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La "Cassiera" del Clan Contini lascia il carcere: Flora Bosti ai domiciliari

Flora Bosti, figlia del boss Patrizio Bosti, capoclan dei Contini, ha ottenuto gli arresti domiciliari fuori regione, lasciando il carcere di Messina dov'era detenuta. La decisione del Gup Villano, che ha accolto l'istanza dei suoi difensori, gli avvocati Domenico Dello Iacono ed Elisabetta Valentino, arriva dopo una condanna meno severa di quanto richiesto dalla Procura e un'assoluzione dall'accusa associativa.

Gli inquirenti della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) avevano inquadrato la donna come la "cassiera" della cosca di San Giovanniello, ma il giudice ha ritenuto che le esigenze cautelari si fossero attenuate, soprattutto in seguito all'assoluzione dall'accusa di partecipazione al clan.

Lo scontro in aula e la "sentenza soft"

Il rilascio di Flora Bosti è l'ultimo di una serie di colpi di scena che hanno caratterizzato il processo. In primo grado, la Procura aveva chiesto ben 14 anni di reclusione per lei, ma la 34enne è stata condannata a sei anni e otto mesi per ricettazione aggravata, con l'accusa di auto-riciclaggio per conto dell'associazione mafiosa del padre che è stata riqualificata. La donna è stata inoltre assolta dall'accusa di minacce nei confronti dell'ex marito.

Nel corso del dibattimento, lo stesso boss Patrizio Bosti, in videocollegamento dal regime di carcere duro del 41-bis, è intervenuto più volte in sua difesa con dichiarazioni accorate.

"Per mia figlia non sono un capoclan, ma un padre. I miei figli sono innocenti", aveva tuonato in aula, respingendo l'accusa di essere lui il gestore della cassa del clan e sferrando una stoccata all'ex genero, Luca Esposito, reo di aver brevemente collaborato con la giustizia.

La sentenza di primo grado, arrivata all'inizio del mese, ha invece inflitto 14 anni di carcere al boss Patrizio Bosti e al figlio Ettore Bosti, anch'egli detenuto al 41-bis a Cuneo.

Il tesoro sequestrato e l'accusa di riciclaggio

L'inchiesta ha fatto luce su un ingente patrimonio illecito che è stato oggetto di confisca. Il valore complessivo si aggira su alcune decine di milioni di euro.

Tra i beni sequestrati spiccano: 4 milioni di euro in contanti.Una lunga serie di orologi e gioielli di lusso per complessivi 16 milioni di euro, inclusi un orologio Patek Philippe da 370mila euro e una collana con diamante da 120mila euro.

Contanti e preziosi furono scoperti e sequestrati in un caveau nascosto nell'abitazione dell'ex marito di Flora Bosti, Luca Esposito, che è stato condannato a due anni e otto mesi per autoriciclaggio non aggravato.

Le indagini, supportate anche da nuovi atti depositati dalla Procura, hanno disegnato un quadro in cui il boss Patrizio Bosti e il figlio Ettore continuavano a impartire ordini e direttive alla cosca, nonostante fossero entrambi sottoposti al regime del 41-bis. Il clan Contini, per il quale è nota la sua capacità di reinvestimento economico anche fuori dalla Campania, si conferma una delle organizzazioni criminali più potenti dell'Alleanza di Secondigliano.

Odio razziale a Napoli. fa discutere la violenza contro la giovane gambiana

Napoli – Una storia che racconta non soltanto la crudeltà di due ragazzi, ma anche il veleno dell’odio razziale che continua a insinuarsi nei quartieri delle città italiane. A Napoli, una ventenne di origine gambiana è stata vittima di insulti, sputi, minacce e aggressioni fisiche da parte di un gruppo di coetanei.

Tra loro, due giovani – uno maggiorenne e l’altro minorenne – sono stati raggiunti da misure cautelari disposte rispettivamente dalla Procura di Napoli e dalla Procura dei Minorenni: per il primo è scattato il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico, per il secondo l’inserimento in una comunità.

Un incubo durato quasi un anno

Secondo le indagini, la giovane era bersaglio di vessazioni da novembre 2024. Ogni volta che si recava a fare la spesa, rischiava di imbattersi in quel gruppetto di ragazzi che la insultava con frasi discriminatorie e cariche d’odio razziale.

Le parole offensive si sono trasformate in atti persecutori sempre più violenti, fino all’episodio più recente: sputi in faccia, il tentativo di investirla con un’auto, il furto del cellulare con cui la ragazza stava registrando la scena. Solo l’intervento di alcuni passanti le ha permesso di sottrarsi all’aggressione e di mettere in salvo le immagini, decisive per le indagini.

Le prove e la denuncia

La vittima ha consegnato agli investigatori video e foto che documentano le persecuzioni. Materiale che, nelle parole del procuratore dei minori Patrizia Imperato, “documenta in maniera incontestabile le vessazioni subite”.

Per gli inquirenti, il quadro è chiaro: non si tratta di una semplice “ragazzata”, ma di un comportamento reiterato, sistematico, e soprattutto intriso di odio razziale.

Il problema sociale dietro il caso

La vicenda solleva interrogativi profondi. Che cosa porta due ragazzi, entrambi incensurati, a spingersi fino a gesti tanto gravi da rischiare di mettere in pericolo la vita di una coetanea? La risposta non può limitarsi al singolo episodio: riflette un clima di intolleranza che si alimenta nei contesti sociali più fragili, dove la diversità diventa bersaglio facile e la violenza un linguaggio quotidiano.

Gli insulti razzisti e la brutalità non sono un fenomeno isolato. Diversi rapporti – dalle associazioni antirazziste all’Osservatorio nazionale contro le discriminazioni – segnalano un aumento di episodi simili, spesso minimizzati come “atti di bullismo”. Ma la linea di confine è sottile: quando le parole diventano minacce, quando lo scherno si trasforma in aggressione fisica, siamo di fronte a un vero e proprio crimine d’odio.

La reazione delle istituzioni e il ruolo della società

Le misure cautelari rappresentano un primo segnale, ma non bastano. La vicenda di Napoli richiama la necessità di un impegno collettivo: scuole, famiglie, comunità devono farsi carico di un’educazione alla convivenza e al rispetto delle diversità. Ogni episodio di razzismo taciuto o minimizzato rischia di alimentare un clima tossico, in cui la violenza diventa normalità.

Una giovane che chiede solo di vivere la sua vita

Dietro questa storia non c’è solo una cronaca giudiziaria, ma la vita spezzata di una ragazza di vent’anni, figlia di immigrati che lavorano onestamente a Napoli. Una giovane che voleva soltanto compiere gesti quotidiani, come andare a fare la spesa, e che invece ha dovuto affrontare un incubo fatto di insulti e aggressioni. La sua denuncia, coraggiosa, è oggi un atto di resistenza civile contro l’odio.

Superenalotto, serata ricca di sorprese: nessun “6”, ma un jackpot da sogno e curiosità clamorose oggi

C’era grande attesa per il concorso n.153 del Superenalotto, e ancora una volta i numeri estratti hanno lasciato tutti col fiato sospeso. La combinazione vincente di oggi è stata: 11 – 19 – 36 – 41 – 65 – 82. Numero Jolly: 17. Numero Superstar: 15.

La corsa al “6” resta ancora senza trionfatori: nessuno ha centrato il colpo grosso, così come nessun giocatore ha indovinato il fatidico “5+1”. Ma il sogno non si ferma: il jackpot per il prossimo concorso sale a circa 56,2 milioni di euro, una cifra che fa sognare e che potrebbe cambiare per sempre la vita del futuro vincitore.

A catturare l’attenzione sono stati però i tanti premi distribuiti nelle altre categorie. Cinque fortunati hanno centrato il “5”, portandosi a casa oltre 32 mila euro ciascuno. Premi generosi anche nelle fasce più basse: oltre 19.000 giocatori hanno indovinato un “3” vincendo 25 euro, mentre sono stati più di 320 mila coloro che hanno portato a casa i 5 euro del “2”.

Il colpo di scena, però, è arrivato con il Superstar: due giocatori hanno centrato il “4SS”, portandosi a casa un premio da 32.594 euro ciascuno. Una combinazione che dimostra ancora una volta come l’opzione Superstar possa trasformare una vincita “normale” in un premio davvero da ricordare.

Le quote ufficiali del concorso Superenalotto/Superstar n.153

Superenalotto

  • Punti 6: 0 – €0,00

  • Punti 5+: 0 – €0,00

  • Punti 5: 5 – €32.536,27

  • Punti 4: 511 – €325,94

  • Punti 3: 19.986 – €25,00

  • Punti 2: 320.307 – €5,00

Superstar

  • Punti 6SS: 0 – €0,00

  • Punti 5+SS: 0 – €0,00

  • Punti 5SS: 0 – €0,00

  • Punti 4SS: 2 – €32.594,00

  • Punti 3SS: 115 – €2.500,00

  • Punti 2SS: 1.691 – €100,00

  • Punti 1SS: 11.049 – €10,00

  • Punti 0SS: 23.353 – €5,00

Vincite Seconda Chance

  • 50 Euro: 93 – €4.650,00

  • 3 Euro: 14.059 – €42.177,00

Vincite WinBox

  • WinBox 1: 2.016 – €50.400,00

  • WinBox 2: 229.047 – €466.910,00

  • Totale vincite Seconda Chance: 14.152

  • Totale vincite WinBox: 231.063

Ancora una volta il “6” si fa attendere, ma il fascino del Superenalotto resta intatto. Ogni estrazione è un mix di sogni, speranze e curiosità, capace di trasformare un semplice biglietto in un colpo di fortuna milionario. E chissà: magari proprio al prossimo concorso qualcuno riuscirà a scrivere il proprio nome nella storia del gioco. Intanto, il montepremi che cresce oltre i 56 milioni di euro continua ad alimentare la fantasia degli italiani.

Lotto e 10eLotto di oggi: la curiosa danza dei numeri, tra ripetizioni e combinazioni fortunate

Le estrazioni del Lotto e del 10eLotto di oggi hanno regalato non poche sorprese agli appassionati: numeri ripetuti, combinazioni intriganti e figure che catturano l’occhio dei giocatori più attenti. Un appuntamento che, come sempre, mescola curiosità, attesa e la speranza di trasformare qualche cifra in un colpo di fortuna.

Lotto, i numeri di oggi

  • Bari: 42 - 73 - 89 - 50 - 21

  • Cagliari: 12 - 03 - 90 - 07 - 45

  • Firenze: 10 - 72 - 39 - 44 - 75

  • Genova: 71 - 79 - 59 - 48 - 89

  • Milano: 24 - 68 - 77 - 69 - 20

  • Napoli: 02 - 64 - 82 - 55 - 84

  • Palermo: 60 - 87 - 51 - 83 - 22

  • Roma: 81 - 58 - 43 - 73 - 01

  • Torino: 52 - 13 - 05 - 68 - 32

  • Venezia: 15 - 22 - 38 - 86 - 13

  • Nazionale: 13 - 62 - 03 - 22 - 31

Le curiosità dell’estrazione

Salta subito all’occhio la ricorrenza del numero 13, uscito a Torino, Venezia e Nazionale: un tris che non passerà inosservato agli amanti della cabala. Non solo: il 22 ha fatto capolino sia a Palermo che a Venezia e sulla Nazionale, mentre il 73 si è ripetuto tra Bari e Roma. Numeri che, quando tornano più volte nella stessa estrazione, spesso diventano i preferiti nelle giocate dei prossimi concorsi.

Interessante anche il 42, primo estratto a Bari e protagonista come Numero Oro del 10eLotto: una coincidenza che in tanti interpreteranno come segnale di fortuna.

10eLotto, i numeri vincenti

02 – 03 – 10 – 12 – 13 – 15 – 22 – 24 – 42 – 52 – 58 – 60 – 64 – 68 – 71 – 72 – 73 – 79 – 81 – 87

  • Numero Oro: 42

  • Doppio Oro: 42 - 73

Anche qui le ripetizioni non mancano: dal 13 al 22, fino al 73, già osservato nel Lotto. Una costellazione di numeri che sembrano richiamarsi a vicenda, creando quella magia di coincidenze che tiene viva la curiosità dei giocatori.

Ethnos da domani il gran finale sul Vesuvio

Ethnos: arriva il gran finale. La XXX edizione del Festival Internazionale di World Music, ideata e diretta da Gigi Di Luca, da domani 26 settembre raggiunge il Vesuvio e poi Napoli.

Dal 6 settembre la rassegna ha toccato i comuni di San Giorgio a Cremano, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, ospitando concerti e workshop in luoghi simbolo del patrimonio campano come Villa Favorita, Villa Bruno, il Palazzo Baronale e la Reggia di Portici. Ora arriva la volata finale, tra Vesuvio e Napoli le protagoniste sono in particolare le donne della world music.

Sul Vesuvio tra musica e natura

Dal 26 al 28 settembre Ethnos è tra i paesi vesuviani con tre giorni di appuntamenti.

Venerdì 26 settembre (Arena del Museo del Parco Nazionale del Vesuvio, Boscoreale, (ore 21) concerto di Hysterrae – al Museo del Parco Nazionale del Vesuvio, a Boscoreale, sarà l’affascinante fusione di stili del quartetto Hysterrae. Tre donne provenienti da culture etniche e musicali differenti. Tre artiste di spicco della world music italiana come Cinzia Marzo, Irene Lungo e Silvia Gallone, che dialogano in scena con producer e polistrumentista, Pejman Tadayon.

Dall’Iran alla Campania, dalla Valle d’Itria al Salento e poi oltre. Attraverso un processo di astrazione dagli elementi originari delle rispettive tradizioni, Hysterrae crea un viaggio ipnotico in cui voci, percussioni e melodie si fondono alla perfezione. Ad anticipare il concerto, dalle ore 19 gratuitamente è in programma per gli spettatori la visita al Museo del Parco Nazionale del Vesuvio di Boscoreale.

Sabato 27 settembre Ethnos invita a vivere il Vesuvio a tutto tondo: al mattino un itinerario naturalistico tra i sentieri del vulcano insieme a guide e vulcanologi (ore 10), nel pomeriggio il workshop Gusto Popolare con gli artisti (Auditorium Irene De Risi, ore 18.30, ingresso gratuito su prenotazione). In serata alle ore 21 il concerto di Stefano Saletti & Banda Ikona: con Mediterranima l’ensemble propone un viaggio musicale lungo le rotte del Mare Nostrum, tra dialetti e lingue antiche, alla ricerca di quell’anima comune che unisce i popoli del Mediterraneo.

Domenica 28 settembre (Arena di Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, ore 20) si accendono i riflettori su Ethnos Generazioni, la finale del contest che mette in luce i nuovi talenti della musica etnica.

Ethnos Generazioni, un laboratorio italiano. Nato sette anni fa, Ethnos Generazioni è un capitolo unico nel panorama dei festival internazionali: un concorso aperto a tutti, che in questa edizione ha raccolto oltre 150 candidature da ogni parte d’Italia.

In finale sono arrivati 6 gruppi, rappresentativi di un Paese in fermento musicale. Il vincitore, scelto da una giuria tecnica e dal voto del pubblico, suonerà non solo all’edizione 2026 di Ethnos, ma anche alla XLVIII edizione di Folkest, e si aggiudicherà un contributo di 10mila euro per la costruzione di un tour.

Ad alternarsi sul palco: il Nubras Ensemble, il duo Lindal, il progetto Trevize, il gruppo Senduki, il Toranj Quartet e il trio Violoncelli Itineranti. La serata sarà condotto dalla speaker e giornalista Giuliana Galasso.

In sette anni il contest ha fatto emergere non soltanto giovani promesse, ma anche artisti già maturi che grazie a Ethnos hanno raggiunto un pubblico più ampio: è il caso di Davide Ambrogio e Luisa Briguglio, oggi tra le voci più apprezzate della scena musicale italiana. Ethnos Generazioni è realizzato con il sostegno di Nuovo Imaie.

Gran Finale a Napoli dal 2 al 5 ottobre. Dal 2 ottobre il festival approda a Napoli, nella Chiesa di Santa Maria Donnalbina, con quattro giorni di musica e cinema. Giovedì 2 (ore 19) spazio a Ethnos Cinema con The Silence di Mohsen Makhmalbaf, seguito dal concerto dell’Ensemble Chakâm (ore 21).

Formato da tre musiciste – Sogol Mirzaei (Iran, târ), Farah Fersi (Tunisia, qanun), Marie-Suzanne de Loye (Francia, viola da gamba) – il trio intreccia codici musicali persiani, arabi e barocchi, dando vita a un linguaggio originale che fonde tradizione e improvvisazione, radici e contemporaneità.

Venerdì 3 (ore 19) l’incontro con il giornalista e fotografo Valerio Corzani, con il suo viaggio per immagini Corzani Airlines – La musica in posa, seguito dal concerto delle galiziane Caamaño & Ameixeiras (ore 21), tra i nomi più importanti della nuova scena musicale iberica. Due donne che dotate di una straordinaria preparazione tecnica e strumentale hanno rivisitato il repertorio folk tradizionale.

Sabato 4 e domenica 5 il sipario si chiude con il cinema: Soundtrack to a Coup d’État di Johan Grimonprez e Buena Vista Social Club di Wim Wenders.

La XXX edizione di Ethnos conferma la vocazione di un festival che mette in dialogo popoli e culture attraverso la musica, la scoperta del territorio e linguaggi diversi come il cinema e la fotografia. Un viaggio che parte dal Vesuvio e arriva a Napoli, in un intreccio di tradizioni e contemporaneità.

Organizzata da La Bazzarra, l’edizione 2025 del festival Ethnos è promossa e finanziata dalla Regione Campania attraverso Scabec, sostenuta dal Ministero della Cultura, Nuovo Imaie, Ente Parco Nazionale del Vesuvio, con il contributo dei comuni coinvolti nel progetto, della Banca di Credito Popolare, il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e la collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Condannato a 10 anni di carcere Ciro Capasso, il narcos della Napoli-Bene

Napoli – Si è conclusa con un bilancio controverso l’inchiesta giudiziaria volta a smantellare un presunto traffico di stupefacenti, principalmente cocaina, tra Napoli e la Sicilia, attivo tra gennaio e settembre 2008.

La sentenza, emessa ieri dalla sesta sezione penale (collegio A) del Tribunale di Napoli, ha portato a cinque condanne e una raffica di assoluzioni, ridimensionando le ipotesi investigative di una maxi-organizzazione criminale.

Il collegio ha inflitto pene significative a cinque imputati:Ciro Capasso, ritenuto il capo dell’organizzazione e già coinvolto nell’inchiesta “Tufò”, è stato condannato a 10 anni di carcere e a una multa di 45.000 euro.

Carmine Pandolfi, Antonella Imperatore, Rosaria Imperatore, Salvatore Imperatore e Salvatore Orlando hanno ricevuto ciascuno una condanna a 8 anni di reclusione e una multa di 30.000 euro.

Quattordici imputati sono stati assolti dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, poiché i giudici hanno ritenuto che l’organizzazione criminale ipotizzata dalla Procura non fosse esistita.

L’indagine, partita per far luce su un presunto colossale traffico di cocaina tra Napoli e Catania, ipotizzava l’esistenza di una holding criminale guidata da Ciro Capasso, con la partecipazione di numerosi collaboratori, tra cui il figlio Antonio Capasso, Giuseppe Campitello, Domenico Annunziata, gli Imperatore, Vittorio La Rosa, Mario Stefanelli, Paolo Lumia, Raffaele Scala, Carmine Pandolfi, Ciro Boiano, Alessandro Bonaccorsi, Bruna Strano, Natale Sciuto e Antonio D’Amore.

Secondo l’accusa, l’organizzazione avrebbe gestito ingenti quantitativi di droga nel corso del 2008, sotto la regia di Capasso senior, noto narcos già condannato per un altro maxi-giro di cocaina nella Napoli bene.

La sentenza, che ha smontato l’ipotesi di un’associazione criminale, rappresenta un parziale insuccesso per la Procura, che ora potrebbe valutare un ricorso in Corte d’Appello per ribaltare il verdetto. Resta alta l’attenzione sul ruolo di Ciro Capasso, figura centrale nel panorama del narcotraffico campano, e sulle dinamiche del mercato della droga tra Napoli e la Sicilia.

La vicenda, che ha visto il coinvolgimento di numerosi imputati e anni di indagini, si chiude dunque con un esito che lascia aperti interrogativi sul futuro dell’inchiesta e sulle strategie investigative per contrastare il traffico di stupefacenti nel Sud Italia.

Tra gli assolti figurano:Ciro Boiano, Giuseppe Campitello, Bonaventura Sorrentino,
Alfonso Ferrante, Giuseppe Sarpa, Raffaele Quaranta, Bruno Grosso, Maurizio Caso,
Domenico Annunziata, Mario Stefanelli, Antonio Carmelino D’Amore, Anna Libero, Salvatore Scappaticcio, Antonio Orlando.

Napoli, via libera al restauro della scogliera di San Giovanni a Teduccio 

Napoli – La Giunta comunale di Napoli, guidata dal Sindaco Gaetano Manfredi, segna un punto significativo nella sua agenda di rigenerazione urbana e costiera. È stato infatti approvato, su iniziativa dell’Assessore alle Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile, Edoardo Cosenza, il progetto di fattibilità tecnico-economica per il restauro e la rifunzionalizzazione della scogliera antistante l’area dell’ex depuratore di San Giovanni a Teduccio.

L'operazione vale complessivamente 3,6 milioni di euro e rappresenta un tassello fondamentale nel più ampio disegno strategico denominato “Napoli LungoEst - Terrazza a Mare”.

Un progetto ambizioso che attinge a risorse cruciali: i fondi provengono infatti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) Vesuvio Pompei Napoli, finanziato con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).

Superate le Barriere Burocratiche: Pronti per la Progettazione Esecutiva
La decisione della Giunta non è solo un atto politico, ma il risultato di un percorso amministrativo che ha già superato tutti i passaggi più complessi. Il progetto ha ottenuto tutti i pareri e le autorizzazioni necessarie, incluse le delicate approvazioni ambientali, paesaggistiche e urbanistiche.

Un dettaglio non secondario, che secondo fonti interne a Palazzo San Giacomo, "consentirà ora di procedere rapidamente con la progettazione esecutiva e, di conseguenza, l’avvio dei lavori".

La coppia Manfredi-Cosenza ha enfatizzato la valenza politica dell'intervento: "Continua l’impegno dell’Amministrazione per restituire ai cittadini e ai turisti l’accesso al mare di Napoli, attraverso il recupero e il riuso di spazi e tratti di costa lungo tutto il fronte mare", hanno dichiarato congiuntamente il Sindaco Manfredi e l'Assessore Cosenza, ribadendo l'obiettivo di "ricucire" il rapporto storico della città con il suo litorale.

Addio al muro: l'impatto sul paesaggio e la sicurezza

L’Assessore Cosenza ha specificato l’importanza strategica del restauro della scogliera. L'intervento, ha spiegato, è "propedeutico a qualsiasi progetto di rigenerazione degli spazi dell’ex depuratore".

Il punto di svolta, che ha anche un forte impatto simbolico per il quartiere di San Giovanni a Teduccio, riguarda l'abbattimento di una vera e propria barriera visiva.

"La nuova scogliera permetterà di abbattere l’alto muro che oggi impedisce l’accesso visivo al mare," ha aggiunto Cosenza. Un’operazione che non ignora, tuttavia, le esigenze di sicurezza e le prescrizioni dei beni culturali. "Ne sarà conservata solo una fascia bassa, alta 1,1 metri, come balaustra di sicurezza, secondo le indicazioni della Soprintendenza".

L'approvazione di questo progetto non solo mette in sicurezza e rigenera un tratto di costa cruciale, ma pone le basi per un futuro sviluppo dell'intera area ex depuratore, aprendo nuove prospettive per la riqualificazione del Lungo Est napoletano. Resta ora da monitorare la tempistica effettiva per l'apertura dei cantieri e l'erogazione dei fondi FSC.

Napoli, Simeone attacca sul progetto Faro: "Altro che futuro, la Linea 1 è a rischio"

Napoli - Un allarme che va ben oltre i disagi quotidiani dei pendolari. Nino Simeone, presidente della Commissione Mobilità e Infrastrutture del Consiglio comunale di Napoli, ha denunciato gravi criticità lungo la Linea 1 della metropolitana, proprio nel tratto che collega le stazioni Garibaldi e Centro Direzionale.

Secondo quanto riferito dallo stesso Simeone, diversi cittadini avrebbero segnalato rallentamenti dei convogli accompagnati da una copiosa perdita d’acqua dalla volta della galleria. Una circostanza che, se confermata, sarebbe legata ai lavori di carotaggio in corso nella zona sovrastante, di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Operazioni preliminari, queste, al progetto “Porta Est”, che prevede la realizzazione della nuova sede della Regione Campania: il cosiddetto “Faro”.

«Il sospetto, tutt’altro che trascurabile – ha sottolineato Simeone – è che durante queste operazioni sia stato accidentalmente intaccato un lato della galleria della Linea 1. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a un episodio gravissimo, che avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri e che pone seri interrogativi sull’affidabilità di chi oggi gestisce le infrastrutture regionali».

Le linee guida ministeriali, infatti, stabiliscono regole ferree per evitare interferenze tra opere superficiali e infrastrutture sotterranee. «Se già un semplice carotaggio produce problemi – ha incalzato Simeone – cosa accadrà quando partiranno i lavori veri e propri? Altro che costruire il “Faro” del futuro: qui non riescono nemmeno a fare un foro senza danneggiare quello che è stato faticosamente costruito in passato».

Il presidente della Commissione ha annunciato di aver chiesto chiarimenti immediati sia all’ANM che all’ingegnere Riccio, dirigente alle Infrastrutture del Comune di Napoli, per ottenere una relazione dettagliata sull’accaduto. «Serve chiarezza subito – ha concluso – e servono interventi urgenti per tutelare la sicurezza dei cittadini, garantire la trasparenza amministrativa e preservare il regolare funzionamento della metropolitana».

Dal legno del naufragio alla speranza scolpita: Domenico Sepe racconta l'opera per Papa Francesco

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Ci sono materiali che non sono semplicemente materia. Portano con sé storie, ferite, speranze. Il legno recuperato dal relitto del naufragio di Steccato di Cutro, che nel febbraio 2023 ha inghiottito vite e sogni, è uno di questi.
Nelle mani del maestro Domenico Sepe, scultore napoletano di rara sensibilità, quel legno non è più solo il silenzioso testimone di una tragedia: diventa voce, denuncia, preghiera. Diventa il cuore pulsante di “Franciscvs - Miserando atque eligendo”, la monumentale scultura in bronzo dedicata a Papa Francesco, un’opera che unisce fede, arte e memoria, trasformando il dolore in speranza.

Ne abbiamo parlato con Domenico Sepe per farci raccontare come nasce un’opera capace di parlare al cuore del mondo.

“Non era solo legno: era memoria viva”

Com'è stato lavorare con un materiale così carico di storia e dolore?

"Lavorare con il legno ricavato dal barcone naufragato a Steccato di Cutro nel 2023 è stato un viaggio emotivo profondo. Ogni fibra ha raccontato una storia di speranza, di fuga, di tragedia. Non è stata semplice materia: è stata memoria viva. Già in passato ho utilizzato questo legno per realizzare la croce della pastorale della statua di Papa Francesco, e anche in quell’occasione ho sentito il bisogno di trattarlo con rispetto, quasi con devozione. Ora, con quest’opera in bronzo alta oltre due metri, ho voluto dare continuità a quel gesto, trasformando il dolore in testimonianza"

“Quel legno meritava di parlare al mondo”

Cosa ti ha spinto a trasformare il legno di un naufragio in un'opera d'arte così intensa?

"La spinta è nata da un’urgenza interiore: non dimenticare. Quel legno, sopravvissuto al mare, meritava di essere elevato a simbolo. Quando ho creato la croce della pastorale per la statua di Papa Francesco, ho capito quanto potesse parlare quel materiale, quanto potesse farsi ponte tra la tragedia e la spiritualità. Con questa nuova opera, ho voluto amplificare quel messaggio, rendendolo visibile, tangibile, universale"

“L’arte deve ascoltare e dare voce”

Quale pensi sia il ruolo dell'artista di fronte a drammi come quello di Cutro?

"L’artista ha il dovere di essere presente, di non voltarsi dall’altra parte. Davanti a tragedie come quella di Cutro, l’arte può diventare voce, denuncia, ma anche abbraccio. Non si tratta solo di creare, ma di ascoltare, di accogliere, di dare forma a ciò che spesso resta invisibile. È un ruolo che richiede sensibilità, ma anche coraggio. L’opera che ho realizzato vuole essere proprio questo: un atto di memoria e di speranza"

“Dal dolore alla bellezza, per un futuro di speranza”

L'arte, secondo te, può essere un ponte tra la memoria delle tragedie e la speranza per il futuro?

"Sì, profondamente. L’arte ha il potere di trasformare il dolore in bellezza, la perdita in consapevolezza. Quando un’opera nasce da una tragedia, non è solo commemorazione: è anche promessa. Il bronzo, con la sua forza e resistenza, diventa simbolo di questa volontà: ricordare per costruire, testimoniare per cambiare. E il legno del naufragio, inserito come elemento sacro, ci ricorda che anche dalle macerie può nascere qualcosa di eterno"

In un mondo che spesso dimentica in fretta , l'arte di Domenico Sepe diventa un argine contro l'oblio." Franciscvs Miserando atque eligendo " non  chiede solo di essere ammirata: chiede di fermarsi, riflettere ve ricordare. Perche' ogni segno nel bronzo, ogni fibra di quel legno, porta con se una voce silenziosa che ci interroga: quale umanita' vogliamo essere ?

Casapulla, blitz dei Carabinieri in un cantiere: 3 operai in nero e zero sicurezza

Casapulla  – Un cantiere fantasma, operai senza contratto e nessuna tutela sulla salute. È il quadro emerso dai controlli dei Carabinieri questa pomeriggia a Casapulla, dove un’impresa edile del casertano è stata colta con le mani nel sacco mentre eseguiva lavori sulla rete idrica comunale in via Circumvallazione.

Il blitz, scattato intorno alle 15, è stato condotto dai militari della Stazione Carabinieri di San Prisco, affiancati dagli specialisti del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Caserta. Obiettivo: verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza e la regolarità contrattuale.

Quello che è stato scoperto, però, va ben oltre una semplice irregolarità. L’intero impianto cantiere è risultato fuorilegge. L’azienda, infatti, operava senza la necessaria autorizzazione comunale, un presupposto fondamentale per aprire il sito.

All’interno, sono stati trovati tre operai completamente “in nero”, privi di qualsiasi forma di contratto di lavoro, contributi previdenziali e assicurazione contro gli infortuni.

Ma il quadro più allarmante riguarda la sicurezza. Gli ispettori hanno accertato la mancata sorveglianza sanitaria per i dipendenti. In pratica, nessuno dei lavoratori era stato sottoposto alle visite mediche obbligatorie per valutare l’idoneità allo specifico lavoro svolto, un gravissimo vulnus che metteva a rischio la loro incolumità, lasciandoli senza protezione in caso di incidente.

Al termine delle operazioni di verifica, i Carabinieri hanno deferito in stato di libertà l’amministratore unico della società, ritenuto responsabile di tutte le violazioni. Le sanzioni sono state immediate e pesanti: è stata disposta la sospensione immediata di tutte le attività nel cantiere, che è stato di fatto sequestrato.

Sul piano economico, all’impresa è stata inflitta un’ammenda di 5.695,36 euro per le violazioni in materia di sicurezza e l’esercizio abusivo. A questa si aggiunge una maxi-sanzione amministrativa di 15.066,66 euro specificamente per l’impiego di manodopera irregolare, per un totale che supera i 20.000 euro.

L’Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere è stata informata dell’esito dell’operazione e potrebbe aprire un fascicolo per ipotesi di reato connessi allo sfruttamento del lavoro e alle violazioni delle norme di sicurezza.

L’intervento si inserisce nella campagna di controlli ordinata dal Comando Provinciale di Caserta per mettere la lente d’ingrandimento sul mondo dell’edilizia, settore tradizionalmente esposto al rischio del lavoro nero e del dumping sociale. Un segnale chiaro che, almeno a Casapulla, le norme vanno rispettate.

Evasione fiscale, Lazio e Campania tra le peggiori regioni in Italia

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L’evasione fiscale in Italia continua a pesare come un macigno sulle casse dello Stato e sulle tasche dei cittadini onesti. Secondo le stime Istat riferite al 2022, sono quasi 2,5 milioni le persone fisiche occupate irregolarmente nel Paese, tra lavoro nero e attività non dichiarate.

Un fenomeno che si traduce in numeri impressionanti: quest’anno i contribuenti italiani hanno dovuto lavorare teoricamente fino a inizio giugno, impiegando 156 giorni per pagare tutte le tasse e rispettare le scadenze fiscali. Un contributo essenziale per finanziare servizi pubblici fondamentali, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla sicurezza.

In termini assoluti, la Lombardia guida la classifica con 379.800 occupati irregolari, seguita dal Lazio con 319.400 e dalla Campania con 270.200. Tuttavia, se si considera il tasso di irregolarità – il rapporto tra occupati irregolari e totale degli occupati – la Calabria svetta con il 17,1%, seguita dalla Campania con il 14,2%.

«Il problema è che mentre alcuni cittadini rispettano scrupolosamente gli obblighi fiscali, un numero enorme di persone lavora senza contratti o partite Iva, scaricando il peso sui contribuenti onesti», sottolineano gli esperti. Una situazione che mette in luce le profonde disuguaglianze nel sistema fiscale e l’urgenza di interventi mirati per contrastare l’evasione.

Regionali, De Luca ironizza: «Il candidato della destra? Si affideranno a Padre Pio…»

EBOLI – Vincenzo De Luca torna a pungere e lo fa con il suo consueto mix di sarcasmo e affondi politici. Dal palco dell’inaugurazione di ExpoSele 2025, fiera dell’agroalimentare in corso al PalaSele di Eboli, il presidente della Regione Campania ha commentato le manovre in vista delle prossime elezioni regionali, senza risparmiare stoccate alla destra e alla sinistra.

«Fra due mesi arriveranno nuovi statisti alla guida della Campania, ma non si capisce ancora da che parte. Da destra non sanno chi diavolo scegliere, forse si affideranno a Padre Pio», ha dichiarato De Luca tra gli applausi e le risate del pubblico. L’attacco non ha risparmiato nemmeno il fronte opposto: «Ho sentito dire che sarei stato convinto. Io non sono convinto di niente. Finché non vedo il programma, per me i candidati non esistono».

Il governatore ha definito «un boomerang» la bocciatura del terzo mandato, attribuendone la responsabilità alla premier Giorgia Meloni: «Pensava di fregare De Luca, ma ha fregato la Campania. La verità è che la destra non ha nemmeno un candidato perché non ha classe dirigente. E anche a sinistra faceva comodo così».

Poi l’avvertimento: «Pretendiamo un programma serio. Non ci vengano a raccontare le favole del reddito di cittadinanza o la chiusura dei termovalorizzatori. Per quanto mi riguarda, chi propone queste cose lo mandiamo a quel paese».

Serie B, Catanzaro-Juve Stabia sarà visibile live gratis su Dazn

CATANZARO – Un derby del Sud che promette scintille e che, per una sera, sarà davvero alla portata di tutti. Catanzaro-Juve Stabia, in programma venerdì 26 settembre alle ore 20.30 allo stadio “Nicola Ceravolo”, aprirà la quinta giornata di Serie B e sarà trasmessa in diretta su Dazn anche in modalità gratuita, con la possibilità di registrarsi senza abbonamento direttamente dalla home page della piattaforma.

Sul campo, le due squadre arrivano con obiettivi diversi ma con la stessa voglia di dare una scossa al campionato. I giallorossi di mister Alberto Aquilani, fermi a quota 4 punti dopo quattro pareggi consecutivi, cercano la prima vittoria per trasformare la solidità difensiva in slancio verso la zona playoff.

Dall’altra parte le Vespe di Ignazio Abate, già a 6 punti grazie a una vittoria e tre pareggi, intendono confermare il buon momento e mantenere la rotta in zona alta di classifica. Un’occasione speciale per tifosi e appassionati che potranno vivere lo spettacolo della Serie B senza spendere un euro.

Napoli, gli occupanti dell’ex Motel Agip invadono il Duomo: “No allo sgombero”

NAPOLI – La protesta è esplosa nel cuore della città, dentro il Duomo di Napoli. Una ventina di occupanti dell’ex Motel Agip di Secondigliano, famiglie che da anni vivono all’interno della struttura, hanno innalzato uno striscione con la scritta “Abitanti motel Agip, no allo sgombero senza soluzioni” e annunciato che resteranno nella Cattedrale “a oltranza”.

Il presidio vuole impedire lo sgombero già calendarizzato per l’8 ottobre, quando gli occupanti rischiano di ritrovarsi senza un tetto. “Il Comune e il sindaco continuano a ignorare questo dramma e a non mantenere gli impegni presi”, hanno denunciato i manifestanti, sottolineando come finora non siano state indicate alternative abitative concrete.

L’occupazione del Duomo, scelta dal forte valore simbolico, porta al centro del dibattito la questione abitativa che da anni affligge la città. Per queste famiglie lo scontro con le istituzioni non è solo una battaglia per la casa, ma una lotta per la dignità e per il diritto a non essere cancellati dal tessuto urbano.

Vomero, sequestrato e smontato il dehors: imprenditore si incatena davanti al locale

NAPOLI – Una protesta estrema quella inscenata questa mattina al Vomero da Guido Guida, imprenditore e titolare dell’Opera Taste Factory di via Luca Giordano. Dopo il sequestro e lo smontaggio del dehors installato davanti alla sua attività, l’uomo si è incatenato all’ingresso del locale per contestare un provvedimento che ritiene ingiusto.

Il dehors, collocato su suolo pubblico regolarmente tassato, è stato prima sequestrato e successivamente rimosso dalle autorità al Vomero. Una decisione che, secondo l’imprenditore, mette a rischio non solo la sostenibilità economica del locale ma anche il futuro dei dipendenti.

La vicenda riaccende i riflettori sulle tensioni legate alla gestione degli spazi esterni dei locali cittadini, tra normative stringenti e la necessità di garantire ordine e decoro urbano. Il caso di via Luca Giordano potrebbe ora diventare un nuovo terreno di scontro tra istituzioni, imprenditori e residenti in un quartiere già sotto pressione per l’uso del suolo pubblico.

San Felice a Cancello, ciclista muore travolto da furgone per schivare un cinghiale

san Felice a Cancello– L'alba di giovedì 25 settembre è stata squarciata da una tragedia inaspettata sulle strade periferiche del Casertano.

Un ciclista amatoriale di 62 anni, originario di Pomigliano d’Arco, ha perso la vita in un incidente stradale la cui dinamica, purtroppo, sembra confermare i crescenti pericoli legati alla fauna selvatica che invade le aree urbane e suburbane.

La vittima, un 62enne di cui non sono state ancora diffuse le generalità complete, si trovava in sella alla sua bicicletta lungo una strada di San Felice a Cancello quando, stando alla prima ricostruzione effettuata dalle forze dell'ordine, un cinghiale avrebbe improvvisamente attraversato la carreggiata.

Nel disperato e istintivo tentativo di evitare l'impatto con l'animale, il ciclista avrebbe compiuto una sterzata brusca e violenta, finendo irrimediabilmente nella traiettoria di un furgone che sopraggiungeva in direzione opposta. L'urto, descritto come terribile e inevitabile, non ha lasciato scampo al 62enne.

I soccorsi e le indagini

L'allarme è scattato immediatamente. I sanitari del 118 sono giunti sul luogo dell'incidente in pochi minuti, ma la situazione è apparsa subito disperata. Nonostante la rapidità dei soccorsi, per l'uomo non c'è stato nulla da fare: le gravissime lesioni riportate nell'impatto gli sono state fatali. Il personale medico non ha potuto far altro che constatare il decesso.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale di San Felice a Cancello e della Polizia Stradale, che hanno immediatamente avviato i rilievi tecnici per ricostruire ogni singola fase dell'accaduto e definire con certezza le responsabilità. L'area è stata interdetta al traffico per consentire le operazioni.

Il furgone coinvolto nell'incidente è stato posto sotto sequestro per gli accertamenti di rito. L'autista del mezzo, un uomo la cui identità non è stata rivelata, è stato assistito dai sanitari: si trovava in un evidente e comprensibile stato di shock per l'accaduto.

L'Emergenza cinghiali e la preoccupazione sociale

Questa ennesima tragedia riaccende drammaticamente il faro sull'emergenza cinghiali che affligge gran parte della provincia di Caserta e non solo. La presenza sempre più massiccia e audace degli ungulati, spinti dalla fame e dalla vicinanza ai centri abitati, sta creando un serio problema di sicurezza stradale e pubblica.

La dinamica dell'incidente, con la manovra fatale per schivare un animale selvatico, solleva interrogativi urgenti sulla necessità di adottare misure più efficaci per il contenimento e la gestione di questa specie, prima che altre vite vengano spezzate sull'asfalto.

La comunità di Pomigliano d’Arco è in lutto per la perdita del suo concittadino, noto per la sua passione per la bicicletta. Le indagini della Polizia continuano per chiarire ogni dettaglio e definire l'esatta concatenazione degli eventi che ha portato a questa scomparsa assurda e dolorosa.

Napoli, maxi bonifica a Capodichino: ripulita piazza Di Vittorio

Napoli – Piazza Di Vittorio, a ridosso dell’aeroporto di Capodichino, cambia volto. Dopo anni di incuria e degrado, questa mattina è scattata un’operazione straordinaria di bonifica che ha visto impegnati mezzi Asia, pattuglie della Polizia Locale e operatori dei servizi sociali.

Dalle prime ore del mattino, bobcat e lavastrade hanno lavorato senza sosta per liberare l’area da rifiuti e materiali ingombranti. In poche ore sono state rimosse circa 20 tonnellate di spazzatura, frutto di accumuli stratificati nel tempo e di microdiscariche abusive.

Una decina di automezzi Asia ha provveduto a lavaggio, diserbo e spazzamento, mentre tre pattuglie della Municipale hanno garantito sicurezza e supporto alle operazioni.

L’intervento rientra nelle attività della task-force guidata da Ciro Turiello, istituita dal sindaco Gaetano Manfredi per restituire decoro agli spazi pubblici cittadini. La bonifica è stata realizzata in sinergia con gli assessorati alla Polizia Locale, al Verde e alle Politiche sociali, oltre che con l’Unità operativa investigativa ambientale ed Emergenze Sociali (Iaes) della Polizia municipale.

Non solo rifiuti: piazza Di Vittorio, da tempo rifugio di persone senza fissa dimora, è stata anche oggetto di un intervento di accompagnamento sociale. Le unità operative hanno infatti offerto supporto e assistenza a chi viveva stabilmente nella zona, cercando soluzioni alternative all’accampamento di fortuna che nel tempo aveva contribuito al degrado dell’area.

Il Comune annuncia che la bonifica non sarà un intervento isolato. Nei prossimi giorni, infatti, seguiranno nuove azioni di recupero e riqualificazione per restituire dignità e vivibilità a un luogo che, per la sua posizione strategica alle porte della città e a ridosso dell’aeroporto, rappresenta un biglietto da visita per Napoli.

Duplice omicidio di Sant’Antimo, confermato in Appello l’ergastolo a Raffaele Caiazzo.

Napoli – È diventata definitiva la condanna all’ergastolo per Raffaele Caiazzo, 45enne di Sant’Antimo, ritenuto colpevole del duplice omicidio del genero Luigi Cammisa, 29 anni, e della nuora Maria Brigida Pesacane, 24 anni.

La Terza Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presieduta dal dottor Vittorio Melito) ha infatti confermato integralmente la sentenza di primo grado, emessa lo scorso anno, chiudendo la seconda fase del processo.

La Ricostruzione: una strage familiare per gelosia

La vicenda, che sconvolse la cittadina del Napoletano, ha il suo epilogo sanguinoso l’8 giugno 2023. Secondo l’accusa, poi confermata in entrambi i gradi di giudizio, Caiazzo si rese responsabile di un duplice omicidio volontario, agito con un’arma da fuoco detenuta illegalmente.

La movente, come emerso chiaramente durante le indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, sarebbe stata una gelosia patologica e infondata. Caiazzo era convinto che tra il giovane genero, Luigi Cammisa, e la propria nuora, Maria Brigida Pesacane, vi fosse una relazione sentimentale. Una convinzione che le indagini hanno sempre smentito, definendola un mero "castello di sospetti" senza alcun riscontro nella realtà.

Le indagini e l’arresto

Il giorno della tragedia, i corpi senza vita dei due giovani furono rinvenuti in circostanze drammatiche. L’intervento delle Forze dell’Ordine e dei Carabinieri della Compagnia di Grumo Nevano permise di ricostruire in poche ore la dinamica e di individuare il presunto autore. Le prime risultanze investigative parlarono di un agguato, un conflitto a fuoco scaturito da un litigio per i futili motivi legati alla gelosia.

Caiazzo fu tratto in arresto in stato di fermo poche ore dopo i fatti, trovato in possesso dell’arma del delitto. In seguito, la custodia cautelare in carcere fu convalidata dal GIP, e l’uomo, assistito dai suoi legali, ha sempre mantenuto una linea difensiva che i giudici di primo e secondo grado non hanno ritenuto credibile.

Il processo e la sentenza definitiva

Il percorso processuale ha visto il primo verdetto di condanna all’ergastolo emesso dalla Corte d’Assise di Napoli Nord. La difesa ha presentato appello, sperando in una riduzione della pena o in una rivalutazione delle circostanze.

Tuttavia, i giudici della Corte d’Appello, dopo aver riesaminato il ricco materiale probatorio (relazioni della Scientifica, testimonianze, perizie balistiche), hanno ritenuto di confermare in toto la condanna. La corte ha giudicato pienamente provata la responsabilità di Caiazzo, riconoscendo l’aggravante della premeditazione, anche se seppur breve, e l’uso di un’arma illegale.

La sentenza è ora definitiva sul merito della colpevolezza. Restano aperti i termini per un eventuale ricorso in Cassazione, che potrà vertere solo su questioni di legittimità e non sul fatto storico.

Le voci non confermate

Nel corso della vicenda, parallelamente alle indagini ufficiali, era circolata con insistenza nella comunità di Sant’Antimo un’altra ipotesi, mai però trovata negli atti processuali: che la vera movente potesse essere un’ossessione di Caiazzo verso la giovane nuora, Maria Brigida. Il tribunale, sia in primo grado che in appello, ha basato la condotta su elementi fattuali concreti, lasciando le voci di paese al di fuori dell’aula di giudizio.

Le motivazioni dettagliate della sentenza d'appello saranno depositate entro i canonici 90 giorni, chiarendo le valutazioni della corte su ogni aspetto della complessa vicenda.

Regionali in Campania, Fico insiste: "Liste pulite garanzia per tutti"

Benevento – «Liste pulite? Non c’è dubbio: sono una garanzia per tutti, partiti, candidati ed elettori». Con queste parole Roberto Fico, candidato presidente del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Campania, ha inaugurato la sua campagna elettorale a Morcone, nel cuore del Sannio.

L’ex presidente della Camera ha ribadito la sua richiesta agli alleati: ciascun candidato dovrà presentare carichi pendenti e casellario giudiziario. «Non si tratta di giustizialismo – ha precisato – ma di un atto di responsabilità politica e morale».

La sfida della trasparenza

Il tema delle liste pulite torna così al centro del dibattito politico campano. Una questione storicamente delicata in una regione dove il nodo del rapporto tra politica, clientele e infiltrazioni criminali è sempre stato sensibile.

La mossa di Fico, destinata a marcare la sua candidatura con un profilo di rigore etico, mira a differenziarlo non solo dal centrodestra guidato da Stefano Caldoro, ma anche da quella parte della politica locale che negli anni ha mostrato ambiguità o zone d’ombra nella selezione della classe dirigente.

Coalizione in movimento

La richiesta avanzata da Fico mette ora la coalizione di centrosinistra di fronte a una sfida concreta: accettare un percorso di massima trasparenza o correre il rischio di spaccature interne.

Alcuni esponenti dei partiti alleati, pur condividendo in linea di principio l’idea, temono che la rigidità del criterio possa escludere figure radicate sul territorio, riducendo il peso elettorale delle liste. Altri, invece, leggono nella proposta un’occasione per rilanciare la credibilità della politica regionale, spesso percepita dai cittadini come distante e compromessa.

Un messaggio agli elettori

Con questa mossa, Fico punta a rafforzare la sua immagine di candidato fuori dagli schemi tradizionali, richiamando i valori di legalità e responsabilità che hanno caratterizzato la sua esperienza nel Movimento 5 Stelle. Il messaggio è diretto soprattutto all’elettorato indeciso e disilluso, che negli ultimi anni ha alimentato l’astensionismo. «Non è giustizialismo – ha sottolineato – ma un impegno di serietà verso i cittadini».

Una campagna in salita

La partita resta comunque complessa: il centrodestra parte da un’alleanza consolidata, mentre il centrosinistra deve ancora trovare la quadra definitiva su liste e candidature. La questione sollevata da Fico potrebbe dunque diventare un banco di prova decisivo: simbolo di una nuova fase politica in Campania, o terreno di scontro tra chi punta alla purezza formale e chi privilegia l’efficacia elettorale.

Trentola Ducenta, dai tetti al blitz: smantellato il covo del pusher

Trentola Ducenta – Una scena degna di un film d’azione: i carabinieri di Trentola Ducenta, arrampicandosi sui tetti sotto il cielo notturno, hanno fatto irruzione nell’appartamento di un 66enne di Aversa, smantellando un piccolo arsenale dello spaccio.

L’uomo, arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, custodiva in casa 128 grammi di hashish, suddivisi in 45 dosi pronte per il mercato, un bilancino di precisione e 3.198,90 euro in contanti, considerati il guadagno delle sue attività illecite.

L’operazione, condotta nella notte dai militari della Stazione locale, è il frutto di un’indagine mirata. Da tempo il 66enne era sotto osservazione, sospettato di gestire un giro di spaccio nella tranquilla Trentola Ducenta, un comune dell’agro aversano dove il traffico di droga rimane una piaga diffusa.

A far scattare il blitz è stato un episodio apparentemente banale: una minicar si ferma nei pressi dell’abitazione dell’uomo, al confine tra un quartiere residenziale e la periferia. Il passeggero, dopo pochi istanti nello stabile, viene fermato dai carabinieri: in tasca, 2 grammi di hashish appena acquistati.

È la scintilla che accende l’azione.L’appartamento del sospettato, situato all’ultimo piano di un edificio, era una vera fortezza: un cancello in ferro, telecamere di sorveglianza e un sistema di controllo che monitorava ogni movimento.

Ma i carabinieri, determinati a non lasciarsi sfuggire l’occasione, hanno scelto un’entrata spettacolare. Scalando i tetti, un gruppo di agenti è piombato nell’abitazione, sorprendendo il 66enne nella sua cucina, intento a controllare le immagini delle telecamere.

Sul tavolo, un bilancino intriso di droga, dosi di hashish già confezionate, telefoni cellulari e un bicchiere di plastica contenente 1.298,90 euro in banconote di piccolo taglio. La perquisizione ha poi svelato il resto: altre dosi nascoste nei cassetti della cucina e 2.000 euro infilati in un giubbino nella camera da letto.

L’uomo, inchiodato dalle prove, è stato dichiarato in arresto e posto agli arresti domiciliari, in attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria. La sua abitazione, trasformata in un laboratorio dello spaccio, rappresenta l’ennesimo tassello di un fenomeno che affligge l’area aversana, dove i carabinieri intensificano i controlli per arginare il traffico di droga.Quest’operazione non è solo un successo investigativo, ma anche un segnale chiaro: le forze dell’ordine non abbassano la guardia

. In un territorio dove lo spaccio si insinua tra le maglie della quotidianità, blitz come questo dimostrano che la lotta alla criminalità non conosce ostacoli, nemmeno un cancello in ferro o un tetto da scalare.

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