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Celebrazioni a Napoli, il 31 maggio inaugurazione mostra Luigi Vanvitelli

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La Biblioteca Nazionale di Napoli partecipa alle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli con una interessante mostra di autografi disegni e molti progetti originali dell’architetto dei Borbone.

“La mostra – spiega Maria Ianotti, direttrice della Biblioteca –ripercorre alcune tappe fondamentali della carriera dell’architetto, attraverso l’esposizione di documenti delle Carte Vanvitelli conservate nella Sezione Manoscritti, dalla raccolta emerge la complessa personalità di Luigi Vanvitelli e la sua instancabile attività “.

Nel 1872 la Biblioteca Nazionale di Napoli acquisì per 1200 lire da Camillo Minieri-Riccio, storico e archivista napoletano, un fondo composto da manoscritti vanvitelliani, si tratta di circa 500 carte, significative dell’intensa e diversificata attività di Luigi Vanvitelli , ingegnere, scenografo, disegnatore alla corte dei Borbone.

Relazioni, lettere, minute, disegni tecnici, appunti di lavoro e di spese, persino l’opuscolo dedicato alla narrazione delle feste per il matrimonio tra Ferdinando IV e Maria Carolina d’Asburgo, costituiscono il fil rouge della mostra e ci conducono nell’atmosfera della Napoli del 700, che salito al trono Carlo III, si prepara a diventare una grande capitale europea grazie all’opera di un architetto straordinario, dalle abili competenze tecniche e dalla fantasia smisurata

Nel 1751 Vanvitelli ricevette da Carlo di Borbone l’incarico della costruzione della Reggia di Caserta. Ampio spazio viene dato nella mostra alla realizzazione della Reggia di Caserta, dal precedente progetto di Mario Gioffredo: le carte in mostra non solo illustrano il lungo e articolato percorso, lo stato di avanzamento dei lavori e i materiali prescelti, nonchè le risorse economiche e umane relative alla fabbrica della Reggia e dei giardini, ma riportano anche pareri tecnici e progetti per la costruzione dell’ acquedotto carolino, un’opera grandiosa nelle quale Vanvitelli deve cimentarsi dalla ricerca delle sorgenti, per assicurare la fornitura idrica di alimentazione delle fontane, fino alla definizione del tracciato, che procede per 38 chilometri sia in superficie che attraverso gallerie scavate nella roccia.

Particolare attenzione fu dedicata all’allestimento dei giardini. “Vanvitelli presentò ai sovrani il progetto definitivo illustrato da 14 disegni acquerellati nel novembre del 1751. – aggiunge Maria Iannotti – Essi costituiscono il corredo illustrativo della Dichiarazione dei Disegni per il Palazzo Reale di Caserta, prezioso volume in folio pubblicato nel 1756 per i tipi della Stamperia Reale. Della Dichiarazione la biblioteca possiede varie copie di cui una appartenuta a Gioacchino Murat. Vanvitelli dette anche un importante contributo al primo volume delle Antichità dedicato alle Pitture a seguito di un’esplicita richiesta del sovrano. L’intervento dell’architetto riguardò l’alfabeto, il rame della prefazione con il Vesuvio in eruzione e l’incisione finale che raffigura Ercole che sostiene il mondo. L’azione di Vanvitelli si estese probabilmente alla composizione generale del volume e all’impaginazione delle tavole. La sua mano è stata riconosciuta anche nella raffigurazione di Partenope circondata da divinità marine nel cartiglio della carta del Golfo di Napoli disegnata da Karl Weber. “

Oltre a testimoniare le competenze di Vanvitelli come ingegnere e disegnatore, le Carte consentono di documentare anche la sua attività di progettista e sceneggiatore in occasione di allestimenti di feste in dimore private. In una Narrazione autografa, l’architetto descrive l’apparato progettato in Palazzo Teora, dimora dell’ambasciatore austriaco conte di Kaunitz per un ballo offerto nel giugno del 1768 in occasione delle nozze tra Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria.

Conclude la mostra una panoramica sull’attività napoletana dell’architetto, in particolare sul progetto del Foro Carolino destinato a diventare uno svincolo fondamentale per il traffico e il commercio.

Accompagnano il percorso espositivo anche significativi esempi del fondo cartografico della Nazionale: la mappa del duca di Noja, la Carta topografica delle reali cacce di Terra di Lavoro del 1784, rimasta manoscritta, e l’Atlante del Regno di Napoli di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni.

“La mostra – conclude Maria Iannotti – muove dal nucleo delle Carte manoscritte vanvitelliane per iniziare un colloquio produttivo e vivificante con le altre raccolte della biblioteca, dai disegni topografici, alle iconografie, ai libri a stampa antichi che si trovano nei nostri ricchi giacimenti documentari. Ancora una volta la Biblioteca coglie l’occasione per valorizzare il suo patrimonio in modo trasversal,e come solo un grande Biblioteca di conservazione può fare, costruendo percorsi che testimoniano la storia della città di Napoli e dei suoi dintorni, la storia di un regno come quello dei Borbone che ha lasciato la testimonianza della presenza di uno Stato, all’altezza delle altre nazioni europee, che ha sviluppato l’arte, la letteratura, l’architettura, intorno a cui esisteva un indotto di industrie e di commercio altrettanto fiorente e produttivo.”


Articolo pubblicato il giorno 29 Maggio 2023 - 11:20


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