

in foto i carabinieri di orta di atella
Orta di Atella - Era diventato un monumento al degrado e all'illegalità, un "non luogo" dove smaltire tutto ciò che non si voleva tracciare. Un complesso immobiliare mai finito, scheletro di cemento disabitato, è stato trasformato nel tempo in una vera e propria bomba ecologica.
I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Marcianise hanno posto sotto sequestro l'intera area nel tardo pomeriggio di ieri, 17 dicembre 2025, nell'ambito di un'operazione mirata al contrasto dei crimini ambientali.
Il blitz rientra nei servizi di controllo straordinario del territorio focalizzati sulla cosiddetta "Terra dei Fuochi", un'area che continua a richiedere la massima attenzione delle forze dell'ordine per prevenire roghi tossici e sversamenti illeciti. Quando i militari sono entrati nella proprietà, si sono trovati di fronte a uno scenario desolante: l'edificio, strutturato in tre corpi di fabbrica distinti, nascondeva al suo interno circa 50 locali, verosimilmente progettati in origine come box auto e seminterrati, ora completamente saturi di immondizia.
Non si trattava di semplice incuria. I Carabinieri hanno documentato la presenza di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi. Tra le mura di cemento grezzo erano stati accatastati vecchi mobili, materassi, bidoni di vernici e solventi, parti meccaniche e di carrozzeria di autovetture (probabile provento di attività di smontaggio illecito), guaine bituminose e rifiuti solidi urbani di ogni genere. Una discarica a cielo aperto, ma nascosta tra le pareti di un cantiere fantasma, gestita nell'ombra.
Le condizioni dei luoghi non lasciavano spazio a dubbi: il manufatto era stato adibito sistematicamente a discarica illegale. Gli accertamenti immediati hanno permesso di identificare la proprietà dello stabile, alla quale è stato notificato il provvedimento di sequestro. Al momento, le ipotesi di reato contestate a carico di ignoti sono quelle di abbandono di rifiuti pericolosi e gestione illecita di rifiuti.
Ma c'è un dettaglio che aggrava il quadro: dalle indagini è emerso che l'immobile non era nuovo alle cronache giudiziarie. La struttura, infatti, era già stata sottoposta a sequestro penale nel lontano 2008 per violazioni in materia di abusivismo edilizio. Da allora, per oltre 17 anni, non è mai intervenuto alcun provvedimento di dissequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria, né alcun atto amministrativo del Comune per sanare o abbattere l'opera. Un limbo burocratico che ha favorito la trasformazione dell'abuso edilizio in scempio ambientale.