Poliziotto penitenziario si toglie la vita in un centro commerciale a Milano

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Una tragedia ha colpito la comunità di Bollate in provincia di Milano quando un poliziotto penitenziario si è ucciso al di fuori dell’orario di servizio, gettandosi dal secondo piano di un centro commerciale.

L’uomo, che aveva 47 anni, era sposato con una collega e lascia una figlia piccola. Al momento non sono chiare le motivazioni che lo hanno portato a compiere questo gesto disperato. La notizia ha sconvolto il sindacato Sappe, come dichiarato dal segretario regionale della Lombardia, Alfonso Greco.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha denunciato “la situazione critica in cui versano i poliziotti penitenziari e l’assenza di sostegno da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, evidenziando la necessità di fornire strumenti di supporto e aiuto a coloro che operano in questo settore.

    È chiaro che il benessere psicologico dei poliziotti penitenziari è un tema di estrema importanza e urgenza, e deve essere affrontato con la massima serietà dalle istituzioni competenti. La gravità di questa situazione richiede azioni concrete e misure efficaci per prevenire futuri casi di disperazione estrema tra coloro che dedicano la propria vita alla tutela della sicurezza pubblica.

    È fondamentale garantire un ambiente di lavoro sano e un sostegno psicologico adeguato per proteggere la salute mentale di chi svolge un ruolo così cruciale all’interno del sistema penitenziario. In risposta a questa drammatica situazione, è fondamentale promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni e i rappresentanti dei poliziotti penitenziari al fine di implementare politiche e programmi mirati al supporto psicologico e al benessere dei lavoratori.

    Solo attraverso un impegno concreto e una collaborazione attiva si potranno individuare soluzioni efficaci per affrontare questa problematica e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e sano per tutti coloro che operano nel settore penitenziario.

    La tragedia che ha colpito la comunità di Bollate e l’intero corpo della polizia penitenziaria deve essere un forte richiamo all’azione, spingendo le istituzioni a prendere provvedimenti immediati per fornire il supporto necessario a coloro che dedicano la propria vita al servizio pubblico. Solo attraverso un impegno concreto e una collaborazione attiva si potrà lavorare verso la creazione di un ambiente di lavoro sano e sostenibile per tutti i poliziotti penitenziari”.



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