Una persecuzione incessante, digitale e fisica, che per mesi ha trasformato la vita di una giovane donna in una trappola. Il tribunale penale di Napoli ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione un 32enne ritenuto responsabile di aver perseguitato l’ex fidanzata utilizzando anche uno spyware installato di nascosto sul suo cellulare. Il processo, celebrato con il rito abbreviato, ha confermato le accuse della Procura partenopea, che gli contestava atti persecutori e accesso abusivo a un sistema informatico.
Le indagini hanno ricostruito un quadro agghiacciante.Potrebbe interessarti
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La gravità della situazione portò i magistrati della IV sezione “Fasce deboli” ad applicare fin da subito la custodia cautelare in carcere, un intervento che – sottolinea l’avvocato della giovane, Sergio Pisani – ha evitato esiti ben più drammatici. Con il rito ordinario la condanna sarebbe stata di quattro anni, ma la sentenza arrivata oggi chiude comunque una vicenda che ha sfiorato la tragedia.






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