Trento a lutto per l’ultimo saluto ad Antonio Megalizzi: “Volevi fare il giornalista ora ti conoscono in tutto il mondo”

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Trento. La toccante omelia dell’arcivescovo Lauro Tisi, il lungo applauso dentro e fuori dalla Cattedrale San Vigilio di Trento, la commozione al passaggio del feretro avvolto nella bandiera italiana ed europea al termine del rito funebre, e lo straziante abbraccio dei familiari con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Giuseppe Conte, sono stati i momenti più salenti ma anche toccanti e drammatici delle esequie di Antonio Megalizzi, il giovane reporter trentino morto a seguito dell’attentato terroristico di Strasburgo. Erano in oltre duemila tra familiari, autorità, parenti, amici e semplici cittadini, a dare l’addio ad Antonio, l’europeista convinto che, come ha detto l’arcivescovo Tisi, è stato vittima di una “violenza cieca e assurda ancora una volta ha decapitato una giovane vita, colpito al cuore per sempre una famiglia, tramortita una comunità”. Strazianti le parole di un’amica di Antonio che in lacrime, verso la conclusione della messa, ha detto commovendo l’intera cattedrale: “volevi fare il giornalista, dicevi, beh, adesso hai fatto un casino e ti conoscono in tutto il mondo”.  Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota, ha definito “una inaccettabile tragedia” la morte di Antonio Megalizzi e ha espresso la sua “profonda tristezza”. “Sono particolarmente vicino – ha aggiunto Mattarella – al dolore della famiglia, della fidanzata e degli amici del giovane reporter italiano vittima dell’odio criminale e del fanatismo propugnato dal sedicente ‘Stato islamico'”.


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