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Napoli, incidente in via Nuova Poggioreale: donna investita da scooter in corsia preferenziale

Napoli - Ancora un drammatico incidente stradale in via Nuova Poggioreale, la strada che ormai da anni è al centro delle proteste dei residenti per la sua pericolosità. Ieri mattina una donna è stata investita da uno scooter che procedeva a velocità sostenuta nella corsia preferenziale, trasformando l’ennesima corsa in tragedia sfiorata.

La vittima, madre di un cittadino che ha subito segnalato l’accaduto al deputato Francesco Emilio Borrelli, ha riportato la frattura scomposta di tre costole e la rottura del bacino pubico ileo sinistro. Solo per un miracolo non si è aggiunta all’elenco delle vittime della strada.

Sul posto sono scoppiati immediatamente momenti di grande tensione: traffico bloccato, mezzi a terra e una folla di cittadini accorsi per prestare soccorso. Le immagini che circolano sui social mostrano una scena ormai tristemente familiare: panico, rabbia e la solita sensazione di impotenza di fronte a una strada che sembra trasformarsi in una pista di gara urbana.

«Da anni denunciamo che via Nuova Poggioreale è una strada pericolosissima – dichiara Borrelli – qui si corre come su una pista e le corsie preferenziali vengono utilizzate come autostrade urbane. È inaccettabile». Il deputato chiede interventi immediati e strutturali: dossi rallentatori, strisce pedonali rialzate, dispositivi anti-velocità e l’istituzione di vere Zone 30. «Non possiamo più affidarci solo ai controlli sporadici – prosegue Borrelli – la sicurezza si garantisce anche modificando fisicamente le strade».

A questo, aggiunge, va un giro di vite senza precedenti con pene severissime per chi guida in maniera pericolosa e incosciente. «Chi mette a rischio la vita degli altri sta commettendo un atto di irresponsabilità gravissimo. Non possiamo continuare a contare feriti e morti prima di intervenire».

Rione Sanità, scacco al clan Sequino-Savarese, demolito altarino di Emanuele Tufano: 8 arresti

Napoli – Lo Stato torna a far sentire la sua presenza nel cuore del Rione Sanità, smantellando la rete militare del clan e abbattendo i simboli del potere criminale.

Dalle prime luci dell'alba di oggi, 18 dicembre 2025, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti, ritenuti gravemente indiziati di detenzione e porto illegale di armi da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso.

L'arsenale dei Sequino-Savarese

L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e sviluppatasi tra il 2024 e il 2025, ha svelato l'esistenza di un vero e proprio arsenale a disposizione del gruppo criminale. Le armi non erano semplici strumenti di difesa, ma il mezzo necessario per imporre il controllo sul territorio e garantire l'egemonia del cartello Sequino-Savarese.

Le indagini tecniche hanno permesso di documentare non solo la disponibilità di pistole e munizioni, ma anche i nascondigli utilizzati per occultarle, pronti ad essere aperti per ridefinire gli equilibri criminali del quartiere.

Giù l'altarino di Emanuele Tufano

L'operazione odierna assume un valore fortemente simbolico oltre che giudiziario. Contestualmente agli arresti e alle perquisizioni a tappeto, le forze dell'ordine hanno proceduto alla rimozione di un’edicola votiva abusiva eretta nel cuore della Sanità.

L'altarino era stato "edificato" per omaggiare Emanuele Tufano, il giovanissimo ucciso a soli 15 anni la notte del 24 ottobre 2024. Quel "monumento" non era solo un luogo di ricordo, ma secondo gli inquirenti rappresentava un marchio territoriale, un sigillo che celebrava l'appartenenza a logiche di camorra anche dopo la morte.

La scia di sangue e il processo

La rimozione dell'edicola riapre una ferita mai rimarginata nel tessuto sociale della città e si collega strettamente agli sviluppi giudiziari recenti. L'omicidio di Tufano avvenne durante un violento conflitto a fuoco tra "paranze" di giovanissimi: da una parte il gruppo della Sanità, dall'altra quello del Mercato.

Proprio nelle scorse settimane, la Procura ha chiesto il processo per i presunti responsabili di quella notte di follia. Un commando di fuoco che trasformò le strade di Napoli in un far west, spezzando la vita di un minorenne e ferendone altri. L'operazione di oggi chiude il cerchio, colpendo chi, in quel contesto di violenza giovanile e criminalità organizzata, continuava ad armarsi per mantenere il potere.

 

Napoli, nuovo colpo al clan Amato-Pagano: 11 arresti

Napoli -  Undici misure cautelari sono state eseguite dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nei confronti di soggetti ritenuti, a vario titolo, affiliati al clan camorristico Amato-Pagano. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è stato notificato per delega del Procuratore della Repubblica.

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere di stampo camorristico, intestazione fittizia di beni e riciclaggio, con l’aggravante di aver agito per agevolare il sodalizio criminale. Il clan Amato-Pagano, noto anche come quello degli “scissionisti”, opera stabilmente nei comuni di Melito di Napoli e Mugnano, oltre che in aree dei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia.

L’operazione rappresenta un nuovo capitolo di un’indagine più ampia condotta dal Centro Operativo DIA di Napoli e coordinata dalla DDA partenopea. Gli accertamenti hanno riguardato esponenti apicali del clan, nato dalla sanguinosa scissione dallo storico gruppo dei Di Lauro. Una faida che ha segnato profondamente gli equilibri criminali dell’area nord di Napoli.

Il blitz odierno si inserisce nel solco dell’attività cautelare già eseguita il 17 dicembre 2024, quando furono colpiti 53 indagati, molti dei quali ritenuti figure di vertice dell’organizzazione. In quell’occasione gli inquirenti avevano ricostruito l’organigramma del clan, individuando la leadership nei discendenti diretti dei fondatori Raffaele Amato e Cesare Pagano, entrambi detenuti e sottoposti al regime carcerario del 41 bis.

Secondo quanto emerso dalle nuove indagini, il clan Amato-Pagano continuava a essere pienamente operativo, forte di una struttura capillare e di una rigida suddivisione dei ruoli. Accanto agli affiliati stabili, l’organizzazione poteva contare anche su soggetti esterni che, pur non formalmente inseriti nel sodalizio, fornivano un contributo sistematico e concreto alle attività criminali.

Tra gli elementi emersi figura la gestione delle cosiddette “mesate”, somme di denaro destinate ai familiari — in particolare alle mogli — degli affiliati detenuti. I versamenti, secondo gli investigatori, erano calibrati in base al rango rivestito dal detenuto all’interno del clan, confermando l’esistenza di un sistema di welfare criminale funzionale a mantenere compatta l’organizzazione.

I summit a casa di insospettabili coniugi di Melito

Le indagini hanno inoltre fatto luce sulla necessità del clan di disporre di luoghi ritenuti “sicuri” per incontri e riunioni operative. In questo contesto sono stati raccolti gravi indizi a carico di una coppia di coniugi che avrebbe messo a disposizione la propria abitazione, nel centro di Melito di Napoli, per ospitare esponenti di spicco del sodalizio. Durante le riunioni, i proprietari si sarebbero allontanati, lasciando l’immobile nella piena disponibilità degli affiliati.

Un ulteriore filone investigativo riguarda la disponibilità di auto e moto di elevato valore commerciale, nella disponibilità di fatto di membri di rilievo del clan ma formalmente intestate ad aziende riconducibili a imprenditori compiacenti. Per schermare i reali proprietari ed eludere i controlli delle forze dell’ordine, sarebbero stati predisposti falsi contratti di noleggio.

Infine, il provvedimento cautelare contesta anche condotte di riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. I fondi, secondo l’accusa, venivano caricati su carte di credito prepagate e successivamente trasferiti all’estero, in particolare in Spagna. Nel quadro indiziario rientrano anche tentativi di estorsione ai danni di imprenditori del territorio.

Un’operazione che, ancora una volta, fotografa la capacità del clan Amato-Pagano di rigenerarsi e di mantenere il controllo di ampie porzioni del territorio, nonostante i colpi inferti negli ultimi anni dalle inchieste giudiziarie.

Le mani del clan Liccardi su Terracina: il blitz “Porta Napoletana”

Un’operazione su più fronti, tra Roma, Napoli e il litorale pontino, riaccende i riflettori sulle presunte infiltrazioni camorristiche nel tessuto politico-amministrativo di Terracina.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito una serie di misure cautelari personali e reali emesse dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina.

Al centro dell’inchiesta, reati pesanti: scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbata libertà degli incanti. Contestualmente è scattato un sequestro preventivo finalizzato alla confisca: immobili e quote societarie per un valore complessivo indicato dagli investigatori in oltre
10 milioni di euro, cifra che in un passaggio operativo viene quantificata anche in oltre
11 milioni.

Il nome chiave: Eduardo Marano, “uomo di punta” e ponte con Secondigliano

Tra i principali destinatari del provvedimento spicca Eduardo Marano, indicato dagli inquirenti come figura apicale dell’orbita Liccardi, clan storico dell’Alleanza di Secondigliano, radicato nell’area nord di Napoli. Per la DDA, Marano non sarebbe un comprimario: il suo ruolo, nella ricostruzione investigativa, è quello di “cerniera” tra la forza intimidatoria del gruppo e le dinamiche locali, con capacità di incidere su rapporti economici e – soprattutto – su scelte e interessi nel contesto cittadino di Terracina.

Il profilo di Marano, sempre secondo l’impostazione accusatoria, assume ulteriore peso anche per la dimensione familiare: è il marito di Patrizia Liccardi, indagata in stato di libertà. Un legame che, per chi indaga, rafforzerebbe la lettura di un “insediamento” stabile e non occasionale di una famiglia collegata – anche per vincoli di sangue – al clan di Secondigliano, con proiezioni sul basso Lazio.

In manette (ai domiciliari) anche il consigliere comunale Gavino De Gregorio

Nell’elenco dei destinatari delle misure cautelari figura anche Gavino De Gregorio, consigliere comunale di Terracina (lista del sindaco Giannetti), finito agli arresti domiciliari. L’inchiesta lo colloca in un asse operativo con Marano: un rapporto che, nella prospettiva degli inquirenti, avrebbe saldato interessi politici locali e disponibilità criminali riconducibili all’area Liccardi.

De Gregorio – assicuratore di professione, secondo quanto riportato negli atti citati in ambienti investigativi – viene descritto come soggetto in grado di muoversi tra i gangli dell’amministrazione e le relazioni economiche del territorio, ruolo che lo avrebbe reso funzionale, sempre secondo l’accusa, a operazioni di pressione, mediazione e “garanzia” nell’interesse del gruppo.

L’inchiesta: indagini tra giugno 2022 e ottobre 2023

Le attività, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina e coordinate dalla DDA di Roma, coprono un arco temporale compreso tra giugno 2022 e ottobre 2023. La scintilla investigativa nasce da un lavoro info-investigativo sul territorio: gli investigatori riferiscono di aver ricostruito l’inserimento progressivo nel tessuto economico, imprenditoriale, politico e sociale di Terracina di una famiglia ritenuta collegata al clan Liccardi.

L’obiettivo dichiarato dell’operazione è contrastare il condizionamento delle consultazioni elettorali e degli appalti pubblici: due canali considerati “strategici” per la penetrazione della criminalità organizzata nelle realtà amministrative.

Voto di scambio: la promessa di voti e la “disponibilità” dopo l’elezione

Uno degli snodi dell’indagine è l’ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso legata alle amministrative del maggio 2023 a Terracina. La contestazione, per come viene ricostruita, ruota attorno a un patto: De Gregorio avrebbe chiesto e ottenuto da Marano la promessa di procurare voti, sfruttando il peso intimidatorio e relazionale attribuito all’uomo ritenuto vicino (o interno) al clan Liccardi.

In cambio, De Gregorio avrebbe garantito la propria disponibilità a “soddisfare interessi ed esigenze” di Marano e di persone a lui vicine sul territorio di Terracina. A valle della tornata elettorale, De Gregorio viene effettivamente eletto consigliere, nominato capogruppo e indicato come presidente della Commissione Attività Produttive e Demanio: incarichi che, nella lettura investigativa, aumentano la rilevanza del presunto accordo, perché potenzialmente idonei a incidere su concessioni, autorizzazioni e dinamiche economiche locali.

Le estorsioni contestate: minacce, pressioni e “metodo mafioso”

Accanto al voto di scambio, il fascicolo contiene contestazioni di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il caso “Terrazze Lido” e le pressioni sul suolo pubblico

De Gregorio è accusato anche di un’estorsione in concorso (con Domenico Scevola, indicato come indagato), legata a una vicenda di concessioni e occupazione di suolo pubblico in Piazza Aldo Moro. La ricostruzione parla di una contrapposizione tra un’attività di ristorazione e un soggetto titolare di concessione per animazione/spettacoli per bambini.

Secondo quanto emerge, De Gregorio nel maggio 2024 avrebbe esercitato pressioni sull’assessore alle Attività Produttive, Gianluca Corradini, affinché contattasse l’altra parte e proponesse una sistemazione alternativa. Per gli inquirenti, quelle interferenze avrebbero avuto la finalità di “liberare” l’area e incidere sulla concessione.

Il prestito usurario: la pretesa di Marano e le intimidazioni

C’è poi l’episodio più direttamente attribuito all’asse De Gregorio–Marano: la restituzione di un prestito qualificato come usurario. Marano, secondo le accuse, avrebbe preteso la restituzione del denaro e avrebbe agito con minacce e violenza. Viene descritto un episodio di aggressione: un pugno sferrato alla vittima nell’atrio del palazzo dove si trova l’agenzia assicurativa di De Gregorio.

Le ulteriori minacce, sempre secondo l’impostazione accusatoria, sarebbero state veicolate anche da De Gregorio per conto di Marano: alla vittima sarebbe stato prospettato il rischio di essere accoltellata dall’affiliato/contiguo al clan, fino a indicare come “unica soluzione” l’idea di lasciare Terracina.

Un quadro che la Procura inquadra come tipica proiezione intimidatoria di matrice mafiosa: non solo la pretesa economica, ma la costruzione della paura come strumento di governo del territorio.

Il sequestro: una “dote” immobiliare da milioni di euro

Parallelamente agli arresti, è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca che riguarda beni ritenuti provento o strumento delle attività contestate. L’elenco indicato dagli investigatori è imponente:7 locali commerciali, descritti come un’intera galleria commerciale, 1 B&B 20 unità immobiliari,3 terreni e beni e attività tra Napoli, Terracina, San Felice Circeo e Roma.

Secondo l’accusa, un imprenditore locale in rapporti con il soggetto ritenuto appartenente al clan avrebbe fittiziamente intestato a terzi immobili, quote societarie e attività commerciali per sottrarli a possibili misure di prevenzione patrimoniale.

Un secondo filone: 11 indagati e nuove contestazioni

Nel corso dell’operazione, i Carabinieri stanno notificando anche informazioni di garanzia, emesse dalla Procura di Latina, nei confronti di 11 indagati. Le ipotesi di reato, in questo filone “stralciato”, includono trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta di crediti d’imposta, corruzione e turbata libertà degli incanti.

La separazione dei procedimenti, secondo quanto indicato, discende da uno stralcio disposto nell’ambito dell’indagine principale coordinata dalla DDA di Roma.

Agguato di camorra a Scisciano: Ottavio Colalongo ucciso da killer professionisti

Scisciano - Un agguato studiato nei dettagli, messo a segno in pochi istanti e con modalità che non lasciano spazio a dubbi sulla matrice camorristica. È stato ucciso ieri sera a Scisciano, lungo corso Garibaldi, Ottavio Colalongo, 48 anni, ritenuto vicino al clan Filippini di San Vitaliano.

L’uomo stava percorrendo l’arteria cittadina in sella al proprio motociclo quando è stato raggiunto e affiancato da due sicari in sella a una Honda Transalp.

I killer hanno aperto il fuoco senza esitazioni, esplodendo diversi colpi di pistola che hanno centrato la vittima al volto e al corpo. Una vera e propria esecuzione, avvenuta in strada e sotto gli occhi di testimoni, che non ha lasciato scampo al 48enne, morto sul colpo.

L’arma abbandonata e il “marchio” dei professionisti

Sul luogo del delitto i sicari hanno lasciato la pistola utilizzata per l’omicidio, una Beretta calibro 9 corto, rinvenuta dai carabinieri insieme al motociclo usato per l’agguato. Entrambi i mezzi, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, risultano di provenienza furtiva.

Un dettaglio tutt’altro che secondario per gli investigatori: l’abbandono di arma e moto è considerato un segnale tipico di azioni portate a termine da soggetti esperti, che pianificano ogni fase dell’omicidio per non lasciare tracce né impronte riconducibili agli esecutori. Una scelta che rafforza l’ipotesi di un delitto maturato all’interno di dinamiche criminali strutturate.

L’auto in appoggio e la fuga del commando

Gli inquirenti sono convinti che l’agguato non sia stato compiuto solo dai due uomini in moto. L’ipotesi più accreditata è quella della presenza di un’auto in appoggio, pronta a intervenire subito dopo l’esecuzione per recuperare i killer e garantirne la fuga. Una modalità già vista in altri omicidi di camorra, che consente di ridurre al minimo i rischi e di confondere le tracce.

I primi rilievi e le indagini

Subito dopo l’allarme, sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Castello di Cisterna e della stazione di San Vitaliano, che hanno cinturato l’area e avviato i primi accertamenti. I rilievi balistici e la ricostruzione della dinamica sono stati affidati alla Sezione Rilievi del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, impegnata nel recupero dei bossoli e nell’analisi dell’arma.

Gli investigatori stanno ora lavorando anche sull’eventuale presenza di telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, lungo corso Garibaldi e nelle strade adiacenti, per ricostruire i percorsi di avvicinamento e di fuga del commando.

La pista della faida e il ruolo della vittima

Secondo le prime risultanze investigative, l’omicidio di Ottavio Colalongo si inserirebbe nel contesto di una faida di camorra in atto nella zona. Il 48enne, ritenuto vicino al clan Filippini, sarebbe stato coinvolto in dinamiche legate soprattutto al traffico di sostanze stupefacenti, uno dei principali interessi del gruppo criminale attivo tra San Vitaliano e l’area nolana.

Un delitto che potrebbe quindi essere maturato nell’ambito di una guerra per il controllo delle piazze di spaccio e dei traffici illegali, in un territorio storicamente conteso da più gruppi criminali.

Le verifiche balistiche

Un passaggio chiave delle indagini sarà la comparazione balistica: gli esperti dovranno stabilire se la Beretta calibro 9 corto rinvenuta sul posto sia stata utilizzata in altri fatti di sangue, collegando eventualmente l’omicidio di Scisciano ad altri episodi criminali avvenuti in provincia.

Le indagini proseguono a 360 gradi, ma per gli investigatori un punto appare già chiaro: quello di corso Garibaldi è un agguato di camorra, un’esecuzione mirata che riaccende i riflettori su una nuova e pericolosa escalation criminale nell’hinterland nolano.

Oroscopo del 18 dicembre 2025 di Paolo Tedesco

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Dopo una giornata dal ritmo sostenuto e dalle energie marziane ancora percettibili, il 19 dicembre ci accoglie con un'atmosfera più riflessiva. La Luna, in transito nel segno metodico della Vergine, ci invita a fare ordine, a sistemare i dettagli lasciati in sospeso e a prenderci cura degli aspetti pratici della nostra vita. L'influsso lunare ci spingerà a cercare utilità ed efficienza.

ARIETE (21 marzo - 19 aprile)

  • Amore: Marte nel tuo settore delle avventure spinge a uscire dagli schemi. Una serata improvvisata o una conversazione fuori dal comune potrebbe accendere una scintilla. Coppia: cercate insieme un nuovo hobby.

  • Lavoro: Giornata di azione, non di pianificazione. Risolvi le questioni in sospeso con decisione. Attenzione a non essere troppo brusco con i collaboratori.

  • Salute: Piena di energia, ma attenzione a non sovraccaricarti. Un'attività fisica intensa ma breve ti ricaricherà.

  • Finanze: Possibile spesa impulsiva per un viaggio o un corso. Valuta bene se è un investimento o un capriccio.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: La fretta è una cattiva consigliera. Prima di partire in quarta, respira profondamente e conta fino a dieci. La chiarezza verrà.

TORO (20 aprile - 20 maggio)

  • Amore: Venere favorisce intimità e complicità. Sera perfetta per una cena romantica a casa. Single: potresti sentire la mancanza di una connessione autentica, ma è il momento di lavorare su te stesso.

  • Lavoro: Ottimo per concludere affari o trattative, soprattutto se legate a proprietà o risorse condivise. La tua praticità è un punto di forza.

  • Salute: Cerca stabilità. Attenzione a disturbi digestivi legati allo stress. Meglio un pasto semplice e nutriente.

  • Finanze: Giornata positiva per questioni legate a mutui, finanziamenti o eredità. Una chiusura finanziaria è favorita.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: Non avere paura di scavare a fondo. La verità che cerchi, soprattutto in ambito condiviso, sta emergendo. Affrontala.

GEMELLI (21 maggio - 20 giugno)

  • Amore: Mercurio stimola il dialogo. Una chiacchierata sincera con il partner può rafforzare il legame. Single: l'incontro interessante avviene attraverso una conversazione, forse online o in un luogo di studio.

  • Lavoro: Networking fondamentale. Un contatto o un ex collega potrebbe avere una proposta interessante. Le tue idee sono vincenti, comunicale bene.

  • Salute: La mente è iperattiva. Per evitare l'insonnia, cerca di "spegnerti" un'ora prima di dormire con una lettura leggera.

  • Finanze: Entrate potenziali da collaborazioni. Attenzione però a spese per comunicazione (nuovo cellulare, abbonamenti) non strettamente necessari.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: L'accordo che sembrava impossibile oggi è a portata di mano. Metti da parte l'orgoglio e tendi la mano.

CANCRO (21 giugno - 22 luglio)

  • Amore: La Luna rende le emozioni più profonde. Hai bisogno di sicurezza e gesti affettuosi. Fallo presente senza essere troppo sfuggente.

  • Lavoro: Giornata produttiva per le attività di routine e l'organizzazione. La tua attenzione ai dettagli è apprezzata. Evita di prenderti troppe responsabilità per gli altri.

  • Salute: L'umore influisce sullo stomaco. Cerca conforto in cose semplici, ma non rifugiarti nel cibo. Una tisana calda sarà un toccasana.

  • Finanze: Ok per gestire le spese domestiche o fare la spesa con oculatezza. Attenzione a piccole spese impulsive per la casa.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: La cura che dai agli altri è ammirevole, ma non dimenticarti di te. Un piccolo gesto di autocompassione ti ricaricherà.

LEONE (23 luglio - 22 agosto)

  • Amore: Il Sole illumina il tuo carisma. Sei al centro dell'attenzione. Coppia: organizza un'appuntamento speciale e sorprendi il partner. Single: la tua luce attira sguardi.

  • Lavoro: Mettiti in mostra, presenta le tue idee con sicurezza. Un riconoscimento per il lavoro svolto è possibile. Attenzione a non sembrare arrogante.

  • Salute: Buona energia vitale. Perfetto per attività creative o sportive che ti facciano sentire al centro (danza, teatro, performance).

  • Finanze: Possibile piccola vincita o regalo inaspettato. Soldi ben spesi per un capo d'abbigliamento che ti faccia sentire unico.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: È il tuo momento di brillare. Non nasconderti dietro false modestie. Mostra al mondo di che pasta sei fatto.

VERGINE (23 agosto - 22 settembre)

  • Amore: Un bisogno di tranquillità domina. Una serata in silenziosa compagnia o da sola per rigenerarti è l'ideale. Single: l'amore può bussare in un luogo quieto, come una biblioteca.

  • Lavoro: Meglio lavorare dietro le quinte, analizzare dati, correggere errori. La tua precisione eviterà un problema imminente.

  • Salute: Attenzione all'ipocondria o a somatizzare l'ansia. Pratica tecniche di grounding (radicamento) per calmare la mente.

  • Finanze: Ottima giornata per fare bilanci, pianificare il budget o cercare offerte. Il risparmio ti dà sicurezza.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: La risposta che cerchi non è fuori, ma dentro di te. Trova il coraggio di ascoltare la tua voce interiore.

BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)

  • Amore: Venere favorisce armonia e socialità. Serata perfetta per un incontro con amici o per una festa. Coppia: l'armonia regna, godetevela.

  • Lavoro: Le tue doti diplomatiche sono preziose per mediare tra colleghi. Progetti di gruppo decollano. Ascolta tutti prima di decidere.

  • Salute: Il benessere passa attraverso l'equilibrio. Una lezione di yoga o una lunga passeggiata in un posto bello ti ristabiliranno.

  • Finanze: Soldi spesi per occasioni sociali o per abbellire il tuo ambiente. Va bene, ma mantieni un limite.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: Le relazioni sono il tuo specchio. Ciò che apprezzi o detesti negli altri parla di te. Usalo per crescere.

SCORPIONE (23 ottobre - 21 novembre)

  • Amore: Passione e intensità. Una conversazione profonda può rafforzare il legame o chiarire malintesi. Single: attrazione magnetica con qualcuno, ma valuta le intenzioni.

  • Lavoro: Potresti scoprire un'informazione riservata o avere un'intuizione geniale su un problema. Usa il tuo potere con saggezza, non per manipolare.

  • Salute: Energia sessuale e rigenerativa alta. Attenzione a pensieri ossessivi: lasciali andare.

  • Finanze: Questioni legate a investimenti, prestiti o debiti vengono a galla. È il momento di affrontarle con coraggio.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: Il tuo potere sta nella trasformazione. Lascia andare ciò che è marcio per far spazio al nuovo. Perdonare non è dimenticare, è liberarsi.

SAGITTARIO (22 novembre - 21 dicembre)

  • Amore: Giove ti spinge verso l'esterno. L'avventura chiama: un viaggio improvvisato o una conversazione con una persona di cultura diversa può essere romantica.

  • Lavoro: Ideale per pianificare un progetto a lungo termine, studiare o contattare clienti esteri. La tua visione ottimistica è contagiosa.

  • Salute: Il buonumore è la tua migliore medicina. Evita gli eccessi a tavola, soprattutto con cibi esotici o alcool.

  • Finanze: Opportunità da lontano o legate all'istruzione. Una spesa per un libro o un corso è un ottimo investimento.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: Guarda oltre l'orizzonte. La soluzione ai tuoi problemi non è nelle piccolezze di oggi, ma nella visione di domani. Sogna in grande.

CAPRICORNO (22 dicembre - 19 gennaio)

  • Amore: Pragmatismo anche in amore. Apprezzi la lealtà e la concretezza. Una promessa mantenuta vale più di mille parole. Single: potresti attrarre qualcuno di affidabile.

  • Lavoro: Giornata di grande efficienza e responsabilità. I superiori notano la tua serietà. Un passo avanti nella carriera si sta delineando.

  • Salute: Attenzione a schiena e ossa. Postura corretta alla scrivania. Una camminata veloce ti tonificherà.

  • Finanze: Soldi arrivano dal tuo lavoro e impegno costante. Ottimo per fare piani di risparmio a lungo termine. Sei sulla strada giusta.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: La pazienza e la perseveranza stanno dando i loro frutti. Non dubitare del percorso fatto. La vetta è più vicina.

ACQUARIO (20 gennaio - 18 febbraio)

  • Amore: Il bisogno di libertà è forte. Spiega al partner che è un momento per te, non contro di lui. Single: l'incontro più interessante è con qualcuno che stimola la tua mente.

  • Lavoro: Idee brillanti e innovative. Proponile senza timore. Collaborazioni con gruppi o associazioni sono favorite.

  • Salute: La tensione si accumula a livello nervoso. Attività di gruppo o una chiacchierata con amici anticonformisti ti rilasseranno.

  • Finanze: Situazione finanziaria amica del gruppo. Possibile spesa per un regalo collettivo o una causa umanitaria.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: La tua unicità è la tua forza. Non adattarti per compiacere. Il futuro che immagini si costruisce con scelte coraggiose oggi.

PESCI (19 febbraio - 20 marzo)

  • Amore: Sogni ad occhi aperti e romanticismo. Attenzione a non fuggire nella fantasia. Coppia: un gesto poetico commuoverà il partner. Single: l'idealizzazione può essere pericolosa.

  • Lavoro: Lavori meglio in solitudine o su progetti che richiedono sensibilità e creatività. Un'intuizione sul capo o un collega potrebbe rivelarsi esatta.

  • Salute: Periodo sensibile. Proteggiti dal caos e dalle troppe stimolazioni. Il mare (anche in foto o sotto la doccia) ti riconcilia.

  • Finanze: Situazioni confuse. Evita investimenti basati sul "sentito dire". Ascolta un consiglio fidato di una figura materna o esperta.

  • Consiglio di Paolo Tedesco: Non immergerti completamente nel sogno. Tieni un piede sulla terra ferma. La tua compassione è un dono, ma non deve diventare una trappola.

 Cosa ci riservano le stelle per il 19 dicembre 2025?

La vera chiave della giornata sarà un delicato e armonioso Trigono tra la Luna e Venere in Capricorno. Questo aspetto porterà una piacevole concretezza nelle relazioni e nel piacere. Sarà più facile trovare un equilibrio tra dovere (Vergine) e piacere (Venere), tra lavoro e affetti. Un gesto pratico di cura avrà più valore di mille parole. In amore, la fedeltà e l'affidabilità saranno più attraenti dei fuochi d'artificio. Sul lavoro, la precisione e la cortesia ci apriranno le porte.

Le stelle del 19 dicembre ci dicono che la vera magia non sta nei grandi eventi, ma nella capacità di costruire, giorno per giorno, con pazienza e attenzione, una vita che funzioni e che, nel funzionare, sia anche bella e gratificante. La poesia è nell'esattezza del gesto giusto fatto al momento giusto.

Noleggio catamarano con crew Bahamas: vivere i Caraibi tra comfort e libertà

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Esiste un momento preciso in cui una vacanza smette di essere semplice evasione per trasformarsi in esperienza che lascia tracce profonde: quando ci si sveglia cullati dal movimento gentile delle onde, con il sole che filtra attraverso gli oblò disegnando geometrie dorate. 

Le Bahamas, con le loro 700 isole sparse nell'Atlantico come perle di una collana infinita, diventano teatro perfetto per questa metamorfosi. Il catamarano con equipaggio professionale si rivela non solo mezzo di trasporto, ma chiave d'accesso a una dimensione dove comfort assoluto e libertà totale cessano di essere concetti contraddittori.

Quando il catamarano diventa casa galleggiante nei Caraibi

Il noleggio catamarano con crew Bahamas apre le porte a un universo acquatico dove ogni giorno si scrive secondo desideri personali, lontano da itinerari prestabiliti e orari rigidi. Non è turismo convenzionale, ma immersione totale in ritmi naturali scanditi dal sole, dalle maree, dal vento.

L'arcipelago bahamense si presta perfettamente a questa esplorazione: acque protette dai reef esterni creano condizioni ideali, distanze gestibili permettono di cambiare scenario quotidianamente, fondali poco profondi rivelano tonalità di turchese che sembrano dipinte. Yacht Charter in The Bahamas ha curato una selezione di oltre 100 catamarani operativi nei principali porti di Nassau, Exumas, Bimini e Abacos. La flotta spazia dai Lagoon e Fountaine Pajot ai prestigiosi Sunreef, con imbarcazioni dai 38 agli 80 piedi.

Modelli come il Lagoon Seventy8 offrono quattro cabine per otto persone, mentre i Sunreef 80 Eco introducono tecnologie sostenibili senza compromessi sul lusso. Ogni catamarano viene ispezionato personalmente, assicurando standard elevatissimi dove fly bridge, jacuzzi, jet-ski e scooter subacquei Sea Doo completano l'offerta.

Perché il catamarano è la scelta perfetta per le Bahamas

La doppia chiglia elimina quel rollio che può trasformare la navigazione in disagio. Chi teme il mal di mare trova qui la soluzione che permette di godere appieno del viaggio. Significa cenare al tavolo anche con mare mosso, dormire serenamente durante gli spostamenti notturni, vivere gli spazi interni senza precarietà.

Gli spazi generosi ridefiniscono la vita a bordo. I ponti principali diventano salotti panoramici per colazioni all'alba, le reti di prua zone relax sospese sull'acqua cristallina, i flybridge offrono prospettive privilegiate. Un Bali 5.8 garantisce cinque cabine con bagni privati, permettendo a gruppi numerosi di mantenere privacy individuale.

Il pescaggio ridotto apre possibilità uniche: avvicinarsi a spiagge deserte, esplorare lagune poco profonde dove il fondale riflette la luce creando tonalità ipnotiche, accedere a baie protette inaccessibili ai grandi yacht. È libertà geografica che si traduce in scoperte continue.

Il crew: custodi di esperienza e libertà

Affidare la navigazione a professionisti esperti non significa rinunciare alla libertà, ma moltiplicarla. Scegliere un noleggio catamarano di lusso con crew alle Bahamas significa liberarsi da ogni preoccupazione pratica per concentrarsi sul piacere della scoperta.

Il capitano diventa narratore di queste acque: conosce ogni corrente, ogni banco di sabbia, ogni baia segreta invisibile sulle carte. Le sue decisioni su dove ancorare, quando partire, quali rotte seguire attingono a un patrimonio di competenze che garantisce sicurezza e massimizza le opportunità.

Lo chef a bordo orchestra esperienze gastronomiche calibrate su preferenze individuali. L'aragosta pescata all'alba diventa protagonista del pranzo, le ricette tradizionali bahamensi vengono reinterpretate con creatività. È il privilegio di gustare cucina gourmet ancorati in una baia deserta.

L'hostess anticipa desideri con discrezione assoluta. Cabine impeccabili, asciugamani freschi dopo ogni bagno, drink serviti al momento giusto: la sua presenza elimina ogni pensiero pratico.

Una giornata tipo a bordo: dal risveglio al tramonto

Il risveglio segue ritmi naturali. La luce dorata che filtra, il suono delle onde, il profumo del caffè: questi sono gli orologi della giornata. La colazione sul ponte diventa rituale contemplativo.

Le mattinate si prestano alle attività dinamiche. Il tender motorizzato trasporta verso spiagge incontaminate, il kayak permette esplorazioni silenziose tra mangrovie, lo snorkeling rivela fondali ricchi di vita marina. Il capitano suggerisce i punti migliori basandosi sulle correnti.

Il pranzo a bordo assume dimensioni gourmet: insalate fresche, pesce grigliato, frutti tropicali serviti sul ponte in acque turchesi. Il pomeriggio scorre tra letture all'ombra, tuffi spontanei, conversazioni senza fretta.

I tramonti diventano eventi quotidiani che non perdono mai la capacità di stupire. Il sole incendia il cielo di arancio e porpora, riflettendosi su acque calme. L'aperitivo sul flybridge cristallizza momenti di pura bellezza che resistono come fotogrammi indelebili.

Le Exumas e oltre: itinerari tra sogno e realtà

Nassau offre il punto di partenza ideale, ma è verso le Exumas che il catamarano rivela il proprio valore. Questo arcipelago di oltre 300 isole dista solo 35 miglia nautiche, eppure sembra appartenere a un altro mondo.

Big Major Cay, l'isola dei maiali nuotatori, regala incontri surreali. Arrivare all'alba via catamarano significa vivere l'esperienza lontano dai tour di massa, in quella dimensione di intimità autentica.

Staniel Cay apre le porte alla celebre Thunderball Grotto, cattedrale sottomarina dove James Bond è stato girato. Le immersioni mattutine rivelano giochi di luce che sembrano appartenere a dimensioni parallele.

Compass Cay emoziona con gli squali nutrice che nuotano placidi. Completamente innocui, questi giganti gentili si lasciano avvicinare, creando momenti di connessione profonda.

Gli Abacos, nella parte settentrionale, offrono un'alternativa affascinante. Villaggi coloniali come Hope Town mantengono architetture d'altri tempi, mentre le acque calme sono ideali per famiglie.

Comfort e libertà: il lusso che conta davvero

In un'epoca che ha ridotto il lusso a ostentazione, il noleggio catamarano con crew Bahamas propone definizione più profonda: lusso è la libertà conquistata, il tempo che scorre secondo ritmi personali, l'assenza di preoccupazioni che permette di vivere pienamente ogni momento.

La presenza dell'equipaggio elimina lo stress organizzativo. Gli ospiti possono concentrarsi esclusivamente sulla scoperta, sapendo che professionisti competenti orchestrano ogni dettaglio con discrezione.

Il comfort moderno equipaggia questi catamarani senza compromettere l'autenticità: jacuzzi dove rilassarsi ammirando panorami infiniti, aria condizionata che mantiene clima perfetto, sistemi entertainment per serate sotto le stelle. Ma il vero lusso risiede altrove: nella possibilità di svegliarsi ogni mattina in una baia diversa, di tuffarsi direttamente dal ponte in acque cristalline, di addormentarsi cullati dalle onde.

Le Bahamas attendono con i loro tesori nascosti, baie segrete raggiungibili solo via mare, fondali ricchi di vita che prosperano in ecosistemi protetti. Il catamarano con equipaggio diventa chiave d'accesso a questo paradiso, garantendo quella combinazione unica di comfort, libertà e autenticità che trasforma una vacanza in esperienza capace di ridefinire prospettive. Non è fuga dalla realtà, ma scoperta di una dimensione dove il tempo ritrova il proprio valore autentico e la bellezza della natura risveglia sensazioni che la routine quotidiana aveva sopito.

 

Cultura pop e digitale: i nuovi trend italiani del momento

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La scena culturale italiana vive un periodo di grande trasformazione. Tra l’irrompere dell’intelligenza artificiale, la rinascita dei media indipendenti e il ritorno dell’estetica neorealista reinterpretata in chiave social, il Paese sperimenta una continua ibridazione tra tradizione e tecnologia. Il digitale non si limita più a veicolare contenuti: plasma comportamenti, linguaggi e persino la percezione quotidiana dell’intrattenimento.

Intrattenimento e gaming: un linguaggio condiviso tra cultura e tecnologia

I flussi digitali modificano le dinamiche del gioco come forma di espressione sociale. L’espansione dei servizi basati su blockchain, i tornei virtuali e la crescente attenzione per la sicurezza dei dati hanno ridefinito la percezione del rischio e dell’esperienza ludica. Non si parla solo di svago, ma di un ecosistema regolato da algoritmi, licenze e normative eterogenee che mettono in evidenza differenze operative e culturali tra i vari mercati nazionali. È in questo dibattito che emergono i nuovi modelli di casino online non AAMS 2025, piattaforme dove trasparenza, gestione responsabile e innovazione tecnologica convergono. Questi ambienti digitali coltivano comunità che condividono strategie, parametri di gioco e pratiche di moderazione, rendendo l’intrattenimento una forma di cultura digitale partecipata.

 

Sebbene i sistemi di controllo e le interfacce cambino rapidamente, l’elemento umano rimane centrale. Gli utenti italiani cercano esperienze coerenti, intuitive e accessibili; desiderano ambienti in cui la tecnologia non oscuri il piacere dell’interazione, ma lo amplifichi. Il dialogo costante tra utenti e sviluppatori favorisce la nascita di linguaggi comuni che uniscono regole e creatività.

Social media e identità estetiche

Le piattaforme social restano il principale motore visivo della cultura pop. Artisti, influencer e marchi ridefiniscono lo stile italiano passando dai filtri minimalisti ai formati narrativi interattivi. Brevi video, microstorie e campagne trasversali costruiscono identità che si alimentano di velocità. L’estetica non è più solo forma: è la lingua franca della comunicazione contemporanea.

 

Nei canali visivi emergono simboli ricorrenti, ispirati a nostalgia e futuro insieme. Le piazze virtuali sostituiscono quelle reali; la spontaneità diventa performance. Questa estetica fluida influenza moda, pubblicità e persino il giornalismo visivo, costringendo le redazioni a riconsiderare tempi, formati e modalità di verifica delle immagini.

Musica, streaming e nuove logiche territoriali

L’universo musicale italiano si adatta ai modelli di piattaforme globali senza rinunciare al legame con i dialetti regionali e la tradizione melodica. Gli algoritmi di raccomandazione favoriscono nicchie sonore, creando microterritori digitali che si sovrappongono al concetto geografico di scena. I festival ibridi, trasmessi online e dal vivo, sperimentano modalità di ascolto più partecipative.

Questo mosaico di suoni e identità ridefinisce la parola “successo”. Oggi un artista può trovare pubblico in spazi imprevisti, non grazie alla distribuzione classica ma alla fidelizzazione comunitaria. La musica diventa così un luogo di incontro in cui dati e percezioni convivono in continuo adattamento.

Moda digitale e sostenibilità dell’immagine

La moda italiana esplora la sostenibilità non solo nei materiali ma anche nei processi di comunicazione. Le sfilate virtuali, i cataloghi interattivi e i capi digitalizzati riducono sprechi e ampliano l’accesso. Le maison sperimentano avatar e ambienti 3D per raccontare collezioni che esistono solo come esperienza visiva, ribaltando la definizione di possesso e valore.

 

Al centro resta la creatività applicata al software. I designer collaborano con programmatori e artisti visivi per generare texture dinamiche e tessuti intelligenti. L’immaginario italiano, storicamente legato alla manifattura, si rinnova trovando equilibrio tra estetica e innovazione, tra eredità artigianale e cultura della simulazione.

Cinema, serialità e nuovi pubblici digitali

Nella produzione audiovisiva emerge crescente attenzione alla fruizione on demand e all’analisi dei dati di gradimento. Le piattaforme streaming trasformano la logica del palinsesto in un flusso continuo di contenuti adattivi. Autori e produttori analizzano algoritmi come strumenti di conoscenza del pubblico più che semplici misure di profitto.

 

Il racconto cinematografico si estende nei formati brevi verticali. Registi provenienti dal web approdano nei festival tradizionali portando linguaggi ibridi, nati tra serie, videoclip e documentario. Le nuove sale virtuali consentono proiezioni interattive, dove commenti e scelte collettive compongono esperienze prossime al teatro partecipativo.

L’arte tra NFT, archivi digitali e curatela algoritmica

Il settore artistico italiano riflette sull’impatto degli NFT e dei registri decentralizzati come strumenti per certificare l’autenticità. I musei cercano equilibrio tra innovazione e tutela del patrimonio. Le collezioni digitali, visitabili da remoto, aprono accesso globale ma sollevano domande etiche su proprietà e conservazione delle opere immateriali.

 

I curatori si confrontano con nuove architetture narrative. Analizzano dati di fruizione per capire il comportamento dei visitatori e ridisegnare percorsi espositivi dinamici. L’arte si adatta a una logica in cui le esperienze dipendono tanto dall’abilità umana quanto dalla progettazione del sistema che le supporta.

Tendenze future e convergenze creative

Guardando avanti, la cultura digitale italiana sembra orientarsi verso forme di contaminazione permanente. I confini tra industria e arte, tra consumo e partecipazione, diventano sempre più porosi. Innovatori, start-up e istituzioni collaborano nel testare modelli di creatività inclusiva, dove il valore nasce dallo scambio e non dalla barriera.

 

La convergenza di linguaggi, mercati e piattaforme elabora una narrazione corale del Paese. Dalle arene virtuali ai set cinematografici, dalle passerelle immersive alle community del gioco, l’Italia sperimenta nuove grammatiche. È una storia ancora in scrittura, fatta di codice e immaginazione, di rischio calcolato e passione culturale condivisa.

 

Agguato di camorra a Scisciano: ucciso 48enne

Scisciano – Un agguato in pieno stile camorristico in serata a Scisciano. Un uomo di 48 anni, del posto e già noto alle forze dell’ordine, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in via G. Garibaldi, all’altezza del civico 50.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima si trovava in sella al proprio scooter Honda SH quando sarebbe stata affiancata da ignoti a bordo di un altro mezzo. I sicari avrebbero esploso diversi colpi di pistola, centrando il 48enne e lasciandolo senza scampo sull’asfalto, per poi dileguarsi rapidamente facendo perdere le proprie tracce.

Sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna e i militari della stazione di San Vitaliano. Presente anche il Nucleo investigativo, che ha avviato i rilievi e le attività di indagine.

L’area è stata transennata per consentire gli accertamenti balistici e la raccolta di eventuali elementi utili, comprese le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.

Le indagini sono in corso per chiarire il movente e ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato, mentre non si esclude alcuna pista.

Napoli, ecco come funzionava il "call center" delle truffe

Un’organizzazione strutturata, capillare e spietata, capace di colpire anziani in ogni parte d’Italia sfruttando paura, solitudine e affetti familiari.

È il quadro che emerge dall’ordinanza cautelare firmata dal giudice Federica Colucci, che ha disposto misure personali e reali nei confronti di oltre venti indagati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate, alla ricettazione e al riciclaggio.

Al centro dell’inchiesta, un vero e proprio “call center criminale” con base a Napoli, operativo quotidianamente e capace di effettuare centinaia di telefonate al giorno, selezionando con metodo scientifico le vittime più vulnerabili: persone anziane, spesso sole, isolate con tecniche psicologiche raffinate e messe sotto pressione emotiva.

Il meccanismo della truffa: paura, isolamento e colpo finaleL’organizzazione operava secondo uno schema collaudato.

La prima fase: la selezione delle vittime

I telefonisti contattavano numeri fissi estratti da vecchi elenchi telefonici, concentrandosi ogni giorno su una specifica area geografica. Nel corso delle prime chiamate verificavano se l’interlocutore fosse anziano. In caso positivo, il numero veniva “segnalato” per le fasi successive.

La seconda fase: il raggiro

Scattava allora la messinscena: uno dei telefonisti si qualificava come maresciallo o appuntato dei carabinieri, un altro come avvocato. Alla vittima veniva raccontato che un figlio, un nipote o un parente stretto aveva causato un grave incidente stradale ed era trattenuto in caserma.

L’unica via d’uscita, secondo i truffatori, era il pagamento immediato di una “cauzione” in denaro o la consegna di gioielli come “pegno simbolico”, per evitare il carcere al familiare.

La terza fase: l’isolamento

Per impedire qualsiasi verifica, le vittime venivano tenute costantemente al telefono, private della possibilità di contattare parenti o amici. In alcuni casi, altri familiari venivano allontanati dall’abitazione con pretesti urgenti, mentre la linea fissa restava occupata.

La quarta fase: il “trasfertista”

A chiudere il cerchio arrivava il trasfertista, l’uomo incaricato di presentarsi fisicamente a casa dell’anziano, fingendosi carabiniere in borghese o emissario dell’avvocato. Era lui a incassare denaro e preziosi, ricevendo indicazioni precise su indirizzi e spostamenti tramite coordinate GPS inviate su WhatsApp o Telegram.

Una struttura piramidale: ruoli e responsabilità, i promotori e capi

Il vertice: la cabina di regia delle truffe

Alessandro D’Errico e Antonietta Mascitelli

Erano loro i capi indiscussi dell’organizzazione, i promotori e organizzatori del sodalizio. Nulla avveniva senza il loro assenso.

Gestivano il call center, decidevano quali città colpire, in quali giorni e con quali modalità. Pianificavano ogni singola truffa come un’operazione, occupandosi anche degli aspetti logistici ed economici.

Anticipavano tutte le spese: noleggio auto, biglietti ferroviari, carburante, alloggi, fino alla gestione delle utenze telefoniche intestate fittiziamente a soggetti extracomunitari, utilizzate per evitare tracciamenti.

Impartivano ordini diretti ai trasfertisti, indicando orari, indirizzi, percorsi di fuga e luoghi in cui attendere il “via libera” dopo l’adescamento telefonico.

D’Errico e Mascitelli mantenevano i contatti con tutti i livelli dell’organizzazione, ricevevano la refurtiva e decidevano come e quando immetterla nel circuito del riciclaggio.

Il cuore operativo: il call center

Carmela Mascitelli e Assunta Olisterno

Non semplici esecutrici, ma ingranaggi fondamentali del sistema. Operavano quotidianamente come telefoniste, occupandosi della prima e più delicata fase: la selezione delle vittime.

Effettuavano centinaia di chiamate al giorno, partendo da elenchi telefonici cartacei, con l’obiettivo di individuare persone anziane sole. Una volta individuata la “preda”, la segnalavano ai promotori e partecipavano direttamente alla fase di raggiro, impersonando figure istituzionali o collaborando alla costruzione della falsa emergenza.

La loro funzione era anche quella di mantenere la pressione psicologica, evitando che la vittima potesse interrompere la comunicazione o chiedere aiuto.

La base logistica

Maria Robustelli

Metteva a disposizione la propria abitazione nel centro storico di Napoli, trasformata in una vera e propria centrale operativa.
Lì venivano effettuate le telefonate, pianificate le trasferte e coordinati i contatti con i trasfertisti. Robustelli non era una figura passiva: partecipava attivamente alle attività del call center e collaborava stabilmente con i promotori durante l’adescamento delle vittime.

Il livello strategico e familiare

Giovanni D’Errico

Padre di Alessandro, rappresentava una figura di supporto decisionale.
Contribuiva alla pianificazione delle attività, suggerendo obiettivi e mantenendo i contatti con altri sodali, in particolare con chi reclutava i trasfertisti. Era informato sull’andamento delle truffe e sul flusso dei proventi, fungendo da cerniera tra direzione e manovalanza.

Il reclutamento e la gestione degli esecutori

Tommaso Di Balsamo

Era il reclutatore dell’organizzazione. Insieme al fratello Vincenzo, individuava soggetti disponibili a svolgere il ruolo di trasfertisti, ne organizzava gli spostamenti e fungeva da collegamento con i promotori.

Tommaso Di Balsamo si occupava anche del recupero fisico della refurtiva: ritirava denaro e gioielli ottenuti dalle truffe per poi consegnarli direttamente ai vertici del sodalizio.

I trasfertisti: il volto finale della truffa

Capretti, Marchese, Di Balsamo Vincenzo e Antonio, Palmieri, Paolone, Maisto, Morgavi

Erano gli esecutori materiali, coloro che bussavano alla porta delle vittime.
Si presentavano come carabinieri in borghese o incaricati dell’avvocato, ritirando contanti e preziosi. Operavano su tutto il territorio nazionale, seguendo istruzioni dettagliate ricevute in tempo reale.

Particolarmente grave, secondo il giudice, la posizione di alcuni di loro che continuavano a collaborare nonostante fossero già sottoposti a misure cautelari per truffe analoghe, mantenendo contatti vietati con i promotori e contribuendo persino al reclutamento di nuovi sodali e al reperimento di auto a noleggio.

Il trasporto della refurtiva

Carolina Esposito

Svolgeva il ruolo di corriere. Raggiungeva i trasfertisti con treni o autobus, ritirava il bottino e lo riportava a Napoli. Il viaggio di ritorno avveniva immediatamente dopo la consegna, riducendo al minimo i rischi.

Ricettazione, riciclaggio e reinvestimento

Fabio D’Anna

Ricettatore e riciclatore. Riceveva monili in oro e pietre preziose, occupandosi della loro immissione nel mercato clandestino.

Vittorio Cozzolino

Trasportava i proventi dalla Sicilia a Napoli e svolgeva anche funzioni di supervisione sui trasfertisti, controllando che le consegne avvenissero correttamente.

Vittorio Esposito

Altro ricettatore, destinatario dei preziosi sottratti alle vittime.

Maddalena D’Errico e Immacolata Michelino

Custodivano e occultavano il denaro. Secondo l’ordinanza, si occupavano anche di autoriciclaggio, reinvestendo parte dei proventi in attività commerciali e operazioni patrimoniali intestate fittiziamente.

Elenco degli indagati

 

CAPRETTI Giovanni, 09.04.1993 – Mugnano di Napoli

COZZOLINO Vittorio, 15.08.1992 – Napoli

D’ANNA Fabio, 09.11.1982 – Napoli

D’ERRICO Alessandro, 07.10.1988 – Napoli

D’ERRICO Giovanni, 03.05.1957 – Napoli

D’ERRICO Maddalena, 12.08.1984 – Napoli

DI BALSAMO Antonio, 09.03.1987 – Pomigliano d’Arco

DI BALSAMO Tommaso, 20.05.2003 – Torre del Greco

DI BALSAMO Vincenzo, 22.02.1990 – Pomigliano d’Arco

ESPOSITO Carolina, 24.12.1991 – Napoli

ESPOSITO Vittorio, 06.06.1987 – Napoli

MAISTO Riccardo, 26.09.1998 – Napoli

MARCHESE Mirco, 28.02.1998 – Palermo

MASCITELLI Antonietta, 23.03.1985 – Napoli

MASCITELLI Carmela, 17.01.1995 – Napoli

MICHELINO Immacolata, 24.08.1961 – Napoli

MORGAVI Giovanni Stefano, 26.12.1993 – Palermo

OLISTERNO Assunta, 06.10.1982 – San Giorgio a Cremano

PALMIERI Maria, 14.06.1999 – Piedimonte Matese

PAOLONE Domenico, 02.03.2001 – Marcianise

ROBUSTELLI Maria, 29.11.1978 – Napoli

(nella foto da sin istra in alto Alessandro D’Errico , Antonietta Mascitelli, Carmela Mascitelli, Assunta Olisterno e Giovanni D’Errico; in basso da sinistra Vincenzo Di Balsamo, Antonio Di Balsamo, Fabio D'Anna e Vittorio Cozzolino)

 

 

 

Migranti, sbarcati a Napoli 113 naufraghi soccorsi dalla nave Life Support di Emergency

Si è concluso nel pomeriggio, intorno alle 16.40, lo sbarco nel porto di Napoli dei 113 naufraghi soccorsi dalla Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency, al termine di due distinte operazioni nel Mediterraneo centrale. Uomini stremati, tre dei quali minori non accompagnati, approdati dopo giorni di paura e sopravvivenza in mare, ma soprattutto dopo un percorso segnato da violenze, abusi e privazioni.

I migranti erano partiti dalle coste libiche e sono stati salvati in due momenti diversi: il primo intervento, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, ha permesso di mettere in salvo 69 persone in zona Sar libica; il secondo, avvenuto la sera del 14 dicembre, ha riguardato altre 44 persone intercettate in zona Sar maltese. Provengono da Bangladesh, Pakistan ed Egitto, Paesi colpiti da instabilità politica, crisi economiche e disastri climatici, contesti che, sottolinea Emergency, non possono essere considerati sicuri.

A bordo della Life Support molti hanno trovato il coraggio di raccontare ciò che avevano vissuto prima della traversata. I centri di detenzione libici emergono ancora una volta come luoghi di violenza sistematica, dove le persone vengono rinchiuse senza diritti, sottoposte a torture, minacce continue e costrette a vivere in condizioni igienico-sanitarie disumane. Alcuni dei naufraghi portano sul corpo i segni evidenti dei maltrattamenti subiti. L’auspicio dell’equipaggio è che ora possano ricostruire un futuro in Italia o in Europa, lontano da quel ciclo di abusi.

Tra le testimonianze raccolte, quella di un giovane bengalese restituisce il senso profondo della fuga. Nel suo Paese, racconta, la corruzione, la mancanza di lavoro e le devastanti inondazioni lo hanno spinto a partire. In Libia ha conosciuto una vita fatta solo di sfruttamento e paura, fino all’arresto da parte delle milizie e alla detenzione. Ha tentato di attraversare il mare tre volte, venendo intercettato o costretto a tornare indietro, prima di essere finalmente soccorso. Oggi il suo desiderio è semplice: lavorare e costruirsi un futuro.

Il Mediterraneo centrale continua però a essere una delle rotte migratorie più letali al mondo. Dall’inizio dell’anno si contano già oltre mille tra morti e dispersi e decine di migliaia di persone intercettate e riportate forzatamente in Libia. Anche durante questa missione, la Life Support ha assistito a possibili intercettazioni e respingimenti collettivi, pratiche considerate illegali e che, secondo Emergency, espongono i migranti al rischio concreto di nuove violenze.

Con lo sbarco a Napoli si chiude la trentanovesima missione della Life Support. Dal dicembre 2022 a oggi la nave ha soccorso più di tremila persone. Numeri che raccontano un’emergenza ancora aperta e una realtà che continua a interrogare l’Europa sulla necessità di mettere la tutela della vita al centro di ogni scelta sul Mediterraneo.

Ercolano scende in strada contro il racket: marcia per la legalità lungo Corso Resina

Ercolano torna a camminare insieme e lo fa nel segno della legalità. Questa mattina da Palazzo di Città, lungo Corso Resina, ha preso il via la marcia antiracket promossa dalla Fai Antiracket Ercolano in collaborazione con il Comune. Un percorso condiviso che ha visto fianco a fianco istituzioni, associazioni, forze dell’ordine e cittadini, con un obiettivo chiaro: rafforzare la fiducia reciproca e ribadire che la città non intende più piegarsi alle logiche dell’intimidazione criminale.

Durante la passeggiata, commercianti e residenti hanno accolto i partecipanti esponendo l’adesivo “No al racket”, un gesto semplice ma carico di significato, simbolo di una comunità che sceglie apertamente di stare dalla parte dello Stato. Un segnale concreto di un cambiamento profondo, maturato negli anni, che racconta una città meno isolata e più consapevole della propria forza collettiva.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è stato Ciro Buonajuto, vicepresidente Anci con delega alla legalità e consigliere regionale, che ha partecipato alla marcia ribadendo come la legalità non sia uno slogan ma una pratica quotidiana. Attraversare le strade di Ercolano, ha spiegato, significa incontrare cittadini e commercianti che non abbassano più lo sguardo, ma aprono le porte alle istituzioni e alle forze dell’ordine. Un segno evidente di una fiducia ricostruita e di una battaglia storica contro il pizzo che ha già prodotto risultati concreti.

Buonajuto ha però richiamato tutti alla vigilanza, ricordando che la criminalità arretra solo davanti a una comunità unita e presente, e che proprio per questo non bisogna mai abbassare la guardia. Il suo impegno, ha assicurato, proseguirà anche a livello regionale affinché in Campania non ci sia spazio per racket, soprusi e intimidazioni. Nel corso dell’iniziativa è arrivato anche un ringraziamento speciale a Eliana Scarpati, vedova di Aniello, capo pattuglia della Polizia di Stato morto tragicamente in servizio, la cui presenza è stata indicata come un segno di speranza e di forza per continuare la battaglia contro la criminalità.

Alla marcia hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni locali, della Fai Antiracket e delle forze dell’ordine, a testimonianza di una rete che a Ercolano si mostra compatta e determinata. Un messaggio chiaro che attraversa la città: il racket non è più un destino, ma un nemico da combattere insieme.

Napoli, nasce “Non uno di più”: un corto per dire no alle armi tra i giovani

Parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, senza retorica e senza sconti. È l’obiettivo di “Non uno di più”, il cortometraggio di social advertising scritto e diretto da Maurizio Braucci che sarà presentato in anteprima domani a Napoli, dai banchi dell’Istituto Superiore Casanova. Da qui prende ufficialmente il via una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione e l’uso delle armi tra i giovani, una delle emergenze sociali più delicate degli ultimi anni.

Il corto sceglie uno stile diretto, essenziale, costruito su tempi e inquadrature che richiamano i codici comunicativi più familiari alle nuove generazioni. Un’opera che non giudica, ma mette di fronte alla realtà, mostrando quanto sia sottile il confine tra gesto “per gioco” e violenza irreversibile. Braucci, autore legato a opere come Gomorra, Anime nere e La paranza dei bambini, punta a coinvolgere i ragazzi rendendoli protagonisti di una riflessione che riguarda prima di tutto loro.

Alla proiezione seguirà un incontro-dibattito con il regista, parte del cast e rappresentanti delle istituzioni, del mondo della scuola e della giustizia minorile. Un confronto aperto su un fenomeno che, come sottolinea lo stesso Braucci, negli ultimi anni ha visto crescere il numero di vittime colpite da armi da fuoco per motivi futili. L’obiettivo dichiarato è rompere l’indifferenza e stimolare una presa di coscienza collettiva, chiedendo un impegno concreto anche alle istituzioni.

Il messaggio finale del corto è netto e non lascia spazio a interpretazioni: nei film le pistole sparano per finta, nella realtà uccidono davvero. Una frase che richiama la celebre “pistola di Čechov”, ma la ribalta in chiave contemporanea, riportando tutto al peso delle conseguenze reali. Con attori giovani, in gran parte esordienti, il progetto parla ai coetanei ma chiama in causa anche famiglie, educatori e operatori sociali.

Dopo la presentazione, “Non uno di più” sarà diffuso sui canali social della campagna e programmato nelle scuole, a partire dalla Campania, oltre che in alcune sale cinematografiche napoletane. Un tentativo concreto di usare il cinema come strumento di prevenzione, prima che sia davvero troppo tardi.

Rapina in un bar-tabacchi a San Valentino Torio, due banditi in fuga

Paura a San Valentino Torio, dove un bar-tabacchi di via Provinciale Amendola è finito nel mirino di due rapinatori. I malviventi, con il volto coperto, hanno fatto irruzione nel locale sorprendendo clienti e titolari e puntando dritto alla cassa.

Secondo una prima ricostruzione, i gestori avrebbero tentato di difendere l’incasso, arrivando anche a uno scontro fisico con i banditi. Una reazione istintiva che però non è bastata a fermare l’azione criminale: i rapinatori sono riusciti a impossessarsi del denaro e a dileguarsi in pochi istanti, con tutta probabilità salendo a bordo di un veicolo parcheggiato nelle immediate vicinanze.

Scattato l’allarme al 112, sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, coordinati dal maresciallo Di Stefano. I militari hanno raccolto la denuncia delle vittime e avviato i primi rilievi per ricostruire l’accaduto.

Decisive per le indagini saranno ora le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Gli investigatori hanno già acquisito i filmati delle telecamere interne al bar-tabacchi e di quelle presenti lungo l’arteria stradale, con l’obiettivo di chiarire l’esatta dinamica della rapina e risalire all’identità dei responsabili.

N.M.

Napoli, faceva timbrare il badge ai colleghi: il Tribunale del lavoro annulla il licenziamento Eav

Napoli– Far timbrare il cartellino da un collega, o timbrare al posto di altri, non basta – da solo – a giustificare un licenziamento per giusta causa se il lavoratore ha comunque svolto regolarmente la propria attività e non ha tratto vantaggi illeciti.

È il principio affermato dal Tribunale del lavoro di Napoli che, con una sentenza depositata il 10 dicembre scorso, ha dichiarato illegittimo il licenziamento di un operaio dell’Ente Autonomo Volturno (Eav), la holding regionale del trasporto pubblico campano.

Il provvedimento disciplinare, adottato nel dicembre 2024, era scattato dopo che l’azienda aveva contestato al dipendente un uso improprio del badge aziendale: secondo l’accusa, in almeno una decina di occasioni il lavoratore avrebbe fatto timbrare il proprio cartellino ai colleghi o avrebbe timbrato al posto loro. Una condotta che, per Eav, aveva irrimediabilmente incrinato il vincolo fiduciario.

Di diverso avviso i giudici, che hanno ordinato la reintegrazione del lavoratore e il risarcimento del danno. Nella motivazione, il Tribunale prende atto che il dipendente ha ammesso i fatti, riferiti al giugno 2024, ma ha escluso qualsiasi finalità fraudolenta, sostenendo di aver sempre svolto regolarmente il proprio servizio. Un elemento ritenuto decisivo.

Secondo il collegio, infatti, la stessa Eav ha imputato al lavoratore esclusivamente l’uso improprio del badge, senza contestare ulteriori violazioni delle disposizioni di servizio o condotte idonee a dimostrare un intento simulatorio. Non risulta, in particolare, che il dipendente abbia attestato falsamente una presenza inesistente, né che abbia procurato a sé o ad altri vantaggi indebiti.

Per i giudici, dunque, la condotta contestata “non rientra nelle fattispecie” che legittimano il licenziamento per giusta causa. Manca – si legge nella sentenza – sia l’elemento doloso, sia il vantaggio illecito, sia l’intento di alterare fraudolentemente la rilevazione della presenza in servizio. Al più, il comportamento può essere sanzionato in via disciplinare, ma non fino al punto di interrompere il rapporto di lavoro.

Il Tribunale ribadisce inoltre un principio consolidato: la giusta causa è una nozione legale e il giudice non è vincolato alle previsioni del contratto collettivo, dovendo valutare se il comportamento integri un grave inadempimento o una violazione delle regole fondamentali di correttezza e convivenza civile.

Nel caso esaminato, l’uso improprio del badge è stato ritenuto espressione di una carenza di diligenza, ma non tale da compromettere il buon andamento del servizio o arrecare un danno concreto all’azienda.

Dura la reazione dell’Eav, che ha annunciato appello parlando apertamente di “sorpresa e disorientamento”. Secondo il presidente Umberto De Gregorio, la decisione rischia di indebolire il potere disciplinare dell’azienda: «Se scambiarsi il badge più volte non rappresenta una lesione del vincolo fiduciario – ha dichiarato – come può un’azienda pretendere il rispetto delle regole e controllare la presenza sul posto di lavoro? Così si determina il caos».

Sulla stessa linea il legale dell’ente, l’avvocato Marcello D’Aponte, che ha definito la pronuncia in contrasto con la più recente giurisprudenza di legittimità. In particolare, richiama una sentenza della Corte di Cassazione del gennaio 2024, secondo cui la falsa attestazione della presenza in servizio da parte di un pubblico dipendente può integrare, in determinate condizioni, il reato di truffa aggravata.

E un’ulteriore decisione del novembre 2024 che ha ritenuto il prestito del badge a un collega una grave violazione dei doveri di correttezza e buona fede, idonea a giustificare il licenziamento per giusta causa.

Una frattura interpretativa che ora potrebbe essere sanata in appello, in un contenzioso destinato a incidere non solo sul caso singolo, ma più in generale sui confini del potere disciplinare nelle aziende pubbliche.

Natale a tavola: i consigli del dottor Luciano Carotenuto per evitare cattiva digestione e pesantezza

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Le feste natalizie sono sinonimo di convivialità, tradizioni e tavole imbandite. Tra pranzi abbondanti, cene che si protraggono per ore e dolci tipici, però, il rischio di digestione lenta, gonfiore e pesantezza è sempre dietro l’angolo.

Come godersi le feste senza rinunciare al benessere? Lo abbiamo chiesto a Luciano Carotenuto, farmacista di Atida eFarma e fondatore del blog ilfarmacistadigitale.com, punto di riferimento online per chi cerca consigli di salute.

Dottore, perché durante le feste natalizie aumentano i disturbi digestivi?
"Il problema principale è l’eccesso, non solo in termini di quantità ma anche in termini di combinazioni alimentari. Durante le feste tendiamo a mangiare più spesso, alimenti più grassi e più elaborati del solito. A questo si aggiunge una riduzione dell’attività fisica e un maggiore consumo di alcol, fattori che rallentano la digestione e favoriscono gonfiore e acidità".

Quali sono i consigli più semplici da seguire per prevenire la cattiva digestione?
"Il primo è mangiare con calma, masticando bene e ascoltando i segnali di sazietà. Meglio assaggiare tutto in piccole quantità piuttosto che eccedere. Bere acqua durante i pasti, limitare gli alcolici e concedersi una breve passeggiata dopo pranzo o cena aiuta molto il lavoro dello stomaco".

Quando è utile rivolgersi al farmacista durante le feste?
"Il farmacista può consigliare integratori a base di enzimi digestivi o piante come finocchio, carciofo e zenzero, utili per contrastare gonfiore e pesantezza. È importante però scegliere il prodotto più adatto alla propria situazione, evitando il fai da te. Un consiglio professionale fa la differenza, soprattutto in un periodo come quello natalizio".

Seguendo questi semplici suggerimenti, anche i pranzi più abbondanti possono diventare un’occasione di piacere senza conseguenze per il benessere digestivo.

Corso Umberto, rapina a turista in pieno centro: arrestato 18enne marocchino

Un 18enne di origine marocchina con precedenti di polizia è stato arrestato ieri sera dalla Polizia di Stato per rapina, lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il giovane ha preso di mira un turista in pieno centro storico, in uno dei luoghi più frequentati della città.

I Falchi della Squadra Mobile, impegnati nei servizi di controllo, hanno notato il ragazzo mentre seguiva con fare guardingo due turisti in corso Umberto I. Dopo essersi avvicinato a uno di loro, l'ha spintonato violentemente strappandogli il cellulare dalle mani e dandosi immediatamente alla fuga.

Gli agenti hanno inseguito il rapinatore attraverso le strade del centro fino a raggiungerlo e bloccarlo in via della Maddalena. L'arresto è avvenuto non senza difficoltà, vista la resistenza opposta dal giovane. Il 18enne è ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Ospedale del Mare, entra in funzione la nuova PET digitale: salto di qualità per la diagnostica nel Centro-Sud

È entrata ufficialmente in funzione questa mattina, presso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Nucleare dell’Ospedale del Mare, una nuova TAC PET digitale di ultima generazione. L’attivazione è avvenuta alla presenza della direzione strategica aziendale, della direzione ospedaliera, dell’équipe di Medicina Nucleare e dell’Unità Operativa di

Ingegneria Clinica, a testimonianza del valore strategico dell’investimento.
Il nuovo tomografo PET digitale rappresenta un unicum tecnologico nel Centro-Sud Italia per caratteristiche e prestazioni. Un traguardo di rilievo non solo per la struttura ospedaliera, ma per l’intera rete sanitaria regionale, che potrà ora contare su uno strumento diagnostico di elevatissima precisione, capace di incidere concretamente sull’efficacia clinica e sui percorsi di cura.

La tecnologia digitale consente infatti di ottenere immagini ad altissima risoluzione, riducendo in modo significativo sia i tempi di acquisizione sia la dose di radiofarmaco somministrata al paziente. Un doppio beneficio che si traduce in maggiore sicurezza, migliore comfort per l’utenza e più elevate capacità diagnostiche, in particolare negli ambiti oncologico e neurologico. Con questa dotazione, la Medicina Nucleare dell’Ospedale del Mare rafforza il proprio ruolo di riferimento per la sanità ad alta specializzazione in Campania.

«Questa innovativa apparecchiatura tecnologica rappresenta un importante passo avanti nella nostra missione di offrire servizi di alta qualità ai pazienti», ha dichiarato il direttore sanitario aziendale Maria Corvino. «Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto professionisti sanitari, tecnici e amministrativi. A tutti loro va il mio ringraziamento».

Soddisfazione espressa anche dal direttore generale Gaetano Gubitosa: «Siamo orgogliosi di poter essere un punto di riferimento per il Centro-Sud del Paese, offrendo le migliori tecnologie e le migliori cure. Con l’acquisto della nuova PET digitale ampliamo ulteriormente il parco tecnologico e digitale dell’Ospedale del Mare, rendendolo in grado di erogare esami diagnostici di altissimo livello». «Questa apparecchiatura – ha concluso – è un esempio concreto di come collaborazione e dedizione possano portare a risultati di eccellenza per la sanità pubblica».

Spaccio vicino a una scuola: arrestato 24enne a San Giovanni a Teduccio

Napoli – Nuovo colpo allo spaccio di stupefacenti nella periferia est di Napoli. Nel pomeriggio di ieri, gli agenti del Commissariato San Giovanni-Barra hanno arrestato un 24enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine per precedenti anche specifici, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio.

I poliziotti, durante un servizio di controllo straordinario disposto dalla Questura per contrastare il traffico di droga, hanno sorpreso l'uomo in via Bernardino Martirano – zona adiacente a una scuola elementare – mentre cedeva una dose a un giovane in cambio di denaro, a bordo della sua auto.

Intervenuti tempestivamente, gli agenti hanno bloccato entrambi. Sul 24enne sono state trovate 13 bustine di marijuana (circa 23 grammi totali), un involucro di hashish da 3 grammi e 800 euro in contanti, in banconote di piccolo taglio. L'acquirente aveva con sé la dose appena comprata e è stato sanzionato amministrativamente per uso personale.

I sospetti hanno portato a una perquisizione domiciliare: qui una familiare dell'arrestato ha tentato di gettare via una busta con ulteriori 4 dosi di marijuana (76 grammi), un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento. La donna è stata denunciata per lo stesso reato.L'operazione rientra nei controlli intensificati dalla Questura di Napoli per arginare lo spaccio nelle aree sensibili della città.

Napoli, encomi e riconoscimenti ai Carabinieri: premiati i militari in prima linea contro la criminalità

Nella suggestiva cornice del chiostro del pozzo della caserma “Pastrengo”, questa mattina il Comandante della Legione Carabinieri “Campania”, Generale di Divisione Francesco Gargaro, ha fatto visita al Comando Provinciale di Napoli per incontrare il personale e formulare gli auguri di Natale.

Accolto dal Comandante Provinciale, Generale di Brigata Biagio Storniolo, il Generale Gargaro ha rivolto parole di sincero apprezzamento ai militari, sottolineando l’impegno quotidiano profuso nella tutela della legalità e della sicurezza dell’area metropolitana di Napoli.

Un territorio, quello napoletano, che richiede costante vigilanza e spirito di sacrificio, soprattutto nella lotta contro la criminalità organizzata.

Durante la cerimonia, il Generale Gargaro ha consegnato encomi e ricompense a quei militari che si sono distinti in importanti operazioni di servizio, riconoscendo professionalità, dedizione e senso del dovere. I riconoscimenti hanno riguardato sia operazioni di contrasto alla camorra che interventi volti a garantire la tranquillità dei cittadini.

Un momento solenne e partecipato, che ha rappresentato non solo un’occasione di augurio per le festività natalizie, ma anche un segno concreto di vicinanza dell’Istituzione ai Carabinieri impegnati ogni giorno in una realtà complessa e spesso difficile come quella di Napoli.

Un gesto che sottolinea il valore del lavoro silenzioso e determinato di chi, ogni giorno, indossa la divisa per difendere la legalità e la sicurezza dei cittadini.

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