Ezio Bosso in concerto alla Reggia di Caserta per la rassenga ‘Un’Estate da Re’

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“Fare musica è una fortuna perché consente a noi con le mani, e alla persone con le orecchie, di conoscere posti meravigliosi come la Reggia di Caserta”. Le parole del maestro Ezio Bosso alla presentazione del concerto che terrà domani all’Aperia del Giardino Inglese della Reggia vanvitelliana, primo appuntamento – già sold out – della quarta edizione della rassegna “Un’Estate da Re”. Presenti alla conferenza stampa il direttore artistico della kermesse Antonio Marzullo, secondo cui “non esiste in nessuna regione d’Italia la proposta culturale che esiste in Campania”, il presidente della Scabec, la società della Regione Campania che ha organizzato la rassegna, Antonio Bottiglieri, che parla di un “evento voluto fortemente dalla Regione e dal presidente De Luca, e che arriva a coronamento di un’estate fantastica, iniziata con le Universiadi, e proseguita con kermesse nei luoghi piu’ suggestivi e significativi di tutte le province campane, da Paestum a Ravello, da Pompei ad Ercolano. Questo cartellone di eventi proseguirà fino alla fine di settembre, anche con Campania by night”. Ma è Bosso a rubare la scena con la sua verve appassionata e impegnata. “La musica e’ responsabilita’, qualcosa di vero e concreto. E pensare che in questi giorni – dice Bosso non nascondendo un certo malessere – si sentono frasi irresponsabili, parole perentorie, cariche di arroganza. La musica – prosegue con quello che a qualcuno dei presenti è sembrato voler essere un riferimento implicito alla realtà politica – è invece saper ascoltare, perché quando senti un suono ascolti e basta, ti immergi in un silenzio vero, non pensi a quello che devi dire dopo, ma è anche non smettere mai di imparare. Io ho paura di coloro che dicono di sapere tutto; dopo 35 anni di concerti, ancora penso di dover imparare molto. Davanti ad una partitura si è sempre bambini”. E sui giovani, Bosso dice che “fanno parte della società, non sono un mondo a sé stante. Io mi trovo bene con loro, mi ascoltano di più; ma quando si parla di avvicinare i giovani alla musica classica, io dico che tutti vanno avvicinati a questo mondo, perché la musica parla a tutti”. Infine sull’eventuale suo ritorno a Napoli, e in particolare al San Carlo, Bosso taglia corto. “Vado dove mi invitano”. Domani il maestro dirigera’ l’Orchestra Filarmonica del Teatro Giuseppe Verdi di Salerno in un repertorio che tocchera’ l’intimo romanticismo di Johannes Brahms con le due celebri “Danze Ungheresi”, passando per la sinfonia numero 9 di Antonin Dvorak, per concludere con il compositore francese Maurice Ravel ed il suo brano per orchestra piu’ famoso, Bolero



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