Marano, area Pip: indagato anche Santella, ex dirigente dell’ufficio tecnico

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Un nuovo indagato è finito nel mirino dei Ros nell’ambito dell’inchiesta sull’area Pip di Marano e sul coinvolgimento del boss Polverino come socio occulto dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, arrestati nei mesi scorsi, e realizzatori dell’opera.

Si tratta du Armando Santelia dirigente dell’ufficio tecnico comunale dalla fine degli anni Novanta fino al 2006 quando fu sostituito da Giovanni Micillo. Convocato qualche mese fa dai carabinieri del Ros, Santelia, indagato per falso in atto pubblico, ammise di aver manomesso un atto di gara – propedeutico all’aggiudicazione dell’appalto – falsificando la firma del responsabile dell’ufficio protocollo. Il nome di Santelia era già comparso in altre vicende in odor di camorra.  Intanto due giorni fa è stato riascoltato l’ex sindaco Angelo Liccardo, esponente di Forza Italia, come persona informata sui fatti. Gli investigatori stanno cercando di fare luce sui rapporti tra l’ex primo cittadino, la cui amministrazione fu sciolta per camorra e  l’ex assessore provinciale Antonio Di Guida, socio e amico di lunga data dei fratelli Cesaro, anche lui arrestato nei mesi scorsi nell’ambito dell’inchiesta.

Al momento sono sei le persone detenute nell’ambito dell’affare Pip: Biagio Cante (esponente del clan Polverino, e raggiunto nel carcere di Benevento dove sta scontando una pena per camorra e raggiunto in cella da una nuova ordinanza nell’ambito dell’inchiesta Pip) Raffaele e Aniello Cesaro, il tecnico Oliviero Giannella, Antonio Di Guida, Salvatore Polverino, cugino del super boss Giuseppe e figlio del latitante Antonio. Indagati, a vario titolo, l’ex sindaco di Marano Mauro Bertini, gli ex dirigenti dell’ufficio tecnico Gennaro Pitocchi e Armando Santelia, l’onorevole Luigi Cesaro, Maria Femiano, segretaria degli imprenditori di Sant’Antimo, Antonio Visconti, cugino di Salvatore Polverino, e Salvatore Di Nunzio, commercialista del palazzinaro Angelo Simeoli, meglio noto come Bastone.




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