Torre Annunziata, la roccaforte del clan Gionta diventera’ presidio delle forze dell’ordine

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Per decenni e’ stato il centro di potere incontrastato e della ricchezza del clan Gionta di Torre Annunziata, comune tra Napoli e Salerno, snodo strategico per ingenti traffici di droga.

La cosca dei ‘Valentini’, soprannome del gruppo Gionta che deriva dal nome di battesimo del capoclan, Valentino, aveva nel Palazzo Fienga il suo quartier generale. La struttura era stata confiscata e dopo un lungo abbandono e’ stato deciso che sara’ recuperata. Diventera’ un polo per le forze dell’ordine: ci sara’ la nuova sede del commissariato di polizia e gli alloggi di servizio di carabinieri e della Guardia di Finanza, gli uffici di polizia giudiziaria, della polizia metropolitana e di quella locale di Torre Annunziata. Ecco l’ambizioso programma messo nero su bianco questa mattina nel corso di una riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza tenuto in videoconferenza e presieduto dal prefetto di Napoli, Marco Valentini.

All’incontro hanno partecipato anche i procuratori di Napoli e di Torre Annunziata, il direttore dell’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata, il direttore regionale dell’Agenzia del demanio con il responsabile dei servizi territoriali, l’autorita’ di gestione dell’agenzia per la coesione territoriale, i vertici provinciali delle forze dell’ordine e il vice capocentro Dia, il comandante provinciale dei vigili del fuoco e il sindaco di Torre Annunziata. Ma non solo Palazzo Fienga avra’ interventi di recupero. A Torre Annunziata ci sono altri edifici confiscati da recuperare e per questo e’ stato inoltre costituito un gruppo di lavoro presso il Comune per istruire i progetti di recupero e ristrutturazione di stabili in disuso. E’ stato fatto inoltre il punto sulle attivita’ programmate dal Comune in materia di implementazione della videosorveglianza, di ricognizione degli immobili abbandonati e del recupero del degrado urbano nonche’ sui beni confiscati alla criminalita’ organizzata: ai 55 sensori del sistema di videosorveglianza comunale gia’ operativi, si aggiungeranno infatti altre 85 telecamere, realizzate con un finanziamento della Citta’ Metropolitana.



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