Scontri in autostrada, già scarcerati i 3 tifosi romanisti: domani il napoletano davanti al gip

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Già scarcerati i tre ultrà  della Roma arrestati per gli scontri sull’A1 domenica mattina con i tifosi del Napoli.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “ci saranno decine di Daspo” e domani mattina davanti al gip di Napoli, è prevista l’udienza di convalida dell’arresto in flagranza differita dell’ultras del Napoli, Antonio Marigliano, 45 anni di San Giovanni a Teduccio.

Il tifoso partenopeo arrestato (difeso dall’avvocato Emilio Coppola) ha precedenti di polizia ed è aderente al gruppo ultras “Brigata Carolina”. La Digos gli contesta il possesso di oggetti atti ad offendere nei luoghi interessati dal transito di coloro che assistono a manifestazioni sportive. Inoltre ieri è stato denunciato per rissa aggravata. Dopo la decisione del giudice gli atti verranno trasferiti ad Arezzo.

Il tifoso è stato riconosciuto attraverso la visione e l’analisi delle immagini contenute nei video relativi agli scontri avvenuti presso l’area di servizio Badia al Pino, in provincia di Arezzo.

Nella Capitale il giudice non ha convalidato gli arresti di Emiliano Bigi e Filippo Lombardi, presi a casa lunedì dalla Digos e tornati in libertà neanche 24 ore dopo. Il giudice romano non ha ravvisato né necessità né urgenza, quindi neppure la flagranza differita, cioè l’arresto possibile nelle 48 ore dai fatti. Poi nel pomeriggio ad Arezzo il giudice Elena Pisto ha sì convalidato il fermo di Martino Di Tosto, ma l’ha scarcerato.

    La stessa procura aveva chiesto i domiciliari, il giudice ha deciso misure più blande: obbligo di firma dai carabinieri e obbligo di dimora nella Capitale per il cuoco 43enne, con precedenti non dovuti a reati da stadio come ha sottolineato il suo difensore Lorenzo Contucci.

    “E’ una decisione che troviamo corretta”, ha detto il legale sulla misura. Il difensore ha attuato strategie diverse nelle udienze di Roma ed Arezzo. A Roma ha sollevato l’insussistenza della flagranza differita, ad Arezzo per Di Tosto invece no “ciò per una differente strategia processuale”, ha spiegato ai cronisti.

    Lo stesso legale ha riportato a Roma, in macchina, Di Tosto dopo due giorni di camera di sicurezza. La polizia lo aveva trasferito dalla questura al tribunale coperto da un passamontagna nero e facendolo accedere dal garage del palazzo di giustizia. Domenica Di Tosto era stato arrestato dopo che i compagni lo aveva scaricato, con ferite da taglio alle gambe, davanti al pronto soccorso di Arezzo, poi erano fuggiti.

    Davanti al giudice, l’ultrà Di Tosto si è avvalso della facoltà di non rispondere, il processo con rito direttissimo è stato aggiornato al 25 gennaio.Ai disordini dell’autogrill hanno concorso oltre 300 ultras, metà napoletani e metà romanisti, circa 200 sono quelli individuati finora nelle indagini coordinate dalla procura aretina, col sostituto Laura Taddei, che stanno andando avanti in collaborazione con le Digos di Arezzo, Napoli e Roma da cui provengono relazioni e informative.

    Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato di altre “identificazioni in corso”, mentre sui quattro arresti ha spiegato che “sono pochi perché l’arresto in flagranza differita è consentito in un tempo limitato” tuttavia ha annunciato “oltre a procedimenti penali, anche Daspo e provvedimenti amministrativi”. Piantedosi si è preso l’impegno personale per avere “decine di provvedimenti individuali”.

    Il ministro domani incontrerà i vertici di Federazione e Lega calcio per condividere una linea rigorosa, severa. “Daremo – ha anticipato – all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive indicazioni improntate alla massima precauzione”.

    Quanto agli scontri di domenica il ministro ha precisato che era stata fatta “un’azione di prevenzione per evitare che i tifosi si incrociassero in autogrill: era difficilmente immaginabile che il livello di improntitudine arrivasse al punto che queste persone giungessero in ordine sparso su auto private”. Pieno sostegno al Viminale viene dal ministro per lo Sport Andrea Abodi: “Ho talmente tanta fiducia nel ministro Piantedosi e nel capo della Polizia Giannini che sono sicuro che saranno prese decisioni adeguate rispetto alla gravità del fenomeno”.



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