella serata di ieri l’intera città è scesa in strada per una fiaccolata per Matteo Bertonati, Gerardo Esposito, Antonio Stanzione e Giovanni Battiloro, i quattro amici tra i 27 e i 30 anni rimasti uccisi insieme alle 43 persone dal crollo del viadotto. Intanto è in corso nel cimitero comunale la realizzazione di un monumento funebre. La riproduzione di una porzione del viadotto con la scritta “Il ponte crollava ed era striato di sangue, ti ho sentito che mi chiamavi, ma tu sei scomparso nella polvere”. Presenti alla manifestazione tantissime persone, autorità civili e militari, amici e familiari.
“Vogliamo capire cos'è accaduto ai nostri ragazzi. La politica sapeva tutto e non ha fatto niente, non dimenticheremo mai anche se vogliono il contrario – dice dal palco Vincenzo Accardo, portavoce de “marittimi per il futuro”. E’ una tragedia politica, la politica e la magistratura ci stiano accanto, il nostro grido è la disperazione di tutta Italia. È vergognoso che tre mesi dopo ancora non si sappia cos'è successo ed il grido d'aiuto dei familiari è rimasto inascoltato”. “Emergono già i primi profili di negligenza sul fronte della manutenzione del viadotto che non è mai stata fatta – dice l’avvocato delle famiglie delle vittime Antonio Cirillo - La Procura sta lavorando molto seriamente, abbiamo molta fiducia. All'inizio di dicembre verranno consegnate le perizie e ci sarà anche la nostra. Puntiamo a dimostrare che c'è stata colpa e imperizia dietro il cedimento del ponte; poi sarà la volta dell'incidente probatorio”.

'Aiutatemi a ritrovarla', l'appello della mamma di Caterina, 15 anni scomparsa da due mesi

“Scomparsa. Questa ragazza se la vedete chiamate a questo numero 3203517059 oppure contattate i carabinieri”. E' la mamma di Caterina Romano , 15 anni ( la ragazza nella foto) di Acerra a lanciare l'ennesimo sui social per ritrovare la figlia scomparsa oramai da due mesi. Il messaggio della dona  nella giornata di ieri è stato rilanciato e condiviso da  rilanciato da amici e parenti. Caterina Romano dal 19 settembre scorso sembra essere sparita nel nulla. L’ultima volta l’adolescente è stata vista ad Avellino. La ragazza si trovava ospite in una casa famiglia del capoluogo irpino. la sua scomparsa è stata segnalata alle forze dell'ordine ma nonostante siano trascorsi due mesi di lei al momento nessuna traccia. Sembra essere sparita nel nulla. La famiglia spera, anzi è sicura, che si tratti di un allontanamento volontario. E per questo che la mamma chiedere a tutti di condividere la notizia della scomparsa e delle ricerche.

Castellammare, baby gang insulta anziano in villa, interviene pregiudicato: tre in ospedale. TUTTI DENUNCIATI

Castellammare di Stabia. Sono stati tutti denunciati per rissa i ragazzini che hanno insultato un anziano mentre passeggiava in villa comunale nei pressi della Cassarmonica. I 16enni hanno iniziato ad insultare, senza un chiaro motivo, un anziano che stava passeggiando sul Lungomare. E’ accaduto martedì sera. Offese e frasi indecenti hanno colpito l’attenzione di D.A. un 46enne pregiudicato con precedenti penali, ma affetto da disabilità, che è intervenuto. L’uomo ha aggredito un ragazzino anch’esso disabile. Ne è nata una rissa, è intervenuto un altro ragazzino che ha letteralmente steso il 46enne. Il bilancio è di tre persone finite in ospedale. I giovani sono stati dimessi dopo qualche ora con una prognosi di quattro giorni, dieci giorni invece per il 46enne intervenuto a difesa dell’anziano. I militari della Compagnia di Castellammare di Stabia sentiti alcuni testimoni e visionato le immagini di videosorveglianza hanno provveduto a denunciare a piede libero i ragazzini per rissa.

Giugliano, il giallo degli spari in via San Rocco: una stesa o emulazione?

Giugliano. Si sta cercando di ricostruire attraverso le immagini delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona di via San Rocco i dettagli della anomala stesa che si è verificata l'altra notte. La polizia ha rinvenuto sul marciapiedi non lontano da una scuola 5 bossoli calibro 9x 21 di cui due inesplosi. nessuno aveva avvertito le forze dell'ordine della sparatoria avvenuta quasi sicuramente durante la notte. ma ieri mattina i primi passanti hanno notato i proiettili e hanno avvertito la polizia che ha cominciatole sue indagini. Si sta cercando di capire se nella zona abita qualche pregiudicato e se potrebbe essere stato il bersaglio della stesa o se addirittura nel palazzo sotto al quale sono stati trovati i bossoli abiti qualcuno a cui era diretto il messaggio. Ma gli investigatori non escludono altre piste come quelle personali o passionali e che a sparare sia stato qualcuno che abbia voluto emulare i pistoleri delle stese napoletane. L'episodio non avrebbe alcun collegamento con la mancata rapina da parte della banda dell'arieta alla Unicredit banca di piazza Annunziata avvenuta nella stessa nottata.

Blitz antidroga nel centro storico di Foggia: 13 arresti

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Un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tredici persone ritenute responsabili dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e' stata eseguita all'alba a Foggia, nell'ambito di un'attività coordinata dalla Procura della Repubblica, dalla Squadra Mobile di Foggia, con la collaborazione di numerosi equipaggi del reparto prevenzione crimine. Indagati anche tre minorenni. L'operazione prende il nome di Piazza Mercato dalla piazza, che si trova nel cuore del centro storico della città, dove secondo le indagini avveniva la vendita di sostanze stupefacenti. Numerosi gli episodi di spaccio accertati dagli inquirenti che si verificavano a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Napoli, blitz alla 'Masseria Cardone': tre in cella. Trovate bomboniere e confetti a forma di pistola e un minore evaso dalla comunità

Napoli. blitz dei Carabinieri per l’arresto di 3 trafficanti. A casa di un indagato trovate bomboniere a forma di pistola. poco distante cc catturano un minorenne evaso. I Carabinieri della Compagnia di Napoli Stella hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal GIP di Napoli su richiesta della locale Procura nei confronti di 3 soggetti di Secondigliano e Miano ritenuti responsabili di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, trae origine dall’attività della Stazione di Secondigliano per il contrasto allo spaccio nella “Masseria Cardone”, una zona del quartiere di Miano ritenuta da sempre la roccaforte del clan camorristico dei “Licciardi”, dove il 18 luglio scorso i militari sequestrarono a carico di ignoti oltre 11 chili di hashish e 600 grammi di cocaina pura nonché manoscritti contenenti numeri, nomi e sigle riconducibili all’illecita attività.
Analizzando i manoscritti si è risusciti a stimare un “giro d’affari” pari a circa 20.000 euro al giorno e oltre 7 milioni di euro l’anno.
Nel corso delle perquisizioni eseguite insieme agli arresti una singolare scoperta: a casa di uno dei 3 personaggi sono stati trovati bomboniere e confetti a forma di pistola e proiettili dorati per ricordare il giorno della prima comunione di un nipote. I prevenuti, a carico dei quali sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza, sono stati associati al carcere di Poggioreale. perquisendo una palazzina di edilizia popolare nel quartiere Chiaiano i carabinieri della compagnia Vomero hanno rinvenuto nascosta sul tetto di uno stabile una pistola semiautomatica con matricola abrasa, carica e pronta a sparare.
Nel corso delle perquisizioni per blocchi di edifici, svolte anche con i vigili del fuoco per la rimozione di porte e cancellate, è stato trovato un minorenne evaso 2 mesi fa da una comunità in cui si trovava in esecuzione di una misura cautelare per rapina. è un 17enne di Scampia il quale, quando ha compreso che i militari stavano arrivando al suo nascondiglio, ha provato a fuggire di calandosi da una finestra. è stato arrestato e condotto di nuovo nella comunità da cui era scappato.

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Sentenze pilotate per gli amici: slitta all'11 gennaio la decisione per il giudice Mario Pagano e la cricca dei 22

E' slittata all'11 gennaio prossimo la decisione del gip di napoli per il giudice salernitano Mario Pagano e gli altri 22 complici accusati di corruzione in atti giu­diziari e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Nell'elenco compaiono due nomi in più, quelli del giudice Mario Pagano (magistrato del Tribunale di Salerno e Potenza e, fino all'arresto ai domiciliari, in servizio a Reggio Cala­bria) e del funzionario di cancelleria Nicola Montone (suo cognato), per completezza del capo di imputazione rispetto agli altri indagati. Gli avvo­cati hanno chiesto per i loro assistiti la revoca dei provvedimenti cautelari con il parere favorevole dei Pm.
I ventuno indagati che rispondono in concorso sono invece Carmine Pa­gano (fratello del giudice e sindaco di Roccapiemonte), gli imprenditori della sanità privata Luigi Celestre Angrisani (ritenuto il titolare di fatto della casa di cura Angrisani-Villa dei Fiori) e la compagna Irene Miceli; Gio­vanni Di Giura e Riccardo De Falco (soci e comproprietari delle case di cura Silba-Villa Silvia e Materdomini), Roberto Leone (rappresentante legale della Royal Trophy) e, ancora, Eugenio Rainone, Renato Coppola (dipendente pubblico ritenuto factotum di Mario Pagano), Luigi Grimaldi, Assunta In­genito, Filippo Romano, Peppino Sa­batino, Gennaro Saviano, Giovanni Scarano, Giacomo Sessa, Gerarda To­rino ed Ermelinda Aliberti. Indagini chiuse anche per il got Augusta Vil­lani e il giudice di pace Davide Pailadino, l’avvocato Giovanni Pagano. Procedimento mosso nei confronti dei seguenti enti:
Casa di cura Angrisani - Villa dei Fiori S.r.l., Raffaele; Silba s.p.a. Casa di cura “Villa Silvia”, nella persona di Russo Giovanni, Royal Trophy Srl, Costruzioni Generali Rainone srl. Secondo la ricostruzione della procura di Napoli, che è stata riassunta nelle circa trenta pagine del provvedi­mento di conclusione delle indagini preliminari, Mario Pagano avrebbe garantito «esito favorevole nelle cause civili in cui erano coinvolti imprendi­tori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia».
Per gli inquirenti, il giudice - in cam­bio del suo impegno affinchè le cause relative ad imprenditori amici fossero assegnate a lui e garantire così un esito favorevole a questi ultimi - avrebbe ricevuto regali (orologi come Rolex, Submariner, Breguet) e somme di denaro a beneficio della società Po­lisportiva Rocchese, della quale Pa­gano sarebbe responsabile diretto e tramite congiunti (come il fratello Carmine). E, ancora, in altri casi, for­niture varie (cucine e climatizzatori) a beneficio di un agriturismo di Roccapiemone riferibile allo stesso magi­strato, ritenuto quale contitolare di fatto della "Eremo" proprietaria della struttura." La società in questione avrebbe ricevuto un finanziamento di 300mila euro a fondo perduto. I pm giudicano l’operazione come truffaldina, in quanto sarebbero emerse operazioni fittizie con l'apparente co­stituzione del capitale sociale e false fatture relative all’acquisto di mate­riali e forniture.
Per le sentenze "pilotate", invece, molte sarebbero state quelle a favore di Angrisani e la compagna Miceli (in cui era parte in causa la casa di cura Angrisani - Villa dei Fiori srl e di cui Angrisani è il titolare di fatto e la com­pagna Miceli socia con quota aziona­ria pari al 33,33%); e, ancora, le pronunce in favore di De Falco e Di Giura in cui era parte la Silba Spa, casa di cura Villa Silvia e la Materdo­mini. E, ancora, per Leone della Royal Trophy (fornitrice del materiale spor­tivo della Rocchese) e per l’ammini­stratore unico della "Natura Mediterranea srl", Grimaldi. Tra gli amici del giudice Pagano, figura anche l'imprenditore Rainone, che per la procura sarebbe stato favorito in un contenzioso in cui era parte la Costruzioni Generali Rainone.

A volte ritornano: Ruby, Berlusconi e i processi

Il processo Ruby ter ha preso il via ufficialmente il 3 luglio 2017 ma da allora, tra formalità e slittamenti, non è ancora entrato nel vivo. E anche questa mattina i giudici della settima sezione penale di Milano sono stati costretti - per via dell'assenza di un componente del collegio che non era al lavoro per ragioni personali - a fissare una nuova udienza per il 10 dicembre. Data in cui, finalmente, accusa e difese potranno affrontare le eccezioni preliminari, ossia tutte quelle questioni giuridiche che sono 'l'antipasto' del dibattimento vero e proprio. Ma perchè una partenza così lenta? Tutta colpa di una serie di rinvii disposti per cercare di riunire tutti i filoni del processo che vede imputati Silvio Berlusconi e altre 27 persone, tra cui la stessa Ruby, per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Secondo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, titolari dell'inchiesta, Berlusconi avrebbe pagato gli ospiti delle cene di Arcore, tra cui le 'olgettine', le ragazze habituée delle sue feste, in cambio delle loro testimonianze edulcorate ai processi del Rubygate. Alcuni fascicoli, però, dopo l'udienza preliminare sono stati spediti per competenza territoriale nei tribunali di Roma, Torino, Siena, Bari, Pescara, Treviso e Monza. Dopo diversi mesi, molti di quei faldoni sono tornati a Milano per confluire nuovamente nel processo principale. Nel frattempo, però, sempre a Milano, si è aperto un nuovo precedimento che vedeva protagonisti il Cavaliere e quattro ragazze, Aris Espinosa, Elisa Toti, Giovanna Rigato e Miriam Loddo, pagate fino all'autunno del 2016 con 400 mila euro e altre utilità in cambio del loro silenzio. I versamenti per le loro 'colleghe', invece, si erano fermati parecchi mesi prima. Abbastanza per far slittare di nuovo il procedimento al luglio scorso, quando i giudici hanno deciso di dare tempo alle difese di studiare le carte in vista della discussione sulle parti civili, rimandata a settembre. Dopo la pausa estiva, però, il processo subisce un nuovo stop per aspettare che venga definito il capitolo torinese del Ruby ter che vede imputati Berlusconi e l'ex infermiera di Nichelino, Roberta Bonasia, capitolo che è ancora aperto e per il quale non è all'orizzonte nessuna riunificazione con il processo principale. Ma c'è di più. La senatrice Mariarosaria Rossi, accusata di falsa testimonianza, nel frattempo ha deciso di risarcire Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, le tre ragazze che si sentono danneggiate dagli inviti a Villa San Martino e si sono costituite parti civili nei processi sulle feste del Cavaliere. Anche qui le cose vanno per le lunghe. Si continua a trattare, certo, ma la modella italo filippina Ambra Battilana, che dopo il Rubygate si è trasferita a New York, non ci sta e "vuole giustizia". In America Ambra ha conosciuto il produttore hollywoodiano Harvey Weinstein ed è stata una delle tante ragazze molestate da lui, che poi si sono unite al movimento #metoo. Adesso vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle. "Ho 26 anni e siamo in ballo da 9 anni - si sfoga - . Spero che si possano accelerare un po' i tempi. Io ormai abito a New York e cerco sempre di essere, ma non è facile combinare le udienze con gli impegni di lavoro". L'accordo con la senatrice Rossi "ancora non c'è, potrò parlare di qualcosa quando ci sarà qualcosa", aggiunge il suo legale, l'avvocato Mauro Ruffino. "Ne stiamo parlando", si limita a dire Nadia Alecci, che difende la senatrice con il collega Salvatore Pino, facendo comunque capire che al momento non si è trovata una soluzione.

Corona alla grande: "Sono un esempio per i giovani"

Nel corso di '#CR4 - La Repubblica delle donne', in onda questa sera in prima serata su Retequattro, alle 21.25, Piero Chiambretti ha intervistato Fabrizio Corona, il quale ha parlato della nuova relazione con Asia Argento, ma anche del rapporto con la madre e della dura esperienza in carcere.Sulle recenti esternazioni di Alessandro Cecchi Paone all'interno della casa di 'Grande Fratello Vip' durante una discussione con Silvia Provvedi - ex fidanzata di Corona - ha detto: "Ma chi, l'amico di Luxuria? Lui ha strumentalizzato la sua omosessualità per fare notizia a fine carriera. Per far parlare di sé, nascondendo la sua vita reale. Lui non sa cos'è la morale, e se hai dei comportamenti scorretti nella tua vita privata non devi essere pronto a insultare qualcuno solo per elevarti a simbolo di quello che non sei. Silvia non c'entrava niente, perché è l'unica ragazza che non ha mai usato la mia popolarità". L'ex re dei paparazzi ha proseguito: "Io sono un esempio per i giovani, e chi nega questo sbaglia. Perché io sono una persona che ha sbagliato, ha pagato e sta pagando, ma nonostante abbia sbagliato e stia pagando, sono uno che ogni volta che esce dalla galera si ricostruisce: crea uffici, fa fatturato, dà lavoro a tante persone… Se non sono un esempio io chi deve essere? I nostri politici? Sicuramente no!".Corona ha espresso la sua opinione sulle carceri italiane e, più in generale, sulla giustizia: "Il carcere dovrebbe essere l'extrema ratio: esiste l'affidamento, perché allora non concedere di scontare la pena fuori? Un detenuto, in carcere, sta tutto il giorno a letto a guardare la televisione e pensa a cosa potrebbe fare per recuperare gli anni persi: l'unica cosa che può fare dopo, non avendo possibilità di lavoro è andare a rubare. In questo modo non si combattono i problemi: bisogna portare fuori i detenuti, dandogli delle regole e facendoli lavorare".Sulla sua vita dopo il carcere, Corona racconta: "Ogni volta che sono uscito dal carcere ho creato, ho costruito e ho lasciato il segno, che non sono gli errori che ho commesso. Poi la rabbia e la vita tra sesso, droga, rock'n'roll e sentimenti effimeri fanno parte di questo mondo, ed è difficile staccarsi. Forse, quando troverò veramente la mia identità e avrò la mia professione, allora troverò una pace interiore e i sentimenti non saranno più effimeri». E aggiunge: «Il personaggio che ho creato - il Corona del 2007, del 2013 e 2015 - l'ho trasformato e oggi, nel 2018, è qualcos'altro: se un signore come Gramellini (Massimo Gramellini, vicedirettore ed editorialista del Corriere della Sera, ndr) si è permesso di scrivere al Corriere della Sera quelle cose, evidentemente da trash sono diventato radical chic". Corona parla anche del suo rapporto con la fede: "Sono completamente pazzo, ma in carcere ho vissuto delle esperienze indimenticabili. Il diavolo in me esiste ancora, purtroppo... Non credo più. Credevo in Dio, ma mi sono allontanato dalla fede. In carcere non ho visto nessuna luce, mi ero prefissato un obiettivo e l'ho raggiunto io".Sul rapporto con la madre: "Non sento mia madre da più di un anno. Sono una persona che ha bisogno di non avere problemi inutili: quando hai una condanna di 16 anni sulle spalle, che significa che ti devi fare minimo 10 anni di galera, allora sai cosa sono i veri problemi".L'ex re dei paparazzi dice la sua anche sui programmi di cronaca in televisione: "Io sono stato il primo a portare la cronaca in tv, da Azouz (Marzouk, ndr) alle gemelle di Garlasco (Cugine della vittima Chiara Poggi, ndr), una cosa della quale sono stato accusato. Quando analizzano un caso di cronaca, nei contenitori televisivi, fanno una cronaca-spettacolo: non si può attuare uno storytelling per portare il telespettatore ad appassionarsi e fare gossip sulla cronaca. Perché la cronaca alla base ha dei processi in atto. Non ti puoi permettere di mandare degli opinionisti nelle trasmissioni tv che non siano preparati. Bisogna studiare".Sul fatto che Asia Argento abbia detto di averlo visto solo due volte mentre lui ha dichiarato a 'Verissimo' di vivere un rapporto più intenso, Corona afferma: "Io sono più estroverso in queste cose. Lei non ha voluto raccontare i dettagli intimi, però ti dirò che siamo stati due giorni di fila insieme a casa mia". Poi commenta così il comportamento della madre di Asia Argento: "Secondo me ha sbagliato, poi se ne renderà conto. Intervenire così e pubblicare dei messaggi privati, in una storia del genere, vuol dire cercare l’attenzione perché c'è dell'invidia".

Detenuto scoperto mentre telefona dalla cella

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Indagini della polizia penitenziaria sono in corso nel carcere di Sollicciano, a Firenze, dopo che verso le 16 durante un normale controllo di ronda nella terza sezione del reparto giudiziario, un agente di custodia ha sorpreso un detenuto albanese che dall'interno della sua cella conversava al telefono con persone esterne al carcere usando un cellulare di piccole dimensioni. La vicenda e' emersa grazie al sindacato Osapp che col segretario generale Leo Beneduci commenta: "E' sempre e solo la polizia penitenziaria che riesce a disimpegnare fino in fondo il proprio dovere con sacrificio e in precarieta' di organico e di risorse continuando a mantenere integre le condizioni di sicurezza e di legalita' interne alle Carceri, a Firenze come altrove, andando ad individuare con perizia strumenti che possono minare la sicurezza della collettivita' esterna quali ed appunto i telefoni cellulari". "E' peraltro urgente domandarsi, - prosegue Beneduci - rispetto a strutture penitenziarie in cui il rinvenimento di telefoni cellulari ed altro e' ormai all'ordine del giorno, per i quali da tempo denunciamo una sorta di 'supremazia' dei detenuti nei confronti del personale e dell'istituzione, quali accorgimenti e quali misure siano stati adottati da parte degli organi preposti come il Provveditore Regionale Antonio Fullone, atteso che non risultano ad oggi nonostante il ripetersi dei gravi episodi interventi significativi".

Savoia: vince a Sarno grazie a Guastamacchia

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Nel posticipo del turno infrasettimanale del girone H, il Savoia si rilancia con tre punti meritati. Prima emozione al 6', cross dal fondo di Rekik per la girata di prima intenzione di Alvino, palla alta. 13' punizione tesa dalla distanza di Gatto, Mennella respinge, Sannia allontana. Al 34' ping pong al limite dell'area, palla che carambola fra i giocatori, Ausiello la raccoglie di testa, Mennella blocca il presa alta. 36' il diagonale di Pisani rimbalza davanti alla porta e finisce di  un nulla fuori. Allo scadere della prima frazione, si fa viva la Sarnese: conclusione di Maione ostacolato da Guastamacchia, palla sul fondo. Si ricomincia. Cusano toglie Pantano e mette Cinque. Ancora Savoia in avvio: punizione di Gatto per l'inzuccata di Guastamacchia, di poco fuori. Doppio cambio per Squillante: escono Rekik e Franzese, entrano Maranzino e Tedesco. I nuovi entrati si rendono subito pericolosi: Tedesco dal fondo la mette sul secondo palo per Maranzino che di destro costringe Mennella a rifugiarsi in angolo. Contromossa di Cusano: Sorriso per Cassata. Ma il sorriso vero appartiene al Savoia, che al 12' passa in vantaggio: Ausiello tenta l'imbucata, si gira e calcia in area, Mennella respinge, Guastamacchia è lesto a respingere in rete. Immediata la reazione dei padroni di casa: cross dalla destra per Maione che di testa sottoporta manda alto. Al 18' la punizione di Sellitti finisce a lato. Chance involontaria per il Savoia: Mennella rinvia e colpisce Pisani, la palla per poco non beffa il numero uno di casa. Al 28' Alvino apre per Pisani sulla destra, diagonale rasoterra, Poziello non riesce a toccarlo sulla linea di porta. Tra i padroni di casa, Cacciottolo rileva Sannia. Squillante risponde con Ortiz per Pisani. Al 37' punizione di Cinque dall'altezza del corner, tenta la girata Cacciottolo, palla allontanata dal Savoia. Altro cambio oplontino: D'Ancora per Ausiello. Sulla sponda opposta Terracciano sostituisce Langella e soprattutto la punizione di Sorriso mette qualche brivido, sventato da Poziello.

Sacchi assolve Higuain, l'errore fa parte del gioco

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Arrigo Sacchi non colpevolizza Gonzalo Higuain, per l'espulsione rimediata contro la Juventus. "Errare humanum est - dice Sacchi, a margine della cerimonia di apertura degli 'Sport Movies & Tv Festival' - e non bisogna condannarlo. I giocatori sono uomini e hanno emozioni e reazioni come tutti". Per Sacchi, la Juventus non ha reali "antagoniste", perche' parte "con un grande vantaggio" su tutte le rivali: "Hanno un grande club, grandi giocatori e un allenatore di valore. Il Napoli gioca bene, s'impossessa del campo e rischia. Ma la storia conta molto: il Napoli ha vinto appena due scudetti nella propria storia, la Juventus non si sa mai quanti ne ha vinti".

Napoli, lo scudetto non è utopia, intanto si profila un acquisto...

Lo scudetto deve essere un sogno e non un'utopia". Una frase che racchiude tutto l'Ancelotti pensiero quella pronunciata oggi dal tecnico del Napoli nella lunga intervista concessa ai microfoni di DAZN, durante la trasmissione 'Diletta&Carletto, secondo tempo'. Un sogno, dunque, ovvero un qualcosa molto più simile ad un obiettivo da raggiungere che ad una chimera, seppur con tutte le difficoltà che si possono incontrare in una stagione lunga e piena di insidie, e in un campionato dove tutti ormai sin dall'estate scorsa danno già per assegnato lo scudetto alla corazzata Juventus.PARLA LORENZO - Una positività contagiosa quella di mister Carlo, testimoniata anche dalle dichiarazioni di Lorenzo Insigne in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale azzurra, a pochi giorni dalla sfida di Nations League dell'Italia contro il Portogallo: "Peccato non aver incontrato prima Carlo Ancelotti, lui ha sempre il sorriso, ha un grande rapporto con tutti ed è difficile litigarci - ammette il folletto di Frattamaggiore, che poi si sofferma proprio sulla lotta per il tricolore - "Statistiche alla mano questa finora è la mia miglior stagione e spero di continuare così perché il Napoli ha bisogno di vincere qualcosa. Lo scudetto è difficile perché la Juve ha forse la miglior rosa d'Europa, ma una cosa è certa: noi ci proveremo fino alla fine".FABIAN CRESCE - Parole di sfida che fanno il paio con quelle pronunciate da un altro gioiello di casa partenopea, quel Fabian Ruiz strappato alle big di Spagna e diventato in poche settimane già imprescindibile nello scacchiere di Ancelotti. "Nessuna pressione, sarà un privilegio lottare per il primo posto con uno squadrone come la Juve, noi ci siamo e proveremo a lottare fino alla fine", ammette il centrocampista classe '96 ai microfoni della radio spagnola Onda Cero, durante la trasmissione El Transistor. Fabian ha poi parlato del suo ambientamento a Napoli e del suo arrivo in Italia, grazie proprio alla famiglia Ancelotti: "A Napoli sto benissimo, Ancelotti è un grande allenatore e tra l'altro se sono qui lo devo a suo figlio Davide (oggi vice allenatore degli azzurri ndr) e alla sua fidanzata, una ragazza di Siviglia che conobbe a Madrid: lui spesso quando andava a trovarla veniva a vedere le partite del Betis e del Siviglia, ed è lì che mi ha visto giocare". I casi della vita.PISTA LAZZARI - E un tassello che potrebbe far molto comodo agli azzurri per la lotta verso le zone alte della classifica è Manuel Lazzari, esterno classe '93 di proprietà della Spal dove sta disputando un'ottima stagione condita da 4 assist. Veloce, bravo tatticamente e dotato di buon dribbling, un giocatore perfetto nel 4-4-2 di Ancelotti come vice-Callejon e sul quale ha parlato oggi proprio il presidente del club ferrarese Simone Colombarini ai microfoni di Radio Crc, ammettendo l'interesse del big della Serie A: "Lazzari è con noi da sei anni e quest'anno è cresciuto in maniera eccezionale. Mi fa piacere che il Napoli lo segua, ma vorremmo tenerlo fino a giugno per salvarci e comunque ci vorranno più di 20 milioni per acquistarlo". Il prezzo c'è, l'interesse del ds Giuntoli e della società partenopea anche: che sia proprio il ragazzo di Valdagno il primo acquisto del 2019?

Le mafie e le scommesse on line, le dichiarazioni del pentito Lanzafame e il ruolo dei Servizi Segreti

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Mafia, il business delle scommesse on line: 68 arresti e sequestri per un miliardo di euro. Le indagini grazie alla collaborazione di un collaboratore di giustizia “Mai arrestato” Fabio Lanzafame che ieri in video-conferenza ha spiegato in un processo collegato al Clan Zagaria ha spiegato nel dettaglio la sua attività criminale. I gruppi criminali si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato della raccolta illecita di scommesse su eventi sportivi e non, per un volume di giocate superiore a 4 miliardi e mezzo di euro
la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo ha eseguito sessantotto provvedimenti restrittivi a carico di importanti esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese e nei confronti di imprenditori e prestanome. Sono stati sequestrati bene per oltre un miliardo di euro in Italia e in numerosi Stati esteri. I reati contestati sono riconducibili all’associazione mafiosa, al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio e autoriciclaggio, all’illecita raccolta di scommesse on line e alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni.
“I gruppi criminali si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il lucrosissimo mercato della raccolta illecita di scommesse su eventi sportivi e non, per un volume di giocate superiore a 4 miliardi e mezzo di euro su diverse piattaforme online gestite dalle associazioni delittuose”, hanno accertato le indagini. I guadagni accumulati erano reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero, ed erano intestati a persone, fondazioni e società attraverso la complicità di prestanome di comodo.
Su tali beni sono in corso di esecuzione i provvedimenti di sequestro in Italia e all’estero, curati dalle fiamme gialle in collaborazione con le autorità giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta, e dell’Unità di cooperazione Eurojust.

Rapporti del pregiudicato barese Vito Martiradonna "con la polizia giudiziaria e i Servizi segreti per ottenere informazioni sulle indagini" sono stati documentati nell'inchiesta della Dda di Bari sulla gestione di scommesse illegali. Il pregiudicato, soprannominato "Vitin l'Ene'l" e considerato il vero e unico "re delle scommesse di Bari", "di sicuro - si legge nell'ordinanza del gip del Tribunale barese - conosce personale in forza alla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Bari" e "di sicuro ha incontrato un funzionario dei servizi segreti con il quale ha affrontato il problema delle indagini". "Non e' sicuro se poi ci sia stato un seguito - precisa il giudice - un effettivo interessamento alle indagini da parte dell'agente dei servizi, di certo gli incontri con ufficiali della Polizia giudiziaria della Gdf deporrebbero in tal senso". Dalle indagini emerge che Martiradonna ha avuto un incontro, il 19 ottobre 2015, con un finanziere in forza ai Servizi di informazione e sicurezza dell'AISI, incontro che e' stato immortalato con intercettazioni ambientali e video compiute in un bar del centro di Bari. "Pacche sulle spalle e strette di mano sottendono a una conoscenza pregressa" scrive il gip dell'incontro tra i due, seduti al tavolino sul marciapiede antistante il bar a parlare "sicuramente" delle indagini in corso a carico del boss. "Finanzieri, e' accanimento" dice Martiradonna, chiedendo al finanziere di prendere informazioni. Qualche settimana dopo l'agente dei servizi segreti si sarebbe fatto consegnare da un ufficiale del Gico della Gdf (sezione che aveva indagini in corso su Martiradonna), all'interno di una caserma del Corpo di Bari, "una busta contenente un foglio che prima visionava e poi reintroduceva nella stessa busta che riponeva nella tasca destra della sua giacca". "L'incontro di un agente dei servizi segreti con un condannato per Mafia - scrive il gip - e' di per se' un fatto allarmante, ancora di piu' se questo ha avuto ad oggetto le indagini di Polizia sul suo conto". "Non e' sicuro se poi ci sia stato un seguito - precisa il giudice - un effettivo interessamento alle indizi da parte dell'agente dei servizi, di certo gli incontri con ufficiali della Polizia giudiziaria della Gdf deporrebbero in tal senso". Tali circostanze confermano - secondo l'accusa - la pericolosita' del boss e la sua eventuale capacita' di inquinamento probatorio. Il nome di Martiradonna e' contenuto negli atti di alcune delle piu' importanti indagini sulla Mafia barese. La sua prima condanna per associazione mafiosa risale alla fine degli anni Novanta, quando nel processo "Borgo Antico" ne fu accertato il ruolo di custode e riciclatore dei beni del boss della citta' vecchia Tonino Capriati. Nelle intercettazioni viene definito "la mente diabolica di Tonino" o "il notaio", capace di un tenore di vita altissimo nonostante risulti ufficialmente un "pensionato sociale" che da anni non dichiara reddito. Negli anni avrebbe utilizzato la sua "fama mafiosa di cassiere del clan Capriati" per diffondere il "brand della famiglia Martiradonna", forte anche sei suoi "inquietanti contatti - come li definisce il gip Giovanni Anglana - con esponenti delle forze dell'ordine e dei servizi segreti per ottenere informazioni riservate".

 Gustavo Gentile

Finanziata opera storica: oltre 1 milione per la strada Camerota-Lentiscosa

L’Amministrazione Comunale di Camerota, guidata dal Sindaco Mario Salvatore Scarpitta, ha messo a segno un altro importante risultato. Con decreto numero 29 del 12 novembre 2018, infatti, la Giunta Regionale della Campania, ha dato l’ok per il finanziamento del progetto di realizzazione della strada che collega Camerota capoluogo con la frazione Lentiscosa e la realizzazione, inoltre, del ponte di attraversamento sul vallone delle Fornaci. L’importo dei lavori si aggira attorno a 1.200.000 euro.
Attualmente, per raggiungere Camerota capoluogo da Lentiscosa, i cittadini sono costretti a scendere prima a Marina di Camerota, per poi risalire a Camerota. Con la realizzazione della strada, andata finalmente a finanziamento, i disagi e i tempi diminuiscono notevolmente.
A pochi mesi dal suo insediamento l’Amministrazione Terradamare ha dato indirizzo prioritario all’ufficio Lavori Pubblici, per attivare tutte le procedure al fine di acquisire i pareri necessari sul progetto esecutivo. L’ufficio LL. PP., integrato il progetto agli atti del Comune, ha indetto, ad ottobre 2017, una prima conferenza dei servizi, convocando tutti gli Enti interessati ad esprimere parere. Nella stessa seduta la Sovrintendenza, il Parco del Cilento e il Genio Civile, hanno richiesto delle integrazioni e variazione per poter rilasciare il parere di competenza. Successivamente ci sono stati numerosi incontri per concordare un'ipotesi progettuale compatibile alle esigenze dei diversi Enti e la seconda seduta della conferenza dei servizi si è chiusa positivamente a maggio 2018. Il progetto esecutivo è stato approvato successivamente dalla Giunta Comunale con delibera numero 122 del 23 maggio 2018, per la candidatura del progetto con la quale l’intervento è stato poi finanziato pochi giorni fa. Alcune difficoltà sono state riscontrate nella realizzazione del ponte sul vallone delle Fornaci ma tutto è stato risolto grazie alla professionalità dei tecnici a disposizione dell’Ente.

«Un altro risultato straordinario raggiunto - ha dichiarato il Sindaco di Camerota Mario Salvatore Scarpitta - dopo i finanziamenti per le scuole, per la strada del Ciglioto, per il porto di Marina, arriva una nuova pioggia di fondi per il nostro Comune. E’ doveroso ringraziare il governatore della Campania, Vincenzo De Luca; l’intera Giunta Regionale della Campania; il Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Urbanistica, Lavori Pubblici e Trasporti, Luca Cascone; il Capo della Segreteria del Presidente della Regione, Franco Alfieri». «Sono 10 milioni che smentiscono le dicerie di tutti quelli che additano una presunta mancanza di progettualità a questa Amministrazione - continua il primo cittadino - sfido queste persone a fare di meglio in così pochi mesi, con un’Ente, quello del Comune di Camerota, che riversa in condizioni ormai note a tutti. Questo è solo l’inizio. Noi continuiamo a rispondere con i fatti, le chiacchiere le lasciamo agli altri. Camerota, ormai, viaggia sui binari della trasparenza e della concretezza».

Bilancio del comune di Caserta: è arrivata la diffida del prefetto. E il Consiglio può saltare ancora

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È arrivata questa mattina al Comune di Caserta la diffida del prefetto Raffaele Ruberto che fa partire il count-down per l'approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, l'atto fondamentale per far ripartire la gestione economica-finanziaria dell'amministrazione dopo la dichiarazione del secondo dissesto finanziario. Ci sarà tempo dunque fino al prossimo 5 dicembre per approvare la delibera anche se il consiglio comunale, ufficialmente, è già convocato per lunedì 19 novembre.
Ma in quella data il Consiglio potrebbe saltare nuovamente, almeno stando a quanto trapela tra i consiglieri di maggioranza. L'idea di rinviare la seduta sarebbe legata al fatto che non sarebbero passati i 20 giorni di tempo dalla messa a disposizione degli atti per il bilancio, visto che la relazione dei revisori è stata consegnata solo il 9 novembre. Per questo motivo l'idea che sta balenando è quella di spostare l'approvazione ad un'altra data (3 dicembre?) per evitare possibili ricorsi. Ma lo spostamento del voto servirà anche a far passare un po' di tensione che si è accumulata nelle ultime ore per l'inchiesta della Dda che ha coinvolto in prima persona il sindaco di Caserta Carlo Marino, con la perquisizione domiciliare e dell'ufficio in Comune subita martedì mattina.

Gustavo Gentile

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